Isbuscenskij : Alessandro Bettoni conte di Cazzago

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/8/2012, 12:30
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:


e dal catalogo del Museo Storico dell'Arma di Cavalleria (ed. 1990) il busto di Abba (qui appunto senza accento) e la giacca e i cimeli del Colonello Bettoni (ne il museo ne l'attuale Reggimento hanno la bandiera di guerra del Savoia di Isbuscenskij: trafugata dallo stesso Bettoni e consegnata dopo il referendum a Umberto II penso che sia tuttora in Portogallo a Cascais a Villa Italia)



dscn6969

Uploaded with ImageShack.us

dscn6971x

Uploaded with ImageShack.us
 
Top
foch
view post Posted on 29/8/2012, 23:15




CITAZIONE (mufasa2 @ 27/8/2012, 13:30) 
e dal catalogo del Museo Storico dell'Arma di Cavalleria (ed. 1990) il busto di Abba (qui appunto senza accento) e la giacca e i cimeli del Colonello Bettoni (ne il museo ne l'attuale Reggimento hanno la bandiera di guerra del Savoia di Isbuscenskij: trafugata dallo stesso Bettoni e consegnata dopo il referendum a Umberto II penso che sia tuttora in Portogallo a Cascais a Villa Italia

No, lo stendardo che caricò a Isbuscenskij non si trova a Villa Italia a Cascais, ultima residenza di Umberto II. Tra l'altro, gli eredi la misero in vendita poco dopo la morte dell'ultimo sovrano, così come misero all'asta i libri della biblioteca e parte delle collezioni di memorie sabaude da lui raccolte e dei gioielli di famiglia.

Racconto in breve le vicende dello stendardo, perchè sono interessanti e meritano di essere conosciute.

Partito nel luglio 1941 dall'Italia, Savoia vi rientrò ai primi di marzo 1943, dopo venti mesi ininterrotti di Russia, sempre con Bettoni quale colonnello comandante. Il 30 aprile, lo stendardo (decorato di MOVM per la carica di Isbuscenskij) veniva riportato nell vecchia caserma del reggimento, in via Vincenzo Monti a Milano. Nelle foto d'epoca, si vede il portastendardo Ten. Giangi Rossi e il drappello d'onore di ufficiali e reduci dal fronte russo comandato da Bettoni.
L'8 settembre colse il reggimento in fase di riorganizzazione sulle balze appenniniche attorno ad Imola. Anche nella circostanza, Bettoni agì rapidamente. Lasciò liberi i soldati di ritornare alle loro case (la zona di reclutamento di Savoia era la Lombardia) per sottrarsi alla cattura. Fece distribuire i cavalli ai contadini della zona. Trovò un nascondiglio segreto per lo stendardo. E al comando tedesco che l'aveva convocato andò a presentarsi da solo. All'ingiunzione di consegnare il reggimento rispose :-"Ecco, Savoia è tutto qua, sono io".
Arrestato, fece alcune settimane di carcere, ma la comparsa di dolori alle gambe di natura non diagnosticata gli valse la liberazione e il ritorno a Brescia. Qui fu attivo nella lotta clandestina contro occupanti tedeschi e RSI (diretta dal suo predecessore nel comando di Savoia, Gen. Cadorna, comandante militare del CNL Alta Italia). Messo sotto sorveglianza e arrestato nuovamente il 19 agosto 1944 come antifascista e monarchico, venne internato nel campo di Lumezzane fino al 14 settembre. Alla Liberazione, venne nominato comandante militare della piazza di Brescia e, non appena possibile, si recò in Emilia a recuperare lo stendardo di Savoia nascosto.
Arriviamo così al referendum istituzionale del 2 giugno 1946 sfavorevole alla monarchia, alla partenza di Umberto per il Portogallo e alla proclamazione della Repubblica. Uno dei primi atti del nuovo ministero della Difesa repubblicano fu di ordinare la consegna dei vessilli reggimentali del Regio Esercito muniti dei simboli sabaudi, destinati a essere conservati al Vittoriano. Il monarchico Bettoni si ribellò a tale ordine e trovò il modo, con la complicità di un amico, di far uscire lo stendardo di Savoia dall'Italia e farlo pervenire nelle mani del sovrano in esilio in Portogallo. Bettoni pagò il sua atto di indisciplina con la radiazione dall'esercito, con effetto immediato e senza diritto alla pensione. Nel comunicato ufficiale del ministero, si precisava che "per l'inconsulta iniziativa [...] il Ministro ha ordinato provvedimenti di stato per la sua cessazione dal servizio permamente. A carico del responsabile non sono state adottate sanzioni più gravi in quanto l'ufficiale partecipò durante il periodo clandestino alla lotta partigiana." Neanche un accenno alla Russia, a Isbuscenskij e alla carica.

