Le radio del magg. Johnston

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/10/2020, 16:31
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
13,981

Status:


Per non rovinare l'altra discussione con un fuori tema inserisco qui alcune osservazioni sulle radio in uso al magg. Johnston del SOE.

Johnston

C'è una lunga "diatriba" bonaria che mi divide da Ghirghi.: le radio della missione Johnston. So bene che lui era presente, almeno ad una parte delle vicende, mentre io sono arrivato molto dopo e quindi lui può testimoniare cose vissute mentre io posso solo riportare quanto mi è stato raccontato.
Quale è il fatto? Semplicemente Ghirghi sostiene che la missione Johnston, avendo perso una radio durante un trasferimento nei pressi di Montenotte (/Savona) non poteva collegarsi con la base (Monopoli o Firenze, questo non so) per coordinare eventuali lanci.
Io invece, sulla base di testimonianze dirette ed indirette, affermo che la perdita di un apparato radio non impediva tali collegamenti in quanto Johnston disponeva di altri due apparati, tenuti di riserva a Ponzone (AL).

Occorre fare un passo indietro, a quando fortuitamente venni contattato dal nipote del danese Caj Sorensen che, arruolato nella marina tedesca aveva disertato ed era passato poi alla missione SOE del capitano Irving-Bell. Per accontentare il nipote mi ero recato a Ponzone a controllare alcuni suoi dubbi e per fortuna avevo incontrato alcuni testimoni ancora in vita che mi avevano aiutato.
Di questo avevo già scritto sul forum alcuni anni fa e quindi ve lo risparmio.
Però uno dei testimoni, all'epoca ragazzino, mi raccontò che quando la missione Irving-Bell era alloggiata a Ponzone aiutava il RT a stendere i cavi dell'antenna e, dopo l'uso, a nascondere gli apparati in locali diversi, in modo da non farli eventualmente trovare tutti.
Quando il capitano Irving-Bell era stato catturato a fine febbraio gli altri componenti si erano nascosti in attesa del nuovo capomissione, appunto il maggiore Johnston, che giunse solo ai primi di aprile '45. Johnston aveva portato con se un proprio RT con relativo apparato, quindi disponeva di ben tre radio. Perciò non aveva di certo bisogno di rivolgersi ad altre missioni, che comunque erano nell'interno di Genova e non nello spezzino, per continuare a comunicare con i propri comandi.

Dalla_torretta_-_Maggiore_Johnson_e_macchine_della_missione_inglese

Tra l'altro meriterebbe un cenno la vicenda del capitano Irving-Bell che mi permetto di definire "lo sfigato".
Dovete sapere che era in ballo da luglio-agosto '44 quale capo missione destinato alla zona del Brennero, dove avrebbe dovuto effettuare sabottaggi alle linee di comunicazione, però nonostante tre partenze con aereo la missione era sempre stata annullata, vuoi per guasti al vettore, cattivo tempo, mancati segnali al ricevimento, tanto che alla fine la missione venne annullata.
Finalmente al 9 dicembre venne associato alla missione CLARION del magg. Campbell destinata al cuneese, missione che venne catturata quasi al completo il 12 dicembre.
Sfuggito alla cattura si trasferì nella zona di Ponzone, con competenza anche nel savonese fino a che venne catturato da uomini della S.Marco.
"Divertente" per me che l'unico contatto che avrebbe avuto venga invece attribuito al capitano Ballard, misconoscendogli così l'unica cosa buona.
Ma come dice sempre Ghirghi : "per noi erano tutte missioni Ballard".
 
Top
view post Posted on 29/10/2020, 20:02
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
1,043

Status:


