un valoroso Bosniaco sull'altipiano di Asiago, Il vento continuava a soffiare e a lanciarci addosso ondate di cognac...

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view post Posted on 18/7/2023, 19:05


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Buongiorno a tutti!

Oggi volevo presentarvi una testimonianza più unica che rara: trattasi infatti del diario di Josef Sterger, un giovane Fänhrich di Marburg (Slovenia). Arruolatosi nel settembre 1915, morì probabilmente il 28 giugno 1916, a Igls (nei pressi di Innsbruck), dove era stato ricoverato in seguito alle ferite riportate sull'Altopiano di Asiago (le ultime sue annotazioni vennero scritte nei giorni 25-28 giugno, dove egli scrive con mano malferma di stare "bene").
Fu arruolato per la prima volta in IR 47, con il quale si addestrò per settimane; improvvisamente, poco prima di partire per il fronte, fu assegnato al BH2 (citando le sue stesse parole "con grande sorpresa e gioia") uno dei reggimenti austro-ungarici più agguerriti della Grande Guerra.
Combatté sempre sul fronte italiano: prima sul Carso, Gorizia, monte San Gabriele e Isonzo (queste sono solo alcune delle località da lui citate).
Nell'aprile 1916 fu dislocato nell'attuale Trentino, dove si addestrò per l'offensiva di primavera (nei mesi di aprile e maggio visita molti centri abitati nei dintorni di Trento, inclusi Lavis, Poco, Gabbiolo ecc). Dal maggio al giugno 1916 combatté valorosamente contro gli italiani (scrisse molto di prigionieri italiani, materiale bellico catturato, trincee, assalti e difese ecc.).
Il 7 giugno 1916 fu uno dei conquistatori delle Melette (1824 metri s.l.m.).
Egli venne infatti schierato nella direttiva d'assalto (III e IV battaglione del BH2; Josef Sterger nello specifico venne schierato nei ranghi della 14 compagnia) guidata dal Tenente-Colonnello Duic (le sue memorie giacciono inedite, sotto forma di manoscritto, su qualche scaffale polveroso del Kriegsarchiv di Vienna).
Bepi Boccardo (1923-94 se non ricordo male) scrive nel suo libro "Melette 1916-17":

A sua volta il Gruppo d'assalto Duic (III e IV/2 bosno-erzegovese), soltanto faticosamente riesce ad avanzare, lasciando sul terreno morti e feriti soprattutto a causa del fuoco proveniente sul fianco, dalla Lunetta dello Spil.
Alle 19.30, come da conforme richiesta del comandante delle truppe d'assalto distese lungo i ripidi pendii della montagna, tutte le batterie della 6 Divisione imperiale riprendono con vigore il bombardamento contro le nostre posizioni.
Gli Alpini e i fanti della Sassari tengono fermo, malgrado le numerose perdite subite sono quell'uragano di ferro e di fuoco. Abbarbicati al terreno gelido, i nostri stoicamente resistono.
...
Alle 20 precise, mentre ancora infuria il bombardamento, tutta la prima linea stiriano-bosniaca muove all'assalto.
...
Un segnale di tromba e fra gli "hurrà" l'ondata d'assalto scatta in avanti. Gli Alpini del "Morbegno" ed i fanti del I/151 "Sassari" si battono fieramente corpo a corpo contro gli assalitori ma, colpiti sul fianco destro dal fuoco di mitragliatrici di Monte Castelgomberto, debbono arretrare verso la vetta di Monte Fior. Al centro dello schieramento il Gruppo d'assalto Duic, lasciati gli zaini al riparo delle cenge rocciose raggiunte durante le ore in cui la visibilità era nulla a causa della nebbia, balzano sopra di esse e cominciano, strisciando, uomo dopo uomo, la salita degli ultimi 2/300 metri dalla vetta del Monte Fior.
...
I Bosniaci sono giunti infatti a pochi metri dalle trincee italiane, quando il Tenente Colonnello Duic grida:"Svelto, trombettiere, suona l'assalto!".
Il segnale viene ripreso da tutti i trombettieri e suonatori di corno avanzati e con cento, mille "hurrà", i Bosniaci del III e IV battaglione, anche se esausti, si lanciano sugli italiani in un furibondo corpo a corpo.
...
Nell'istante in cui i Bosniaci stanno per arretrare, un urlo disumano, dalla massa che si scanna, si alza altissimo, sovrastando il fragore della battaglia "Evo i nas oberstlajtnant je avdje" (il nostro colonnello è qui tra noi!)
La fierezza di aver vicino il proprio comandante raddoppia le energie dei bosniaci, che selvaggiamente si ributtano nella lotta in un groviglio inestricabile di copri, fra urla belluine frammischiate alle grida dei feriti e dei moribondi, sommergendo Alpini e Fanti senza pietà, senza misericordia.
Sono le ore 20.45 e la vetta del Monte Fior è in mano al 2 Reggimento bosno-erzegovese.
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Emilio Lussu (1890-1975) era presente quando i fanti bosniaci attaccarono le sue trincee, scrisse in seguito:

