Posts written by TUV nuovo

A Gabr el Dahar ci fu un combattimento l’11 agosto 1928 con due Spahis decorati uno con MAVM e l’altro con CGVM.

Ah!
Ok meglio così.

Grazie

Leggendo i fascicoli AUSSME sul Dislocazione Comandi Reparti e Servizi non riesco a trovare la dislocazione del III coloniale alla data del 1.1.1939.
Al 1.7.19138 e al 1.7.11939 fa parte della III Brigata coloniale, ma questa sembra scomparsa alla data del 1.1.1939
Possibile che ci sia una pagina bis che non ho?
Qualcuno mi può aiutare?

Il libro non è solo il rapporto documentale dell’attività professionale di Aurelio Bolognesi per quel che riguarda il suo lavoro più importante, il Molo Dux a Massaua, quale geometra dell’Ufficio LL. PP. del Governo dell’Eritrea. Viene anche delineata la sua figura professionale ma anche la sua attività politica, la storia sconosciuta della sua famiglia, gli aspetti tragici che non sono mancati come lo stato vedovile precoce, il secondo matrimonio, la disperazione per il figlio Riccardo prigioniero di guerra degli inglesi che traspare dalle lettere inviate alla famiglia. È la storia di una famiglia, anche per immagini, che ha vissuto in un momento particolare della storia d’Italia percorsa dal fascismo, che ad un certo punto fu trasferita in Eritrea per gli impegni professionali di Aurelio Bolognesi. Questo libro in definitiva vuole presentare la costante e attenta partecipazione sia fatti ormai lontani di Aurelio Bolognesi, nel duplice aspetto di gerarca fascista ma soprattutto della scrupolosa attività professionale sia in Italia, prima e dopo la seconda guerra mondiale, che in Eritrea. Una cronaca familiare caratterizzata da eventi significativi che il più delle volte si perde nel tempo fino a che non rimangono solo labili ricordi, fino a scomparire del tutto ma che in questo caso si riesce a divulgare grazie ai documenti conservati da Aurelio. Il libro ovviamente è incentrato su quello che fu il più importante progetto professionale di Aurelio Bolognesi, ovvero la costruzione del Molo DUX a Massaua del quale fu Direttore dei lavori per conto dell’Ufficio Opere Pubbliche di Massaua, ma non trascura, nell’intero arco lavorativo, gli altri progetti ai quali il Bolognesi partecipò fin dagli anni Dieci del XX secolo come gli interventi al porto di Chioggia e a quello di Ortona negli anni Venti, il nuovo acquedotto Massaua-Moncullo (1938), il faro costruito nell’isola di Doumeira del Mar Rosso (1938), gli interventi della ricostruzione del porto di Napoli (1948-1949), la variante alla SS. 7 Appia nei pressi di Avellino nel 1963. Nel libro sono inserite quasi 370 fra foto, disegni tecnici, mappe e documenti.

Il libro è disponibile su Amazon e su altri siti di vendita online (IBS, Libreriauniversitaria, Mondadori Store, Hoepli, Libroco ecc.). Buona lettura

Stavo giusto per chiederlo.
Il monumento ai caduti dove si trova?

Come anticipato sarà mia cura mettere al corrente la nostra Ambasciata alla quale chiederò, sulla scorta delle evidenze, di comunicarlo anche a Onorcaduti. Spero di riuscire nel mio intento

Di nuovo grazie

Grazie mille

Ringrazio per la segnalazione, proverò a contattare l’Ambasciata per metterla al corrente in modo che, se possibile, provvedano alla correzione.
Sarebbe utile conoscere la fonte per quel che riguarda il corpo di appartenenza in modo che io possa giustificare il cambiamento da marinaio a CCNN cambiando la fonte originale che è Onorcaduti.

Saluto e ringrazio

Grazie. Ci tengo a conoscere le impressioni di lettura

A presto e buona giornata

Il sito della,Presidenza della Repubblica riporta il cognome con 2 “t” e molta documentazione d’epoca lo stesso

https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/14627

Sulla Guida non compare il Giovan Battista residente a Saganeiti che fu fatto prigioniero da Bahta Agos. Risulta solo Michele Sanguinetti, marinaio, nella tomba n. 588 al cimitero di Massaua (Otumlo)
Mi dispiace non poter risolvere il dubbio su dove sia la sua sepoltura.

ghezzi60 il diario è quello curato da Zaghi su Crispi e Menelich pubblicato nel 1956?

[QUOTE=ghezzi60,23/3/2021, 14:10 ?t=62081800&st=0#entry450569769]
[...]
La stima riguardante i tempi, anche per la mia esperienza (antica) tra gli alpini, è riferita a reparti, anche in considerazione dei numeri di militari in campo e al loro addestramento, molto veloci. Peraltro il Tenente Colonnello De Cristoforis parte alle 05,20 da Monkullo e ha il primo contatto a Dogali dopo circa 3 ore, la distanza è di circa 18 chilometri, si potrebbero fare molte supposizioni sulla fretta di arrivare a Saati il prima possibile.
[...]

