Lavoratori in divisa da fatica coloniale

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view post Posted on 25/6/2018, 14:36
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CITAZIONE (Ghebret_ @ 25/6/2018, 12:39) 
Per quanto so, erano centurie di operai organizzate in Italia e mandate in AOI.
In patria la disoccupazione era a livelli molto alti, e chi non aveva altra prospettiva emigrava: oltre oceano, o cercando un lavoro da bassa maestranza (li vedi: mazzetta e piccone, e via a fare strade e massicciate per migliaia di km in condizioni ambientali non sempre ottimali, con basi di cantiere che, in molte zone insicure, erano presidiate militarmente) in AO, magari cercando la raccomandazione del Podestà del paese...

Secondo me il ruolo dei Podestà in questi casi era sopravvalutato, mentre più influenti potevano risultare i locali Segretari politici del fascio. In fondo lo statuto del PNF recitava "Il Segretario politico del Fascio di combattimento attua le direttive ed esegue gli ordini del Segretario federale, promuove e controlla l’attività delle Associazioni del Partito e del regime e il conferimento ai Fascisti di cariche ed incarichi nell’ambito del proprio territorio, mantiene il collegamento con gli organi statali e con gli Enti pubblici locali [...],
Per il resto, in coda a quanto scritto da Ghebret inserisco questo passo tratto da un saggio sul lavoro in AOI tra il 1935 e il 1939:

"La conquista dell'Impero e l'opinione che per la sua valorizzazione sarebbe occorse grandi quantità di capitali e di uomini suscitarono forti aspettative in Italia e fuori. Numerose furono le domande provenienti dall'estero rivolte alle autorità italiane da parte di singoli capitalisti e società che chiedevano il permesso di intraprendere attività economiche in Africa orientale Italiana, e altresì le richieste di semplici cittadini di potervi emigrare [...]. I primi contingenti di italiani inviati in Africa, a partire dall'estate del 1935, furono composti dagli operai, inquadrati nelle legioni della milizia o assunti da imprese private, utilizzati per la costruzione delle infrastrutture necessarie per lo sbarco delle truppe e dei rifornimenti e per la successiva avanzata oltre il confine etiopico. L'inquadramento degli operai avveniva in appositi reparti della MVSN al fine di risolvere contemporaneamente il problema del lavoro e della difesa militare. La formazione dei lavoratori in patria era affidata al Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione, che rivestiva la funzione di presiedere agli spostamenti degli operai in Italia e verso le colonie. Il Commissariato aveva intrapreso fin dal gennaio 1935 le operazioni per l'invio della manodopera in Eritrea e So malia mediante un'organizzazione capillare che sovrintendeva al reclutamento e alla selezione sanitaria, tecnica, politica e morale dei lavoratori. Utilizzandole prefetture e le federazioni fasciste era stato predisposto, per volontà di Mussolini, un programma volto a determinare una graduatoria tra le province a più elevato livello demografico e di disoccupazione, a indicare le caratteristiche provinciali in materia di categorie di lavoratori e a predefinire le procedure di selezione per coloro che facevano domanda. Il sistema di reclutamento era imperniato, come abbiamo detto, su un'organizzazione capillare, soprattutto dal punto di vista sanitario. La visita medica iniziava nella provincia di residenza e si concludeva solo attraverso successivi accertamenti all'imbarco. I selezionati erano avviati alle basi dei "reparti lavoratori" di Trieste, Genova e Napoli, ove venivano accolti dai funzionari del commissariato che presiedevano a tutte le operazioni di acquartieramento, equipaggiamento e imbarco. A fianco dei "reparti lavoratori" esistevano anche nuclei di operai inquadrati militarmente nelle cosiddette "centurie dei lavoratori del Genio" utilizzate soprattutto per opere pubbliche aventi natura strategica. Il Ministero delle Colonie coadiuvava l'organizzazione di questi reparti in Italia e in Africa per quanto concerneva l'ingaggio, la selezione, gli imbarchi, la costituzione organica delle legioni e delle coorti, l'assistenza sanitaria e religiosa, nonché l'organizzazione dei centri per il concentramento e lo smistamento dei lavoratori."

