Il CT Pessagno, La classe Navigatori e la difesa dei convogli

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lancieri novara 5
view post Posted on 22/1/2010, 16:01 by: lancieri novara 5
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R.N. Cacciatorpediniere Emanuele Pessagno

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Il cacciatorpediniere Emanuele Pessagno della Regia Marina, classe Navigatori, fu impostato nei Cantieri Navali Riuniti di Ancona il 9 ottobre 1927, varato il 12 agosto 1929 ed entrò in servizio il 10 marzo 1930 come esploratore leggero.
Il Pessagno prese nome dal navigatore genovese Emanuele Pessagno, vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, divenuto famoso come comandante supremo della flotta del re del Portogallo.
Il Pessagno fu la settima unità della classe ad entrare in servizio nel marzo del 1930 come esploratore leggero, subendo poco dopo il primo importante ciclo di modifiche per il miglioramento della stabilità (alleggerimento e abbassamento delle sovrastrutture). Nel 1938, nell'ambito della riorganizzazione della Regia Marina, fu riclassificato cacciatorpediniere
Sigla identificativa PS Motto “Superare e superarsi”

Dislocamento: Normale 2.380 Tonnellate Pieno carico 2.657 Tonnellate
Dimensioni: Lunghezza: 107,7 metri
Larghezza: 10,2 metri
Immersione: 4,2 metri
Apparato motore:
4 caldaie Odero
2 Turbine Tosi
2 eliche
Potenza: 50.000 HP
Velocità: 38 nodi
Combustibile: 630 Tonnellate di nafta
Autonomia: 3.100 miglia a 15 nodi; 800 miglia a 36 nodi
Armamento:
6 pezzi da 120/50 in 3 torri binate
2 pezzi da 40/39
4 mitragliere da 13,2 mm. in 2 impianti binati
6 tubi lanciasiluri da 533 mm. in 2 impianti trinati
dispositivi per posa mine e lancio bombe di profondità
2 paramine per dragaggio in corsa
Equipaggio: 173 (9 ufficiali, 164 sottufficiali e marinai)

Come altre unità della stessa classe, nel periodo tra le due guerre effettuò la normale attività di squadra, partecipò alla crociera atlantica di Italo Balbo del 1930 e, successivamente, alle operazioni di appoggio navale durante la guerra civile spagnola dal 1936 al 1938.
Nel 1938 fu riclassificato cacciatorpediniere e assegnato alla XVI Squadriglia Cacciatorpediniere con base a Taranto. Come quasi tutte le unità consorelle subì l'ultimo ciclo di modifiche nel 1940, subito prima dell'inizio della seconda guerra mondiale. Nelle fasi iniziali del conflitto svolse attività di squadra e di scorta.
Partecipò marginalmente alla battaglia di Punta Stilo, come componente del gruppo di protezione e sostegno ai convogli costituito dalla V Divisione Navi da Battaglia (Cesare e Cavour), dalla IV e VIII Divisione Incrociatori e dalle Squadriglie Cacciatorpediniere VII, VIII, XV e XVI. La partecipazione all'azione fu solo marginale in quanto, al momento del contatto con il nemico, la maggior parte delle squadriglie di cacciatorpediniere erano rientrate in porto per rifornimento.
Solo nominale fu anche la partecipazione del Pessagno alla sfortunata odissea dell'operazione Gaudo: infatti nelle prime fasi dell'operazione il Pessagno lamentò un'avaria ad una caldaia che ne limitava di molto la velocità. Di fatto questa avaria costrinse tutta l'VIII Divisione Incrociatori (Duca degli Abruzzi e Garibaldi), alla quale solo il Pessagno insieme al Da Recco fornivano la scorta, ad allontanarsi dal teatro operativo facendo rotta di rientro.
Fu questa l'ultima missione del Pessagno con la flotta: successivamente fu infatti destinato, come la maggior parte delle unità similari, alle attività di posa mine (spezzate S1, S2, S3 e S4 e sbarramento T) e soprattutto di scorta ai convogli e trasporti veloci. Numerose furono le missioni di questo tipo compiute tra l'aprile 1941 e il maggio 1942, alcune delle quali drammatiche come quella che vide l'affondamento delle motonavi Oceania e Neptunia, due transatlantici veloci utilizzati per il trasporto truppe. Questi liner erano stati costruiti dai Cantieri Riuniti Dell'Adriatico di Monfalcone per la Consulich Line e varati nel 1932. Con l'annessione di quest'ultima alla Italia Flotta Riunite nel gennaio del 1937, issarono bandiera tricolore e servirono sulle rotte intercontinentali tra Trieste e Napoli per il Brasile, l'Uruguay e l'Argentina.
Lunghe quasi 180 metri, con una stazza di 19.507 tonnellate ed in grado di sviluppare 20 nodi di velocità, potevano imbarcare 1385 passeggeri in tre classi.
Dal 1935 coprirono la tratta Genova - Bombay - Shanghai via Suez.
Nel 1940 vennero adibite a navi trasporto truppe. Va ricordato infine che, per la velocità massima raggiunta in navigazione di 22,56 nodi, la NEPTUNIA, assieme alla gemella OCEANIA, erano i due più veloci transatlantici del mondo. Si riteneva che proprio la possibilità per tutte le navi del convoglio di navigare alla velocità di 20 nodi costituisse la migliore difesa.

