Enrico Martini detto Mauri

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view post Posted on 21/4/2010, 11:46
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ciao
se ne avete già parlato altrove chiedo scusa, siete autorizzti cancellare il topic e spostarlo dove più opportuno.

Vorrei sapere se qualcuno di voi sa, di questo ufficiale, il ruolo, il battaglione e se possibile la compagnia di appartenenza durante la sua esperienza in Africa Orientale. So che è stato inquadrato nel 7° reggimento alpini, ma non ho altre informazioni. A buon senso propenderei per il battaglione Exilles...
Qualcuno mi sa aiutare?
 
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micky.38
view post Posted on 21/4/2010, 12:18




Cito da "Formazioni autonome nella Resistenza: documenti Di Gianni Perona": "...dal gennaio al dicembre del 1936 partecipa alla campagna in AO nel btg. Exilles del 7° alpini della div. Pusteria"

Bingo!
 
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view post Posted on 21/4/2010, 12:59
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Pensa che credevo di sapere se non tutto almeno molto su Mauri, però non mi ero mai preoccupato di sapere cosa avesse fatto prima dell'esperienza in Valcasotto nel febbraio-marzo 44.
Se posso dire la mia opinione, direi che era un ottimo "politico", un bravissimo organizzatore e, come la maggior parte degli ufficiali italiani, un pessimo millitare.
 
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view post Posted on 21/4/2010, 13:04
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grazie per le preziose indicazioni.
Il reclutamente dell'Exilles era effettivamente piemontese ma gli ufficiali non sempre erano della zona.
Se qualcuno avesse mai l'indicazione della compagnia e del suo ruolo all'interno di essa sarebbe il massimo.
Per ora mi godo la conferma di micki.

Kanister, mentre siamo in discussione, mi ha colpito su Wikipedia il passaggio:

"Il I Gruppo Divisioni Alpine alla fine della guerra si sarà meritato sul campo 11 medaglie di cui 3 al valor mi-litare. Non mancò neppure qualche difficoltà ad essere riconosciuto come comandante, da parte del CLN provinciale di Cuneo, per il quale "Mauri" non era sufficientemente conosciuto e secca fu la risposta del comandante: « ... in verità anch'io, in venti mesi di guerra combattuta sui due terzi di quella provincia, non ho mai avuto il piacere di sapere che esistesse un CLN provinciale. Ma non tengo a conoscerlo neppure oggi. »(Mauri, Con la Libertà e per la libertà, pag. 9) "

Problemi politici interni al CLN?
 
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view post Posted on 21/4/2010, 13:27
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Purtroppo una delle cose più negate della storia resistenziali è che ci siano stati contrasti tra le varie formazioni. E' inutile nascondersi dietro al clima di buonismo imperante: ogni volta che si potevano fare uno "sgambetto" se lo facevano e, quando ti trovi un mitra tra le mani, la cosa può trascendere facilmente.
Ti cito a memoria un passaggio di uno dei racconti di Fenoglio: c'è il partigiano "anziano" che sta dando le istruzioni al novellino ..."Se incontri la "repubblica" e fai finta di niente vedrai che anche loro faranno finta di niente.... se incontri i "rossi".... spara per primo"
Non mi sembra proprio il clima di collaborazione ed aiuto costante che ci viene sempre descitto.

Non considero molto Mauri come comandante militare in quanto a mio parere era ancora vincolato ai sistemi del vecchio esercito italiano e non riuscì ad afferrare quali erano le novità portate dalla guerra partigiana: almeno tre volte, in marzo in Valcasotto, a novembre ed a febbraio nelle Langhe tentò di resistere ai rastrellamenti mentre il buon senso avrebbe consigliato di infrattarsi e lasciarli passare, magari per colpirli poi alle spalle. E non parliamo dell'esperienza dei ventitre giorni di Alba......

Ottima invece la collaborazione con le missioni inglesi, da cui la mia considerazione come "politico", data paradossalmente dal fatto che ufficialmente nelle diviione autonome non si parlava di politica e come organizzatore, visto che i piccoli colpi di mano che venivano quasi giornalmente attuati si rivelarono una vera spina nel fianco dei tedeschi e delle formazioni italiane. Ma forse questa parte era merito più dei sottoposti che sua.
 
