Campo di sosta e contumacia S. Andrea - Taranto, Il campo della vergogna

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view post Posted on 24/4/2020, 22:26
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Ciao a tutti.

Nel pubblicare in un'altra sezione del forum alcuni documenti relativi ad un cappellano militare della Marina decorato al Valor Militare, ho postato quest'articolo apparso sulla rivista UNUCI numero di gennaio/marzo 2017, dove si parla del famigerato campo "S", altrimenti conosciuto come il "Campo della Vergogna"

Ho scoperto che questo campo sorgeva vicinissimo a Taranto, e furono proprio i Tarantini ad aiutare i prigionieri italiani colà detenuti dagli inglesi, quando ci fu l'evasione di massa dell'11 aprile 1946, che pose fine alla sofferenze di circa 10.000 nostri connazionali trasferiti in questo campo da tutti i campi di prigionia inglesi sparsi per le colonie Africane dell'impero britannico.

La storia è incredibile, anche perchè stiamo parlando di prigionieri italiani detenuti in un campo di prigionia in Italia a più di un anno dalla fine della II guerra mondiale.
Purtroppo, a parte ciò che riporta l'articolo, non riesco a saperne di più, ed anche altri amici del forum interessati a questa vicenda, non riescono a saperne più di tanto.

Vi invito a leggere l'articolo perchè la vicenda è veramente paradossale.

Qualcuno può aiutarci a fare luce su questo episodio sconosciuto ai più?
E' un modo per rendere un pò di giustizia a questi nostri poveri nonni...sopratutto a chi non ce l'ha fatta.

Posto l'articolo:
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view post Posted on 25/4/2020, 15:29


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qualcosa ho trovato ne "i lager dei vinti" di giuseppe jannnaci, grande ricercatore e collezionista, amico personale di belogi, fonte molto attendibile.

siamo a pag. 118 ed estraggo qualche nota:
"quello di taranto il 171 pow camp naples italy....comprendeva diversi campi e vari settori (citati nei documenti in campo principale, un campo A, un settore T, un settore S, un settore R). In letteratura viene citato un campo di transito, il n. 368 ubicato presso il locale stadio sportivo Corvisea gestito dagli inglesi in cui capitarono specialmente ex-fascisti rastrellati un pò dappertutto...Il campo di Taranto inizialmente per quanto riguarda i soldati della RSI funzionò come campo di raccolta per quelli catturati in divisa durante il corso del conflitto e destinati al campo definitivo di algeri, il 211 pow. Successivamnete alla fine del conflitto ospitò altri soldati - in genere dall'VIII armata inglese - che i primi di luglio del 1945 furono imbarcati sulla nave Duchessa of Richmond....rimasero a taranto 900 alto-atesino che avevano servito nelle unità di polizia delle SS tedesche. Rimasero a Taranto e non se ne conosce il perchè anche gli appartenenti al gruppo operativo ovest della marina nera, raccolti nel campo di ghedi e successivamente portati nel campo pugliese. il 10 febbraio 1946 la nave "strathira" imbarcò ad algeri 10.000 reduci del 211 pow camp e li sbarcò a taranto ove furono rinchiusi nel settore S. Seconda la stampa locale dell'epoca "condizioni igieniche, nutrizionali e di trattamento inammissibili ed incredibili"......la fuga di massa dal campo fu poi aiutata anche dalla popolazione civile che annullò il tentativo di un rastrellamento...organizzando addirittura un servizio di camion per allontanare i prigionieri dalla città. moltissimi giunsero a bari ove le autorità furono costrette ad allestire tradotte con destinazione bologna. durante la sosta di una di quelle tradotte ad ancona, i prigionieri abbandonati da tutti, privi di cibo, di acqua e di qualsiasi specie di assistenza, furono artefici di una violenta protesta inoltrandosi dalla stazione verso la città, intenzionati anche a saccheggiare negozi. mediante l'intervento dei sacerdoti della PCA (Pontificia Commissione di Assistenza ai profughi) sollecitato dallo stesso prefetto...fu possibile calmare i dimostranti e farli proseguire verso bologna, ove giunsero dopo tre giorni (tre giorni!!!...quanto ci mettiamo noi, oggi???) di viaggio.
Anche agli internati rimasti a taranto furono nei giorni successivi rilasciati con apposito lasciapassare"
 
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view post Posted on 25/4/2020, 15:50
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Grazie dell'ottima integrazione Gondar.
Vediamo se salta fuori qualcos'altro.
 
