LUMINI Nello, un eroe sconosciuto

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view post Posted on 27/11/2011, 15:42
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Oggi ho effettuato un cambio di materiale con l'amico "VALBELLA", che ringrazio. ;)

Naturalmente l'oggetto del mio desiderio era una medaglia al Valore Militare che voglio condividere con voi. :rolleyes:

[IMG]dsc0983m

Nulla di eccezionale, si tratta di un bronzo al Valore Militare, che riporta la sigla Zeta Coronata F.G nonchè il nominativo e il fatto d'arme incisi con lo stile a cordoncino.

La cosa particolare è la località Plava e il fatto d'arme relativo al 27 ottobre 1917

Una veloce ricerca ed ecco trovata la motivazione.

LUMINI Nello, da Bagno a Ripoli (FI), soldato in forza all'84° Reggimento Fanteria

Medaglia di bronzo al Valore Militare
"Ciclista presso il comando di battaglione, instancabile si recava parecchie volte in punti più lontani e pericolosi per il recapito di ordini ed avvisi.
Spontaneamente si offriva di restare col proprio ufficiale in un punto scoperto ed intensamente battuto da artiglieria, mitragliatrici e fucileria nemiche per coadiuvarlo nel dirigere il passaggio dei reparti, e lo seguiva poi in un'ardita ricognizione".

Plava, 27 ottobre 1917
 
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view post Posted on 27/11/2011, 16:19
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Ma cosa era successo a Plava il 26/27 ottobre 1917?

La Brigata "Venezia" composta dall'83° e 84° Reggimento Fanteria si trovava a riposo a Cà delle Valade, ignari dello sfondamento di Caporetto.

.... Alle ore una del 26 ottobre giunse l'ordine di partenza per Percotto sul Torre.

Fu un immediato affaccendarsi per i preparativi, con l'illusione di esser trasferiti in zona di più comodo riposo, quando un nuovo ordine modificava il precedente e stabiliva che la Brigata si portasse a Quota 502 di Planina.

Da Ruttars a Planina vi sono 33 km.

Ogni tanto qualche cosa d'insolito colpiva i soldati.

Colonne di grosse artiglierie che scendevano trainate da autocarri; poi colonne di carreggi; poi salmerie rapide e polverose; poi, ai primi vontrafforti del Planina, insoliti gruppi di uomini, di soldati in disordine, con mostrine varie, tutti laceri, dai volti arsi ed affilati, che scendevano frettolosi.

Raggiunsero la Quota 502 del Planina ed una scarica di artiglieria nemica li accose.

La Bainsizza non era più nostra.

Dall'alto di Quota 502 i fanti della Venezia rividero l'Isonzo, Plava, Quota 383, ed in lontananza riconobbero Quota 800 di Madoni, quella che li aveva ammirati nel furore dell'assalto e nella frenetica esaltazione della vittoria; e sui monti tutti videro il ripiegamento generale da quelle posizioni bagnate da tanto sangue italiano, cosparse di tanto sudore.

Un Colonnello di Stato Maggiore, giunto in automobile, ordina di passare con parte delle truppe sulla sinistra dell'Isonzo e di occupare la Quota 383, per proteggere il ripiegamento delle truppe del II° Corpo d'Armata.

Il Colonnello Brigadiere REGHINI Raffaello, Comandante della Brigata, chiamò tutti gli ufficiali superiori a rapporto e dopo aver spiegato il compito affidato alla Brigata, descritto il terreno che egli ben conosceva per aver lungamente combattuto in quei luoghi e conquistata, con il proprio Battaglione, la stessa Quota 383 di Plava, divise fra i due reggimenti gli obbiettivi da raggiungere è ricordò, con nobilissime parole, il dovere di tutti in quel terribile momento, per la salvezza della Patria, per l'onore dell'Esercito e della Brigata.

 
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view post Posted on 27/11/2011, 16:46
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Grazie per questa pagina di storia.
Roberto
 
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view post Posted on 27/11/2011, 16:59
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I fanti del 1° e 2° Battaglione dell'84° Fanteria scesero in fretta dal Planina, traversarono l'Isonzo sul ponte in muratura di Plava, congestionato per l'affluenza di artiglierie che dovevano ritirarsi, e faticosamente salirono su Quota 383, che trovarono sgombra, ed occuparono le vecchie trincee.

Alla sera del 26 ottobre la Brigata si trovava così dislocata:

3° Battaglione 84° Fanteria: lungo lo sperone di Planina, sulla destra dell'Isonzo, in collegamento col 34° Fanteria;

1° Battaglione 84° Fanteria: schierato sulle pendici Ovest di Quota 383, fino all'Isonzo, sbarrava la strada Globna-Plava;

2° Battaglione 84° Fanteria: sulla sinistra dell'Isonzo a Quota 383.

l'83° Fanteria in riserva presso la stazione di Plava, ove si era pure stabilito il Comando di Brigata.