Nei cinque anni che seguirono la sua estromissione dall'esercito, Bettoni, sposato con una cugina e senza figli, ritornò alla pratica agonistica e sportiva, a quei concorsi ippici dove prima della guerra aveva brillato in campo internazionale. Non gli era più permesso vestire l'uniforme e montava in abito da cavallo civile. Classe 1892, aveva superato la cinquantina e il fisico pur sempre asciutto (anzi 'segaligno') risentiva degli strapazzi della guerra, dei tanti incidenti (oltre quaranta fratture!) riportati a cavallo e di un'inveterata abitudine a caffè e sigarette. Si erano manifestati anche problemi cardiaci e circolatori.
Il 28 aprile 1951, Bettoni era tra i cavalieri partecipanti al concorso ippico di Piazza di Siena a Roma e al momento di entrare in campo venne colto da malore. Rinunciò alla gara e rientrò all'Hotel Savoia nella vicina via Veneto. Parve riprendersi e anche un medico subito chiamato non trovò nulla di allarmante, ma alle sette di sera improvvisamente lo colse la morte. Tra gli ultimi a parlargli quel giorno fu Massimo Gotta, che da S.Ten. di Savoia aveva caricato a Isbuscenkij e all'epoca era ufficiale d'ordinanza del Gen. Marazzani, Consigliere Militare del Presidente della Repubblica Einaudi. Fu Gotta ad aiutare a comporre il corpo e a vestirlo con un abito blu e la cravatta rossa di Savoia. (Circa il dettaglio dell'abito civile, è da supporre che Bettoni non avesse con sè un'uniforme nella camera d'albergo; nè che ne avesse recata una la vedova, subito accorsa in automobile da Brescia.)

Ma riprendo e concludo l'esposizione delle vicende dello stendardo del reggimento, consegnato a Umberto di Savoia nel 1946.
Prima, provvisoria residenza del sovrano, della sua famiglia e del piccola corte che lo seguì in Portogallo fu Villa Bela Vista a Colares (vicino a Cintra), di proprietà della marchesa de Cadaval (italiana di nascita). Seguì presto il trasferimento a Cascais, in una casa in affitto di proprietà del conte de Montereal e ribattezzata Villa Italia. Due anni dopo, venne acquistato un terreno prospicente l'oceano e costruita la seconda (e definitiva) Villa Italia. Qui lo stendardo conservato entro una cornice era collocato nell'ambiente a pianterreno che fungeva da sala d'attesa.
Lo stendardo abbandonò una prima volta il Portogallo per affrontare un lungo e fortunoso viaggio attraverso due continenti, a fine 1947. Il 28 dicembre di quell'anno morì in esilio ad Alessandria d'Egitto Vittorio Emanuele III. Umberto potè raggiungere l'Egitto solo con un lungo volo attraverso mezza Europa, allo scopo di evitare il sorvolo del territorio italiano.
Recava con sè lo stendardo di Savoia Cavalleria che ricoprì il feretro durante la cerimonia funebre nella cattedrale cattolica di Alessandria, dove il vecchio re fu ed è tuttora sepolto. La generosa ospitalità offerta a Vittorio Emanuele III in esilio dal giovane re Faruk d'Egitto arrivò a tributargli in morte funerali di stato con la solennità dovuti a un sovrano.
Il secondo viaggio dello stendardo fu un viaggio di ritorno. Umberto II morì in una clinica di Ginevra il 18 marzo 1983 e dispose per testamento che alla sua morte lo stendardo venisse riconsegnato all'Italia e conservato al Museo delle Bandiere al Vittoriano.
Dove al presente si trova.

