RN Espero RN Zeffiro, La prima sconfitta nella guerra dei convogli

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view post Posted on 15/2/2011, 20:30
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Vi propongo immagini e testo riferiti a due caccia che presero parte alla prima sconfitta nella guerra dei convogli. Erano appena passati 18 giorni dalla nostra entrata in guerra e i nostri rifornimenti per il nordafrica erano già insidiati...
I testi provengono dal libro i Cacciatorpediniere italiani dell'USMM e dall'ottimo "La Battaglia dei Convogli in Mediterraneo" di Giorgio Giorgerini.

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Cacciatorpediniere Espero sigla ES
Costruttori Ansaldo, Sestri Ponente
Impostazione 29 aprile 1925
Varo 31 agosto 1927
Consegnata 30 aprile 1928 Dislocamento standard 1210 tonnellate
pieno carico 1780 tonnellate
Lunghezza 93,6 metri
Larghezza 9,21 metri
Pescaggio 3,9 metri
Propulsione 3 caldaie Yarrow 2 gruppi di turbine a vapore Parsons su 2 assi potenza 40.000 HP
Velocità 36 nodi
Autonomia 3200 miglia a 14 nodi – 660 miglia a 33 nodi
Equipaggio 6 ufficiali, 139 sottufficiali e marinai
Armamento 4 pezzi da 120/50 mm
2 mitragliere da 40 mm
2 mitragliere da 13,2 mm
6 tubi lanciasiluri da 533 mm
2 tramogge per bombe di profondità
52 mine
Nel febbraio 1932 fu inviato in Cina insieme all’incrociatore pesante Trento, per rinforzare il nucleo navale nazionale all’inizio del conflitto cino-giapponese. Il 5 ottobre dello stesso anno lasciò Shangai per il lungo viaggio di rientro in Patria.Nell’agosto 1937, durante la Guerra di Spagna, prese parte a tre missioni di repressione del contrabbando, facendo base ad Augusta.
All’inizio della seconda guerra mondiale aveva base a Taranto ed era caposquadriglia della II Squadriglia Cacciatorpediniere, che comprendeva i gemelli Borea, Ostro e Zeffiro. Comandante dell’unità era il capitano di vascello Enrico Baroni.
Il 27 giugno 1940, di sera, l’Espero salpò da Taranto per la sua prima missione di guerra: trasportare a Tobruk, insieme all’Ostro ed allo Zeffiro, due batterie contraeree della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale per un totale di 10 bocche da fuoco, 120 tonnellate di munizioni ed i relativi serventi, 162 camicie nere.
Nel pomeriggio del giorno seguente le tre unità della II Squadriglia furono avvistate ed attaccate, un centinaio di miglia a nord di Tobruk, dalla 7° Divisione Incrociatori della Royal Navy (Sydney, Orion, Liverpool, Neptune e Gloucester) che si trovavano in mare per appoggiare alcuni convogli in navigazione nel Mediterraneo e nell’Egeo. Alle ore 18, da una distanza compresa tra i 16.000 ed i 18.000 metri le navi britanniche aprirono il fuoco. Il comandante Baroni ordinò ad Ostro e Zeffiro di dirigere per Bengasi alla massima velocità e portò l’Espero incontro agli incrociatori inglesi, manovrando ad elevata velocità per evitare le bordate, stendendo cortine fumogene per coprire la ritirata delle unità gemelle, sparando con i cannoni e lanciando siluri per costringere le unità britanniche a tenersi a distanza.
La nave venne fatta segno ad una rabbiosa reazione a fuoco, incassati alcuni colpi di cui uno in caldaia, in breve l’Espero venne immobilizzato; mentre tre degli incrociatori si avvicinavano sino a 5.000 metri per ultimarne la distruzione, lanciò altri due siluri. Furono messe a mare alcune imbarcazioni, mentre alcuni dei pezzi continuarono a sparare sino all’affondamento; furono allagati i depositi munizioni e l’Espero dapprima sbandò sulla sinistra, poi si raddrizzò, quindi, colpito ancora ed in fiamme, sbandò sulla dritta e s’inabissò alle 20.15 nel punto 35°18’ N e 20°12’ E, portando con sé gran parte dell’equipaggio. Il comandante Baroni, ferito, affondò volontariamente con la sua nave: alla sua memoria fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare.
Il Sydney, portatosi nei pressi del luogo dell’affondamento, recuperò uno zatterino con alcuni superstiti, mentre le altre imbarcazioni, rimasero alla deriva per diversi giorni. Solo tredici giorni dopo l'affondamento 6 superstiti, stremati, furono tratti in salvo dal sommergibile Topazio.