Durante la notte occorreva fornire un'abbondante dotazione di cartucce e bombe a mano ai difensori di Quota 383.

E gli Zappatori del 3° Battaglione al comando del Tenente LORETO, si prodigarono per tutta la notte nel faticoso servizio.

Dopo una marcia forzata di 33 km., con le spalle doloranti per il peso dello zaino, senza un lamento adempirono al loro dovere, mentre i compagni che stavano in trincea, vincendo la stanchezza ed il sonno, tendevano le orecchie ed aguzzavano lo sguardo nell'oscurità piena d'insidie.

Dietro la Quota 383 furono trovati in un Ospedale da campo alcuni feriti ed i predetti Zappatori, ammirati nella loro abnegazione, portate sulla linea le munizioni, se li caricarono sulle spalle e li trasportarono oltre l'Isonzo.

La notte passò relativamente tranquilla.

Si vedevano ovunque razzi misteriosi; si udiva ad intervalli il martellare delle mitragliatrici ed il crepitio dei fucili.

Le artiglierie tacevano e quel silenzio, per i soldati provati alla guerra, era impressionante.

Alle ore 4 del 27 ottobre giungeva l'ordine del Comando della XXX Divisione di ripiegare gradualmente dietro l'Isonzo, sulla linea del Corada-Planina-Sabotino.

In conseguenza l'83° Fanteria ripiega senz'altro verso Verhovlje e l'84° inizia anch'esso il movimento sotto la protezione degli esploratori reggimentali; ma alle ore 6 circa, il Comando di Divisione abroga telefonicamente il precedente ordine ed i fanti della Venezia, già in movimentom senza mormorare, sereni e tranquilli ritornano sui loro passi.

l'83° Fanteria aveva già raggiunto Verhovlje.

Frattanto reparti di truppa nemica sbucano improvvisamente dalla macchie di Paljevo e camminano in piedi con perfetta sicurezza.

I nostri aprono senz'altro il fuoco e tutta la quota s'incendia.

Il nemico si arresta sbigottito, poi si getta nel Vallone e tenta di aggirare la posizione, passando per il vuoto lasciato dal 44° Reggimento Fanteria, che ricevuto l'ordine di ripiegare, aveva eseguito il movimento senza attendere la sostituzione, per la quale il Comando della Brigata aveva già disposto.

Il Comando dell'84° invia, senza indugio, la Compagnia di riserva del reggimento a rioccupare la linea lasciata dal 44°, nella quale, essendosi già infiltrate pattuglie nemiche, ne segue un vivissimo scambio di fuoco, con perdite in feriti e prigionieri da ambo le parti.

Le nostre furono piutosto gravi, rimanendo prigioniero il Comandante di Compagnia, Capitano GALLACCI, feriti un ufficiale e parecchi uomini di truppa.

Dole le 8 si delinea la pressione nemica.

Forti nuclei, protetti da mitragliatrici piazzate a distanza , salgono verso Paljevo, altri si addensano numerosi nel forte e caratteristico angolo morto di Globna, fin sotto le nostre posizioni, tenute dal 1° e 2° Battaglione dell'84° Fanteria, mentre grosse colonne scendono dallo Jelenik e dal Kuk (Quota 711).

I difensori di Quota 383 venivano così ad essere fortemente minacciati sulla destra ed il Comando di brigata provvede a far passare l'Isonzo al 2° Battaglione dell'83° Reggimento che in perfetto ordine e con la massima rapidità, agli ordini del Capitano ORPIANESI, si porta a Quota 383 sulla cui difesa concorse validamente.



Ecco il Comandante della Brigata Venezia.

[IMG]dsc0983aa
 
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view post Posted on 28/11/2011, 11:07
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Alcuni suoi elementi sono impegnati per rettificare la debole linea degli zappatori del 1° Battaglione (Tenente BOARETTO), che avevano cercato alla meglio di riempire, sulla destra, il vuoto rimasto con la partenza del 44° Fanteria.

La Brigata, rilasta isolata, costituiva testa di ponte sulla sinistra dell'Isonzo col compito, che abbiamo visto, di resistere vigorosamente per proteggere il ripiegamento sulla destra del fiume di tutte le truppe del II° Corpo d'Armata; però la sua ala destra era campata in aria e non appoggiata al fiume, come sarebbe stato necessario.

Di ciò accortosi il nemico tentò vari e successivi attacchi per insinuartsi fra i difensori della Quota 383 ed il fiume e tagliare così la linea di ritirata, ma venne sempre respinto, falciato dai tiri precisi dei fanti della 6 e 7 Compagnia dell'84° e dei mitraglieri del 2° Battaglione dell'84°, per cui desistette dal suo proposito.