Foch




 
Top
view post Posted on 30/8/2012, 10:48
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
1,687
Location:
Palermo

Status:


Nel manifestare il mio vivo apprezzamento per i messaggi dell'utente foch, non posso esimermi, per amore di precisione (o per eccesso di pignoleria, fate voi!), scusandomi in anticipo, dal rilevare due piccole imprecisioni, nel contenuto dei detti, pur eccellenti, messaggi.

CITAZIONE (foch @ 26/8/2012, 18:41)
...
Ricordo, in proposito, che quella di Savoia fu sì l'ultima carica della storia di un reggimento a ranghi completi. (Di qui la questione se la carica di Alessandria a Poloj appena qualche giorno dopo, ma con due soli squadroni non assegni a quest'ultimo reggimento la palma dell'ultimo Caricat!)
...

Il 24 agosto 1942 il Reggimento ''Savoia Cavalleria'' (3°) caricò a Jsbuschenskij.

Il 17 ottobre 1942 il Reggimento ''Cavalleggeri di Alessandria'' (14°) caricò a Poloj.


CITAZIONE (foch @ 30/8/2012, 00:15)
Partito nel luglio 1941 dall'Italia, Savoia vi rientrò ai primi di marzo 1943, dopo venti mesi ininterrotti di Russia, sempre con Bettoni quale colonnello comandante.
...

Vedere elenco cronologico dei Comandanti del Reggimento ''Savoia Cavalleria'' (3°), a fondo pagina del link che segue:

www.regioesercito.it/reparti/cavalleria/regcav3.htm ,


nonché leggere, ponendo attenzione al succedersi dei Comandanti, articolo al link seguente:

http://cronologia.leonardo.it/battaglie/batta40.htm .


 
Top
view post Posted on 30/8/2012, 12:24
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:


Veramente complimenti Foch per la tua completa e dottissima "cronaca" sulla Bandiera del Savoia, sul suo destino, e le altre notizie sul colonnello Bettoni.... veramente complimenti per la passione e la competenza sulla cavalleria Italiana....


solo un dubbio sulla morte nel 1951 e questo documentario che avevo postato sopra datato (mi sembra) 1955.... è un omonimo o c'è un errore nella datazione del video..... ancora bravo!



www.youtube.com/watch?v=wIzcRZJLSVI
 
Top
foch
view post Posted on 30/8/2012, 16:18




Rispondo a mufasa e rikisanto, per ringraziare e aggiungere qualche cosa.

Cronologia.leonardo è un sito che consulto e apprezzo, pur riscontrandovi talvolta qualche piccola imprecisone.
A me Barbò comandante di Savoia non risultava, ma controllerò a breve (magari in un calendario reggimentale). Certo è che Bettoni era con il reggimento già durante il viaggio di trasferimento dall'Italia in zona di operazioni. (Per l'esattezza, cavalli e truppa partirono in ferrovia da Lonigo e Bettoni li raggiunse a Vienna o a Budapest, non ricordo bene. Dal confine ungherese, proseguirono in sella.)

Lo stendardo di Savoia non era il solo vessillo reggimentale custodito da Umberto II in Portogallo.
Vanno aggiunti, infatti, gli stendardi di altri quattro reggimenti di cavalleria : Piemonte Reale, Genova Cavalleria, Lanceri di Alessandria, Cavalleggeri di Saluzzo; le bandiere di due reggimenti Granatieri di Sardegna; il guidone del 35° Corpo d'Armata.
Anche questi vessilli si trovano ora al Vittoriano. (Fonte: www.monarchia.it)

Circa l'esatto anno di morte di Bettoni, ho ricontrollato e trovato anch'io in rete (in un sito in inglese relativo ai vincitori di Olimpiadi) un 1955, ma per il momento lo considero frutto di un errore (salvo cercare meglio). Tutte le fonti concordano nell'assegnargli 58 anni al momento della morte e poichè era nato nel 1892 il calcolo è presto fatto. Al 1951 fa espressamente riferimento nei suoi ricordi Gotta, che era a Roma quel giorno e si intrattenne con Bettoni a Piazza di Siena e ne vegliò la salma. Gotta -come ho già scritto- prestava all'epoca servizio al Quirinale, nell'ufficio del consigliere militare del Presidente della Repubblica Einaudi (la durata del cui settennato: 1948-55, non ci offre purtroppo un elemento conclusivo).

