Armi Garibaldini 1860

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view post Posted on 26/1/2018, 12:05


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Salve a tutti

Volendo produrre una serie di Garibaldini (esercito meridionale 1860) in scala 1/56 (28mm) vorrei fare qualche domanda sulle armi.
A questo proposito prima vorrei scusarmi con chi mi ha chiesto di postare le foto delle miniature sul Risorgimento che ho già prodotto (Carabinieri Esteri e Cacciatori Borbonici) ma ancora non ho capito come fare,volevo mettere il link del sito web ma non so se posso.
Sottolineo comunque che non sono uno scultore, le miniature le ho commissionate
Le domande:

1 avevano i moschetti piemontesi mod. 1844?
2 le varie unità di bersaglieri (Tanara, Milano, Bronzetti, etc..) avevano la carabina da Bersagliere mod. 1856?

E' sicuro che i Carabinieri Genovesi avevano la carabina svizzera modello 1851, ma le altre unità di Bersaglieri avevano un moschetto o la carabina?

Ho inoltre trovato che dopo Milazzo Garibaldi ricevette circa 23.000 moschetti enfield inglesi modello 1853 più alcuni cannoni rigati di cui 2 a retrocarica, se così l'Esercito Meridionale non era poi così mal equipaggiato, almeno sul Volturno.

è quindi probabile che avessero anche questi enfield?


Claudio.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 12:31
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La Campagna garibaldina del 1860 bisogna dividerla almeno in due periodi: quella che passò alla storia come «La Spedizione dei Mille» e il suo proseguimento come «Esercito Meridionale».

I Volontari che salpano da Quarto la mattina del 6 maggio hanno a disposizione un armamento composto da vecchi fucili trasformati a capsula dalla pietra focaia, scarto dell’esercito Piemontese che di solito scartava ben poco, e in numero tale da non bastare per tutti trattandosi di 1.019 fucili inglesi a canna liscia (del modello «India Pattern musket», meglio noti come Brown Bess, che erano, appunto, del modello smesso dall’esercito inglese in India, forniti al Governo Sardo nel 1815, trasformati poi a capsula dalla pietra focaia), senza munizioni tanto che Garibaldi dovette fermarsi a Talamone per provvedervi.
Le palle che però trovarono e quelle che dovettero fondersi durante la traversata erano di calibro «piemontese», cioè di mm 16,6 che con più giri di carta andavano bene per i fucili d'ordinanza di mm 17,5 contro i mm 19,3 dei fucili inglesi. Un "vento" enorme che non poteva che dare risultati pessimi in fatto di tiro. Questo particolare sarà ricordato da alcuni volontari nelle loro Memorie, come per esempio il bergamasco Sylva:
«… Le munizioni erano a palla sferica di calibro minore di quello de la canna e quindi, per impedire che capovolgendo l’arma carica, la palla ne scivolasse fuori, bisognava raccomandarsi a l’abbondanza de lo stoppaccio. [...] noi ridiamo de la miseria morale dei Cavour e compagnia bella, i quali ci sequestrarono le carabine Enfield, per gabellarci queste specie di pesanti scope».
E se a ciò aggiungiamo anche lo stato pietoso in cui versavano dove la ruggine la faceva da padrone, beh non si può se non ammirare questi coraggiosi armati soprattutto della loro incoscienza e coraggio.

Solo i Carabinieri Genovesi «vestiti come tutta la spedizione dei loro panni alla paesana» partono con le loro amate e collaudate carabine svizzere con le quali da anni si esercitavano al tiro in vista proprio delle future Campagne risorgimentali. Non tutte però erano del modello Federale 1851, alcune erano delle Cantonali, sempre comunque rigate e precise.

Il loro abbigliamento era dunque quello di tutti i giorni come viene ben evidenziato in questo quadro conservato nell’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento di Genova.

QuartoMazziniano


L'alba del 6 maggio e il particolare che mostra due Carabinieri Genovesi armati di carabine svizzere.


