| | Berlino, 1945. L'occupazione sovietica e gli stupri. | |
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| Un dramma collettivo orribile che si aggiunge alle immani tragedie di ogni guerra e che come al solito vede la parte pił vulnerabile della popolazione civile, quella femminile, vittima di un atroce rituale di conquista e di sottomissione perpetrato ad opera dei vincitori.
Gli accordi per la spartizione della Germania erano stato oggetto di una definitva ratifica tra i leader delle nazioni Alleate parecchi mesi prima che le truppe sovietiche e americane mettessero piede in Germania: Stalin aveva reclamato per sč e per l'Armata Rossa l'onore di piantare la bandiera rossa sulle rovine della cancelleria dei Reich quale premio per le sofferenze e i sacrifici patite dal popolo russo nel corso della guerra trovando da questo punto di vista l'accondiscendenza sia di Roosvelt che di Churchill. L'avanzata delle stesse divisioni americane fu dirottata all'ultimo minuto verso l'Austria e la Baviera per lasciare alla truppe sovietiche la possibilitą di cogliere l'ambito trofeo finale di ogni conflitto: la conquista della capitale nemica. Da questo punto di vista gli stupri di massa compiuti dai sovietici fecero parte di in una precisa strategia "etnica" volta a umiliare nella maniera pił raccapricciante la nazione sconfitta in una sorta di ordalia collettiva e di espiazione simbolica.
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