Allora facciamo un poco di storia.
Verissimo, all’epoca con BALLARD eravamo in errore. Nella clandestinità non era cosa di tutti i giorni avere contatti con le missioni alleate che operavano sul territorio. Con noi, i primi contatti risalgono soltanto ai primi giorni del febbraio 1945.
Tutto dipendeva dal fatto che la stragrande maggioranza delle formazioni partigiane che operavano in Provincia di Savona, erano “garibaldine”, motivo, questo, che le rendeva automaticamente non meritevoli di ricevere aiuti dagli alleati.
L’unica missione che sapevamo esistente, era quella operante nella contigua zona del basso Piemonte, diretta dal Maggiore BALLARD, un personaggio dal carattere autorevole, la cui fama si era presto divulgata.
Quando, nel mese di febbraio 1945, giunse in zona la prima missione diretta da IRVING-BELL, per tutti noi era la “missione Ballard”. Anche noti autori di storia locale incorsero nello stesso nostro errore. In realtà Ballard non giunse mai in territorio di Savona.
Con IRVING-BELL vi fu da subito un’ottima intesa, tanto che in brevissimo tempo predisponemmo una zona dove sarebbero avvenuti i lanci aerei, addirittura ci assegnò la parola d’ordine che sarebbe servita per coordinare il primo lancio. Questa era: “LA LEPRE E’ BIANCA”.
Purtroppo l’inglese fu catturato dai militari della S. Marco nel corso di un rastrellamento.
A sostituirlo giunse Johnston
Il suo incarico era di prendere contatti con le formazioni partigiane della Provincia di Savona.
La Brigata Sambolino fu la prima in assoluto che ebbe modo di incontrare. La riunione si risolse con un nulla di fatto. Johnston pretendeva che, in cambio degli aiuti alleati, la nostra Brigata di fatto diventasse una formazione sotto il suo comando, assumendo il compito di sua personale “guardia del corpo”. Nel corso della riunione corsero parole grosse.
Il 7 aprile alcuni elementi della missione, mentre si recavano in una località dove era presente l’energia elettrica necessaria a ricaricare le batterie della radio in dotazione, incrociò un reparto partigiano che li scambio per brigatisti neri. Vi fu un rapido scambio a fuoco e uno della missione rimase ferito. Nel trambusto persero la radio che trasportava. Non seppe dare indicazioni precise e quella radio non fummo in grado di ritrovarla.
Rientrarono a Ponzone, dove erano di sede, lasciando il ferito presso una casa privata.
Quel che avvenne a Ponzone dopo il loro rientro, chiaramente non sono in grado di conoscerlo.
Posso soltanto ipotizzarlo.
Quel che posso affermare con certezza è che il mattino del 14 aprile, successivo all’avvenuto lancio, quando siamo andati ad avvisarli non vi era traccia di alcuna radio.
Non avevano provveduto a segnalare la loro presenza in zona.. Noi sapevamo della loro presenza perché erano stati avvistati dalle nostre postazioni di guardia. Erano in transito verso la sede del Comando della Divisione Gin Bevilacqua, dove avevano appuntamento con il Comandante Wigoda. Anche in quell’incontro, che mi par di ricordare come avvenuto il 16 aprile, non ottenne nulla.
Terminando, anche e qualora la presenza della radio fosse a noi sfuggita, cosa che ritengo improbabile, con noi ha barato al gioco, sostenendo che quel lancio lo avevamo ottenuto grazie alla sua opera, quando i fatti hanno dimostrato che non ne sapeva nulla.

Edited by ghirghi - 29/10/2020, 20:14
 
Top
view post Posted on 29/10/2020, 20:06
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
13,981

Status:


CITAZIONE (ghirghi @ 29/10/2020, 20:02) 
... il mattino del 14 febbraio, successivo all’avvenuto lancio,

... 14 aprile ...
 
Top
view post Posted on 29/10/2020, 20:15
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
1,043

Status:


grazie, Kanister. Ho corretto
 
Top
view post Posted on 30/10/2020, 15:04
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
3,021

Status:


Sulla "missione Indelible" si può trovare da internet uno studio di Antonio Martino pubblicato nel 2011 su "Storia e memoria", rivista dell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea di Genova, 2001- 1".
Il link è questo
http://antoniomartino.altervista.org/storia01.pdf

Il titolo è "La missione alleata "Indelible" nella IIa Zona Operativa savonese".
E' divisa in due parti, la prima in italiano con un ampio riassunto/commento del rapporto che il maggiore Robert Johnston fece il 9 giugno del '45, la seconda, in inglese, è la trascrizione della copia originale della missione.
Si tratta di un documento estremente interessante soprattutto quando Johnston esprime le sue impressioni e valutazioni sulle singole Divisioni/brigate partigiane.
P.S. Col traduttore automatico si riesce ad ottenere una traduzione accettabile (anche se talvolta imprecisa) anche del testo inglese.

saluti
niemand

Edited by niemand - 31/10/2020, 06:29
 
Top
view post Posted on 30/10/2020, 15:08
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
13,981

Status:


CITAZIONE (niemand @ 30/10/2020, 15:04) 
Si tratta di un documento estremente interessante soprattutto quando Johnston esprime le sue impressioni e valutazioni sulle singole Divisioni/brigate partigiane.

Si, ne avevamo già trattato anni fa in quanto a Ghirghi non piaceva la valutazione di Johnston circa la Sambolino.
 
Top
view post Posted on 30/10/2020, 15:11
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
3,021

Status:


CITAZIONE (kanister @ 30/10/2020, 15:08) 
(..)
Si, ne avevamo già trattato anni fa in quanto a Ghirghi non piaceva la valutazione di Johnston circa la Sambolino.