Ancora una notizia curiosa. La famiglia Bettoni Cazzago è antica ed aveva ed ha proprietà a Brescia, in Franciacorta e sul Lago di Garda.
La settecentesca Villa Bettoni a Bogliaco fu sede degli uffici della Presidenza del Consiglio dei Ministri della RSI e -secondo recenti voci riportate dalla stampa- sarebbe stato interessato a trattarne l'acquisto lo stesso miliadario russo (identificato in tale Victor Vekselberg) già proprietario della vicina residenza di Mussolini, Villa Feltrinelli (vendutagli dall'americano Bob Burns). Un collezionista anzichè di militaria RSI di ...edifici RSI ?

Foch



 
Top
view post Posted on 30/8/2012, 18:00
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:


.... molto interessante Foch! il video, ho provato a riascoltarlo alcune volte parla appunto testualmente in fondo della "Coppa Gazzetta del Popolo" al Conte Bettoni quindi tutto lascia pensare, anche fisicamente che sia lui e la data è appunto 1955.... e le tre quattro brevi biografie che ho trovato che parlano di lui ahimè non riportano la data della morte.... quindi probabilmente è sbaglaito qualcosa qui sulal data del filmato Luce... è ho trovato nella "scatola" un altra cartolina del colonnello Bettoni.... la fotografo....
 
Top
view post Posted on 30/8/2012, 18:18
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:



ovviamente uan cartolina del Savoia (Combattimento a Madonna di Campagna, Torino 1706), un destinatario importante nobile e cavaliere come il colonnello Bettoni Cazzago, da Angera "Campo d'Armi" (1938 o 1939?) in segnatasse (immagino, dato lo stile anche formale del Colonello Bettoni Cazzago che in Russia organizzava e pretendeva ogni cosa come se potesse arrivare in ogni momento il Re, che era normale e gradito spedire dal campo, quindi senza francobolli).... la sua calligrafia e la sua firma cheormai conosciamo.... scrive al generale Emo Capodilista: " come vedi la vecchia guardia non smobilita......




b8ctlvcwkkgrhqfl8eyjc5g

Uploaded with ImageShack.us


001ycp

Uploaded with ImageShack.us

002emj

Uploaded with ImageShack.us
 
Top
view post Posted on 30/8/2012, 20:19
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:


..e ovviamente Foch non poteci che aver ragione : Alessandro Bettoni cazzago muore il 28 aprile 1951..... il you tube è quindi sbagliato nella data o è una altro conte Bettoni....


www.giornaledibrescia.it/polopoly_f.../BRESCIA_10.pdf




catturagkk

Uploaded with ImageShack.us
 
Top
foch
view post Posted on 30/8/2012, 22:08




Caro Mufasa, tutto molto interessante.
Il filmato Luce del CSI di Pinerolo del 13 ottobre 1955 mostra in premiazione (e nomina) un conte Bettoni in abito da cavaliere civile. Di certo un parente, ma di una generazione più giovane del Sandro Bettoni classe 1892. C'è anche adesso un giovane Bettoni che monta in concorso e mi informo sul grado di parentela.
Nell'articolo di Bresciaoggi, la nipote descrive la punizione inflitta allo zio per l'episodio dello stendardo, come 'trasferimento nella riserva'. Io l'ho sentita definire diversamente (tanto da privarlo della pensione). Anche su questo indagherò.
A giudicare dalla voce 'littoria' di cui è dotato, lo speaker del filmato Luce si direbbe lo stesso dei tempi dell'orbace. Hai notato? Segno che per lui non c'era stata epurazione.
La cartolina autografa di Bettoni a Emo Capodilista è tua ? Bella. ('Signor Generale', scrive Bettoni al superiore di grado. In Francia , avrebbe scritto: 'Mon général', anzi: 'Mon commandant'.)
Che cosa significa l'affrancatura con segnatasse anzichè con normali francobolli ? Forse in franchigia ? Spiegami, per favore. Mi interessa.