Le camicie rosse si videro solo a Talamone ma in numero insufficiente essendo solo 280, che crearono qualche tafferuglio.

Solo il 17 giugno arrivarono i primi aiuti con la «Spedizione Medici» che sbarca con circa 3.500 uomini, 8.848 fucili di riserva (3.429 erano Enfield inglesi, di cui 1.428 donati dal Municipio di Firenze e definiti «carabine» perché a canna rigata; 4.850 francesi M° 1822; 200 belgi e 369 di varia provenienza) e 8 obici da montagna. Arriveranno anche revolver e carabine-revolver di Colt e poi anche i fucili Prussiani a canna liscia. I fucili Prussiani così come gli Enfield erano punzonati sulla culatta: « FONDO GARIBALDI N°».

Possiamo quindi supporre che i vari «bersaglieri» fossero stati armati con fucili rigati, ma di quale modello è difficile a sapersi.

Non va dimenticato che anche un reparto borbonico era armato di carabine svizzere come ci dice questa testimonianza e la foto che segue:
« Il 13° Battaglione Cacciatori, composto di mercenari svizzeri, ebbe in dotazione una carabina modello Federale Svizzero 1851, a percussione, con canna rigata a sei righe (sic), calibro mm. 10,5»

Carab510523


e tutta la fanteria e i Battaglioni Cacciatori erano equipaggiati con armi rigate.

A te le conclusioni.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 12:32
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Salve,i garibaldini non avevano armi d'ordinanza ma tutto quello che riuscivano a recuperare. Con l'avanzare della campagna sempre piu' armi napoletane recuperate sul campo di battaglia.I corpi dei bersaglieri,tutti volontari coesi tra loro, erano equipaggiati con armi personali e di ottima qualita tipo carabine svizzere, le piu' precise del tempo. Quindi compresi gli Enfield niente d'ordinanza specifica. Le camice rosse (solo dalla campagna del 1866) insomma, si arrangiavano.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 16:11


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Grazie per le risposte.

Quindi armi di diversa provenienza e magari anche all'interno delle varie unità si potevano avere tipologie diverse.

Cleombroto sai dirmi il calibro e la provenienza degli 8 obici da montagna?

I Cacciatori Napoletani (secondo le fonti che ho) avevano però delle carabine prodotte in Belgio, solo la compagnia scelta aveva quelle svizzere.
La baionetta sembra una daga e non la yatagan. Sai di che hanno è la foto?

...volevo dire la compagnia scelta del 13° perché gli altri Battaglioni non avevano compagnie scelte.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 16:38
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Se mi fossi reso conto che Cleombroto aveva gia' risposto, mi sarei astenuto dall'aggiungere cose note,comunque le carabine da cacciatori napoletani erano di maggioranza di fabbricazione nazionale e sole le prime dotazioni erano di fabbricazione belga ed avevano la baionetta yatagan con fodero in cuoio simile alla 1842 francese.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 16:59
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La foto dovrebbe essere del 1860, sto andando a memoria ma credo di non sbagliarmi.

Non si sa di preciso, o almeno io non lo so, se l'armamento era almeno omogeneo nei diversi reparti garibaldini perché tutto può essere.

Non so il calibro degli obici, ciò che viene riportato è che avevano una dotazione di 800 colpi a pezzo.

I Battaglioni Cacciatori napoletani avevano in dotazione la carabina M° 1850, prima costruita in Belgio e poi nella fabbrica napoletana dotata di baionetta con lama a fiamma, o a yatagan che dir si voglia, con fodero in cuoio, come giustamente dice lucianorosso48.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 17:37


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Grazie ancora per le risposte.

Il 13° cambiò denominazione in 3° Carabinieri Esteri nel Febbraio 1860, forse la foto è antecedente.
Peccato non si riesca a capire il colore delle mostre, dovrebbero essere gialle ma dalla foto sembrano molto scure.
 