Andrò a rileggermi la relazione

Edited by niemand - 30/10/2020, 15:28
 
Top
view post Posted on 31/10/2020, 13:50
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
1,043

Status:


CITAZIONE (niemand @ 30/10/2020, 15:11) 
CITAZIONE (kanister @ 30/10/2020, 15:08) 
(..)
Si, ne avevamo già trattato anni fa in quanto a Ghirghi non piaceva la valutazione di Johnston circa la Sambolino.

Andrò a rileggermi la relazione

Bella idea! Ho riletto anch’io la relazione Martino e cosa ti trovo? La conferma che Johnston il 14 aprile “NON AVEVA” la ricetrasmittente.

Pag.33 - Secondo incontro con la Brigata Sambolino.
14/15 Aprile – Il Maggiore Johnston partì per San Bartolomeo senza Everitt e l’apparato ricetrasmittente.

Pag. 35 – Incontro con Divisione “Bevilacqua”
16/17 aprile … Johnston promise che non appena sarebbe tornato al suo set ricetrasmittente, avrebbe trasmesso le sue richieste alla Base.

Johnston non aveva nessuna ricetrasmittente, nemmeno a Ponzone. Altrimenti l’avrebbe portata con sé. L’unica ricetrasmittente a sua disposizione era andata persa nello scontro a fuoco del sette aprile. Com’è possibile credere che un reparto che deve mantenere i contatti radio con una base situata dall’altra parte del fronte di guerra, inizi un trasferimento della durata prevista di alcuni giorni, senza la radio che è l’unico mezzo di collegamento a sua disposizione.

Quello che è definito “secondo incontro con la Brigata Sambolino” in realtà è avvenuto in modo del tutto casuale. Quel giorno non era previsto nessun incontro. Erano in sosta nella nostra zona, in attesa delle guide che dovevano condurli all’incontro previsto con il Comandante della Divisione “Gin Bevilacqua”, Erman Wigoda. Il caso ha voluto che quella notte ricevessimo un lancio non programmato.
Sia chiaro, che Johnston circolasse con o senza radio è cosa del tutto ininfluente con quanto stava accadendo in quel momento. Resta che ha mentito con noi quando, invitato sul campo di lancio per prendere in consegna il bidone con la fascia rossa riservato alla missione, ebbe a dichiarare che quel rifornimento era stato lui a organizzarlo. Cosa impossibile perché era senza radio. I fatti dimostrano, invece, che era completamente all’oscuro di quanto stava accadendo.

Della sua relazione ho già detto. Suona come un’auto giustificazione per il completo fallimento della sua attività in Provincia di Savona. Tenta di dimostrare che la responsabilità non è sua ma di quel gruppo d’imbelli sprovveduti.
Anche il più sprovveduto di quelli che hanno vissuto la vicenda, come posso essere io, è in grado di indicare tutte le contraddizioni e le inesattezze affermate.
 
Top
view post Posted on 31/10/2020, 14:04
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
13,981

Status:


CITAZIONE (ghirghi @ 31/10/2020, 13:50) 
Pag.33 - Secondo incontro con la Brigata Sambolino.
14/15 Aprile – Il Maggiore Johnston partì per San Bartolomeo senza Everitt e l’apparato ricetrasmittente.

Pag. 35 – Incontro con Divisione “Bevilacqua”
16/17 aprile … Johnston promise che non appena sarebbe tornato al suo set ricetrasmittente, avrebbe trasmesso le sue richieste alla Base.

Ciao Jan, sai hene che non voglio entrare in polemica però mettendo insieme le due affermazioni ne elaboro una su temi moderni:

"Esco di casa dimenticando il telefonino, ti incontro e decidiamo di chiamare altri amici. Dato che sono senza telefono prometto di chiamare appena arrivo a casa".

Vuol dire che non dispongo assolutamente di telefono (o radio nel caso di Johnston) o semplicemente che l'ho lasciato a Ponzone (insieme ad Everitt, che era il suo RT)?
 
Top
view post Posted on 31/10/2020, 16:12
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
1,043

Status:


No, daiiiiiii!

Io, tu, noi …tutti …uscendo da casa, puoi dimenticare il telefonino, Capita ogni giorno e, al più, questa dimenticanza t’impedirà di chiamare casa l’ora prefissata per dire: butta la pasta che arrivo.
Una “MISSIONE MILITARE” operativa in pieno territorio nemico, con tutti i rischi che deve affrontare, non può permettersi il lusso di dimenticare non soltanto la radio ma anche il suo operatore.
La mia interpretazione, logicamente, è ben diversa.
Il Capo missione, nel programmare il trasferimento che lo avrebbe condotto al colloquio con Wigoda, avrà sicuramente considerato che la presenza di Everitt, senza la sua radio, era del tutto superflua.
Non saprei proprio spiegarmi per quale ragione Johnston, abbia ritenuto non necessaria la radio, in occasione di un trasferimento a lunga percorrenza e della durata di alcuni giorni.
Non posso immaginare una missione che si muove in zona di guerra, senza la radio.
Perché l’aveva portata la settimana prima e vi rinuncia, sulla stessa percorrenza, la settimana dopo?
Per me la risposta è una sola: perché l’unica radio a disposizione era andata perduta.