A quanto sopra aggiungo un altro passo interessante relativo alla disciplina del lavoro:

"Collateralmente all'azione di reclutamento furono emanati una serie di provvedimenti volti a disciplinare il lavoro in Africa Orientale Italiana.[...] Essi possono essere distinti in due categorie: quelli che riguardavano la manodopera nazionale e quelli concernenti la manodopera indigena. per quanto riguarda i primi era stata istituita, con decreto dell'Alto Commissario per L'africa Orientale Italiana 12 luglio 1935, n.7234, una delegazione per l'Eritrea del Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione, avente la funzione di censire la manodopera, di controllare i rapporti tra datori di lavoro e operai, gli spostamenti dei lavoratori da un'azienda a un'altra, di sovrintendere al movimento della manodopera da e per l'Italia e all'assistenza delle maestranze nei rapporti di lavoro. Seguì il decreto vicereale 13 luglio 1936, n.83, con il quale veniva sancita l'istituzione di una delegazione del Commissariato ad Addis Abeba, con delegazioni nei capoluoghi dei singoli governi dell'Africa Orientala Italiana. I rapporti di lavoro tra imprese e operai furono disciplinati con decreto del Viceré 17 dicembre 1937, sostituente l'analogo decreto emanato il 10 marzo 1937, n.83. Tale provvedimento legislativo constava di 48 articoli ripartiti in 12 capi. [...] Il sesto riguardava l'assistenza sociale, comprendendo le assicurazioni sociali e contro gli infortuni, l'obbligo per i datori di lavoro di fornire il vestiario e l'equipaggiamento per i reparti lavoratori della MVSN, di istituire un servizio interno per la spedizione dei vaglia se il luogo di lavoro fosse ubicato lontano dall'ufficio postale o da un istituto di credito, di mantenere gli alloggi e i locali delle mense nettamente separati [...]"

G.Podestà, Il lavoro in Africa Orientale Italiana (1935-1939), pp. 129-131, in Il lavoro come fattore produttivo e come risorsa nella storia economica italiana, (a cura di) S.Zaninelli-M.Taccolini, V&P, 2002.

Edited by 64adriano - 11/5/2023, 10:43
 
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view post Posted on 25/6/2018, 15:18
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Secondo me da quello che ho potuto ricavare leggendo quel poco che ho trovato in rete c'erano sia centurie di lavoratori civili inviate in Africa per costruire infrastrutture, che reparti di CC.NN. presenti sul territorio dopo la conquista, adibite al lavori analoghi a quelle delle centurie...

questi sono i lavoratori delle Centurie, in partenza per l'AOI, come si può vedere e come si constata anche da altre foto sono equipaggiati con sahariana e casco recanti fregio sul braccio in raion rosso e in lamierino d'ottone sul copricapo...

MRC-A-000005-0041_0

Durante lo svolgimento del loro lavoro spesso si alleggerivano indossando anche un misto di abiti civili...

Dalla vicenda personale di un illustre cittadino di Serravalle di Chienti, sintetizzata in una interessante mostra di foto e documenti, pare invece che costui essendo già arruolato nella MVSN in un reparto mitraglieri dei Btg. CC.NN. al termine del conflitto sia stato inserito su richiesta volontaria in un reparto di lavoratori...il foglio matricolare riporta:
"Arruolato nel 4° Reggimento Centurie Lavoratori 31^ Compagnia in Dessiè"

salvo alcune foto in cui veste panni civili pare per lo più indossare l'uniforme della MVSN al pari di quelli ritratti nella foto in esame...

www.mariocarnevali.altervista.org/docs/libro_mostra.pdf
 
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view post Posted on 25/6/2018, 15:45


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Le centurie lavoratori avevano anche la particolarità , in teoria, di avere la coccarda nera sotto il fregio. Il fregio da braccio era rosso x la truppa , argento x gli equiparati a sottufficiali ed in oro x gli equiparati ad ufficiali. Curioso ricordare come fosse stata creata anche una centuria sammarinese.

