Posts written by trentaseifant

Si, si, scusa, è indubbia la collocazione durante la guerra. Ho posto un interrogativo in effetti senza spiegarne il motivo e dando per scontato altre informazioni in mio possesso. Questa foto (che ho postato solo per mostrare la sahariana da truppa) fa parte di un gruppo di altre nelle quali sono ripresi alcuni militari di artiglieria (truppa e un tenente o s.ten) in uniforme coloniale: chi in sahariana chi con camiciotto, in una versione che sembra aperta fini in fondo dall'origine. Era sempre stata mia intenzione postarla nella discussione appropriata, ma il tempo è tiranno!
Le uniformi appaiono come nuove, ben diverse da un contesto operativo quali le sabbie del deserto. Quasi tutti con berretto mod 42 nella versione rigida da uff, sottuff, e fasce mollettiere.
Il luogo sembrerebbe più un litorale, con costruzioni di sbarramento o fortificazioni. Viste le tenute coloniali penso al sud (Sicilia?)
Ecco le ragioni per le quali ho difficoltà a stabilirne il contesto.

Giovanni

Ti sembra verde, ma è ga, e come hai giustamente ipotizzato, e la borsa zaino per la RA. Essendo simile alla 29 per armi a cavallo, ragionevolmente può essere dello stesso periodo.
Purtroppo non esistono pubblicazioni dettagliate per gli equip. della RA/AM .
Eccolo dove potrai percepire meglio il colore

Da scarso conoscitore delle uniformi coloniali, mi limito a fornire qualche spunto e contribuire con alcune immagine d’epoca del mio archivio.

Per rimanere in tema della discussione, parto presentando l’immagini di un modello da ufficiale (AOI) che si discosta da quella canonica, per avere i paramani apparentemente privo di abbottonatura, come quelli della giubba. Non pare essere solo un polsino portato aperto, poiché non si notano le riprese delle cuciture alla manica.
Il ten ritratto (NERI Ilio), artigliere, fece sia la campagna d’AOI e quella dell’AS in forza al 205 art della div Bologna. Eccolo in AOI (a sx), assieme ad un collega (a dx) che veste una sahariana a camicia, priva di tasche inferiori.



In merito invece alle sahariane in uso anche alla truppa, possiedo queste due immagini che ritraggono militari in tenuta estiva. La bustina indossata pare grigio azzurra, mentre quella tenuta tra le mani sembra la versione kaki. Il che, escluderebbe la Marina, così come l’esercito. Se notate, il bottone è anch’esso al di sotto della linea delle tasche. Spalline sia sovrapposte che cucite al giro manica.
Il tipo di carta utilizzata per la stampa, sappiamo essere databile a cavallo degli anni 40 e successivi, per cui non escludo nemmeno che possa essere uno scatto del secondo dopoguerra.





Anche in questo scatto (che non riesco a collocare come luogo/epoca) si vede un artigliere, sulla dx, con sahariana e spalline.


Venendo alla giubba finora attribuita alla Marina, per esperienza diretta ne ho passate alcune decine (tutte provenienti da asta della MM, insieme a berretti blu, giubbetti in panno o jeans, cappotti o materiale da elicotterista) fotografando all’epoca i vari timbri, tutti rigorosamente con la S (scarico??...mah, anche io dubito su questo significato) e date dal 1950 al 1959. Purtroppo le uniche immagini rimaste sono nei due esemplari che presi, uno dei quali reso “regio”, e sottoposto a vari lavaggi, da utilizzare in eventi o mostre a rischio furto.
Quasi tutte avevano il rettangolino di stoffa sul retro, con taglia, sistema usato anche su altri capi, come i cappotti mod 49, anch’essi con timbro rettangolare con la S. Molti datati proprio 1949 (quindi usati per un solo anno?). Altre senza o con timbro diretto sul tessuto. Tutte identiche, stesso caratteristiche da voi descritte. Dove le presi io (e credo ne abbia ancora tante in vendita), erano assieme ad altre montagne di pantaloni, con una tonalità leggermente diversa, anch’essi con timbro “S”, e con taglio decisamente “moderno”, coi tre bottoni sul retro.

Ora non ho sottomano le foto.

I pant mostrati da Granatiere, invece, sono quelli adottati col camiciotto 39, con guaina in vita per la cintura ad anelle. Questi, infatti, sia corti che lunghi, almeno qui in Emilia uscirono coi relativi camiciotti e i berretti a visiera mod 42, e quindi il timbro è più che appropriato.