Enrico BARONI
Capitano di Vascello
Comandante di una squadriglia cacciatorpediniere durante un combattimento contro reparti nemici soverchianti, dava prova di salde qualità di comando, di grandezza e di serenità di animo. Colpita la sua nave da numerosi proiettili che ne avevano fortemente diminuita l'efficienza, senza esitazione e con profondo sprezzo del pericolo, accostava verso gli incrociatori britannici per portarsi a distanza di lancio.
Dopo prolungata azione di fuoco, ultimate le munizioni dell'unico complesso da 120 ancora in condizioni di sparare, mentre il cacciatorpediniere lentamente affondava sotto il tiro nemico, scendeva dalla plancia in coperta per provvedere alla salvezza del personale superstite che si gettava in mare al suo ordine, dopo aver inneggiato al Re e alla Patria.
Date disposizioni per assicurare un più rapido affondamento del cacciatorpediniere, sebbene insistentemente invitato dalla sua gente a prendere posto sui mezzi di salvataggio, risaliva sulla plancia per morire, secondo la più nobile tradizione navale, con il bastimento del quale aveva il comando.
Mar Jonio, 28 giugno 1940

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Cacciatorpediniere Zeffiro sigla ZF
Costruttori Ansaldo, Sestri Ponente
Impostazione 29 aprile 1925
Varo 27 maggio 1927
Consegnata 16 marzo 1928
Caratteristiche generali analoghe a quello dell’Espero, della stessa classe Turbine
Dal 1929 al 1932 prese parte a crociere in Mediterraneo.
Nel 1932 fu accidentalmente colpito a prora da un siluro difettoso, lanciato dal gemello Aquilone.
Durante la Guerra di Spagna, con base ad Agusta e Cagliari, prese parte a cinque missioni di repressione del contrabbando di guerra.
Nella primavera 1939, alle dipendenze del Dipartimento di Taranto partecipò attivamente alle operazioni per l’occupazione dell’Albania.
All’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale faceva parte della II Squadriglia Cacciatorpediniere con base a Taranto, insieme ai gemelli Espero, Borea ed Ostro.
Dopo le vicende occorse al convoglio Espero, il 5 luglio 1940 lo Zeffiro si trovava ormeggiato nella rada di Tobruk, affiancato al piroscafo Sabbia (che era stato temporaneamente trasformato in nave caserma). Alle 20.20 tale base fu attaccata da nove aerosiluranti Fairey Swordfish dell'813° Squadron: lo Zeffiro fu il bersaglio del primo aereo attaccante, che sganciò il proprio siluro alle 20.20 dalla distanza di appena 400 metri. L'arma colpì lo Zeffiro sul lato dritto, in corrispondenza del deposito munizioni prodiero che detonò provocando l’asportazione della prua ed il rapido affondamento della nave su bassi fondali. Nel corso dello stesso attacco fu gravemente danneggiato anche il gemello Euro.
Le perdite tra l'equipaggio del cacciatorpediniere ammontarono a 10 morti e 11 dispersi, mentre 20 furono i feriti.

Cordiali saluti a tutti giacomo

 
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dimonios
view post Posted on 16/2/2011, 07:08




Altra bella scheda, complimenti. Da evidenziare il volontario sacrificio del Comandante Baroni.
Testo ispirato dalla pubblicazione dell'USMM , ma non le belle immagini, sono tue foto/cartoline?
dimonios
 
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view post Posted on 16/2/2011, 09:26
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Bellissima scheda come sempre, bravo Giacomo.
Ciao
Roberto
 
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view post Posted on 16/2/2011, 10:48
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Grazie Roberto, Grazie Dimonios, siete sempre molto cortesi con me..
Le immagini sono cartoline, reperirle è purtroppo sempre più difficile e spesso si beccano dei tarocchi: ho alcune cartoline della serie Strale, Dardo ecc. che ritraggono la stessa nave con sigla differente...che sia la stessa nave è certo perchè la posizione, gli allestimenti, addirittura gli stessi marinai nelle stesse posture...mi viene da pensare che alcuni tarocchi siano d'epoca..un fotografo realizzava una bella immagine e col ritocco fotografico sostituiva le sigle e faceva la serie di cartoline complete..oggi è ovviamente più facile, non bisogna peraltro dimenticare che sbattersi più di tanto ( taroccamento immagine, stampa su carta particolare, stampa del retro della cartolina, creazione della dentellatura) mi pare un daffare eccessivo per realizzare un falso venduto a pochi euro e a un numero ridotto di persone.
Ovviamente le foto sono un'altra musica..anzi vi annuncio in anteprima che sono in rapporti col nipote di un marinaio di una torpediniere e spero di realizzare un post notevole come quello sul smg Acciaio, frutto delle conoscenze dell'amico Roberto e della sua insostituibile collaborazione.

Un caro saluto giacomo
 
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3 replies since 15/2/2011, 20:30   973 views
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