Prima Guerra Mondiale, Fucilazioni e Decimazioni, ricerca su un fucilato

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view post Posted on 6/4/2013, 18:03


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Ciao a tutti gli amici del forum, consultando un noto libro dedicato alla prima guerra mondiale ho trovato la foto di un manifesto che informava la cittadinanza circa la cattura di alcuni "disertori". Lo stesso manifesto riferiva che tutti erano stati catturati citando anche le località della cattura e le pene inflitte, uno di questi però, in quanto recidivo veniva immediatamente fucilato.
Di questi soldati era riportato anche il luogo e la data di nascita. Il fucilato, fatalità, era nato in un bel paesino montano non troppo popolato, non lontano da casa mia e pertanto mi sono recato in Comune a svolgere alcune ricerche, ovvero volevo scoprire in che termini era stato comunicato ai familiari come era avvenuta la dipartita e se erano stati informati che era stato fucilato.
Nella piazza del paese, sulla facciata del Comune una lapide ricorda i caduti del conflitto 15-18, l'ultimo nome scolpito è quello del nostro "disertore"....dalla ricerca fatta dall'archivio comunale però finora non giungono notizie, ovvero si trovano registrati i vari caduti, in alcuni casi è specificato anche come sono morti, ma la maggior parte li definisce solo come "caduti". Nulla si trova sul nostro disertore, solo l'atto di nascita, eppure qualcuno in paese ha comunicato che era caduto nel conflitto in quanto sulla lapide c'è nome completo e anno di morte che coincide con quello della sentenza pubblicata sul manifesto.
L'ufficiale d'anagrafe, che tra l'altro è appassionato di storia locale si è preso a cuore la faccenda e sta continuando la ricerca.
Volevo chiedervi se qualcuno a già fatto simili ricerche in merito a soldati fucilati per diserzione se sapete come questa notizia veniva data ai familiari o se la cosa passava sotto silenzio con un frase di circostanza come per un qualsiasi caduto.
Grazie!
 
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schveik
view post Posted on 6/4/2013, 23:51




Visto che hai nome, luogo e data di nascita puoi richiedere il foglio matricolare e vedere lì come è trattato l'argomento.

L'argomento è interessante, leggendo la letteratura bellica della prima guerra, libri di memorie etc mi sono reso conto del fatto che la minaccia a mano armata, e possibile conseguente uccisione sul posto del renitente all'ordine da parte del superiore era molto più diffusa di quanto si possa credere oggi.
D'altra parte, viste le numerose incoraggianti circolari di Cadorna sull'argomento, immagino che gli ufficiali si sentissero pienamente giustificati e non avessero particolari remore nell'atto.
Ciò a prescindere dalle fucilazioni "ufficiali" che assommano a alcune centinaia, vedi p.e. il libro "E.Forcella-A.Monticone, Plotone di esecuzione. I processi nella prima guerra mondiale, Laterza, 1998".

L'impressione è che siano state molte di più, e al momento non calcolabili, le uccisioni sommarie sul posto.

Le prime citazioni che mi vengono in mente:
in "Quattro anni senza dio" dell'ufficiale Armando Lodolini l'autore mette spesso mano alla pistola per farsi ubbidire dai soldati. Il fatto che ne scriva ripetutamente senza alcun problema significa che l'atteggiamento faceva assolutamente parte della normalità.

In "A chi", il primo libri sugli arditi di C. Morandi l'ultima parte è un "super romanzo di guerra", nel quale l'autore appena arrivato in trincea rischia immediatamente, a causa di un equivoco, di essere legato fuori dalla trincea ed esposto ai tiri austriaci.

In "Caporetto, giorni d'inferno" di A. Di Gilio, che ho per caso sottomano, nella relazione del col. Cannoniere a pag. 163 si riporta testualmente "S'invitarono anche i predetti comandanti ad ottenere dai Comandi di Divisione delle mitragliatrici per scorta dei pezzi e per falciare le nostre fanterie se esse abbandonassero le trincee."
Anche qui è evidente l'assoluta normalità della richiesta.

Sembra piuttosto chiaro che l'uccisione sommaria faceva parte della normale dinamica dell'esercito italiano nella prima guerra.

L'argomento delle esecuzioni sommarie "non ufficiali" è estremamente interessante ma non mi risulta alcuna opera che ne tratti in maniera storicizzata.
Cento anni dopo gli avvenimenti l'interdetto sull'argomento è evidentemente ancora operante.
 
