Sistemando un po’ di cose mi sono venuti alle mani fotocopie di documenti che furono già oggetto di articoli giornalistici, ma credo che l’argomento possa interessare anche i lettori di queste colonne che magari non ebbero la ventura di leggerli.
Il contesto è ciò che successe sul finire di quel mese di aprile del 1945 sull’alto Lago di Como dove trovarono la morte il Capo del fascismo Benito Mussolini e Claretta Petacci. Sulla ricostruzione del fatto rimando a quello che ritengo essere l’ultimo lavoro di Giorgio Pisanò: GLI ULTIMI CINQUE SECONDI DIMUSSOLINI edito nel 1996 dal Gruppo editoriale il Saggiatore di Milano, che sembra aver detto l’ultima parola su quel misterioso fatto di cronaca. Se la morte di Mussolini fu, o è, un mistero lo stesso si può dire anche dell’arma che pose fine alla sua vita.
Il documento che vi presento, datato da Como 15 maggio 1945, ci dice che il mitra M.A.S. con il quale il partigiano Michele Moretti uccise Mussolini, veniva consegnato a una delegazione militare russa lì presente per essere esposto nel Museo Militare di Mosca. Due articoli apparsi sul Corriere della Sera e su La Repubblica entrambi del 31.7.2004 ci dicono invece che l’arma è a Tirana, in Albania. Ma allora, quanti sono i mitra che spararono a Mussolini, uno a Mosca e uno a Tirana? Mistero. Uno dei tanti. Ma che a riguardo di questa faccenda non è il solo perché più d’uno sarebbero quelli che commisero materialmente il fatto.
Lunedì 30.8.2004 RAITRE programma La Grande Storia. Nel filmato mandato in onda viene intervistato tale Bruno Giovanni Lonati che sostiene essere lui l’esecutore di Mussolini mentre sarebbe un capitano dei servizi segreti inglesi, tale John, colui che soppresse la Petacci. Nella seconda puntata del 6 settembre emerse che quel John sarebbe in realtà un certo Roberto Maccarone.
Nel luglio 2005 nella trasmissione ENIGMA riemerge ancora il Lonati che sostiene essere il nipote di Claretta Petacci e ribadisce essere stati i servizi segreti inglesi a sopprimere sua zia. Il Lonati viveva in Arizona perché si sentiva minacciato. Parole sue.
Dunque, misteri su misteri che chissà se si troverà mai una loro soluzione definitiva.
i timbri che si notano sotto niente hanno a che vedere con il documento, probabilmente rimasti fotocopiati per appoggio su altro documento
il M.A.S. da: Ivan V. Hogg - John Weeks, Armi militari portatili del XX secolo ecc., De Vecchi Editore 1980
e gli articoli dei due quotidiani
Giusepin