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view post Posted on 25/4/2020, 21:25


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Considerando le devastazioni accadute in Romagna lungo la linea gotica non mi sorprende che impiegarono 3 giorni ad andare da Ancona a Bologna. Inoltre ancora nel 46 le strade erano piene di mezzi alleati che andavano avanti e indietro in una regione dove non c'erano piu' ponti e strade e i campi minati erano ovunque.

Per quanto riguarda gli internati del campo erano ss e altri RSI, persone che potevano avere partecipato e stragi e crimini di guerra. Probabilmente vennero detenuti piu' a lungo in attesa di indagini e processi come accadde in Germania, ma che in Italia alla fine non non ci furono. Nel 46 la Repubblica Italiana era appena nata e molto probabilmente si voleva evitare che gruppi di ex RSI potessero riorganizzarsi in funzione destabilizzatrice.

Se non ricordo male, nei campi di prigionia allestiti in Romagna ci furono prigionieri tedeschi fino al 47 e poi dal 50 ritornaro no tutti come turisti
 
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view post Posted on 25/4/2020, 22:33
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Si è vero.
Però nell'articolo si parla di prigionieri "normali", sgomberati dai campi di prigionia inglesi in Africa e rinchiusi nel campo S insieme ai fascisti ed ai tedeschi, ed anche a criminali comuni. Un guazzabuglio di gente buttata lì alla rinfusa.
È appunto quest'ultimo aspetto a lasciarmi interdetto. Nessuno si è preso cura di questi poveretti, e l'episodio di Ancona di cui al post di Gondar è la conferma del totale abbandono.

Edited by Maiogi - 27/4/2020, 19:13
 
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view post Posted on 26/4/2020, 23:17


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Per i fatti acccaduti bisognerebbe conoscere piu' dettagli e ci vorrebbe un studio piu' preciso, l'articolo ha una narrazione aneddotica piuttosto che accademica.

Per quanto riguarda il trattamento non saprei cosa dire, ma ripeto ci vorrebbe una ricerca dettagliata con precise informazioni e documentazione. In generale credo che le condizioni per ss e RSI fossero piu' dure. La disorganizzazione e l'arrivo e stazionamento di masse di prigionieri in un campo che era stato pensato per la transizione puo' certamente aver provocato problemi di sussistenza. Provvedere al vitto, alloggio e vestiario per decine di migliaia di persone non e' cosa da poco.

Anche se la guerra e' finita nel 45, i prigionieri rimangono tali fino a quando la nazione di origine li accetta o la nazione che li tiene prigionieri li rilascia. Il caso in questione puo' essere stato causato propio da ritardi istituzionali.

Nel 46 la repubblica ancora di fatto non esisteva e la costituzione e' del dicembre del 47. Il periodo 45-47 e' una enorme maceria istituzionale che sta cercando di riorganizzarsi con centinaia di migliaia di prigionieri che stanno tornado a casa. Non mi sorprende che questo gruppo fosse stato abbandonato dalle piu' o meno inesistenti istituzioni e nel disinteresse generale.

