| Ci sono cose che un collezionista desidera e anela. Dandosele come obiettivo mitologico, con la promessa a sé stesso e agli altri che una volta raggiunto non cercherà più niente, perché niente lo potrà appagare di più di quell’oggetto acquisito. Può essere una medaglia al valore famosa e preziosa, può essere un cimelio unico di un avvenimento storico, può essere qualunque cosa che sia nell’ambito della Militaria... Ma poi immancabilmente (e fortunatamente) non è così, perché una volta esaurito l’appagamento per il graal raggiunto, la testa si rimette in moto, e ci sono mille e mille altri cimeli, medaglie, cappelli, distintivi, uniformi da cercare, studiare, salvare, valorizzare, soprattutto conservare. E questo è il bello del collezionismo, non essere alla fine mai appagato del tutto, avere sempre una meta ulteriore, un desiderio più grande. Però... c’è un però. Ci sono delle cose che fanno storia a sé, che obiettivamente sono di un’altra categoria e che producono un piacere nella ricerca e nell’acquisizione che nella vita di un collezionista sono tanto rare quanto essenziali per andare avanti, progredire ed evolversi nella propria passione. Non che appaghino del tutto, sia chiaro. Questo non succederà mai. Vi parlerò di una di queste cose. Almeno per me.
Edited by meino67 - 24/4/2020, 11:09
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