Sabato e domenica sull'altopiano di Asiago e una delle mete è stato il forte Punta Corbin in comune di Roana. Struttura ancora ben conservata grazie a continui lavori di recupero della famiglia che ora gestisce con grande passione e impegno il sito, dove si può anche vedere un piccolo museo con materiale recuperato anche all'interno del forte durante i lavori di recupero. Il forte situato a 1077 fu costruito tra il 1906 e il 1914 sullo spigolo sud-occidentale dell'Altopiano di Asiago-Sette Comuni e prende il nome dallo sperone roccioso che domina la Val d'Astico sul quale poggia. Il forte fu concepito come componente Est dello sbarramento sulla Val d'Astico contro un'eventuale aggressione austro-ungarica.
Nei primi due mesi di guerra, il forte (la cui guarnigione afferiva principalmente al 9º Reggimento di Artiglieria da Fortezza) partecipò attivamente alle vicende belliche, cercando di bersagliare con scarsi risultati le posizioni nemiche di Luserna.
Venne però valutato che i pezzi di artiglieria del Corbin fossero maggiormente utili più in prossimità del fronte, e così i sei pezzi da 149 vennero smontati e sostituiti da tronchi d'albero, in modo da ingannare le vedette austriache. Il mascheramento ingannò effettivamente gli austriaci, che continuarono a bersagliare il forte con la loro artiglieria per quasi un anno (anche con calibri pesanti da 380 e superiori: in particolare, il forte fu duramente colpito il 15 maggio 1916 da una serie di una cinquantina di colpi da lunga distanza dell'obice d'assedio austriaco da 380 soprannominato "Barbara", situato presso Forte Campo Luserna).
Poco dopo, il 30 maggio 1916 (durante la Strafexpedition), fu occupato dalle avanguardie austriache della 28ª Divisione del colonnello Kliemann, dopo essere stato pesantemente colpito dall'artiglieria pesante austro-ungarica e dopo che parte delle strutture del forte furono fatte saltare dagli Italiani in ripiegamento.
Un tentativo di riconquista italiano nei primi giorni di giugno, in cui furono impegnate due compagnie di Granatieri, non ebbe successo (il forte, riconquistato temporaneamente, ricadde in mano austriaca a seguito di un contrattacco in forze alcune ore dopo). Ritornò in possesso stabile delle truppe italiane solo il 25 giugno dello stesso anno, quando le forze imperiali abbandonarono la zona del Monte Cengio per stabilirsi sulla linea difensiva della Val d'Assa.