PS. A proposito della radio persa, posso garantire che l’avevamo cercata con tutta l’attenzione possibile. Avevamo trovato la carabina M1, ma della radio nessuna traccia. La mia conclusione è stata che con tutta probabilità, quell’apparecchiatura sia finita nelle acque del Letimbro e che, con la prima piena, sia finita in mare.
 
Top
view post Posted on 31/10/2020, 16:34
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
13,981

Status:


CITAZIONE (ghirghi @ 31/10/2020, 16:12) 
Una “MISSIONE MILITARE” operativa in pieno territorio nemico, con tutti i rischi che deve affrontare, non può permettersi il lusso di dimenticare non soltanto la radio ma anche il suo operatore.

Propriio perchè in territorio nemico (e con una scorta tutto sommato poco affidabile, almeno secondo le sue valutazioni) non era il caso di far correre rischi al suo operatore, all'apparecchiatura ed ai codici secreti che utilizzavano.
Si legge continuamente di casi in cui l'operatore radio veniva nascosto in locali o comuni separati dagli altri componenti della missione ed anzi lo stesso Johnston nella sua precedente esperienza nei dintorni di Montefiorino così si era comportato.
 
Top
view post Posted on 3/11/2020, 13:37
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
1,043

Status:


Kanister, io ti conoscevo come dottore commercialista, non come avvocato! :D
Non avevo mai sentito dire che i “missionari” avessero l’abitudine di celare le apparecchiature radio in occasione dei loro spostamenti. Posso capirlo nel caso di un attacco, ma non nel corso di una lunga trasferta.
Se le cose fossero come affermi, Johnston avrebbe iniziato a separarsene soltanto in occasione del viaggio del 14 aprile, quando si recò all’incontro con Wigoda, Comandante della Divisione Bevilacqua.
Strano, perché esattamente una settimana prima, il 7 aprile, interruppe il viaggio che lo avrebbe portato al colloquio programmato per il giorno dopo con Wigoda, decidendo di rientrare immediatamente a Ponzone, proprio perché aveva perso la ricetrasmittente a causa di quell’imprevisto scontro a fuoco.
 
Top
view post Posted on 7/11/2020, 15:38


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
235
Location:
Westalpen

Status:


CITAZIONE (ghirghi @ 29/10/2020, 20:02) 
Allora facciamo un poco di storia.
Verissimo, all’epoca con BALLARD eravamo in errore. Nella clandestinità non era cosa di tutti i giorni avere contatti con le missioni alleate che operavano sul territorio. Con noi, i primi contatti risalgono soltanto ai primi giorni del febbraio 1945.

Intanto grazie per la condivisione fatta sulla vicenda.
Sei primi contatti sono avvenuti a febbraio '45 immagino che eventuali aiuti siano potuti giungere solamente dopo questa data; se si quanto?
grazie,
Sciatore91
 
Top
view post Posted on 7/11/2020, 16:13
Avatar


Group:
UTENTE
Posts:
13,981

Status:


Ti rispondo a memoria, senza consultare niente e quindi direi in modo impreciso. Occorre però aver presente che la situazione era differente tra le zone a levante di Savona e quelle a ponente.

I primi rifornimenti ai partigiani savonesi di ponente giunsero non dalle missioni dedicate che non arrivarono mai ma da quelle piemontesi, in particolare dall'allora capitano Ballard e, sembra strano a certe orecchie, con forniture destinate ai mauriani. Questo da febbraio '45 in avanti. Ad un certo punto arrivarono così tanti rifornimenti in Liguria che i comandi partigiani furono costretti a chiede di sospendere i lanci perchè non riuscivano più a gestirli. Ho documenti in merito.

Nel frattempo cominciarono ad arrivare nel levante quelli organizzati da Irving-Bell, pochi perchè fu quasi subito catturato.
Quindi quelli di Johnston da aprile in avanti.
Si può dire tranqullamente che quando giunse il culmine ormai non ce n'era più bisogno: la guerra era finita.
 
Top
view post Posted on 8/11/2020, 09:41


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
235
Location:
Westalpen

Status:


Grazie per l'integrazione; quindi si puo' dire che sicuramente le sorti partigiane non sono state decise dagli aiuti alleati nella zona ligure.
 
Top
16 replies since 29/10/2020, 16:31   691 views
  Share