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view post Posted on 7/4/2013, 07:27


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CITAZIONE (ardito75 @ 6/4/2013, 19:03) 
Ciao a tutti gli amici del forum, consultando un noto libro dedicato alla prima guerra mondiale ho trovato la foto di un manifesto che informava la cittadinanza circa la cattura di alcuni "disertori". Lo stesso manifesto riferiva che tutti erano stati catturati citando anche le località della cattura e le pene inflitte, uno di questi però, in quanto recidivo veniva immediatamente fucilato.
Di questi soldati era riportato anche il luogo e la data di nascita. Il fucilato, fatalità, era nato in un bel paesino montano non troppo popolato, non lontano da casa mia e pertanto mi sono recato in Comune a svolgere alcune ricerche, ovvero volevo scoprire in che termini era stato comunicato ai familiari come era avvenuta la dipartita e se erano stati informati che era stato fucilato.
Nella piazza del paese, sulla facciata del Comune una lapide ricorda i caduti del conflitto 15-18, l'ultimo nome scolpito è quello del nostro "disertore"....dalla ricerca fatta dall'archivio comunale però finora non giungono notizie, ovvero si trovano registrati i vari caduti, in alcuni casi è specificato anche come sono morti, ma la maggior parte li definisce solo come "caduti". Nulla si trova sul nostro disertore, solo l'atto di nascita, eppure qualcuno in paese ha comunicato che era caduto nel conflitto in quanto sulla lapide c'è nome completo e anno di morte che coincide con quello della sentenza pubblicata sul manifesto.
L'ufficiale d'anagrafe, che tra l'altro è appassionato di storia locale si è preso a cuore la faccenda e sta continuando la ricerca.
Volevo chiedervi se qualcuno a già fatto simili ricerche in merito a soldati fucilati per diserzione se sapete come questa notizia veniva data ai familiari o se la cosa passava sotto silenzio con un frase di circostanza come per un qualsiasi caduto.
Grazie!

ciao, ardito. vorrei chiederti perchè, dopo cent'anni...ma forse è solo perchè la parola "disertore", mi suona maligna.
 
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view post Posted on 7/4/2013, 09:51


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ciao, ardito. vorrei chiederti perchè, dopo cent'anni...ma forse è solo perchè la parola "disertore", mi suona maligna.
[/QUOTE]
Ciao, ti riferisci a perchè cerco di indagare la storia o a perchè l'ho chiamato talvota disertore?
Indago la storia, con l'aiuto di voi amici del forum, perchè come a scritto il nosto amico poco sopra l'argomento è scottante ancora oggi e mi pare giusto condividere con voi la mia ricerca e i frutti che darà se ne darà. Per quanto riguarda invece il termine "disertore", concordo con te sulla sconvenienza del termine e infatti per quello l'ho virgolettato però è pur vero che sulla sentenza l'accusa è: " accusati di diserzione in presenza del nemico" quindi in termini squisitamente giuridici di disertore si tratta.
I travagli dell'animo che queste persone, strappate da una amena vita contadina e sbattute in prima linea per combattere una feroce guerra, magari neppure capita e compresa, i dilemmi e le paure che hanno vissuto, possiamo solo immaginarli e per questo, a distanza di centoanni, anche questi caduti vanno rispettati, indagati, studiati e compresi.
 
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view post Posted on 7/4/2013, 10:30


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bravo Ardito75, è proprio quello che volevo invitari a pensare. mi chiedo se è giusto infangare la memoria di un uomo che, per una serie di motivi che non stiamo ad indagare, non è riuscito a tenere di fronte al nemico. se è giusto che sia tra i "caduti" nella lapide sulla facciata del comune poi...certo che è giusto! anche lui, ha dato la vita in quella guerra.
 
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view post Posted on 7/4/2013, 13:44


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CITAZIONE (malies @ 7/4/2013, 11:30) 
bravo Ardito75, è proprio quello che volevo invitari a pensare. mi chiedo se è giusto infangare la memoria di un uomo che, per una serie di motivi che non stiamo ad indagare, non è riuscito a tenere di fronte al nemico. se è giusto che sia tra i "caduti" nella lapide sulla facciata del comune poi...certo che è giusto! anche lui, ha dato la vita in quella guerra.