L'argomento e' molto interessante speriamo si sviluppi una buona ricerca
 
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view post Posted on 27/4/2020, 13:40
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Ciao a tutti,
Leggo volentieri questo post, dovrei avere da qualche parte qualche documento integrativo alle informazioni date,mappe e qualche ripresa aerea con drone fatta nella zona in cui c'era il campo. Personalmente sono stato qualche volta in zona con il metal e ho recuperato materiale inglese, italiano tedesco. Altri amici, appassionati e più assidui dei me, hanno rinvenuto pezzi molto interessanti (teschietti SS, frammenti di scudetti da braccio MAS etc.) Se vi interessa chiedo loro il permesso di pubblicare qui le foto.Leggerò poi con calma l'articolo perché da smartphone è snervante e me lo voglio godere.
 
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view post Posted on 27/4/2020, 16:54


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beh...se puoi pubblicare le foto dei pezzi ritrovati sarebbe molto interessante, nel frattempo che qualcuno pubblichi altre notizie sul campo e sulla sua gestione
 
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view post Posted on 27/4/2020, 18:12
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CITAZIONE (Taras83 @ 27/4/2020, 14:40) 
Ciao a tutti,
Leggo volentieri questo post, dovrei avere da qualche parte qualche documento integrativo alle informazioni date,mappe e qualche ripresa aerea con drone fatta nella zona in cui c'era il campo. Personalmente sono stato qualche volta in zona con il metal e ho recuperato materiale inglese, italiano tedesco. Altri amici, appassionati e più assidui dei me, hanno rinvenuto pezzi molto interessanti (teschietti SS, frammenti di scudetti da braccio MAS etc.) Se vi interessa chiedo loro il permesso di pubblicare qui le foto.Leggerò poi con calma l'articolo perché da smartphone è snervante e me lo voglio godere.

Ottimo Taras...sarebbe una interessantissima integrazione la pubblicazione delle foto.
Ogni documento è ben accetto.
 
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view post Posted on 28/8/2020, 09:17
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il fratello di mia nonna (tale Ettore Mosca) nella 2° GM Tenente di Fanteria (ho una sua foto in uniforme, mentre era in licenza) fu preso prigioniero dagli anglo americani dopo la resa dell'isola di Pantelleria, dove era stato traferito dopo aver partecipato alla Campagna in Greco-Albanese (in Grecia fu ferito leggermente ad un orecchio)...successivamente alla resa dell'isola i prigionieri italiani furono trasferiti in Nordafrica (non ricordo la località) dove erano inizialmente sorvegliati (in una tendopoli) da truppe coloniali (credo francesi, ma la memora si è tramandata dal fratello a mia nonna e da mia nonna a me).
A proposito mi ricordo che nella "vulgata familiare" si diceva che i piloti italiani che trasportano uomini e beni nell'isola sfasciassero apposta i carrelli in atterraggio (poichè sapevano che quasi sicuramente al ritorno sarebbero stati inesorabilmente preda di caccia nemici...ed infatti il fratello di mia nonna rimase ferito ad una gamba nell'atterraggio "difensivo" operato dal pilota).
Mi raccontava mia nonna che le truppe coloniali sparavano sistematicamente per divertimento (...di notte specialmente) contro le tende e molti furono cosi uccisi, così per "divertimento" nel disinteresse dei militari nemici europei e nel divertimento delle truppe coloniali nemiche ...poi divenute famigerate anche in Ciociaria per un'altra loro "specialità".
Non mi sorprendono affatto quindi queste storie anche se si riferiscono a fatti avvenuti in territorio italiano...
 
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view post Posted on 28/8/2020, 12:12
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Interessante testimonianza quella dei carrelli sfasciati in atterraggi "difensivi", personalmente non ne avevo mai sentito parlare.
Però mi ricordo, adesso che tu ne parli, un'accenno a "troppi carrelli sfasciati in fase di atterraggio" (testuale) letto anni fa in un bellissimo libro sugli aerosiluranti italiani scritto da Martino Aichner, "Il Gruppo Buscaglia".
Mi chiedevo allora come fosse possibile che piloti esperti con alle spalle varie missioni di guerra contro il naviglio inglese in mediterraneo, potessero commettere simili errori in fase di rientro. Adesso ho capito.

