Nave Audace, L'italianità di Trieste

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lancieri novara 5
view post Posted on 27/8/2010, 18:35 by: lancieri novara 5
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Ho di recente trovato un'altra bella cartolina dell'Audacedegli negli anni '20 mentre attraversa il canale di Taranto, ho condito il tutto con la trascrizione del paragrafo destinato a questa famosa nave su "I Cacciatorpediniere Italiani" dell'USMM.

Cari saluti giacomo

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Generalità

Questa unità era stata commissionata ai cantieri Yarrow di Glasgow dalla Marina Imperiale giapponese, che le aveva assegnato il nome di “Kawakaze”.
In seguito ad accordi intervenuti tra il governo italiano e quello giapponese nel luglio 1916, mentre era in costruzione, venne acquistato dalla R.Marina alle stesse condizioni che i cantieri Yarrow avevano concordato per il Kawazake ed il gemello Urakase. Il 5 luglio del 1916 le venne assegnato il nome di Intrepido, cambiato in quello di Audace (2°) il successivo 25 settembre.
Questo cacciatorpediniere si differenziava dagli altri già in servizio nella Marina italiana per le dimensioni decisamente maggiori, sia relativamente alle caratteristiche principali dell’unità che alle diverse sistemazioni di bordo.
Lo scafo era costruito in acciaio ad elevata resistenza e con lamiere di notevole spessore, era suddiviso in 19 paratie stagne, 12 delle quali si estendevano fino al ponte di coperta; le paratie stagne longitudinali erano limitate a brevi tratti sotto ai copertini di prora e di poppa, in corrispondenza dei depositi di combustibile.
L’armamento di artiglieria che era stato ordinato dalla Marina nipponica, avrebbe dovuto essere composto da un 120/40, quattro 76/30 a.a. e due mitragliere da 40/39. Quando l’Audace giunse in Italia, senza alcun armamento, il concetto della silurante monocalibro si era già affermato ed i cannoni effettivamente installati furono sette 102/35. Per quanto si riferisce ai lanciasiluri è da notare l’innovazione degli impianti binati laterali, che poi fu adottata per altre unità costruite in Italia. (L’Urakaze sistemò impianti binati da 533).
L’Audace, alle prove in carico ridotto (905 t.), raggiunse i 35,2 nodi; in servizio si dimostrò unità robusta, di sicuro funzionamento e di buone qualità marine.
Nel corso della guerra 1915-18 fu dotato di tutto le allora consuete sistemazioni per il dragaggio in corsa e l’attacco contro i sommergibili.
Nel 1937 l’Audace effettuò importanti lavori di adattamento per essere adibito ad unità di guida per la nave radiocomandata San Marco; furono sistemati, fra l’altro, tre casotti per il radiocomando a poppavia dell’osteriggio di macchina. In un successivo turno di lavori straordinari furono sbarcati definitivamente i due impianti lanciasiluri ed i paramine.
Nel 1942, quando venne deciso di destinare l’Audace prevalentemente al servizio di scorta, furono sbarcati cinque dei sette pezzi da 102/35 lasciandone uno a prora ed uno ad estrema poppa; in loro vece furono sistemate venti mitragliere da 20 mm. in impianti binati e quadrupli per la difesa a.a. ravvicinata.

Attività operativa

Giunse a Napoli il 9 gennaio 1917 e fu completato l’armamento stabilito dalla Marina italiana. Nel marzo successivo si trasferì a Brindisi e nella navigazione Messina – Taranto scortò i Smg H.1 e H.2 in arrivo dal Canada. A metà aprile 1917 raggiunse Venezia con a bordo il C.S.M. della Marina. Per tutta la durata della Grande Guerra rimase in Alto Adriatico dove svolse numerose missioni di guerra.
Fu la prima unità della Marina italiana ad entrare a Trieste liberata il 3 novembre 1918 avendo a bordo il Governatore designato della Venezia Giulia. Il 7 novembre entrò a Zara sbarcando nostri reparti e viveri per la popolazione e il 10 novembre trasportò da Venezia a Trieste il Re d’Italia con al seguito il C.S.M. dell’Esercito e alti ufficiali dell’Esercito e della Marina. L’unità si trasferì successivamente a Fiume, a Pola, a Selenico; il 23 dicembre 1918 prestò soccorso al piroscafo britannico Queen Elizabeth danneggiato da una mina presso Punta Maestra.
Il 24 marzo 1919 con a bordo il Re, il Ministro della Marina, i Presidenti delle Camere ed altre personalità si fece incontro alla formazione delle navi austro-ungariche assegnate all’Italia e che si trasferivano da Pola a Venezia.
Dal settembre 1920 al giugno 1921 fu stazionario a Smirne, alle dipendenze del Comando Divisione del Levante, e quindi a Sebenico.
Dopo un periodo di lavori a Taranto (febbraio-ottobre 1922) fu inviato in missione a Candia. Nel gennaio 1923 raggiunse Tripoli rimanendo a disposizione di quel Governatore per circa tre mesi. Nell’agosto-settembre dello stesso anno fu a Tangeri in missione riservatissima con a bordo una commissione interalleata.
Fino al 1928 l’Audace fu dislocato a Taranto ove spesso alzò l’insegna di nave ammiraglia dipartimentale. Durante la stagione estiva entrò temporaneamente a far parte delle squadriglie assegnate all’Armata Navale effettuando con esse esercitazioni e crociere nel Dodecanneso e in acque greche.
Fu assegnato alla Divisione Speciale come unità di riserva e fino al declassamento a torpediniera esplicò una modesta attività in Alto Adriatico.
Dal 1930 al settembre 1934 fece parte del 9° gruppo di unità dipartimentali a Taranto.
Venne quindi dislocata a Tripoli come nave stazionaria per poi raggiungere il Mar Rosso dove entrò a far parte del gruppo di “unità sottili” della Divisione Navale in Africa Orientale.
Rimpatriata sul finire del 1936, intraprese subito dopo una serie di crociere in acque spagnole durante la guerra civile. Durante questo periodo fu spesso a Tangeri, a Cadice e porti del Mediterraneo occidentale. Venne poi assegnata al Gruppo unità navali dell’Alto Tirreno, come guida della nave radiocomandata S.Marco.
All’inizio del conflitto 1940-43 l’Audace fu dapprima assegnata alla Scuola Cannonieri di Pola e successivamente alla Scuola Sommergibili. Oltre all’attività addestrativi la torpediniera effettuò anche alcune missioni antisommergibili e scorta a convogli. Nel 1942 le missioni di scorta divennero l’attività principale della torpediniera che si spostò frequentemente lungo tutto l’Adriatico.
Alla data dell’8 settembre 1943 l’unità lasciò Venezia per portarsi a sud, ma dovette rientrare per avarie e fu successivamente catturata dai tedeschi che la ribattezzarono TA.20. Rimessa in efficienza, venne impiegata sotto bandiera germanica per la difesa del traffico; nella notte sul 2 novembre 1944 affondò presso l’isola di Pago (Zara) in combattimento contro i caccia britannici Avon Vale e Wheatland.

 
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6 replies since 2/1/2010, 13:10   1795 views
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