Le "navi bianche" e il rimpatrio dei civili italiano dall'AOI

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view post Posted on 13/4/2021, 17:43
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Ho trovato in internet alcuni video (inglesi: British Pathé) sul rimpatrio degli italiani (donne e bambini, non uomini: quelli restavano nei campi) dall’AOI nel ’43 grazie a quella famosa missione concertata tra italiani e inglesi che vide quattro “navi bianche” (Vulcania, Saturnia, Duilio, G.Cesare) circumnavigare l’Africa (passando da Gibilterra e non da Suez: 10460 miglia) per andare a prelevare i civili italiani dopo la resa delle nostre truppe. Forse li conoscete già, ma mi sembrano comunque interessanti, in particolare uno di oltre due minuti.
Non metto il link per evitare eventuali problemi di copyright: cercare Repatriation Of Italian Prisoners From Ethiopia.
Nel video mi ha colpito il fatto che (se ho ben capito) venissero requisiti quei cibi (zucchero, caffè, thè) che le donne italiane cercavano di portare in Italia.

Il video è accompagnato da questo commento scritto:
Diverse inquadrature del bagaglio di donne e bambini di coloni italiani perquisiti dalle truppe australiane prima della partenza dall'Etiopia. Sapone, tè e zucchero sono alcune delle cose che cercano di portare fuori dal paese con loro. Diverse inquadrature di italiane che salgono sul retro dei camion dell'esercito per essere trasportati sulla costa. I camion passano nei campi di internamento dove sono tenuti gli uomini italiani. Varie inquadrature, in un porto sconosciuto, degli italiani mentre lasciano i camion. Vengono nutriti e trasportati su tre navi che si trovano al largo. Le donne e i bambini sembrano essere molto felici di tornare a casa”..
Ma credo che la gioia (dopo le penose condizioni - e la fame- dei campi in cui erano state trattenute) fosse amareggiata dal dover lasciare i loro uomii lì.
Le missioni di rimpatrio furono tre: Aprile/giugno ’42, sett./genn.’43, magg./agost. ’43: in totale furono rimpatriati 30000 coloni: donne, bambini e anziani ultrasessantenni.
La bibliografia al riguardo è notevole. Ci limitiamo a citare
www.ammiragliovincenzomartines.it/...e_italiana.html

saluti
niemand

P.S. Forse la pagina più adatta era "Pagine di Storia": eventualmente un Amministratore può "traslocarla".

Edited by niemand - 15/4/2021, 20:11
 
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view post Posted on 13/4/2021, 22:08
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su una di quelle navi fece ritorno in Italia il generale Peppino Palumbo (non ancora generale)
Raggiunse a nuoto la nave che era in rada a Massaua, riuscì a salire a bordo dopo una rocambolesca fuga iniziata in Kenya.
 
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view post Posted on 13/4/2021, 23:20
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Avevo un amico di Albenga che fece uno di quei viaggi ma era bambino e non ricordava più quasi niente.
Il bello è che dovetti spiegargli io come andò la storia perchè per lui era un buco nero.
 
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view post Posted on 14/4/2021, 17:45
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Visto l’enorme interesse suscitato dall’argomento (meno male che Lupo e Kanister ci sono), proseguo con qualche approfondimento.
Innanzi tutto sgomberiamo il campo da un equivoco: non si trattò di un generoso e disinteressato gesto inglese, anzi, con quello ottennero ( al di là dell’effetto propagandistico) diversi risultati positivi (ovviamente quelle che seguono sono mie opinioni personali, e come tali opinabili)
Probabilmente il motivo principale fu di ampia importanza strategica anche per il dopo: procedere ad una “pulizia etnica” soft, sgombrando dall’Etiopia la presenza italiana: piano direi perfettamente riuscito.
Ma probabilmente ci furono per gli inglesi anche altri scopi più immediati (sempre opinione personale)
Innanzi tutto liberarsi dal gravoso impegno di mantenere e sfamare (in realtà con grande parsimonia, v. la relazione dell’Amm. V. Martines nel link sopra ricordato) 30000 civili, anziani, donne, bambini, scaricandolo contemporaneamente sull’Italia, che aveva già grossi problemi alimentari.
Poi bloccare praticamente per un anno quattro veloci navi ospedale che sarebbero certo state utili in missioni di soccorso feriti e naufraghi.
Infine obbligare la Marina Italiana a privarsi (o a comprare all’estero) di un’enorme quantità di nafta: la distanza da percorrere era di 10460 miglia pari (se sono miglia marine) a 18000 Km. Dato che le navi erano 4 e le missioni tre, in totale furono percorsi oltre 200.000 Km, più di cinque volte il giro del mondo!