Per quanto riguarda il trattamento riservato ai nostri prigionieri da parte degli alleati è cosa nota, sopratutto da parte di coloniali sia francesi che inglesi.
Il mio prozio, fatto prigioniero dai Neozelandesi sul fronte del Senio nel 1945, me ne ha raccontate di cotte e di crude circa il trattamento "speciale" a lui riservato in quanto appartenente alla Xª Mas.

Edited by Maiogi - 28/8/2020, 13:30
 
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view post Posted on 28/8/2020, 13:02
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IMG_5902
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diamo un volto al personaggio, tanto è gratis...94° Rgt Fanteria "Messina", nella prima foto forse ancora allievo ufficiale, nella seconda (siamo nella 2 GM credo) S. Ten o Ten in licenza a Roma

a ripercorrere i movimenti del 94°Rgt Fast. ... in Grecia non ci andò mai fermandosi n Albania-Montenegro, ma se lui finì in Grecia (salvo errori di memoria di famiglia) forse era stato assegnato altrove. Idem per Pantelleria. Al braccio secondo voi cosa c'è? Forse lo stemma araldico del Rgt "Messina"? Distintivo Arditi non credo proprio

E le mostrine che cosa sono? (quelle del "Messina" sarebbero giallo-rosse ...qui sono diverse)

Ettore Mosca era il fratello minore del famoso giornalista Giovanni Mosca, entrambi fratelli di mia nonna

Quelle mostrine del Rgt cosa sono? Forse comunicazioni o logistica?
 
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view post Posted on 28/8/2020, 14:33
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forse è lo scudetto della 18 Divisione Fanteria quello sul braccio
 
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view post Posted on 28/8/2020, 19:18


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nella ultima quinta riga di pag.14 è citato il Medico Luigi DelBono...mio medico di famiglia dal 50 all'83 circa!!! emigrato forzatamente e misteriosamente dalla sua Parma nel Savonese per oltre 30 anni curò i suoi pazienti sulle ns colline tra neve e pioggia d'inverno e torrido sole d'estate ...in bicicletta! Andato in pensione scrisse alcuni libri in cui raccontava la sua vita ( "il sole caldo" , " il mare nel bosco", “I reticolati non fanno ombra”.) proprio sulla sua vita militare e sulla sua prigionia in Nord Africa!! ecco cosa scrisse di lui il suo Comandante Mario Arillo:
I reticolati non fanno ombra», è il seguito de «Il mare nel bosco» e ha per argomento l'anno di prigionia dell'Autore. .........Ebbi Del Bono alle mie dipendenze come Guardiamarina-medico alla Base Mas di Imperia, nel 1944-45, quando ero Comandante delle Forze Navali della Repubblica Sociale Italiana nell'Alto Tirreno. Un giovane entusiasta e coraggioso che partecipò volontariamente alle missioni di guerra sulle coste francesi, contro preponderanti forze alleate, imbarcato sul MAS 561 comandato dall'eroico Andrea Bernotti.
......Le divise grigio-verdi con le nostre amatissime mostrine bianche dei Mezzi d'Assalto della Marina Repubblicana, che l'Autore aveva conservato, sono ora esposte nelle vetrine del Museo Navale Internazionale di Imperia e nel Museo Storico Navale della Marina Militare a Venezia.......
Dobbiamo essere grati a Del Bono per tutto ciò che ha fatto finora per eternare il ricordo di Chi cadde per la Patria, non per una fazione.

Solo con la pubblicazione dei suoi libri i suoi pazienti capirono la sua "vera storia" di questo Dottore della mutua....