Nell'immagine della Russia dove monta il grigio di proprietà (che era un cavallo da concorso ippico, ma che lui aveva portato in guerra), Bettoni sembra un ufficiale cosacco della Russia zarista (anche perchè è staffato piuttosto corto e bene in appoggio sulla panca della staffa, proprio come ho visto spesso staffati i cosacchi). E che cosa impugna con la destra ? Sembra un bastone da maresciallo, ma sarà una sciabola cosacca che in molti (lo scrive lui) in Savoia avevano adottato.

Grazie.
Foch


 
Top
view post Posted on 31/8/2012, 05:18
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:


... si è mia Foch..... è una cartolina che mi piace molto: ci sono "in questa cartolina" due cariche gloriose della Cavalleria Italiana....

... i francobolli segnatasse erano usati principalmente dalle poste per fare pagare al destinatario una affrancatura insufficente o mancante, quindi immagino vista la deferenza e il rispetto anche nelle righe del mittente Colonnello Bettoni al destinatario Emo Capodilista che era abitudine, vezzo, prassi, mandare tra ufficiali dai campi d'arme che ovviamente erano fuori dei centri abitati la cartolina "tassata"...

Edited by mufasa2 - 31/8/2012, 07:30
 
Top
view post Posted on 31/8/2012, 12:25
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:


.. e sul Bettoni campione di equitazione un bellissimo sito con tutte le sue centinaia di vittorie, i suoi cavalli, i suoi concorsi.....

http://tizianobedonni.blogspot.it/2011/02/...quitazione.html


cliccare numero 5!
 
Top
foch
view post Posted on 31/8/2012, 20:00





CITAZIONE (mufasa2 @ 31/8/2012, 06:18) 
... si è mia Foch..... è una cartolina che mi piace molto
... i francobolli segnatasse erano usati principalmente dalle poste per fare pagare al destinatario una affrancatura insufficente o mancante, quindi immagino vista la deferenza e il rispetto anche nelle righe del mittente Colonnello Bettoni al destinatario Emo Capodilista che era abitudine, vezzo, prassi, mandare tra ufficiali dai campi d'arme che ovviamente erano fuori dei centri abitati la cartolina "tassata"...

Ma i segnatasse sono tutti e due attaccati? anche quello in basso, che sembra solo appoggiato alla cartolina (e in posizione tale da coprire alcune parole)?
Noto due annulli circolari (uno sul segnatasse in alto) e uno a T (=Tassata?). Ne dedurrei che la cartolina è partita priva di affrancatura e tassata all'arrivo. Certo pare strano. Ma forse Bettoni l'aveva affidata all'attendente o altro sottoposto o magari anche a un collega, e costui ha scordato di affrancarla e l'ha imbucata così. Può succedere.

Io credevo che i segnatasse andassero sui pacchi postali. Mio padre, filatelico di vaglia, ha lasciato una collezione (Antichi Stati e Regno) pregevole -a detta dei competenti- perchè completa di posta aerea, colonie, segnatasse, uffici postali all'estero, occupazioni. Il figlio, invece, è ignorante in materia.

Foch

 
Top
view post Posted on 31/8/2012, 20:55
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:


... quello sottoè attaccato con estrema cura solo sulla parte non scritta (destra verso il posto dell'indirizzo) poi con un cartoncino incollato sotto per non attaccarsi sulle ricghe del Colonnello.. un attenzione dell'Ufficio Postale visto il destinatario? non penso che il Colonello Bettoni abbia corso il rischio di far ebrutta figura, come scrivevo pernso che era prassi dai Campi d'Arme (più o meno gli attuali Poligoni Militari ) spedire fuori degli Uffici Postali con questa "licenza"....... anche perchè tra ufficiali di Cavalleria esistevano rigide e consumate consuetudini....
 
Top
view post Posted on 2/11/2012, 17:15
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
2,109
Location:
Rimini

Status:




dietro altre sue cartoline trafficavo in internet e una bella sorpresa..... è posteriore alla nostra discussione perchè la pagina è stata inserita il 22 ott 2012 ma è una ricerca molto interessante....


http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Bettoni_Cazzago
 
Top
foch
view post Posted on 4/11/2012, 18:13




Ieri sera. Suona il telefono. E' un comandante di Nizza (con un lungo servizio da capitano anche in Savoia) che mi onora della sua amicizia, che chiama. Rattristato, mi comunica la morte (alla vigilia, si noti, della festa delle Forze Armate) di un altro reduce superstite di Isbuscenskij, cui in un'occasione avevamo insieme fatto visita nel mantovano dove abitava.