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La notte tra il 16 e il 17 settembre 1941 le motonavi Vulcania, Oceania e Neptunia, scortate dai cacciatorpediniere Da Recco, Da Noli, Pessagno, Usodimare e Gioberti, lasciarono Taranto per Tripoli cariche di truppe italiane e tedesche e rifornimenti, per un totale di 5818 uomini imbarcati.
Il convoglio mantenne una rotta tale da portarlo a una distanza da Malta superiore all'autonomia dei velivoli nemici basati sull'isola, quindi l'offesa principale era rappresentata dai sommergibili. Allertati dalla ricognizione aerea attendevano al varco le navi italiane quattro sommergibili inglesi : Unbeaten, Upholder, Upright, Ursula.
Giunti a poche decine di miglia da Tripoli, l'Oceania e il Neptunia furono silurate dal sommergibile inglese Upholder comandato dal capitano di corvetta Wanklin. Per fortuna le due navi rimasero a galla il tempo sufficiente perché le unità di scorta riuscissero a mettere in salvo la maggior parte dei naufraghi (5434 su 5818 uomini), nonostante la continua minaccia di ulteriori attacchi subacquei: infatti, mentre il Neptunia, più gravemente danneggiato, affondò dopo circa due ore e mezza dal siluramento (33° 02' N - 14° 42' E), l'Oceania avrebbe anche potuto salvarsi se non fosse stato nuovamente colpito dall'Upholder con un siluro che ne provocò il rapido affondamento. In questi frangenti i cacciatorpediniere di scorta e i loro equipaggi si prodigarono nello sforzo di salvare il maggior numero possibile di naufraghi: il solo Pessagno ne prese a bordo oltre 2.083, probabilmente superando anche i limiti di carico previsti per le missioni belliche. Il Da Recco prese a bordo 1.302 naufraghi, il Da Noli 682.

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Il Vulcania, la più grande delle tre navi, da 24.000 tonnellate, giunse indenne a Tripoli, grazie anche alla scorta aerea decollata dai campi nord africani, che avvistò l'Ursula e gli impedì che l'attacco del sommergibile avesse esito nefasto. Tutti i siluri vennero infatti facilmente evitati dalla grande nave.
La carriera operativa del Pessagno si concluse tragicamente il 29 maggio 1942 durante una missione di scorta. Il Pessagno insieme al Pigafetta stava scortando i piroscafi Capo Arma e Gualdi diretti a Bengasi. Fin dall'inizio della traversata il convoglio, partito il 27 maggio, fu oggetto di attacchi aerei e subacquei. Nella notte tra il 28 e il 29 maggio il sommergibile inglese Turbulent, in agguato sulla sinistra del convoglio, lanciò una salva di quattro siluri. Nonostante questi fossero avvistati dal Pigafetta che ne diede l'allarme, il convoglio non riuscì a compiere alcuna manovra evasiva e tre dei siluri giunsero a segno colpendo prima il Capo Arma e subito dopo il Pessagno che, centrato in due punti, affondò a 70 miglia a Nord di Bengasi.
Aveva svolto 135 missioni di guerra per un totale di 52.463 nm e 3203 ore di navigazione.