Sulla stima dei tempi del percorso devono essere presi in considerazione alcuni fattori critici.
In genere erano legati al passo del più lento, deve essere considerato anche il mese in cui fu fatto e le condizioni climatiche, le eccezionali caratteristiche di sopportazione dimostrate dagli uomini per portare gli aiuti, dalle condizioni dei muletti e dei dromedari utilizzati dalla colonna, dai rifornimenti idrici disponibili.

Quando mi sono spostato per i sopralluoghi sul campo di battaglia inizio di novembre, e in considerazione del fatto che non avevamo certo premura di raggiungere in un determinato tempo le varie postazioni, ho durato una enorme fatica. Anche a causa di un errato calcolo dell'acqua che ci eravamo portati dietro. Dalla strada asfaltata Massaua-Asmara per raggiungere il forte sud ci abbiamo impiegato circa un'ora e mezzo che comprende il tragitto e le soste per le foto; salire sul colle del forte giungendo da sud è stato un lavoraccio perchè abbiamo dovuto aggirare una scarpata sotto la quale vi era il letto di un fiume in secca e presentava una parte rocciosa liscia dovuta al regime torrentizio del fiume durante la stagione delle grandi piogge; giungere fino alla postazione di artiglieria del cinghiale circa 30 minuti; per arrivare fino alle rovine del vecchio forte egiziano circa 40 minuti.

Il libro nasce dalla volontà di lasciare una testimonianza di gratitudine verso coloro che combatterono con dedizione e valore, fino all’estremo sacrificio. Un tributo di riconoscenza verso quei soldati, marinai, avieri, che hanno fatto parte del Regio Corpo Truppe Coloniali, meglio conosciuti con il nome di ascari, che con il loro ardore, affetto, generosità e determinazione si distinsero per il loro comportamento e coraggio e che furono insigniti di una o più medaglie al Valor Militare.
L’opera contiene oltre 21.500 nominativi con le motivazioni delle decorazioni; la galleria delle immagini delle medaglie, grazie alla collaborazione di amici e collezionisti, contiene circa 80 medaglie mentre la galleria delle immagini d’epoca è ricca di oltre 120 foto.
Il vero cuore di questa seconda edizione è la sezione delle statistiche dei conferimenti riportata alla fine del volume che ha permesso di poter estrarre da questo enorme data base i dati utili a poter consegnare al lettore delle informazioni che mai nessuno prima ha avuto la possibilità di redigere.

Disponibile sul sito dell'editore:
www.phasar.net/catalogo/libro/il-coraggio-degli-ascari

e su IBS indicato sul sito dell'editore a questo link:

https://www.ibs.it/coraggio-degli-ascari-e...e/9788863586930



PS il libro è solo in formato PDF dato che la stampa cartacea in due volumi di quasi 1500 pagine rendeva l’edizione non economicamente sostenibile

Edited by TUV nuovo - 20/2/2022, 11:46

La partecipazione degli ascari prima alla guerra italo-turca e poi alle campagne di Libia per la riconquista della Tripolitania e della Cirenaica copre un arco temporale di circa 23 anni. L’impiego delle truppe indigene nacque prima da una necessità ma si trasformò ben presto in uno strumento militare indispensabile per la loro specificità di truppe leggere, adatte ad una guerra di movimento come quella combattuta nel deserto. Il reclutamento dei reparti era organizzato dapprima in turni semestrali che in seguito divennero annuali, raccogliendo i volontari da tutte le province del Corno d’Africa. Insieme agli italiani diedero prova di valore e sacrificio e a loro vennero riconosciute numerose decorazioni al valore, in molti casi alla memoria. Il libro presenta in modo organico il repertorio di tutti i battaglioni di fanteria eritrei che si sono alternati in Libia e non sono state trascurate le vicende belliche dei reparti costituiti da militari somali e libici, la lista ufficiale dei decorati, i luoghi delle battaglie e un ricco apparato iconografico di oltre 70 immagini d’epoca.

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Si tratta del caso giudiziario che fece tremare le fondamenta dell’Italia liberale del primo governo Crispi che coinvolse anche gli alti vertici militari e la struttura dell’amministrazione coloniale. Nella prima parte una lunga e approfondita cornice storica che inizia dopo il combattimento di Saati e Dogali per far conoscere il tipo di vita che si conduceva a Massaua fra il 1887 e il 1891, i condizionamenti derivanti da un perenne stato di guerra, chi erano i personaggi con i quali bisognava confrontarsi. Nella seconda parte il dettaglio della procedura processuale dei due processi: il primo contro Cagnassi e Livraghi e i loro presunti complici, per malversazione e appropriazione indebita; il secondo con il capo di accusa di omicidio solo nei confronti del Livraghi e dei suoi presunti complici. Lo scandalo nasce con le sentenze di questi due processi, entrambi conclusi con una assoluzione piena per i due imputati italiani per non aver commesso il fatto e la indiretta assoluzione dei vertici militari di Massaua. In Appendice documenti inediti: i memoriali di Livraghi e Cagnassi e le sentenze dei due processi.

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