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| Le restrizioni del trattato di pace del 1947 secondo me non furono poi così determinanti. Aerei di surplus di provenienza inglese e americana andarono ad equipaggiare la gran parte delle aeronautiche militari in Europa, tra cui Francia, Belgio, Olanda, Danimarca, Grecia e Turchia, ciò in attesa che le nuove generazioni di aerei a reazione li soppiantassero definitivamente. Gran parte di queste macchine furono cedute a titolo gratuito dagli Stati Uniti nell'ambito del programma di aiuti militari a favore dei paesi NATO. E' necessario perciò distinguere a mio parere tra gli aerei forniti dagli Alleati all'Aeronautica Cobelligerante tra il 1943 e il 1945 e quelli invece che equipaggiarono l'A.M.I. dal 1947 in avanti. Nel primo caso si trattava effettivamente di macchine veramente ai limiti della propria vita utile, recuperate in maniera spesso avventurosa tra quelle abbandonate sui vari campi d'aviazione anglo-americani del meridione. Finita la guerra, fu possibile finalmente disporre di aerei migliori, anche se molti degli apparecchi già in uso finirono inevitabilmente per essere incorporati nei reparti di nuova formazione aggravando i problemi legati alla manutenzione e alla sicurezza del volo.
Per quanto riguarda il P-39 Airacobra, i giudizio su questo aereo sono stati parecchi discordi. La R.A.F. inglese ebbe modo di esaminare e collaudare l'aereo in previsione di una sua possibile acquisizione ma rifiutò sdegnosamente la macchina giudicandola del tutto inadeguata ai propri requisiti. I sovietici, al contrario, ne elogiarono la robustezza, la potenza di fuoco e il comportamento di volo, specie alle basse quote: molti assi della caccia sovietica conquistarono buona parte delle proprie vittorie proprio pilotando i P-39. La soluzione di collocare il motore in posizione centrale era stata adottata dai progettisti per consentire di alloggiare un potente armamento nel muso ed equilibrare così la distribuzione dei pesi dell'aereoplano; tale disposizione del propulsore assicurava il centraggio ottimale del centro di gravità dell'aparecchio, garantendone così ottime capacità di maneggevolezza, ma creava una serie di problemi dovuti alla difficoltà di accesso al motore in caso di manutenzione, l'insorgere di vibrazioni provocate dal lungo albero di trasmissione dell'elica e difficoltà di raffreddamento del propulsore specialmente in fase di rullaggio. La restrizione ad effettuare acrobazie riportata sui manuali non era dovuta probabilmente alle caratteristiche intrinseche dell'aereoplano ma quanto al fatto che trattandosi appunto di aerei assai logori era fatto divieto di sottoporre la cellula ad eccessivi stress strutturali, un destino comune a molte macchine di surplus giunte oramai al limite massimo delle proprie ore di volo.
Quanto al Thunderbolt, ho letto anch'io il libro di Nicola Malizia dove effettivamente si parla a lungo delle vicende particolarmente sfortunate di questo aereo nei ranghi della nostra Aeronautica Militare. Il P-47 era effettivamente un caccia monoposto assolutamente "sui generis" quanto a prestazioni, peso e dimensioni (quasi 8 tonnellate di peso massimo consentito al decollo). Il complesso dispositivo di sovralimentazione, che costituiva il cuore della macchina, esigeva una manutenzione particolarmente onerosa. Come si evince dalla lettura del libro, questi aerei arrivarono in Italia già in cattive condizioni generali, e ciò aggravò in maniera determinante le difficoltà dei nostri piloti in fase di familiarizzazione con l'apparecchio.
RIP-STOP
Edited by rip-stop - 5/2/2020, 10:09
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