Pistola Beretta Roma Mod. 90

La Beretta 90 venne progettata nel momento in cui la linea 70 era ormai considerata passata e la linea 80, che ben aveva conquistato il mercato commerciale, aveva manifestato le difficoltà ad inserirsi nel panorama militare e la serie 51 non dava le garanzie sperate e il Ministero dell'Interno aveva già inoltrato richiesta di nuove caratteristiche.
La sua progettazione tenne conto di talune caratteristiche ritenute necessarie per i tempi in corso, prima tra le quali la doppia azione.
Nonostante queste buone prerogative, l'equipe progettista si buttò su modelli già rodati come le tedesche PPK e HSC.
Ciò non fu ben accetto dalla direzione della Casa produttrice (tra l'altro, ben ancorata alle proprie tradizioni e, diciamolo pure, poco fiduciosa della consociata insediata a Roma) che bloccò subito gli svolgimenti progettuali limitando l'esemplare in calibro 7,65.
Sembra che la linea dovesse anche tentare la via di esemplari in cal. 9 corto e, forse, anche in 9 ultra.
Nel frattempo, gli studi progettuali e la produzione di prototipi del modello 92 era già avviato su basi e dati certi e fondati.
Ciò determinò la conclusione dell'avventura della Beretta 90.
Inoltre, la Beretta 90 non mostrava la robustezza e la rusticità del modello che,da tempo, era il riferimento dellla casa gardonese ovveroo il modello 34.
I pezzi già prodotti e in via di produzione furono completati e posti in vendita ma il suo prezzo di mercato superiore ai modelli di pari caratteristiche non tentò le Pubbliche Amministrazioni.
I pochi fruitori, fidatisi della pistola soprattutto in base alla progenia, non furono mai completamente convinti del modello nonostante la qualità fosse comunque buona e il funzionamento pari almeno alle coeve.
Per quanto mi riguarda, si tratta di un esemplare interessante che può avere il suo angolo d'interesse in una raccolta Beretta oppure in un contesto di picole semiautomaatiche degli anni '70-'80.
b.d.