Edited by 157° - 28/8/2020, 20:42
 
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view post Posted on 28/8/2020, 20:27


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QUOTE (muttley72 @ 28/8/2020, 10:17) 
il fratello di mia nonna (tale Ettore Mosca) nella 2° GM Tenente di Fanteria (ho una sua foto in uniforme, mentre era in licenza) fu preso prigioniero dagli anglo americani dopo la resa dell'isola di Pantelleria, dove era stato traferito dopo aver partecipato alla Campagna in Greco-Albanese (in Grecia fu ferito leggermente ad un orecchio)...successivamente alla resa dell'isola i prigionieri italiani furono trasferiti in Nordafrica (non ricordo la località) dove erano inizialmente sorvegliati (in una tendopoli) da truppe coloniali (credo francesi, ma la memora si è tramandata dal fratello a mia nonna e da mia nonna a me).
A proposito mi ricordo che nella "vulgata familiare" si diceva che i piloti italiani che trasportano uomini e beni nell'isola sfasciassero apposta i carrelli in atterraggio (poichè sapevano che quasi sicuramente al ritorno sarebbero stati inesorabilmente preda di caccia nemici...ed infatti il fratello di mia nonna rimase ferito ad una gamba nell'atterraggio "difensivo" operato dal pilota).
Mi raccontava mia nonna che le truppe coloniali sparavano sistematicamente per divertimento (...di notte specialmente) contro le tende e molti furono cosi uccisi, così per "divertimento" nel disinteresse dei militari nemici europei e nel divertimento delle truppe coloniali nemiche ...poi divenute famigerate anche in Ciociaria per un'altra loro "specialità".
Non mi sorprendono affatto quindi queste storie anche se si riferiscono a fatti avvenuti in territorio italiano...

Non c'era bisogno che sfasciassero i carrelli atterrando a Pantelleria, ci pensava gia' la pista di atterraggio. L'aereoporto nonostante il progetto avveniristico con l'angar sotterraneo era una delle tante farse del regime. La pista era un pericoloso colabrodo fatta con materiali scadenti, dopo un paio di bombardamenti rimase inutillizzabile. La "non" battaglia di Pantelleria e' una pagina di storia militare che non fa grande onore al regio esercito.
Le truppe coloniali francesi erano un problema anche per gli anglo americani e infatti vennero ritirate. Come vennero ritirati i greci dopo la battalgi di Rimini.

QUOTE (Maiogi @ 28/8/2020, 13:12) 
Interessante testimonianza quella dei carrelli sfasciati in atterraggi "difensivi", personalmente non ne avevo mai sentito parlare.
Però mi ricordo, adesso che tu ne parli, un'accenno a "troppi carrelli sfasciati in fase di atterraggio" (testuale) letto anni fa in un bellissimo libro sugli aerosiluranti italiani scritto da Martino Aichner, "Il Gruppo Buscaglia".
Mi chiedevo allora come fosse possibile che piloti esperti con alle spalle varie missioni di guerra contro il naviglio inglese in mediterraneo, potessero commettere simili errori in fase di rientro. Adesso ho capito.

Per quanto riguarda il trattamento riservato ai nostri prigionieri da parte degli alleati è cosa nota, sopratutto da parte di coloniali sia francesi che inglesi.
Il mio prozio, fatto prigioniero dai Neozelandesi sul fronte del Senio nel 1945, me ne ha raccontate di cotte e di crude circa il trattamento "speciale" a lui riservato in quanto appartenente alla Xª Mas.

I militanti nella x mass o ss cosi come anche chi combatteva nelle fine di formazioni particolarmente ideologizzate avevano un trattamento piu' duro perche' erano percepiti come fanatici. Queste formazioni non erano ugualmente molto gentili con i loro prigionieri.
Peniakoff della sua biografia descrive come il comandante di un campo di Bari o Brindisi (non ricordo bene) fece fucilare alcuni prigionieri inglesi perche' tentarono la fuga. Il nonno della mia compagna inglese fu fatto prigioniero dagli italiani in nord Africa, la sua prigionia in italia fu drammatica tra botte umiliazioni e fame, le sue condizioni migliorarono solo quando fu trasferito in germania, il che puo' dare l'idea.
 
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