Infatti! Nessuno vuole questo! I discendenti del soldato sono noti al mio amico dell'anagrafe, come anzidetto il paesello è piccolo e tutti si conoscono, però non sono e non saranno interpellati appunto per non scuotere anime e coscienze nonstante siano passati cento anni.
Il nostro scopo è riuscire a capire come , all'epoca, era comunicato a un Ente o a una famiglia, l'avvenuta morte di un uomo/familiare non per causa del nemico ma per mano della "giustizia militare".
Nessuno di voi amici del forum ha trovato materiale originale durante le proprie ricerche di simili comunicazioni?
Grazie
 
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view post Posted on 7/4/2013, 18:48
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La Storia non è possibile nè cambiarla nè giudicarla, ma esaminarne i vari aspetti si. E' un argomento senz'altro molto forte e poco si sà perchè si è sempre voluto sorvolare sugli aspetti che riguardano la codardia vera o presunta dei soldati di fronte al nemico.
Dagli interventi qui presentati si è portati a credere che durante la Grande Guerra i Signori Ufficiali ben sapevano usare la loro pistola d'ordinanza nei confronti dei sottoposti non troppo coraggiosi da passare per le armi seduta stante.
Ovviamente, se il responsabile non era preso nell'immediatezza dell'azione, veniva portato davanti a un tribunale e in caso di condanna diventava carne da plotone di esecuzione.
Qualcuno sà come si svolgeva il servizio di Polizia Militare dei Reali Carabinieri durante l'avanzata in massa di interi reggimenti?

Strumpadori
 
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view post Posted on 7/4/2013, 19:55
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Gli "areoplani", come venivano allora chiamati Reali Carabinieri per il tipico copricato, indipendentemente dalle loro funzioni, non erano mai ben visti dalla truppa:
Vi ricordate il film "Uomini contro" ?
Ciao. Federico.
 
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schveik
view post Posted on 7/4/2013, 21:20




CITAZIONE
Qualcuno sà come si svolgeva il servizio di Polizia Militare dei Reali Carabinieri durante l'avanzata in massa di interi reggimenti?

Ecco una risposta ad esempio:

Cesare De Simone, tratto da “L’Isonzo mormorava”:

"Tutte le volte che c'era un attacco arrivavano i carabinieri. Entravano nelle nostre trincee, i loro ufficiali li facevano mettere in fila dietro di noi e noi sapevamo che - quando sarebbe stata l'ora- avrebbero sparato addosso a chiunque si fosse attardato nei camminamenti invece di andare all'assalto. Questo succedeva spesso. C'erano dei soldati, ce n'erano sempre, che avevano paura di uscire fuori dalla trincea quando le mitragliatrici austriache sparavano all'impazzata contro di noi. Allora i carabinieri li prendevano e li fucilavano. A volte era l'ufficiale che li ammazzava a rivoltellate."

Dal sito

www.storiaxxisecolo.it/grandeguerra/gmdocu6.htm
 
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Orbace
view post Posted on 7/4/2013, 22:38




CITAZIONE (schveik @ 7/4/2013, 22:20) 
Cesare De Simone, tratto da “L’Isonzo mormorava”: ...

Impressionante.
A caldo sembra un'esagerata crudeltà, ma non mi sento di indignarmi per quest'uso. Sarà anche così che vincemmo quella guerra?
 
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view post Posted on 8/4/2013, 00:26
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CITAZIONE (Orbace @ 7/4/2013, 23:38) 
CITAZIONE (schveik @ 7/4/2013, 22:20) 
Cesare De Simone, tratto da “L’Isonzo mormorava”: ...

Impressionante.
A caldo sembra un'esagerata crudeltà, ma non mi sento di indignarmi per quest'uso. Sarà anche così che vincemmo quella guerra?

Ed i "carabinieri" dei nostri "nemici" come si comportavano?
Ciao. Federico.
 
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view post Posted on 8/4/2013, 07:25


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Salve a tutti gli utenti del Forum, mi sono imbattuto anch'io per caso in una ricerca simile a questa ma ambientata nella seconda guerra mondiale. Tuttavia si trattava di una sentenza eseguita con processo e non di fucilazione sommaria. Un nostro soldato in juogoslavia aveva disubbidito a un proprio sergente e ferito lo stesso. Processato è stato condannato a morte per fucilazione, all'anagrafe, oltre alla comunicazione dell'esecuzione avvenuta e conseguente atto di morte era pervenuata un'altra nota che mi ha fatto riflettere molto sulla semplicità della persona e la povertà delle cose possedute, era la comunicazione che restituiva gli effetti personali del defunto. Badate bene, in deposito al Comune, i familiari avvisati se lo desideravano dovevano andarseli a prendere. Mi ricordo che la nota riportava: un portafoglio parzialmente scucito, un santino sgualcito, alcuni spiccioli, un sacchetto con tabacco e delle carte da sigaretta, filo ed ago, un rosario, dei fiammiferi, un libro ed altre povere cose...
Ancora oggi quando incontro suo fratello, di una decina di anni più giovane, mi verrebbe voglia di chiedere qualcosa ma non ci riesco...
 