Se li si osservano al tatto, i tessuti dovrebbero essere diversi, in tela olona (quindi più spessa e morbida) i pantaloni, rispetto alle sahariane “marina” di cui si parla. Proprio il tipo di tessuto e i bottoni in resina dal profilo tagliente, così come la lucentezza del tessuto e delle cuciture, mi avevano finora convinto del loro confezionamento post bellico, resa ancora più forte dal timbro, ignaro ancora del presunto significato.

ps. Con le sahariane uscirono anche questi cappotti mod49...dismessi 6 anni dopo???

Premetto che le mie conoscenze su uniformi coloniali sono limitate, così come la documentazione o le immagini che nel tempo ho raccolto e possiedo.
Ma ho notato che le poche immagini che ritraggono la sahariana con spalline cucite (escluse quelle di personale paramilitare, quali le centurie lavoratori in AOI) , si riferiscono a militari in AS, o meglio, dopo il 1940. Che fosse quindi una conseguenza delle disposizioni di adeguamento delle giubbe gv del 40, la stessa che fece confezionare anche le giubbe 1940 in tessuto coloniale?

In questa immagine di carristi in Africa si vedono due militari di truppa (un sergente e un caporal maggiore?) in sahariana (cerchiati in giallo), uno con spalline e uno controspalline. Un s.ten con spalline cucite e gradi alle manopole (in verde) e, anche se non era questa la discussione, un militare con camiciotto aperto sul fondo.



Per quanto riguarda la giubba di Zip, a me francamente ricorda tanto quelle MM uscite in quantità. Magari mi sbaglio, ma come verifica potresti vedere se sul retro del colletto ci sono segni di cucitura del rettangolino in tela bianca con la taglia.

Piu rari perchè il metodo di marcare gli attrezzi da zappatore sul metallo durò 7 anni, dismesso ufficialmente nel 1914 (per passare sul manico).
Quello di apertura credo si riferisca al 1 Reggimento Bersaglieri, con un pò do confusione tra la R e la B ad opera di chi punzonava! Ha rimediato ricalcando, ma ormai la frittata era fatta!

Ecco u 'altro col punzone poco chiaro (6 Bersaglieri di Bologna)





Erano punzonati Fanteria, Bersaglieri, Alpini e Granatieri

Complimenti davvero per la presentazione e la dovizia dei particolari. Non mi intendo di questi oggetti per cui perdo la componente "rarità", ma non posso che ammirare ed invidiare la tua capacità nell'eseguire le foto, con questo fondo scuro e la luce che fa risaltare il completo in maniera perfetta. Bravo davvero
Giovanni

Torno per un attimo al modello 1958, adottata con Circ 278 del 1960. Sistemando in questo we i miei esemplari, ho notato che in un paio di completi i pantaloni non terminano con lo spacco provvisto di bottoni a pressione, ma si stringono semplicemente con un bottone e due relative asole. Inizialmente pensavo si trattasse di una modifica personale, ma confrontandola con gli altri, le dimensioni non avrebbero impedito di riscontrare segni delle vecchie cuciture, sia come ampiezza del gambale che come lunghezza.
Ho ripreso le mie fotocopie della Circolare, purtroppo non di qualità, già su scarse immagini di partenza, e quindi non permettono di distinguere questo dettaglio. Anche il testo, molto sintetico, non si sofferma su questo particolare.
Tutti i pantaloni che possiedo riportano timbri nei quali e impossibile decifrarne la data (solo due sono provvisti del classico timbro di accettazione), e quindi diventa difficile stabilire se lo spacco è presente dall'origine o solo su produzioni successive.
Qualcuno è a conoscenza di questa caratteristica?

Si, giusta del periodo Regio.
La prima, pur non piacendomi, potrebbe comunque essere originale, ma con un colore rinfrescato non tropo tempo fa ( e pure brutto).
Oggetti rimasti in dotazione(ma praticamente mai usati) anche nel dopoguerra, spesso riparati o ritinti come questo (trovi ritinti in kaki anche i badiletti), ma sono sempre produzioni regie





Le produzioni più vecchie a mio avviso sono quelle più chiare (come detto da granatiere1659) e dalla fibbietta verniciata gv (in questo esemplare presente in pochi punti)

Grazie per queste belle foto, alcune delle quali conosciute.
Ricordo la camicia sul libro citato che, oltre a proporre oggetti interessanti, ne pubblica alcuni che, converrai, sono piu didattiche che "originali". La camicia senza tasche pubblicata, ero convinto anche io fosse un capo non d'amministrazione, a differenza di quella tipo AOI con tasche senza cannello o quelle gv, sia in tela che in lana, ampiamente utilizzate. Un dei miei camiciotti apparteneva ad un artigliere di Modena, inviato in licenza di convalescenza prima del drammatico epilogo. Mi regalò camiciotto, pant corti e camicia gv estiva, sbiadita dal sole, con i quali fu rimpatriato.
Però non metto in discussione quanto dici e, anzi, mi fa piacere apprendere che ci fu un modello di amministrazione, che poi dovrebbe essere la 39 estiva non più gv ma kaki. Le poche foto a colori dell'AS che io conosco, ritraggono i nostri militari con camicie gv o kaki ma nel modello AOI, da qui le mie affermazioni.