Verso mezzogiorno le artiglierie nemiche di grosso calibro cominciarono a battere i ponti sull'Isonzo, senza riuscire a colpirli, ed il versante orientale del Planina.

Alle ore 14, in seguito all'ordine del Comando della XXX Divisione, le truppe della Brigata, dalle posizioni occupate sulla sinistra dell'Isonzo, iniziariono il proprio ripiegamento in perfetto ordine, sotto la pressione nemica, che va man mano aumentando.

Prima ripiega il Comando dell'83° col 1° e 3° Battaglione; poi il 2° Battaglione dell'83°, che traversa sotto il vivo fuoco di mitragliatrici il ponte di ferro, prossimo alla stazione ferroviaria, il quale alle ore 15, secondo l'ordine dato dal Comando di Brigata, viene fatto saltare.

Il ponte si piegò su se stesso, spezzandosi al centro ed appoggiandosi sul fondo del fiume iroso.

Così lo ritrovatono le truppe della Venezia, quando dopo la vittoria, risalirono la Valle dell'Isonzo per raggiungere la linea dell'armistizio.
 
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view post Posted on 28/11/2011, 12:32
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Grazie Valore, bellissima medaglia e bellissime pagine di Storia!

Hai notato che nella seconda A di "Plava" manca la stanghetta orizzontale?
 
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view post Posted on 28/11/2011, 12:41
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Ancora grazie.
Ciao
Roberto
 
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view post Posted on 28/11/2011, 13:18
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CITAZIONE (Kepì @ 28/11/2011, 12:32) 
Grazie Valore, bellissima medaglia e bellissime pagine di Storia!

Hai notato che nella seconda A di "Plava" manca la stanghetta orizzontale?

Ottima osservazione.
 
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view post Posted on 28/11/2011, 13:43
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La compagnia mitraglieri che vi era a guardia viene ritirata, ed appostata al ponte in muratura, unico rimasto.

Le truppe ripieganti s'incalanano man mano per detto ponte e, per la mulattiera di Val Grune, salgono sul Planina, tenendo sempre testa ai reparti austriaci che da Paljevo e sulla strada di Globna incalzano da vicino.

Questi ultimi, anzi approffitando dell'angolo morto nel quale si trovavano rispetto ai difensori di Quota 383, tentarono di arrivare al ponte.

Già alcuni audaci stanno strappando i reticolati che sbarrano la strada ed in poco tempo sarebbero riusciti nell'impresa, quando i fanti del 3° Battaglione dell'84°, che presidiavano le falde orientali del Planina, se ne accorgono, e con un violento fuoco di fucileria e mitragliatrici, i mitraglieri della 321 sezione portano avanti le loro armi per meglio colpire, riescono a sventare il tentativo.

Il ripiegamento continua.

Al 2° Battaglione dell'83° seguono il 1° e poi il 2° dell'84°.

Restano sulle posizioni, a trattenere il nemico, le Compagnie Mistragliatrici e squadre di tiratori al comando di ufficiali.

Verso le ore 16 il ripiegamento diviene più difficile a causa delle esplosioni di importanti depositi di munizioni il cui irradiamento preclude la via al ponte, già battuto intensamente dalle mitragliatrici nemiche, piazzate lungo la strada del Volice e da tiri di fucileria di una grossa pattuglia nemica, occupante le case sud dell'abitato di Plava.

Una sezione mitragliatrici divisionale, piazzata sulla destra dell'Isonzo, trattiene con fuoco nemico e batte d'infilata il ponte permettendo ai nostri di ripiegare a gruppi.

Sulla Quota 383 gli intrepidi mitraglieri e gli ultimi audaci fanti tengono valorosamente testa al nemico.

Il Comandante dell'84° Fanteria, Colonnello CRESPI, passato il ponte, si era fermato allo sbocco di esso per vedersi sfilare dinanzi i suoi bravi soldati, per ognuno dei quali aveva una parola d'incitamento e di lode, ed intanto dirigeva il tiro delle mitragliatrici poste alla difesa del ponte, impartiva ordini ed incollonava i reparti su per una mulattiera di Val Grune.

In quella posizione, intrepido, esposto al pericolo, una pallottola lo colpì al ginocchio.

Dovette appoggiarsi al proprio aiutante maggiore Capitano GARDELLI, per non cadere; fattosi fasciare alla meglio, per impedire l'emmoragia, rimase sul posto fino a che non fu sfilato l'ultimo reparto, dando direttive ed istruzioni al capitano GARDELLI, il quale con opera intelligente, seppe tali direttive tradurre in atto.

I reparti della Venezia erano tutti sulla destra dell'Isonzo ed il nemico, già padrone di Plava, stava per giungere al ponte in muratura.

L'ordine già dato in precedenza di farlo saltare venne allora eseguito.

[IMG]dsc0987b


Alle ore 18 circa, un'arcata del ponte saltava.
 
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