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micky.38
view post Posted on 21/4/2010, 14:12




Eeeh, non si finisce mai di imparare!!

Riguardo ai contrasti fra le formazioni, mi permetto di esprimere un'impressione personale, almeno per quanto riguarda le mie zone: c'erano eccome, è vero, ma erano molto più "spinte" e sentite a livello di comando che non fra partigiani diciamo così "semplici". La rivalità (se così possiamo chiamarla) fra Fiamme Verdi e Garibaldini (i G.L. erano in numero insignificante) era inizialmente rivolta più al possesso e alla distribuzione dei lanci che non a motivi politici. A mio vedere, la politica entra in modo massiccio solo alla fine, quando Dossetti (che a me non piace nemmeno un pò, checchè ne dicano i suoi estimatori) tenta in tutti i modi di "appropriarsi" della Brigata, dandole un "colore" D.C. che in realtà non aveva, e tentando anche l'estromissione di Don Carlo, manovra stroncata dalle stesse F.V., che minacciano il passaggio del fronte in massa. Purtroppo devo dire che il Commissario "Eros" poco intelligentemente cade nel gioco, dando il via ad un "tiramolla" politico che sino a quel momento era una mera divergenza militare, dando a Dossetti e ai suoi uno spazio che personalmente credo non meritassero, almeno dal punto di vista militare.

Non si dovrebbe mai pensare a certi avvenimenti con ragionamenti tipo "cosa sarebbe stato se...", ma indubbiamente, quando F.V. e Garibaldini hanno combattuto insieme sono sempre state in grado di dare solenni batoste non tanto ai fascisti, quanto alle migliori truppe tedesche.

Cosa ne pensate?

Edited by micky.38 - 21/4/2010, 15:41
 
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mirco s.
view post Posted on 21/4/2010, 14:34




Sulla questione " Mauri " cito da " Asti contemporanea- vol 5. Istituto per la storia della Resistenza "

...Elemento frenante del tentativo giellista di fusione (comando unico) è l' avv. Guido Verzone, consigliere politico di Mauri, ponte di comunicazione tra il Cmpr ed il comando Mauri, rappresentante del Partito Liberale che porta avanti un discorso politico nelle formazioni "maurine" in collegamento con forze moderate della Resistenza torinese e cuneese. pag.181

...La linea del maggiore Mauri si basa su una sostanziale intransigenza verso il movimento garibaldino.
...Il ruolo di esponente anticomunista è la sua cauzione personale presso gli ambienti politico-militari conservatori britannici e presso la destra del C.L.N. pag.184

Come si denota non era il Cmpr ad avere problemi con M. ma piuttosto M. ad avere problemi con il Cmpr......la "scelta" di Mauri era già ben definita nel 44-45, del resto coerente con il suo passato.

Ricordiamo che M. poneva come condizione alla trattativa che...tutte le formazioni partigiane della V° zona fossero poste al suo comando, in quanto rivendicava il grado nel R.E. come " più alto operativamente" CIAO. image image

 
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micky.38
view post Posted on 21/4/2010, 14:42




Mirco, la prendo come una conferma alla mia tesi di "divergenza dall'alto" e non dal basso...
 
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sonsincero
view post Posted on 21/4/2010, 14:49




Mi sento chiamato in causa da Micky38 come "cane da riporto" :) di quanto mi ha sempre raccontato mio padre, che tra Appennino Modenese e Reggiano ci ha combattuto per un pezzo.

