3 Vest E.I. - Dupont Folgore, Radar Nibbio, Arktis 1601

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LordLovat
view post Posted on 1/6/2016, 08:45 by: LordLovat


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Possiedo anche io l'Arktis 1601 ed è fantastico. Comodo, robusto, spazioso il giusto. Ho spesso riscontrato due caratteristiche nei tactical vest non modulari: tasche troppo piccole (il vest ne guadagna in aderenza e può essere un vantaggio) oppure troppo voluminose e l'operatore diventa più largo che lungo. Questo invece è perfetto. Portacaricatori sul davanti e due tasche più grandi sui lati (una per lato, ottime per la borraccia e credo anche per una cassetta per MINIMI da 200 colpi). Sacca porta camelbak sulla schiena e due tasche più piccole sul petto, perfette per una bussola o una piccola trasmittente + un coltello pieghevole di generose dimensioni. Inglobate nella struttura a rete, sul ventre ci sono due tasche ad apertura verticale tramite zip: una è ottima per le mappe e l'altra contiene una fondina per pistola. All'interno, all'altezza della vita, ci sono circa 6 passanti per cintura. Io uso una pinroll belt o comunque una cintura piuttosto alta ma al contempo semplice, piatta e non rigida. E' essenziale per rendere il vest stabile quando è a pieno carico. Il mio è in pattern DPM ma come già è stato scritto, si trova in molti mimetismi. Alcuni operatori del SAS, quando compiono lunghi pattugliamenti in Belize e non utilizzando plate carrier, ricorrono ancora a questo jacket. Il 1601 è usato anche dalla Legione Straniera (in mimetismo CE) in addestramento o in operazioni che non richiedano l'utilizzo di protezioni balistiche.

Il tactical vest normalmente diffuso nell'EI è in pratica una copia del classico MOD Combat Vest del British Army, ma può avere alcune (penso 2 o 4) tasche modulari, che lo fanno somigliare molto al Radar mostrato in questo post (che d'altra parte deriva proprio dal Combat Vest). Confermo che anche nelle Truppe Alpine è ampiamente diffuso il modello con alcune tasche amovibili. Le ditte produttrici sono varie e come al solito dipende dai contratti. Personalmente non lo trovo malissimo, c'è di peggio ma anche di molto meglio. Sicuramente è migliore dei vest croati che molti soldati italiani compravano di tasca propria in occasione della missione in Bosnia nel '96.
Per quanto riguarda gli Ephod nel periodo di Timor, c'erano essenzialmente 3 varianti. Ephod 24 ore, Ephod 48 ore, Ephod 3^ generazione (anche se questa definizione potrebbe essere impropria).
Il 24 ore è quello più diffuso che tutti abbiamo visto a partire da Libano '82: riconoscibile per i lunghi spallacci e le tasche attorno alla vita, terminanti con un tascapane e un attacco per zainetto a livello delle scapole. Il modello 48 ore somiglia un po' - sul davanti -al Combat Vest britannico: ha le tasche su tutto il torso, un grosso tascapane e uno zainetto integrato di buone dimensioni. Il 48 ore (come suggerisce il nome) dovrebbe essere concepito per trasportare armi e viveri per operazioni di 2 giorni ed è veramente capiente ma a pieno carico diventa davvero enorme, fino a risultare eccessivo negli ingombri. Credo che per questo motivo fosse meno diffuso del classico 24. L'Ephod di 3^ gen. ha un design molto americano: abbastanza asciutto ed essenziale, con pochi punti in cui impigliarsi, ha portacaricatori abbastanza aderenti e uno zainetto a soffietto sulla schiena. L'ho visto utilizzato da operatori del Col Moschin in Bosnia.
 
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14 replies since 28/5/2016, 11:39   4699 views
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