| Ignorando quale sia il Regolamento citato da MARESCIALLO 93, non posso condividere quanto da lui affermato. A mio sapere i soci dell'A.N.C. seguono le disposizioni dello Statuto del 1924 che, da allora, ha subito poche e trascurabili modifiche e solo in questi tempi la Presidenza Nazionale ha sentito l'esigenza di nominare una Commissione per lo studio per l'aggiornamento di talune parti del medesimo Statuto. Non mi sono mai preso la briga di cercare di conoscere lo Statuto in parola ma non credo vi siano indicazioni specifiche riguardo il copricapo e il colletto. Ritengo che, solo per un criterio di uniformità, ai soci venisse chiesto di indossare la bustina in panno turchino e gli alamari privati della stella così come accade per le altre associazione d'arma. Non ho mai avuto modo di vedere fotogrammi prebellici che raffigurino soci ANC con bustina e colletto per cui ritengo che ciò si sia sviluppato nel tardo secondo dopoguerra. In tale contesto si spiegherebbe l'uso generalizzato del fregio metallico che era l'unico proporzionalmente utilizzabile. Inoltre, fino agli anni '70, la gran parte dei soci ANC poteva essere Appuntato, Maresciallo o Ufficiale per cui, tra tanti paritetici non doveva poi essere molto sentito l'ostentazione del simbolo del grado. Con il galoppante boom economico che suggeriva a molti sottufficiali il congedo per reimpiegarsi in altri settori di lavoro e con il grande afflusso di Carabinieri Ausiliari registrato negli anni '70, forse è stata sentita anche maggiormente la necessità di evidenziare il grado raggiunto e le riforme sopravvenute a far data dagli anni '90 hanno fatto fiorire una rigogliosa e nutrita schiera per ogni avanzamento tanto che in molti hanno guarnito in maniera folcloristica bustine e baschi con fregi di differenti tipologia, con i simboli dell'ultimo grado rivestito in servizio, con i nastrini delle decorazioni concesse e anche con brevetti di specialità (paracadutista, carrista, etc.). Per quanto riguarda il modello del berretto a busta non credo sia stato codificato alcunchè ma solo inteso, in qiualche modo, che i soci indossassero una bustina di panno turchino con profilo colorato (azzurro-scarlatto). Si non viste infatti bustine alte e bustine basse, con i lembi terminanti sul centro della fronte e con ia fascia circolante con una estremità che andava diagonalmente abbassandosi quasi sulla fronte e anche con i lembi sagomati. Addirittura, durante una funzione per la ricorrenza della Virgo Fidelis, un socio aveva una bustina priva di lembi con i profili che decoravano per metà la cucitura superiore e poi si abbassavano davanti la fronte. E, su queste, fregi frontali o appena laterali, di metallo o di canutiglia, argentati o dorati o anche screziati. Insegne di grado realizzate con un distintivo attuale metallico da contraspallina oppure con uno in tessuto per la parte omerale, con la sottopannatura contornata oppure applicati direttamente sul copricapo. Anche per gli alamari si sono viste neumerose differenzazioni: da quelli stampati in lamierino privi di stella (indicati come destinati agli indigeni dell'AFIS), a quelli in canutiglia, da quelli in plastica arricchiti da una minuscola coppia speculare di fregi a quelli in metallo ideati e distribuiti dagli anni '80 in poi.
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