Aba era l'acronimo in uso all'epoca x designare Addis Abeba.
Ricordo che tale acronimo fu usato anche come nome femminile ( ad esempio la nota annunciatrice televisiva Aba Cercato).
 
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view post Posted on 25/6/2018, 15:45
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Sì è vero, ma non sempre la coccarda (o più spesso un disco di panno) era presente, come anche la foto testimonia...
 
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view post Posted on 25/6/2018, 16:51
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CITAZIONE (64adriano @ 25/6/2018, 16:18) 
"Arruolato nel 4° Reggimento Centurie Lavoratori 31^ Compagnia in Dessiè"

Raggruppamento e non Reggimento.
i Raggruppamenti Centurie Lavoratori (cui apparteneva il citato cittadino di Serravalle di Chienti) in AOI erano 4, numerati dal I al IV, e al comando di Ufficiali del R.E. (non della milizia).
Non ho mai indagato a fondo questo argomento (abbastanza articolato), ma comunque erano reparti diversi dalle Legioni CCNN Lavoratori (di cui ai fregi postati e alla foto degli operai in nave), che erano 6, e divise in Coorti.
I Raggruppamenti erano composti da operai militarizzati, che portavano l'uniforme cachi dei militari, ma senza stellette; avevano però un bracciale distintivo tricolore.

Infatti il citato Carnevali, se si vede bene, il 13 settembre 1936 viene messo in licenza straordinaria senza assegni (praticamente un pre-congedo) dalla MVSN, e si arruola in pari data tra i lavoratori dei Raggruppamenti militarizzati.

asdas



Edited by Ghebret_ - 25/6/2018, 18:34
 
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view post Posted on 25/6/2018, 16:59


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Vero, la coccarda nera è rarissima a vedersi, anche se mi è capitato di vedere foto di una parata dove , irregolarmente, la coccarda nera era portata da reparti della Milizia Coloniale.
Chissà se i sammarinesi portavano una coccarda bianco azzurra ( un cinegiornale li mostra senza ).
 
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view post Posted on 25/6/2018, 17:39
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Grazie Ghebret per la correzione ed integrazioni...

Nelle foto del Carnevali, si vedono suoi commilitoni con le controspalline nere come nella foto in esame e lo stesso ad un cero punto è indicato come Capo Squadra Centurie Lavoratori, con uniforme e gradi MVSN...ma molto
probabilmente si tratta di un'errato collocamento della foto nel contesto delle Centurie Lavoratori...

Per lo più, però, vestono in abiti civili o militari ma senza stellette, non ostante la presenza di fucile con giberne e munizionamento...

carnev1

carnev2

carnev3

carnev4
 
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view post Posted on 25/6/2018, 17:55
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Anche secondo me hanno sbagliato la didascalia della foto. Non mi pare anzi un caso isolato di questa raccolta...
Può aver contribuito all'errore il fatto che anche nei Raggruppamenti Centurie Lavoratori era prevista la qualifica di Capo Squadra (che però nulla aveva a che fare con la Milizia).
Quanto alle controspalline che in alcune foto sembrano nere, bisognerebbe capire se anche per questo personale era in vigore la vecchia normativa che imponeva tale attributo proprio ai civili militarizzati.
 
