I fanti del 1° e 2° Battaglione dell'84° Fanteria scesero in fretta dal Planina, traversarono l'Isonzo sul ponte in muratura di Plava, congestionato per l'affluenza di artiglierie che dovevano ritirarsi, e faticosamente salirono su Quota 383, che trovarono sgombra, ed occuparono le vecchie trincee.
Alla sera del 26 ottobre la Brigata si trovava così dislocata:
3° Battaglione 84° Fanteria: lungo lo sperone di Planina, sulla destra dell'Isonzo, in collegamento col 34° Fanteria;
1° Battaglione 84° Fanteria: schierato sulle pendici Ovest di Quota 383, fino all'Isonzo, sbarrava la strada Globna-Plava;
2° Battaglione 84° Fanteria: sulla sinistra dell'Isonzo a Quota 383.
l'83° Fanteria in riserva presso la stazione di Plava, ove si era pure stabilito il Comando di Brigata.
Durante la notte occorreva fornire un'abbondante dotazione di cartucce e bombe a mano ai difensori di Quota 383.
E gli Zappatori del 3° Battaglione al comando del Tenente
LORETO, si prodigarono per tutta la notte nel faticoso servizio.
Dopo una marcia forzata di 33 km., con le spalle doloranti per il peso dello zaino, senza un lamento adempirono al loro dovere, mentre i compagni che stavano in trincea, vincendo la stanchezza ed il sonno, tendevano le orecchie ed aguzzavano lo sguardo nell'oscurità piena d'insidie.
Dietro la Quota 383 furono trovati in un Ospedale da campo alcuni feriti ed i predetti Zappatori, ammirati nella loro abnegazione, portate sulla linea le munizioni, se li caricarono sulle spalle e li trasportarono oltre l'Isonzo.
La notte passò relativamente tranquilla.
Si vedevano ovunque razzi misteriosi; si udiva ad intervalli il martellare delle mitragliatrici ed il crepitio dei fucili.
Le artiglierie tacevano e quel silenzio, per i soldati provati alla guerra, era impressionante.
Alle ore 4 del 27 ottobre giungeva l'ordine del Comando della XXX Divisione di ripiegare gradualmente dietro l'Isonzo, sulla linea del Corada-Planina-Sabotino.
In conseguenza l'83° Fanteria ripiega senz'altro verso Verhovlje e l'84° inizia anch'esso il movimento sotto la protezione degli esploratori reggimentali; ma alle ore 6 circa, il Comando di Divisione abroga telefonicamente il precedente ordine ed i fanti della Venezia, già in movimentom senza mormorare, sereni e tranquilli ritornano sui loro passi.
l'83° Fanteria aveva già raggiunto Verhovlje.
Frattanto reparti di truppa nemica sbucano improvvisamente dalla macchie di Paljevo e camminano in piedi con perfetta sicurezza.
I nostri aprono senz'altro il fuoco e tutta la quota s'incendia.
Il nemico si arresta sbigottito, poi si getta nel Vallone e tenta di aggirare la posizione, passando per il vuoto lasciato dal 44° Reggimento Fanteria, che ricevuto l'ordine di ripiegare, aveva eseguito il movimento senza attendere la sostituzione, per la quale il Comando della Brigata aveva già disposto.
Il Comando dell'84° invia, senza indugio, la Compagnia di riserva del reggimento a rioccupare la linea lasciata dal 44°, nella quale, essendosi già infiltrate pattuglie nemiche, ne segue un vivissimo scambio di fuoco, con perdite in feriti e prigionieri da ambo le parti.
Le nostre furono piutosto gravi, rimanendo prigioniero il Comandante di Compagnia, Capitano GALLACCI, feriti un ufficiale e parecchi uomini di truppa.
Dole le 8 si delinea la pressione nemica.
Forti nuclei, protetti da mitragliatrici piazzate a distanza , salgono verso Paljevo, altri si addensano numerosi nel forte e caratteristico angolo morto di Globna, fin sotto le nostre posizioni, tenute dal 1° e 2° Battaglione dell'84° Fanteria, mentre grosse colonne scendono dallo Jelenik e dal Kuk (Quota 711).
I difensori di Quota 383 venivano così ad essere fortemente minacciati sulla destra ed il Comando di brigata provvede a far passare l'Isonzo al 2° Battaglione dell'83° Reggimento che in perfetto ordine e con la massima rapidità, agli ordini del Capitano ORPIANESI, si porta a Quota 383 sulla cui difesa concorse validamente.
Ecco il Comandante della Brigata Venezia.
[IMG]