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view post Posted on 15/3/2018, 17:00
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CITAZIONE (Cleombroto @ 27/1/2018, 12:31) 
La Campagna garibaldina del 1860 bisogna dividerla almeno in due periodi: quella che passò alla storia come «La Spedizione dei Mille» e il suo proseguimento come «Esercito Meridionale».

I Volontari che salpano da Quarto la mattina del 6 maggio hanno a disposizione un armamento composto da vecchi fucili trasformati a capsula dalla pietra focaia, scarto dell’esercito Piemontese che di solito scartava ben poco, e in numero tale da non bastare per tutti trattandosi di 1.019 fucili inglesi a canna liscia (del modello «India Pattern musket», meglio noti come Brown Bess, che erano, appunto, del modello smesso dall’esercito inglese in India, forniti al Governo Sardo nel 1815, trasformati poi a capsula dalla pietra focaia), senza munizioni tanto che Garibaldi dovette fermarsi a Talamone per provvedervi.
Le palle che però trovarono e quelle che dovettero fondersi durante la traversata erano di calibro «piemontese», cioè di mm 16,6 che con più giri di carta andavano bene per i fucili d'ordinanza di mm 17,5 contro i mm 19,3 dei fucili inglesi. Un "vento" enorme che non poteva che dare risultati pessimi in fatto di tiro. Questo particolare sarà ricordato da alcuni volontari nelle loro Memorie, come per esempio il bergamasco Sylva:
«… Le munizioni erano a palla sferica di calibro minore di quello de la canna e quindi, per impedire che capovolgendo l’arma carica, la palla ne scivolasse fuori, bisognava raccomandarsi a l’abbondanza de lo stoppaccio. [...] noi ridiamo de la miseria morale dei Cavour e compagnia bella, i quali ci sequestrarono le carabine Enfield, per gabellarci queste specie di pesanti scope».
E se a ciò aggiungiamo anche lo stato pietoso in cui versavano dove la ruggine la faceva da padrone, beh non si può se non ammirare questi coraggiosi armati soprattutto della loro incoscienza e coraggio.

Solo i Carabinieri Genovesi «vestiti come tutta la spedizione dei loro panni alla paesana» partono con le loro amate e collaudate carabine svizzere con le quali da anni si esercitavano al tiro in vista proprio delle future Campagne risorgimentali. Non tutte però erano del modello Federale 1851, alcune erano delle Cantonali, sempre comunque rigate e precise.

Il loro abbigliamento era dunque quello di tutti i giorni come viene ben evidenziato in questo quadro conservato nell’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento di Genova.

QuartoMazziniano


L'alba del 6 maggio e il particolare che mostra due Carabinieri Genovesi armati di carabine svizzere.


Le camicie rosse si videro solo a Talamone ma in numero insufficiente essendo solo 280, che crearono qualche tafferuglio.

Solo il 17 giugno arrivarono i primi aiuti con la «Spedizione Medici» che sbarca con circa 3.500 uomini, 8.848 fucili di riserva (3.429 erano Enfield inglesi, di cui 1.428 donati dal Municipio di Firenze e definiti «carabine» perché a canna rigata; 4.850 francesi M° 1822; 200 belgi e 369 di varia provenienza) e 8 obici da montagna. Arriveranno anche revolver e carabine-revolver di Colt e poi anche i fucili Prussiani a canna liscia. I fucili Prussiani così come gli Enfield erano punzonati sulla culatta: « FONDO GARIBALDI N°».

Possiamo quindi supporre che i vari «bersaglieri» fossero stati armati con fucili rigati, ma di quale modello è difficile a sapersi.

Non va dimenticato che anche un reparto borbonico era armato di carabine svizzere come ci dice questa testimonianza e la foto che segue:
« Il 13° Battaglione Cacciatori, composto di mercenari svizzeri, ebbe in dotazione una carabina modello Federale Svizzero 1851, a percussione, con canna rigata a sei righe (sic), calibro mm. 10,5»

Carab510523


e tutta la fanteria e i Battaglioni Cacciatori erano equipaggiati con armi rigate.

A te le conclusioni.

Veramente molto interessante, grazie!!!
 
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