Per quanto riguarda la giubba parà, le mie affermazioni traggono origine dal suo ritrovamento che, a meno di un abbaglio, avvenne in una calda mattina di luglio del 1988. Non era la mia giornata fortunata perchè, dopo avere passato i vari banchetti, mi fermai nell'ultimo, dove un conoscente (unico altro collezionista oltre a me), stava allungando 50.000£ per prendersi la giubba stesa a terra su un telo. Da ex parà, aveva conoscenze non troppo approfondite, al punto che non acquistò il copricapo (20.000) perchè considerato dei reparti meccanizzati! Magra consolazione ma, a differenza della giubba che ha fatto tanti passaggi, la bustina è ancora presente nella mia collezione ! Ma anche io feci la mia stron...ta, perchè vi era una camicia in pannetto kaki, con cucito sulla schiena e sul petto un rombo nero. Altri 20.000 che però non spesi ! Il fregio sulla bustina è privo di corona, in quanto questa persona, originaria del mantovano, (seppi poi il nome perchè entrai in confidenza, nei mesi successivi, col venditore) passò dai bersaglieri (con il quale fece l'AS) ai parà nel periodo RSI, per poi finire nel campo di prigionia di Coltano. Questo è quanto mi disse, e così di riporto, ma con le mie limitate capacità informatiche e le scarse conoscenze del giro collezionistico, non ho mia approfondito. Anche perchè, a distanza di quasi 40, è una ferita che fa fatica a rimarginarsi !
Scusa per le chiacchere da boomer!
Cordialmente
Giovanni

Si, il tessuto delle camicie era più sottile (anche se non conosco l'esistenza di camicie kaki da truppa per l'AS, se non da uff o quelle dell'AOI).
Non so nemmeno quanti di questi camiciotti siano tornati dall'Africa, o gli stessi, potrebbero aver perso gli attributi nei passaggi dei campi di prigionia.
Non dimentichiamoci poi che molti capi hanno trovato largo impiego in ambito civile, e molti rammendi o modifiche sono spesso frutto di questa nuova vita ( a parte i ritrovamenti certi).
Il loro uso era ancora previsto nel primo dopoguerra (circolari del GMU del 1946) e i berretti li si vedono impiegati con una certa diffusione.
Di questi camiciotti, con relativi pant e berrettini, ne uscirono negli anni 80 in un certo numero, tutti nuovi. direi da qualche magazzino del sud Da li, un fiorire di capi mostreggiati...
Anche il mio da tenente, con timbro degli autieri, uscì qui da Modena assieme a dei pant corti inglesi e al casco che però, chi lo prese prima di me, non me lo mostrò. Per anni ipotizzai quindi un veterinario modenese, prima di trovare, qualche mese dopo, un berretto mod 42 da ten della sussistenza. Ma per lo stato di conservazione, non so se abbia mai visto la sabbia del deserto.


Invece l'assenza delle stellette sulla giubba parà la giustifico sul fatto che era un militare della RSI, e quindi non ha mai montato nemmeno i nuovi gladi.

Non lo so Carpu, sono abbastanza ignorante sul materiale straniero. Potrebbe anche essere, ma la mia osservazione nasceva proprio dal fatto che, non essendo un graduato, il fregio ricamato non era coerente. Ecco che aveva preso piede l'dea dell'impiego, per lo scatto, del casco del genitore (che mi sembra indossare il cappotto per truppe paracadutiste)

Mah, eppure mi sembra troppo ampio per essere da truppa.

A mio parere anche il casco non è il 28 da truppa; se le braccia che si vedono sono quelle del padre, potrebbe anche essere che ha indossato il suo casco da ufficiale per fare la foto.
Non mi sembra di percepire sul retro la classica rialzata del casco da truppa.

Non conosco nel dettaglio gli avvicendamenti delle fabbriche menzionate, ma se la memoria non mi inganna, i bottoni con quel logo sono sulla giubba mod 40 di mio padre, e sono ancora i suoi originali, confezionata da una sartoria di Modena.
Verifico e ti do conferma

aggiungo anche questa immagine per testimoniare una data del logo VeDeMe (esiste anche in colore arancione al posto del blu, e direi contemporanea)

Mai vista tra le foto d'epoca che ho avuto occasione di sfogliare.
D'istinto, il tipo di tessuto mi porta a collocarla negli anni 50.
Ma tutto può essere.