La divergenza politica, almeno per la parte modenese, era evidente e motivo della formazione di brigate autonome. Fin dai tempi della Repubblica di Montefiorino, per esempio, il nucleo che faceva capo ad Ermanno Gorrieri ottenne nei contatti col commissario politico Davide di mantenere una certa autonomia ed i suoi elementi, evitando la dispersione nei vari battaglioni garibaldini e costituendo il nucleo della futura Brigata Italia. Questa "divergenza", sebbene certamente gestita in modo "politico" a livello di comandi, era comunque molto sentita anche a livello personale. Non tanto per una questione di colore, ma di "approccio" alla situazione. In diversi di simpatie comuniste, per esempio, preferirono combattere nelle file di formazioni più politicamente moderate (non escludo, naturalmente, il contrario). La Brigata Italia, per esempio, rifiutò categoricamente per tutta la durata della guerra partigiana la presenza di un commissario politico. Specie negli ultimi mesi la diversa impostazione ed ideologia era marcata e, purtroppo, evidente sia nel comportamento dei comandi che in quello dei singoli. Si tenga conto che, dopo l'inverno 44-45, molti in queste zone erano spuntati fuori come funghi ed in montagna si comportavano da "leoni", consci della fine ormai imminente della guerra: questi, più di altri, hanno rintuzzato un clima di tensione che i primi tempi non era così marcato.
Scusate l'OT...

Sonsincero
 
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view post Posted on 21/4/2010, 14:49
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Direi che i contrasti derivavano da due motivi: primo, e più importante, le divergenze sul come condurre la guerra e sul comportamento da tenere nel dopoguerra (la linea di Mauri era: ora combattiamo e poi discuteremo).
Secondo motivo era l'invidia delle altre formazioni per le "ricche" divisioni autonome: i lanci e l'assistenza delle missioni inglesi, anzi soprattutto per la 1^ divisione, quella direttamente sotto il controllo di Mauri, creavano continui attriti con tutti quelli che stavano intorno, addirittura con altri reparti di autonomi. Pensa che "Poli", comandante della 2^ autonoma arrivò molte volte a lamentarsi per il fatto che a loro arrivavano solo le gocce e, almeno una volta, "rubò" un lancio che pensava diretto a Mauri: purtroppo per lui era invece diretto a Ballard e mal gliene incorse.
Ti lascio immaginare, con il carattere del sudafricano, che bagarre ne uscì.
 
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micky.38
view post Posted on 21/4/2010, 15:03




Sonsincero, credo che la situazione fra Reggio e Modena risentissie, almeno dopo la separazione dei due comandi Modenese e Reggiano, anche di una certa dose di campanilismo locale, che almeno in un caso ebbe il "merito" di riunire Bianchi e Rossi: mi riferisco alla forzata invasione del territorio di Toano da parte dei Modenesi ne, mi pare, febbraio 45, spinti dalla puntate tedesche. Alle rimostranze dei Garibaldini e delle Fiamme Verdi, il Comando Unico si espresse con un poco elegante "dite ai Modenensi che vadano a rubare a casa loro", modo un pò carognesco, lo riconosco, per esprimere il concetto di non gravare su un territorio che era già stato abbondantemente spremuto...
 
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ghirghi
view post Posted on 21/4/2010, 15:15




Contrasti? Si, ci sono stati e non sono mai stati negati. Diciamo, caso mai, che sono stati poco divulgati. Contrasti non solo politici, non solo organizzativi. Anche il Piemonte e la Liguria hanno avuto le loro ...Porzus. Episodi gravi, realmente avvenuti e nessuno lo ha mai negato.
Se non ricordo male qualche accenno avevo fatto nei miei primi interventi su Miles.

Anche sulla impreparazione di certi Comandi abbiamo già fatto cenno.
Trattasi per lo più di Ufficiali della IV Armata, prevenienti dalla Francia, che subito aderirono alla Resistenza in Provincia di Cuneo.
Quali "Ufficiali" pretesero il Comando delle prime formazioni partigiane, immaginando di poter affrontare i tedeschi con una guerra di posizione, con i risultati che tutti conosciamo.
Mauri apprese la lezione, cercò di adeguarsi, ma non seppe mai veramente interpretare il ruolo di guerrigliero "mordi e fuggi".
 