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view post Posted on 8/4/2013, 08:12


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Ciao, il caso cmq presenta molte analogie, l'estrazione sociale, il contesto bellico, e la fine per mano fraterna....Devo cmq precisare che anche per questo soldato della prima guerra c'è stato un processo, celebrato in Raossi il 06-02-1918 giorno stesso della fucilazione, a presiderlo era il Tribunale di guerra del V Corpo d'Armata, i processati erano 5 "disertori", tutti facenti parte della Compagnia Speciale Alpini del Battaglione Val Toce ( come indicato nel manifesto del processo), tutti condannati all'ergastolo previa degradazione, ad eccezzione del nostro soldato che fu fucilato in quanto recidivo.
Lo stesso era nato nel 1896 quindi aveva 22 anni al momento della fucilazione.
Queste informazioni si trovano scritte sul manifesto del processo pubblicato a sentenza avvenuta.
 
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view post Posted on 23/9/2014, 08:45


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cari amici del forum dopo un anno posso portarvi le ultime e conclusive notizie sulla ricerca che intrapresi sulla sorte del militare fucilato. Dunque come già dissi nulla trovai negli archivi comunali.più fortunato sono stato con quelli parrocchiali dove nel registro del parroco ho trovato annotato che il tale era morto x fucilazione. Sentiti poi dei familiari aprendevo che in paese era rimasto solo un ramo della famiglia perché i genitori del caduto emigrarono nei primi anni venti.il motivo fu, pare, anche la causa della morte del figlio che all'epoca si rifugio' dal prete che poi lo convinse a consegnarsi. Non ho trovato altro. A voi i commenti.
 
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view post Posted on 23/9/2014, 09:25


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Onore e ideali a parte secondo voi come si sono giustificati alla fine del conflitto tutti gli ufficiali che hanno tenuto un comportamento come questo colonnello?
Ci sono sentenze per provvedimenti disciplinari eccessivi nei confronti dei soldati da parte degli ufficiali ?

Silvio D' Amico, Diario di guerra (in: Corriere della Sera del 30 marzo 1980, rid.)

"I discorsi dei fanti non sono allegri. E oggi parlavano sul tema: fucilazioni. Che è il più lugubre. Che c'è di vero nei racconti delle iniquità e delle ingiustizie senza nome attribuite ai tribunali militari? Serrentino racconta di come fu mandato a morire sotto il fuoco nemico un aspirante di diciannove anni, arrivato da tre ore in trincea, i cui uomini si erano sbandati davanti alle mitragliatrici austriache.

Ma il fatto più atroce è un altro. Presso un reggimento di fanteria, avviene un'insurrezione. Si tirano dei colpi di fucile, si grida non vogliamo andare in trincea. Il colonnello ordina un'inchiesta, ma i colpevoli non sono scoperti. Allora comanda che siano estratti a sorte dieci uomini; e siano fucilati. Sennonché, i fatti erano avvenuti il 28 del mese, e il giudizio era pronunciato il 30. Il 29 del mese erano arrivati i " complementi", inviati a colmare i vuoti prodotti dalle battaglie già sostenute: 30 uomini per ciascuna compagnia. Si domanda al colonnello: "Dobbiamo imbussolare anche i nomi dei complementi? Essi non possono aver preso parte al tumulto del 28: sono arrivati il 29 ". Il colonnello risponde:." Imbussolate tutti i nomi". Così avviene che, su dieci uomini da fucilare, due degli estratti sono complementi arrivati il 29. All'ora della fucilazione la scena è feroce. Uno dei due complementi, entrambi di classi anziane, è svenuto. Ma l'altro, bendato, cerca col viso da che parte sia il comandante del reggimento, chiamando a gran voce: "Signor colonnello! signor colonnello! ". Si fa un silenzio di tomba. Il colonnello deve rispondere. Risponde: "Che c'è figliuolo? ".

" Signor colonnello! " grida l'uomo bendato "io sono della classe del '75. Io sono padre di famiglia. Io il giorno 28 non c'ero. In nome di Dio! ". "Figliuolo" risponde paterno il colonnello "io non posso cercare tutti quelli che c'erano e che non c'erano. La nostra giustizia fa quello che può. Se tu sei innocente, Dio te ne terrà conto. Confida in Dio".
 
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