All'improvviso una delle nostre mitragliatrici ha aperto il fuoco. Mi lavo per vedere, gli austriaci stavano attaccando. Coloro che hanno assistito agli eventi di quel giorno, credo, li vedranno sul letto di morte. Quando la nostra mitragliatrice ha sparato, il bombardamento è cessato. Il nemico aveva attaccato nell'istante in cui l'artiglieria aveva smesso di sparare. Gli austriaci attaccarono in massa, in ordine chiuso, in battaglioni affiancati... avanzarono intonando un inno di guerra, di cui si udiva solo la risonanza del coro incomprensibile.
"Evviva!"
e il coro riprese.
...
La linea ha aperto il fuoco, delle nostre due mitragliatrici solo una ha sparato, l'altra era stata distrutta da una granata.
...
I battaglioni nemici avanzavano lentamente, ostacolati da pietre e sterpaglie. La nostra mitragliatrice ha sparato furiosamente, senza fermarsi. Vedevamo interi reparti cadere falciati. I compagni si mossero, per non passare sopra i caduti. I battaglioni si ricomposero e ripresero i canti. La marea si è alzata.
Gli austriaci erano ormai a soli cinquanta metri di distanza. - Alla baionetta! gridò il maggiore. –Savoia! gridarono le barriere, correndo in avanti. Di quello che accadde in quello scontro, non ho mai conservato un ricordo nitido. L'odore di quel cognac mi fece girare la testa. Ma vidi distintamente che, davanti a noi, sulla sinistra, dalle formazioni austriache, un gruppo di tre uomini si staccò con una macchina
pistola e prese posizione dietro una roccia. Il tac-tac dello Schwarzlose seguì quel rapido movimento. Il raggio di fuoco sibilò intorno a noi.
Mi alzai e ripresi a correre, avanti. Lo scontro tra i nostri e gli austriaci era già avvenuto. Confusamente mescolati, entrambi si fermarono. I reparti austriaci si ritirarono, di buon passo, con i fucili a tracolla, mentre avanzavano. Una resistenza imprevista li aveva gettati nello scompiglio. I nostri, trattenuti dagli ufficiali, appiattiti a terra, hanno aperto il fuoco alle spalle. Ho visto solo qualcuno cadere. Le unità, affiancate, presto scomparvero dietro le creste. Il vento continuava a soffiare e a lanciarci addosso ondate di cognac...

"Un anno sull'altipiano", 1938, Emilio Lussu.

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Durante la guerra Josef Sterger fu promosso Leutnant e premiato con la medaglia d'argento al valore di prima classe ("Ranglisten des Kaiserlichen und Königlichen Heeres 1918", pagina 884).
Il diario è scritto interamente in tedesco, ad eccezione di una breve poesia, scritta in dialetto bosniaco, riguardante la difesa del Monte San Michele contro gli italiani.

Schermata 2023-03-06 alle 13

Le pagine iniziali del diario, dove si notano i timbri dell'IR 47 e del BH2.

Schermata 2023-03-06 alle 13

Il nostro Josef era un ufficiale tremendamente meticoloso, tanto da annotare tutti i nomi e cognomi dei soldati presenti nel suo plotone, con annotazioni del tipo "bravo tiratore" o "per la seconda volta sul campo".