Vi lasciarono eroicamente la vita :

T.V. COLOGNESE Giovanni
T.V. GREFFI Andrea M.B.V.M.
S.T.V. CAZZAMALLI Luciano-M.A.V.M.-M.B.V.M.
S.T.V.C. BALLETTI Francesco
c.gn.dm.c. MANISCO Arnaldo
t.gn.dm.c. PAPALE Angelo
t.gn.dm.c. SERENELLI Michele
capo cann.1 cl. TRONCI Tommaso-2 M.B.V.M.

Anche il sommergibile che affondò il Pessagno non sopravvisse alla guerra:

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12 Marzo 1943, l' HMS Turbulent (Comandante John Wallace Linton, DSO, DSC, RN) stava incrociando al largo della Maddalena (coste nord-orientali della Sardegna) che era un'importante base della Regia Marina. Qui fu localizzato ed attaccato da motoscafi anti-sommergibili, che lo affondarono con bombe di profondità al largo di Capo Ceraso.

L’affondamento del Turbulent pose fine alla carriera di uno dei sommergibili britannici con eccellenti risultati operativi, si propone l’elenco del naviglio affondato da questa unità:

7 Aprile 1942 nave a vela Rosa M. (271 T) a sud di Cattaro, Yugoslavia
14 Aprile 1942 nave a vela Franco (200 T) nei pressi di Sebenico, Yugoslavia
16 Aprile 1942 mercantile Delia (5406 T) nei pressi di Brindisi, Italia, posizione 40º50'N, 17º37'E.
14 Maggio 1942 nave a vela San Giusto (243 T) 10 miles ad est di Apollonia, Grecia
18 Maggio 1942 mercantile Bolsena (2384 T) ovest di Bengasi, Libia, posizione 32º47'N, 18º51'E
29 Maggio 1942 cacciatorpediniere Emanuelle Pessagno (1917 T), mercantile Capo Arma (3172 T), mercantile Anna Maria Gualdi (3289 T). 70 miglia nord-ovest di Bengasi, Libia, posizione 33º07'N, 19º28'E.
24 Giugno 1942 mercantile Regulus (1085 T, varato nel 1884) Golfo della Sirte 5 miglia ad ovest di Ghemines.
6 Agosto 1942 cacciatorpediniere Strale (1225 tons) nei pressi di Capo Bona
17 Agosto 1942 danneggiato il trasporto Nino Bixio (7137 T) 12 miglia sud-ovest di Navarino, Grecia, posizione 36º35'N, 21º34'E. Il cargo trasportava 2000 prigionieri di guerra di cui 300 moriranno in seguito all’attacco. Mercantile Sestriere (7992 T) 30 miglia sud di Navarino, Grecia, posizione 36º36'N, 21º30'E
19 Agosto 1942 danneggiata la petroliera Pozarica (7751 T) nei pressi di Antikythera, Grecia
8 Ottobre 1942 mercantile tedesco Kreta (1013 T) vicino Ras al Hilal, Libia
11 Novembre 1942 nave appoggio sommergibili Bengasi (1554 T) 10 miglia nord-est di Capo Carbonara, Sardegna, Italia, posizione 39º10'N, 09º39'E
29 Dicembre 1942 mercantile Marte (5290 T) est di Capo Ferrato, Sardegna, Italia, posizione 39º17'N, 09º41'E
11 Gennaio 1943 mercantile Vittoria Beraldo (547 T) vicino Cattaro, Yugoslavia
1 Febbraio 1943 mercantile Pozzuoli (5345 T) nei pressi di Capo San Vito, Sicilia, Italia, posizione 38º13'N, 12º50'E. Mercantile armato Ramb III (3667 T)
5 Febbraio 1943 petroliera Utilitas (5342 T) nei pressi di Palermo, Sicilia, Italia
1 Marzo 1943 mercantile San Vincenzo (865 T) nei pressi di Paola, Italia

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La motonave bananiera RAMB III, una delle vittime del sommergibile Turbulent



 
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