Domenica scorsa era una bella giornata, fredda ma limpida, ideale per una gita in moto per “aprire la stagione”, come si usa dire. Ma potevo dimenticarmi degli amici di Miles ? Certo che no ! Ecco quindi un breve servizio fotografico sulla batteria “Generale Domenico Chiodo”. La qualità delle foto non è buona e me ne scuso: la digitale mi ha lasciato nel momento del bisogno ed ho dovuto ripiegare sul cellulare.
Il Gen. Domenico Chiodo, Genova 1823 - La Spezia 1870, ufficiale del Genio Navale, fu il progettista dell’arsenale di La Spezia, incarico che gli venne conferito da Cavour nel 1857. In effetti Cavour gli aveva chiesto di studiare la possibilità di stabilire a Spezia un cantiere navale. Il Gen. Chiodo invece concepì un progetto di largo respiro, realizzando in 7 anni, dal 1862 al 1869, il più moderno arsenale della Regia Marina.
La Batteria Chiodo fa parte delle opere fortificatorie “intermedie” realizzate a cavallo del 1900. Dopo le fortificazioni napoleoniche, nei primi anni del secolo scorso venne allargata la cerchia difensiva a protezione dell'arsenale sia sul fronte a mare che su quello a terra. La minaccia aerea era di là da venire e le vie d'attacco erano ancora, per così dire, solo a due dimensioni. Con la realizzazione della Chiodo la protezione dell’accesso al golfo di Spezia venne portata il più avanti possibile, sul promontorio di Montemarcello che chiude a Sud-Est il golfo stesso.
Nelle precedenti visite (e nelle foto di Google Earth) la batteria era poco visibile, completamente sommersa dai cespugli, che rendevano molto difficile avvicinarsi ed inutili le fotografie. Da un pò di tempo sono in corso lavori di recupero dell’opera che è infatti chiusa da una recinzione da cantiere, comunque superabile. Oltre alla pulitura del blocco batterie dalla vegetazione è stato realizzato un notevole sbancamento alla spalle della batteria stessa il cui scopo non mi è chiaro. Forse in quella zona si trovavano ruderi di edifici di servizio. Di sicuro nello stato attuale la batteria è fotografabile e, almeno nelle sue strutture principali, comprensibile.
Orientata sull’asse Est-Ovest con fronte a Sud e armata di 4 obici da 280 mm, destinati a colpire i ponti delle navi dove le corazzature erano meno resistenti, con una gittata di oltre 10 km la Chiodo poteva battere tutta la bocca del golfo fino all’isola della Palmaria sul lato opposto del golfo e facendo quindi "tenaglia" proprio con le batterie di quell'isola. Di concezione ancora ottocentesca è realizzata in pietrame e laterizio, con i pezzi piazzati allo scoperto sopra il blocco batteria, protetti frontalmente da un parapetto. Data la posizione, ritenuta difficilmente attaccabile via terra per la natura della costa, non presenta opere per la difesa vicina. Solo a sinistra dell’ingresso un breve muro la separa dallo scosceso pendio verso il mare. Il fronte di gola della batteria guarda verso il paese di Montemarcello, da cui dista circa 500 m in linea d’aria. Sempre in linea d’aria la Chiodo dista 4,5 Km dalla grande batteria della Rocchetta, posizionata a Nord, sul crinale del promontorio alle spalle di Lerici. Opera avanzata di dimensioni modeste rispetto ad altre batterie del golfo spezzino la Chiodo non entrò mai in azione contro bersagli navali. Durante la IIa GM sul sito della Chiodo, obsoleta e disarmata, fu piazzata una batteria antiaerea di cui però non v'è traccia visibile. Nel 1944 fu interessata da varie azioni di bombardamento aereo angloamericano che molto probabilmente avevano come bersaglio la più moderna e meglio protetta batteria De Lutti distante solo poche centinaia di metri. Nel dicembre '44 alcune bombe colpirono anche l'abitato di Montemarcello facendo diversi morti: una piazzetta ricorda ancora oggi il fatto.
Una visione panoramica della zona
Stringiamo sulla batteria e sui suoi componenti principali
La targa posta a sinistra del portone di ingresso
L'edificio a destra del portone di ingresso, che si intravede sulla sinistra della fotografia
Lo stesso edificio da un'altra angolazione
Ruderi degli edifici di servizio immediatamente a sinistra del portone, entrando, con le vestigia di un caminetto
Il lato sinistro del blocco batteria
Il lato destro del blocco batteria; si nota l'esteso scavo ed i relativi materiali di risulta ammucchiati alle spalle della batteria
Il corridoio di batteria; purtroppo non ho trovato vie d'accesso al livello dei pezzi
Circa a metà del corridoio di batteria si apre una stretta porta con una scalinata che porta ad un livello inferiore
La via d'accesso all'opera con l'abitato di Montemarcello sullo sfondo
Per stasera è tutto.
Bionanotte