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sonsincero
view post Posted on 21/4/2010, 15:27




Certamente concordo con te e ti confermo che anche nei racconti di mio padre "le formazioni reggiane" apparivano come qualcosa di sentito come "distaccato", sebbene ricordasse collaborazioni con loro in più occasioni (chiaramente, essendo mio padre comandante del battaglione mobile della Brigata Italia, maggiori furono le occasioni di collaborazione con i ragazzi di Don Carlo).
In merito allo spostamento sul versante reggiano della valle del Secchia e del Dolo, il rastrellamento di Gennaio '45 e le seguenti puntate ebbe il naturale effetto di un ripiegamento delle formazioni partigiane nel reggiano. Certamente non voluto, ma necessario: la Val d'Asta era chiusa e non c'era altro sfogo. Il tentativo di respingere in modo organico e "campale" almeno il primo rastrellamento di gennaio (subodorato) ci fu, tant'è che si combattè per circa due giorni (a macchia di leopardo, ovviamente). La cosa comunque non riuscì come previsto, anche per lo sganciamento di diverse formazioni che non accettarono questo tipo di combattimento. Fu, almeno in parte, un disastro.
Il Comando, intanto, "comandava" e dava disposizioni utili come quella che hai citato...
 
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micky.38
view post Posted on 21/4/2010, 16:20




Per Ghirghi: non credo che siano stati poco divulgati, credo che sul momento, e questo ovunque e più o meno da tutti accettato, le necessità militari ebbero preminenza su quelle politiche, determinando l'accantonamento e la "minimizzazione" dei contrasti. Personalmente credo che fu un bene.
Allo stesso tempo, credo che il lato "politico" della Resistenza fosse necessario come crescita di un popolo che, ricordiamolo, veniva da 20 e passa anni di dittatura, e che la Democrazia la conosceva solo per sentito dire. Il "travaglio" politico lo prendo come una fase difficile ma necessaria, anche se non sempre utile dal punto di vista militare.
Mi duole che gli Alleati non abbiamo mai compreso a fondo questa caratteristica della resistenza italiana, che la rendeva diversa e forse migliore, con tutti i suoi limiti, dalle altre Resistenze Europee. Troppo vicino forse era lo spauracchio della Grecia, con la differenza che gli Italiani NON erano Greci...
Lo "spauracchio" del Comunismo credo sia stato utile a tanti e dannoso a tutti (ancora oggi...), comunisti compresi: Storicamente e umanamente, e sopratutto nella Resistenza, credo che il "comunismo" fosse in realtà solo uno dei tanti aspetti della "Speranza" che la Resistenza, sopratutto negli ultimi periodi, ha incarnato, e non è cosa da poco...
Poi è venuto il "dopo", e a parte la conquista della libertà, della Repubblica e la fine delle stragi, questo "dopo" è stato, credo per tutti, molto deludente...

Per Sonsincero: Mi pare di ricordare che gli "invasori" Modenesi fossero un 200 SAP della bassa modenese, per quanto riguarda il Grande Rastrellamento di gennaio, non sono completamente daccordo con te: credo che fu un grosso successo. Un grosso numero di tedeschi e fascisti fu impegnato in condizioni estremamente sfavorevoli per le forze partigiane, riportando perdite gravissime, imperversando per giorni in zona partigiana senza ottenere risultati di sorta, se non il controllo della statale 63 per la bellezza di due settimane, passate le quali tutto tornò esattamente come prima, i Tedeschi a Gatta e i partigiani a sud del Secchia a impedire il libero transito. Sfumò anche la ventilata cattura del Comando Unico, che esfiltrò in zona Parmense al completo, missione inglese al seguito, senza difficoltà, ritornando in sede 12 giorni dopo. Chi ci rimise furono, al solito, le popolazioni montanare, che stavolta però affrontarono l'episodio in modo molto diverso dall'agosto 44...
 
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sonsincero
view post Posted on 21/4/2010, 16:34




La mia era una valutazione non militare ma, ammetto sia un limite, emotiva: ho dato più peso al dolore con cui mio padre ricordava i 4 suoi ragazzi lasciati sul campo, in una sola mattinata, e i diversi feriti. Sicuramente i tedeschi non ottenenro ciò che volevano, sebbene molto agguerriti ed equipaggiati.
Non per nulla, a dimostrazione dell'organizzazione militare raggiunta dai partigiani, in tutta quella zona erano affissi dai tedeschi ovunque cartelli "Achtung: Banditen!". Nulla di meglio per sollevare i partigiani, che almeno sapevano di essere temuti.

 
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