CITAZIONE (kanister @ 25/5/2018, 08:39)
Come veniva amministrata la giustizia? A caso, esattamente come oggi.
Ti faccio un esempio che Ghirghi conosce abbastanza bene, dato che riguarda la sua brigata. Ma te ne potrei segnalare decine di altri.
Tre partigiani entrano a forza in una casa di civili, violentano una donna e rubano vario materiale tra cui un paio di calze.
Riconosciuti vengono processati e "condannati": uno viene fucilato, uno viene lasciato per qualche tempo legato ad una colonna di un porticato e il terzo ne esce indenne "perchè troppo giovane".
Se rcordo bene il terzo era parente di un alto esponente della brigata, ma dovrei controllare.
Tutto documentato nel verbale del processo.
Che te ne pare?
L’amico Kanister spesso parla per enigmi. Che cosa significa: “A caso, esattamente come oggi”? L’episodio che ha citato è veritiero, ma con qualche inesattezza. Quello legato alla colonna, ad eempio, vi era stato fucilato. Lo relaziona anche il parroco del paese.
Oltre a quello potremmo ricordare il caso di due partigiani che, trovato un assegno bancario, tentarono di incassarlo.
Il diretto responsabile fucilato, l’ingenuo complice palo per ventiquattro ore.
Da qualche parte ho la copia del documento ufficiale che segnalava questi fatti al Comando Regionale.
Potremmo citare anche altri casi.
Non esisteva nessun codice penale. La procedura era improntata in primo luogo sulla sicurezza del reparto e sulla necessità, soprattutto nei primi tempi, di togliere dalla circolazione gruppi di fuorilegge (qualcuno parla anche di agenti provocatori) che, spacciandosi per partigiani, operavano razzie ai danni degli agricoltori.
L’accusato aveva diritto a un difensore. I giudicanti erano il comandante della Brigata, che presiedeva, con due partigiani. Della sentenza dovevano redigere verbale, Se non era presente il Comandante della Brigata, subentrava il Comandante del Distaccamento.
Volendo essere sinceri fino in fondo, ricordo verbali in forma tanto sintetica, da bastare una sola pagina di un piccolo bloc-notes a quadretti. Certo che oggi diventa difficile accettarli come tali. E’ però indispensabile rapportarci al periodo e alle condizioni in cui si operava.
Le regole valevano anche per gli avversari. Particolare rigore era usato nei confronti delle spie. L’accusa di spionaggio o di delazione erano considerate serie aggravanti.
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