(Questo topic dove abbiamo discusso a lungo della carica del 23 agosto 1942 mi sembra il posto giusto del forum dove darne notizia.)

Di Diego Saccardi, classe 1921, Sergente di Savoia Cavalleria, MAVM guadagnata a Isbuschenskij, si è parlato recentemente anche sul forum, per il libro (edito da Rivista Militare) da lui scritto in occasione del 70mo anniversario della carica. Aveva presenziato alla presentazione dell'opera e (sempre in estate) al conferimento della cittadinanza onoraria di Lonigo (da dove Savoia partì via ferrovia per la Russia) conferita dal comune vicentino ai reduci.
In rete (sito 'Pagine della Difesa') c'è il testo con i suoi ricordi dell'epopea, che qui riassumo (ma vale la pena leggerlo per intero, spoglio com'è di ogni accento retorico e ricco invece di utili notazioni).

Assegnato all'Aviazione alla visita di leva, ma attirato dall'arma di Cavalleria, Saccardi si arruolò il 1° aprile 1940 a Pinerolo e completò con il massimo punteggio il corso per sottufficiali. Invece di farsi assegnare a Novara, come avrebbe potuto, optò per Savoia (in base alla singolare, ma saggia considerazione che essendo lui di un paese a 30 km da Verona e Novara di stanza in quella città, i viaggi a e da casa gli avrebbero preso troppo tempo !).
L'ottimo punteggio finale al corso, gli valse la nomina a istruttore delle reclute (ricordo che Savoia reclutava prevalentemente in Lombardia e Veneto); e data l'importanza dell'incarico e la buona prova da lui data come istruttore, il reggimento partì per la Yugoslavia e poi per la Russia senza di lui rimasto al deposito.
Fu solamente nel maggio 1942 che il Sergente Saccardi raggiunse Savoia in Russia (ad Adjewka, dove il reggimento aveva svernato), assegnato al 3° Squadrone (Cap. Marchio). Fu questo il terzo squadrone a ricevere dal comandante Bettoni l'ordine di caricare i 3000 russi a Isbuschenskij (dopo il 2° Squadrone di De Leone e il 4° di Abba -questo appiedato, quello montato). Il nostro Serg. Saccardi ebbe un compito difficile, perchè il suo capitano si trovò ben presto appiedato e poi senza un braccio e ferito anche all'altro. (Marchio venne aiutato da un caporalmaggiore rimasto senza cavallo a risalire in sella e insieme rientrarono nelle linee). Operando al meglio e di sua iniziativa, Saccardi dopo la carica aggregò a sè pochi commilitoni rimasti isolati e appiedati ma forniti di mitragliatrice, e brandendo quella rifece il percorso inverso spingendo innanzi 75 russi prigionieri.
Lo attendevano l'Argento, un rimpatrio anticipato (in treno ospedale via Leopoli e Brennero) perchè colpito da tifo petecchiale, e tre mesi di convalescenza. Di nuovo al deposito reggimentale a Milano, il 12 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi, ma con pochi altri commilitoni si sottrae alla deportazione in Germania fuggendo dalla caserma attraverso le fogne. Non risponde alla chiamata di arruolamento nella RSI ed entra invece nell'Organizzazione Tod (con tanto di esenzione dal servizio nell'esercito di Graziani).

Ricordare il valoroso Sergente Saccardi è stato il modo miglior di celebrare questo 4 Novembre. Ne ricordo l'ospitalità offertami nella sua casa di Rivolta sul Mincio vicino a Mantova (ospitalità genuina come il salame di sua produzione) e sono lieto di avergli potuto usare in seguito una piccola cortesia per la quale molto mi ringraziò. Rimane il rimpianto di non aver fatto in tempo a farmi apporre di suo pugno una dedica su una copia del recente suo libro.
Onore a lui !
Foch





 
Top
49 replies since 16/8/2012, 10:44   5622 views
  Share