Quello dei rifornimenti fu forse il problema più grosso. In origine era stata preparata allo scopo la cisterna Lucania, dotata di tutti i contrassegni di neutralità previsti per la missione: la stessa era però stata ugualmente affondata del sottomarino inglese UNA il 13 febbraio del ’42 (ne abbiamo ampiamente parlato qui http://uomini-in-guerra.blogspot.com/2019/...mpest.html#more.)
Ecco come l’affondamento del Lucania trova spazio nelle pagine del Diario di Ciano, che così scrive: “12 Febbraio – Gli inglesi hanno silurato una nostra cisterna, il Lucania, mentre si recava da Taranto a Genova per unirsi al convoglio di piroscafi destinati all'evacuazione dei connazionali dall'Africa Orientale”.
” La nave
–continua il diario di Ciano- andava secondo le regole e i patti convenuti: si tratta di una vera e propria mancanza alla parola data, che non può trovare giustificazioni”.
L’affondamento della Lucania rischiò di compromettere l’intera operazione di evacuazione dei civili: scrive infatti Ciano nel Diario: “15 Febbraio – Mussolini non ha ancora preso la decisione di rompere i negoziati con l'Inghilterra per l'evacuazione dall'A. O. Preferisce prendere ancora tempo: è contrario, in massima, alla partenza dei piroscafi, ma si rende conto che sarebbe responsabilità troppo grave il rifiutare”. La faccenda ha un seguito all'inizio di Marzo: Ciano scrive “1 Marzo – Gli inglesi vengono incontro alle nostre richieste in seguito al siluramento del Lucania: danno di nuovo le più ampie garanzie e metteranno in libertà, per rimpiazzare il Lucania, una delle nostre motocisterne confiscate. La Marina, che vuole ad ogni costo sabotare l'iniziativa, fa obiezioni: vuole che la cisterna restituita sia inglese. Se no – dicono – al momento della pace avremo una cisterna di meno. Anche il Duce – che pure non è entusiasta del rimpatrio degli italiani – ha reagito a tale sciocca obiezione: "O vinciamo la guerra" ha commentato "ed avremo cisterne a strafottere. O la perdiamo e non ci lasceranno nemmeno gli occhi per piangere".
Interessante l'osservazione di Ciano circa il fatto che "La Marina vuole a ogni costo sabotare l'iniziativa": forse per il consumo di nafta necessario per far uscire dai campi di raccolta (chiamiamoli così) inglesi migliaia di donne e bambini ?
Affondata la Lucania, il problema dei rifornimenti fu risolto mediante l’utilizzo di “due petroliere italiane l'Arcola e il Taigete (riparate dopo lo scoppio del conflitto nelle Canarie ) cui venne concesso di rifornirsi in Messico e in Golfo Persico , (munite ovviamente dei contrassegni di neutralità come quelli delle navi ospedale) per poi procedere al rifornimento in determinati punti d'incontro.” ( www.ammiragliovincenzomartines.it/..._militare_1942_)

Al riguardo di tutta l’operazione è interessante cosa ne pensasse il Duce (almeno dalle pagine del diario di Ciano):
"9 GENNAIO Mussolini è preoccupato per la sorte dei quattro transatlantici che dovrebbero andare in Etiopia a ritirare un primo lotto di italiani: teme che gli inglesi fermino al ritorno i piroscafi a Lisbona e li catturino. Io non lo credo: escludo che il Governo inglese voglia rendersi colpevole di una simile rottura di fede promessa. Comunque – dato che Mussolini la pensa così – non posso prendermi la responsabilità e lascio a lui la decisione senza influire in alcun senso.
10 GENNAIO – Mussolini tiene duro sul suo punto di vista circa i piroscafi che avremmo dovuto inviare in Etiopia. Non vuole però prendere sulle sue spalle il peso di un rifiuto e dà queste istruzioni: insabbiare la pratica senza però spezzare il filo delle trattati
ve”: insabbiare, tipica usanza. E intanto nei campi “di raccolta” anziani, donne, bambini languivano.
Ma, come abbiamo visto, l’operazione di rimpatrio poi ci fu.
E forse, giudicando a posteriori, l’evacuazione dei civili italiani dall’Etiopia ci tenne lontani da peggiori guai futuri.

saluti
niemand
 
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view post Posted on 14/4/2021, 18:09
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E visto che non proprio tutti i civili se ne erano andati dalla Somalia, ci pensarono su poco a derubare le poche strutture rimaste (vedi ferrovia) e poi utilizzare i Kenya Rifles e gli Shifta del partito dei "giovani Somali" per la strage di Mogadiscio dell'11 gennaio 48.
dal periodo manca un soggetto....di chi stiamo parlando?
ooops. a proposito di indovinelli, non sono ancora in credito di uno? :rolleyes: ;)
 
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view post Posted on 15/4/2021, 19:16
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CITAZIONE (lupo volante @ 14/4/2021, 19:09) 
(..) a proposito di indovinelli, non sono ancora in credito di uno? :rolleyes: ;)

Quella bella foto di alba sul mare fornisce un po' pochi indizi..
E sull'operazione di "recupero" dei civili dall'AOI, nessun commento?
Dove sono finiti gli "storici"?
 
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view post Posted on 15/4/2021, 19:56
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CITAZIONE (niemand @ 15/4/2021, 20:16) 
CITAZIONE (lupo volante @ 14/4/2021, 19:09) 
(..) a proposito di indovinelli, non sono ancora in credito di uno? :rolleyes: ;)

Quella bella foto di alba sul mare fornisce un po' pochi indizi..
[]

è un lago
 
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