Il 3.2.2015 scrissi su queste colonne, con il vecchio pseudonimo di «Giüsepin», DIJON 1871, che riguardava la bella e rara Stella di Digione della 4ème Brigade. Ebbene, quell’insegna proveniva da una famiglia milanese che voleva disfarsi di tutti i cimeli di un loro avo garibaldino. Per uno di quei casi fortuiti che ogni tanto possono capitare, invece del solito robivecchi fu contattato un caro amico che acquisì tutti quei ricordi tra i quali anche la medaglia che mi cedette in quanto lui non interessato alla faleristica.
Tra gli altri cimeli, che ora non ricordo più quali fossero, c’era anche l’arma oggetto di queste note, che mi cedette con la stella, che, per tradizione familiare, si diceva portata a casa dal loro antenato a ricordo della campagna garibaldina del 1870-71.
L’arma è una pistola prussiana e che fosse un cimelio di quella campagna mi sembrava cosa talmente assurda che in tutti questi anni questa ipotesi non l’avevo mai presa in considerazione stante il fatto che la Prussia già dal 1841 aveva adottato un fucile a retrocarica quando le altre Nazioni avevano ancora in servizio non poche armi con accensione a pietra focaia. Ma mi sbagliavo, perché il cimelio, pur essendo ad avancarica, era ancora in servizio in quegli anni e che quindi potrebbe benissimo essere una «preda bellica» a ricordo di qualche combattimento cui il nostro prese parte, il che renderebbe plausibile la tradizione di famiglia.
Intanto, per rinfrescare la memoria, inserisco la foto della medaglia oggetto della mia discussione che dicevo.
Ed eccola pistola nelle due classiche viste
L’arma, questa costruita nel 1835, è uno dei due Mod. 1823 nati con accensione a pietra focaia e poi trasformati a percussione a partire dal 1849, che si distinguono uno dall’altro per la presenza o meno dell’anello alla coccia che non so a quale Corpo fossero destinati in specifico.
Questa tipologia di pistola era pressoché in dotazione a tutti gli eserciti dell’epoca e possiamo ben immaginare sull’utilità del suo impiego, ma così era la mentalità del tempo.
Questa, ha qualche cosa di inusuale rispetto alle altre ed è il copri luminello che permette di portare l’arma innescata e pronta all’uso senza inconvenienti.
Vista del luminello innescato con capsula a 4 ali, del copri luminello abbattuto e il cane in riposo.
Alcune viste della pistola che mostra i marchi di accettazione sull'acciarino, sulla faccia sinistra della canna, sulla contro cartella, sul legno e sulla coccia che porta le inziali del Corpo di appartenenza, a me sconosciuto.
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I dati dell’arma sono: lunghezza totale, 400 mm; lunghezza canna, 237 mm; calibro, 15,9; peso totale, 1350 grammi; coccia, bocchino, contro cartella e sotto guardia in ottone. Tirava una palla sferica di 14,1 mm dal peso di 17,3 grammi lanciata da una carica di polvere nera di 4,34 grammi. Per chi sa di avancarica, una bella botta!
In conclusione. La tradizione familiare potrebbe essere vera, ma non ho nessun elemento che lo possa certificare.