Schermata 2023-03-06 alle 13

Alcuni trifogli raccolti sulla cima di Monte fior, il 7 giugno 1916. Durante quella data, Josef scrive del terribile bombardamento che anticipò l'assalto e della furiosa lotta che ne seguì.

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Il 21 novembre 1915, poco fuori Gorizia, Josef scrive di un assalto terminato in tragedia.
All'imbrunire, il tenente Rosch viene portato via e il tenente Fellinek assume la carica di comandante della 15a compagnia, di cui io, come subalterno, faccio parte.

All’improvviso entra nella nostra baracca un capitano del 27° reggimento di Fanteria e ci consegna l'ordine che la nostra compagnia, dalla posizione di riserva a Castel Rubija (oggi castel Rubbia, Gorizia), deve avanzare immediatamente in prima linea per contrattaccare quota 127°.

Al comando della sezione ricevemmo alcune istruzioni dal maggiore Seidel, che ci spinsero a procedere con l'attacco. Ho ricevuto tre plotoni, mentre il tenente Fellinek comandava il 4° plotone.
io stesso (mich) vado al comando (Refehl) con i miei 3 plotoni sulla sinistra del bordo del canyon che si sviluppa, alla mia destra il 4 plotone e dopo che io, trovato il collegamento con la compagnia 13, che dovrebbe essere alla mia sinistra, ho capito cosa fare.
A parte le perdite nella posizione di riserva, abbiamo lasciato molto anche sul terreno sotto il fuoco nemico, dal momento che dobbiamo superare questo (il terreno) di corsa verso il tunnel e poi abbiamo potuto sfuggire nella gola mentre
schegge e granate arrivavano costantemente (unausgesetzt).
alle 12 ci colleghiamo con la 13 compagnia e poi “Avanti!”
Inizia a scoppiare una pioggia di proiettili, schegge e granate.
si va ancora “avanti” sopra enormi mucchi di cadaveri (leicher).
Già siamo cosi vicini al nemico, che si può udire la recita dei fucili,..., il che ci mette praticamente di fronte al fuoco nemico
Il fuoco urla “Alt” alle persone che si radunano per l’assalto.
All'improvviso arrivano comunicazioni(,) che i miei plotoni sono stati quasi annientati dal fuoco nemico, che la 13 compagnia è stata tagliata fuori, dopo la loro lettura (riferito alle comunicazioni) i plotoni con il buio e mancanza di orientamento (meglio scarso orientamento) lasciano perdere (l’impresa). Io raduno i miei uomini e non posso che mettere insieme più di 14 uomini. Cosa si deve fare (was muss tun)? non c’è modo di pensare a un assalto, se non inutilmente! Indietro, attraverso il ruggente fuoco nemico?
All’alba con alcuni uomini raggiungo il canyon.
Qui incontro il tenente Rosnahjhovic comandante della 13 compagnia, disperato per aver perso la sua compagnia.
Mi metto in contatto con il capitano Cemochans del 7 battaglione Feldjager (F.J.B 7) che era al comando della linea di difesa e ho ricevuto l’ordine di rientrare nel tunnel del Comando di settore.
Nel frattempo sono arrivate alcune persone della mia compagnia che erano rimaste indietro (zuruck geblieben) nell'oscurità e si erano perse.
Attraverso il canyon si passa (geht es) solo sulla linea ferroviaria
...

Solo ora sono ricomparsi i miei uomini, che Dio solo sa dove abbiano passato la notte.
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Vi ringrazio per aver avuto la pazienza di leggere fino alla fine!
(Grazie anche alla mia musa, Francesca, per il supporto, e "sopporto", durante la stesura di questa epopea!)
 
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view post Posted on 18/7/2023, 19:50


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Veramente molto interessante. Grazie a te della condivisione
 
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view post Posted on 19/7/2023, 02:45


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Spettacolare questo diario, complimenti!
 
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view post Posted on 19/7/2023, 05:54
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Bellissima testimonianza, diari così dettagliati non sono facili da trovare, e grazie della condivisione!
È una fortuna che questo tipo di documentazione riesca a finire nelle collezioni di chi riesce a valorizzarle!
 
