| L'arma del Genio, prima dell'inizio della Grande Guerra, era formata da 6 reggimenti: 1° zappatori con sede a Pavia; 2° zappatori con sede a Casale Monferrato; 3° telegrafisti con sede a Firenze; 4 ° pontieri e lagunari con sede a Piacenza; 5° minatori con sede a Torino; 6° ferrovieri con sede a Torino. 7° telegrafisti con sede a Sacile (costituito nrl 1918)
Esistevano, inoltre, anche due battaglioni, quello degli specialisti del genio e quello degli aviatori. I reggimenti zappatori (1 ° e 2°) erano formati da 28 compagnie. Il 3° reggimento telegrafisti era su 16 compagnie ed aveva in dotazione 5 stazioni radio telegrafiche da kw. 1,5 e 4 stazioni da kw. 3. Il 4° reggimento pontieri era su 8 compagnie pontieri e 2 compagnie lagunari, nel corso della guerra i lagunari formarono poi l’8° Rgt. Lagunari. Disponeva di 12 equipaggi da ponte e 4 sezioni da ponte per divisione di cavalleria. Il 5° reggimento minatori era formato con 13 compagnie e 4 sezioni minatori ciclisti per divisione di cavalleria. Disponeva di 4 martelli perforatori e 2 travate Eifel da metri 21 per strada ordinaria. Il 6 reggimento ferrovieri era costituito da 6 compagnie ed una sezione di esercizio linea. Disponeva di elementi per piano caricatore e travate di ponte ad aste per strada ordinaria. L'Arma del Genio, con le sue specializzazioni, è stata determinante per il funzionamento del Regio Esercito, vedasi: Gli zappatori (utilizzati per la costruzione delle difese campali, trincee, baracche, mulattiere - ma anche nell'attacco e nella difesa di posizioni attaccate) erano assegnati alle divisioni di fanteria (1 battaglione per ogni divisione) e operavano a diretto contatto con le fanterie; L'importante servizio svolto dai telegrafisti, assieme ai telefonisti, (1 sezione per ogni divisione) per un efficace e veloce inoltro delle informazioni, cosa fondamentale in un conflitto moderno dove la velocità, nella conoscenza delle notizie, è indispensabile; I pontieri, operando sotto il fuoco avversario, costruirono, nel maggio giugno 1915, i ponti necessari al superamento dell'Isonzo, proseguendo la loro opera fino all'ottobre 1918 quando, grazie alloro sacrificio, le truppe d'assalto italiane poterono superare il Piave e puntare su Vittorio Veneto spaccando in due l'esercito austroungarico; I minatori, lavorando come talpe, costruirono: le caverne ricovero per riparare le fanterie dal tiro delle artiglierie, numerose postazioni in roccia per mitragliatrici ed artiglierie, scavando, inoltre, lunghissime gallerie per condurre la "guerra di mine", a volte offensiva altre difensiva; I ferrovieri con il loro lavoro, anche tramite l'utilizzazione delle ferrovie a scartamento ridotto, inoltrarono i rifornimenti necessari al sostentamento del Regio Esercito. I fotoelettricisti operavano con i loro riflettori per illuminare i campi di battaglia e i reparti nemici.
Nel corso del conflitto, aumentando le esigenze dell'esercito vennero formate altre specializzazioni, fra le quali anche la specialità dei teleferisti. Un cenno a parte meritano i Reparti colombofili e i Pompieri del Genio.
Infine, per quanto riguarda i reparti d’assalto, fu nel 1916 che avvenne la costituzione del Gruppo lanciafiamme e di tre compagnie Lanciagas, tutti inseriti nei Reparti Chimici.
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