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view post Posted on 25/6/2018, 18:42
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Ho provato ad approfondire, ma la questione sembra abbastanza complicata: spulciando l'epistolario di una CCNN, che era andata in AO nel 1935 con un Battaglione della Milizia per poi passare a ottobre 1936 in una Centuria Lavoratori, pare che egli fosse quasi "in prestito" a queste unità. Scrive a casa che non potrà rimpatriare fino a quando non rimpatrierà anche il Battaglione CCNN (anche se l'ha lasciato da tempo); parla dei Militi e dice di essere ancora "un legionario come loro". Però prende 30 Lire al giorno anziché le 5 delle CCNN: e qui si comprende il motivo di tante richieste di trasferimento...
 
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view post Posted on 25/6/2018, 19:43
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Un aspetto molto interessante della "conquista di un posto al sole"...
 
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view post Posted on 25/6/2018, 20:48
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Dai contributi raccolti finora credo di capire che la situazione fosse abbastanza caotica tra la fine del 1936 e il 1937.
CC.NN. che passavano alle centurie lavoratori, CC.NN. che tali rimanevano e svolgevano "lavori analoghi a quelle delle centurie", reparti di lavoratori civili militarizzati, divise con controspalline nere che potevano essere adottate da milizia e semplici lavoratori delle centurie (Ho capito bene? Si trattava di un attributo anche di uso civile?). A questo punto mi chiedo inoltre se simili trasferimenti, a guerra conclusa, potessero riguardare anche gli arruolati del regio corpo truppe coloniali che chiedevano di restare a lavorare in Etiopia dopo il congedo, passando quindi alle semplici centurie o alla MVSN. Come anticipato, il ragazzo della foto era infatti di "richiamo" alle armi nel 1935 e, a meno che non sia diventato volontario MVSN proprio nell'anno della campagna, mi pare più logico un passaggio successivo, cioè a guerra conclusa, dal regio esercito ai reparti lavoratori.....centurie di lavoratori o CC.NN. usate come lavoratori che fossero.
 
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view post Posted on 25/6/2018, 22:40
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Se il tuo uomo era del 1913, non è stato richiamato per la campagna AO. La mobilitazione ha interessato le classi fino al 1912 (primo semestre).
Più probabile che si sia arruolato volontario in una delle tante formazioni della MVSN. E da qui, nell'autunno 1936 o giù di lì, sarà passato alle Centurie LL.
Le quali, è bene specificarlo, intorno alla metà del 1937, vennero assorbite dalle nuove Legioni CCNN Lavoratori.
 
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andima
view post Posted on 25/6/2018, 23:40




Questi Raggruppamenti Centurie Lavoratori corrispondono alle Legioni Lavoratori rimpatriate nel 1938?
 
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view post Posted on 26/6/2018, 00:31
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sarebbe interessante appurare se in effetti le controspalline nere siano un attributo da militarizzato o un indizio di appartenenza alla MVSn...certo che le indossa è privo in queste ultime foto sia di fregio al berretto che di stelle o fasci sul collo (di cui le camicie per altro sembrano essere prive)...

Qui il caso di un altro milite della MVSN passato alle centurie lavoratori...

www.il91.it/simonelli.html

Anche qui tra i lavoratori si vede un paio di controspalline nere...

simonelli_0973_0
 
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view post Posted on 26/6/2018, 05:58
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Probabilmente chi le porta era un ex-CCNN. Che conservava l'uniforme in dotazione, ma priva di fasci, fregi etc.
Leggo da un libro del 1939 sull'organizzazione delle legioni lavoratori: "ciò non vuol dire militarizzazione vera e propria, dato che il codice militare non vige presso le legioni in cui i lavoratori sono stati inquadrati grazie all'opera della milizia, che assolve anche al compito dell'addestramento", che svolgevano solitamente alla domenica. Lo scopo doveva essere quello di avere delle masse di operai in grado di autodifendersi i cantieri, che altrimenti avevano spesso bisogno della scorta di reparti militari.
Anche il legionario delle lettere di cui parlavo ieri scriveva alla moglie che alle Centurie LL. gli avevano dato "un fucile austriaco lungo come una pertica".
 
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86 replies since 24/6/2018, 11:42   4573 views
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