Recentemente ho acquisito una bellissima cartolina del Regio Rimorchiatore Ciclope, sul retro i saluti del Comandante in seconda per una Signorina di Genova, di cui ricordava la calorosa accoglienza in Sicilia...una frase rispettosissima, ma ammiccante...residuo di un tempo in cui per fremere non c'era bisogno di immagini esplicite o linguaggio volgare..era sufficiente una garbata allusione..neppure molto esplicita...
La cartolina è viaggiata..e quindi non è certo esente da imperfezioni..ma il suo fascino....
Bando alle ciancie e veniamo alla nave su cui ho svolto qualche ricerca incompleta per scarsità di fonti, ma che ci mostra una vita operativa lunga e interessante e apre....anzi spalanca le porte a chi volesse contribuire a colmare i vuoti o correggere errori ed inesattezze, di cui, ne sono certo, le mie note saranno zeppe.
Varato nel luglio del 1902 dai Cantieri Pattison di Napoli come rimorchiatore d’alto mare il Ciclope venne consegnato l'anno seguente alla Regia Marina.
Stazzava 1070 tonn e le sue dimensioni erano : lunghezza 55 m, larghezza 9 m, pescaggio 2,85 m. Era mossa da due motori a triplice espansione che agivano su due eliche, erano alimentati da due caldaie Thornycroft ed erano in grado di erogare 1897 cavalli e spingere il battello a 13,5 nodi.
La nostra cartolina del 1910 pone la nave a Bari in procinto di partire per Venezia. In effetti l'anno seguente la nave, al comando del Tenente di Vascello Antonio Candeo, lasciava la città lagunare per una campagna talassografica in Adriatico lungo la costa dalmata, albanese e facendo sosta a Corfù, la missione si concluse ad Ancona e il comandante Candeo pubblicò sulla Rivista Marittima una relazione preliminare dal titolo "Le crociere talassografiche della Regia Nave Ciclope" cui farà seguito, poco tempo dopo un articolo del Comandante Luigi Marini, sempre sulla citata rivista, dal titolo “Le ricerche talassografiche italo austriache nell'Adriatico”. Pare strano leggere di una collaborazione italo austriaca, ma al tempo non esistevano ostilità tra i due Regni...peraltro alcune fonti riferiscono come la missione servisse a monitorare segretamente il traffico radio telegrafico austriaco. Pochi anni dopo il Ciclope, con il suo equipaggio di 68 uomini e il modesto armamento di 2 pezzi da 57/43 svolgerà un ruolo operativo con la Regia Marina nella Grande Guerra. Peraltro delle operazioni del Ciclope nella Grande Guerra non sono riuscito a trovare notizie da fonte autorevole.
Nel corso del Secondo Conflitto Mondiale il rimorchiatore è riferito da alcune referenze come operativo a Tripoli.
Il 17 luglio 1941 nave Ciclope trainò, assistito da un secondo rimorchiatore, il tedesco Max Berendt, il piroscafo germanico Menes rimasto danneggiato. Il convoglio si trovava sotto la scorta della torpediniera Circe (Capitano di corvetta Carlo Unger di Löwenberg) il giorno 20 il sommergibile britannico HMS Union (Lt. R.M. Galloway, RN) attaccò il piccolo convoglio. La pronta reazione della torpediniera portò all'affondamento dell'unità subacquea.
Il 14 ottobre 1941 il rimorchiatore Ciclope e il Max Berendt intervengono da Tripoli per trainare il piroscafo Bainsizza colpito, anche la torpediniera Polluce si unisce alla missione di salvataggio, il reiterarsi degli attacchi porta alla perdita del mercantile.
Il 19 gennaio 1943 Il sommergibile HMS Unbroken (Lt. A.C.G. Mars, DSO, RN) silurò la nave frigorifera Edda in rotta da Tripoli a Sfax sotto la scorta della torpediniera San Martino e del posamine Eso (ex tedesco M 144, ex jugoslavo Sokol). Il rimorchiatore Ciclope salpò da Tripoli e prese a traino la Edda. Un attacco di aerosiluranti britannici portò alla perdita dell'Edda e del vecchio posamine. Il Ciclope riuscì comunque a porre in salvo l'equipaggio del mercantile e 75 marinai della Eso.
Dopo l'intensa attività a Tripoli ritroviamo il rimorchiatore a Napoli al tempo dell'Armistizio. L'11 settembre 1943 l'equipaggio autoaffondò il rimorchiatore per non farlo cadere in mano ai tedeschi. E la storia potrebbe chiudersi qui....e non sarebbe una storia da poco...ma Nave Ciclope aveva ancora molto lavoro da fare..
Al termine della guerra lo sminamento e la bonifica dei porti e delle infrastrutture marittime comporterà un enorme sforzo da parte di quanti addestrati come palombari o sommozzatori per fini bellici potevano ora fornire un contributo essenziale alla rinascita della nazione.
Terminata la fase dell'estrema urgenza e avendo sottomano uomini addestrati in modo eccellente si decise di rifondare, dapprima a Bacoli con una struttura occulta, con i mezzi residuali e col poco che si aveva, un centro che, non disperdesse il patrimonio di esperienza operativa accumulata dalla marina militare...e il Ciclope cosa c'azzecca?
Il C.V. Ernesto Notari Comandante dell’organizzazione occulta di Bacoli fu incaricato di individuare l’unità appoggio per i mezzi d’assalto e mise gli occhi sul Ciclope. Il vecchio rimorchiatore venne riportato a galla e nel 1949 rimesso in efficienza e sottoposto a lavori presso il cantiere Navalmeccanica di Castellammare di Stabia venendo trasformato in nave appoggio subacquei ed incursori con il nome di Ercole. A bordo trovarono posto una camera di decompressione e officine per svolgere manutenzione e riparazione dei mezzi degli incursori. La struttura di Bacoli venne trasferita a La Spezia presso il Maricentrosub che divenne in seguito COMSUBIN. Affiancata alla nave Anteo (ex Alameda County) ceduta nel 1962 alla Marina Italiana, la Ercole svolse egregiamente, e in modo molto riservato, il suo ruolo. Finalmente nel 1964 dopo oltre sessant'anni di servizio venne radiata e demolita.
Sarei lieto se altri appassionati potessero integrare queste lacunose note, magari con testimonianze o immagini. Il periodo dopo la guerra è, comprensibilmente, quello su cui si trova meno documentazione...Spero fiduciosamente nella collaborazione degli amici del forum....la arzilla vecchietta merita lo sforzo di non farla cadere nell'oblio...che poi..in ultima analisi è quello che sto cercando di fare,
Un caro saluto giacomo