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view post Posted on 19/7/2023, 16:21


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Interessantissima testimonianza! Grazie per la preziosa condivisione.

Domanda che butto lì perché non si sa mai: viene per caso citato lo scontro con ritirata e cattura di prigionieri italiani tra Monte Cimon e Monte Longara (zona Melette-Gallio) negli ultimi giorni del giugno 1916 (30 giugno, in particolare)? Un mio antenato proprio lì venne catturato (era soldato nel 2° regg. Alpini battaglione Val Maira), fu poi trasportato a Sigmundsherberg dove rimase lì come prigioniero fino a fine guerra per poi tornare a casa, purtroppo malato di tubercolosi, e morire nel gennaio del 1920.

Grazie di nuovo.
 
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view post Posted on 20/7/2023, 07:05


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CITAZIONE (dgioda @ 19/7/2023, 17:21) 
Interessantissima testimonianza! Grazie per la preziosa condivisione.

Domanda che butto lì perché non si sa mai: viene per caso citato lo scontro con ritirata e cattura di prigionieri italiani tra Monte Cimon e Monte Longara (zona Melette-Gallio) negli ultimi giorni del giugno 1916 (30 giugno, in particolare)? Un mio antenato proprio lì venne catturato (era soldato nel 2° regg. Alpini battaglione Val Maira), fu poi trasportato a Sigmundsherberg dove rimase lì come prigioniero fino a fine guerra per poi tornare a casa, purtroppo malato di tubercolosi, e morire nel gennaio del 1920.

Grazie di nuovo.

Mi spiace ma il diario finisce il 28 giugno in un ospedale militare nei dintorni di Innsbruck, da quel momento in poi non ci sono più annotazioni. Al momento sto conducendo ricerche per vedere se Josef sopravvisse o meno alla guerra, ma dubito fortemente uscì vivo da quell’ospedale…
 
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view post Posted on 20/7/2023, 07:07


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Scusami, ho scritto giugno ma in realtà era maggio... Quindi intorno al 30 maggio 1916.

Grazie in ogni caso di nuovo!
 
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view post Posted on 20/7/2023, 08:30


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CITAZIONE (dgioda @ 20/7/2023, 08:07) 
Scusami, ho scritto giugno ma in realtà era maggio... Quindi intorno al 30 maggio 1916.

Grazie in ogni caso di nuovo!

effettivamente nella giornata del 30 maggio riporta di aver effettuato azioni di pattuglia sul monte Taverle, mentre nel pomeriggio venne condotto un attacco contro il Monte Fiana, con conseguente cattura di ingenti quantità di materiali e prigionieri di guerra!
 
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view post Posted on 20/7/2023, 08:34


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Credo sia Monte Fiara? E sì, proprio nella zona dove si trovava il mio antenato alpino! Grazie
 
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view post Posted on 20/7/2023, 15:32


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CITAZIONE (dgioda @ 20/7/2023, 09:34) 
Credo sia Monte Fiara? E sì, proprio nella zona dove si trovava il mio antenato alpino! Grazie

certo, errore di battitura mio, è proprio monte Fiara!
 
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view post Posted on 25/7/2023, 21:58
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Buongiorno Felix Echt...posso chiederti dove si trova questo diario?
E' tuo?
 
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view post Posted on 25/7/2023, 22:05


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CITAZIONE (Maiogi @ 25/7/2023, 22:58) 
Buongiorno Felix Echt...posso chiederti dove si trova questo diario?
E' tuo?

Si trova nella mia collezione dal dicembre del 2022, proviene proprio da Marburgo, città natale di Josef Sterger!
 
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view post Posted on 25/7/2023, 22:08
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Ti scrivo in privato se non ti dispiace...
 
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view post Posted on 25/7/2023, 22:08


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CITAZIONE (Maiogi @ 25/7/2023, 23:08) 
Ti scrivo in privato se non ti dispiace...

Ci mancherebbe, scrivi pure !
 
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view post Posted on 26/7/2023, 09:36
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Complimenti una bellissima e vera testimonianza e uno splendido cimelio!
 
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