Beh, carissimo Carpu, ragionare su questo tipo di ipotesi storiche è sempre un esercizio affascinante oltre che stimolante dal punto di vista intellettuale.
Non dubito che nel luglio del '45 di gente disposta imbracciare le armi contro i giapponesi se ne sarebbe trovata parecchia, vuoi appunto per amor di patria o per semplice necessità, ma continuo a nutrire le mie perplessità sulla fattibilità concreta dell'impresa. La dichiarazione di guerra al Giappone fu certamente un atto dovuto nell'ambito del nuovo sistema di allenze di cui cercavamo faticosamente e goffamente di entrare a far parte, senza accorgerci probabilmente che a quell'epoca l'Italia contava poco o nulla nel novero delle "potenze" internazionali, più o meno come il proverbiale vaso di coccio tra i vasi di ferro. Quanto al fatto che gli anglo-americani largheggiasero in mezzi e sostanze e che non avrebbero avuto il benchè minimo problema ad equipaggiare, armare, rifornire e trasportare un corpo di spedizione italiano fino al Giappone, anche su questo potrei esprimere le mie riserve: sicuramente le truppe inglesi e americane di stanza in Europa avrebbero avuto precedenza immediata; noi, come al solito, saremmo venuti per ultimi...
Quanto alle fantomatiche compensazioni territoriali nel Pacifico, scusami ma non posso fare a meno di sorridere: già mi vedo il tricolore italiano sventolare sopra qualche sperduto atollo della Polinesia benevolmente affidatoci dagli Alleati in compenso del nostro tributo di sangue contro l'impero del Sol Levante o in cambio (appunto) della nostra generosa "cessione" della Tripolitania, come se neanche avessimo appena perduto una guerra... Ma davvero esisteva gente così ingenua da leggere (e scrivere) certe cose?
E' poi vero che molti reduci di Salò si arruolarono nella Legione Straniera francese, ma come è noto la Legione consentiva di rifarsi una verginità sociale e "politica" e non andava molto per il sottile riguardo alla provenienza dei suoi coscritti. Molti di quei reduci si ritrovarono tra l'altro qualche anno dopo a combattere i Viet-Minh in Indocina, cosa che probabilmente andava loro particolarmente a fagiolo purchè si trattasse di menare nuovamente le mani contro i "rossi".
Sostanzialmente resto d'accordo con quanto espresso dal buon Ghirghi: la dichiarazione di guerra al Giappone fu una mera necessità politica ma di preparativi seri non se ne fecero; la resa del Giappone conseguente all'impiego della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki risolse per certi versi automaticamente la questione evitando al nostro Paese un ennesimo (e probabilmente inutile) fardello di dolore e di sofferenze.
Giusto per curiosità, anche l'Argentina nel marzo del '45 dichiarò guerra alla Germania e al Giappone: chissà poi com'è andata a finire...
RIP-STOP
Edited by rip-stop - 23/3/2010, 19:22