Buongiorno, vi presento un elmetto che, perlomeno a mio avviso, possiede un potere evocativo molto forte. E vi confesso che quando l’ho avuto davanti per la prima volta un paio di mesi fa mi ha dato parecchia emozione. Mi scuso per la scarsa qualità delle foto, il cellulare era l’unica cosa che avevo a disposizione al momento.
Si tratta di un elmo modello 33 del 33° Reggimento Fanteria – Divisione “Livorno” – recuperato a Gela nel luglio 1943 da Sam Hanna, un marinaio americano imbarcato su un mezzo da sbarco (Landing Ship Tank 308) utilizzato nell’operazione Husky, che lo ha poi portato con sé negli Stati Uniti una volta congedato, tenendolo come ricordo fino al dicembre scorso, quando lo ha donato al “Museo Gotica” (
www.museogotica.it/home/) della associazione Gotica Toscana onlus di Scarperia (in provincia di Firenze), dove ora è custodito e sarà esposto e valorizzato come merita.
L’elmetto non reca nominativi, quindi non è possibile provare a ricostruire la sua specifica storia (e il reduce americano non ci ha fornito dettagli precisi su come ne sia venuto in possesso – se direttamente o magari ‘scambiandolo’ con qualche militare dell’U.S. Army, come accadeva spesso all’epoca). Tuttavia, penso sia probabile che si tratti di un elmetto appartenuto ad uno dei superstiti del I/33° che, accerchiati e presi prigionieri nel pomeriggio dell’11 luglio durante il fallito attacco su Gela in appoggio alle unità corazzate della divisione Hermann Goering, furono poi instradati sulle spiagge, accatastandone gli equipaggiamenti, per imbarcarli verso i campi di prigionia.
L’elmetto è privo del sottogola (ignoriamo se già da allora o per deterioramento successivo), sostituito con del filo di ferro per appenderlo come trofeo casalingo, ma per il resto è in buono stato di conservazione e mantiene intatte le caratteristiche che aveva all’epoca. L’esterno e la falda sono ridipinti a mano in un verde di tonalità consona al periodo bellico, mentre la calotta, il cerchione etc. internamente conservano ancora il grigioverde originario. Ovviamente, il fregio del 33° Fanteria spicca lanciando il suo messaggio di memoria a tutti noi. Falda marcata B 213 (codice che com’è noto identifica la Smalteria e Metallurgia Veneta s.p.a. di Bassano del Grappa) e cuffia in ottimo stato. Come si vede taglia 61, con cerchione coerentemente marcato B 61. La cuffia presenta anche residue tracce del suo marchio a stampa, però troppo tenui per decifrarlo.
Che altro dire? Per me, una testimonianza di un periodo particolare della nostra storia. A memoria degli italiani che si batterono e morirono, per lo più senza che se ne serbi ricordo alcuno, a difesa del nostro paese (ritengo per amor di patria più che per adesione all’ideologia di un regime che si sarebbe dissolto nel nulla pochi giorni dopo) contro avversari che in breve sarebbero diventati nostri ‘cobelligeranti’.
La sola divisione “Livorno”, nell’attacco dell’11 luglio, patì perdite complessive (morti, feriti e prigionieri) per 214 ufficiali e circa 7000 sottufficiali e truppa sugli 11.400 effettivi, e uno dei suoi battaglioni Fanteria fu letteralmente fatto a pezzi dal fuoco dell’artiglieria navale americana (gli stessi osservatori dell’U.S. Army, esplorando i luoghi dell’attacco nei giorni seguenti, restarono agghiacciati dalla carneficina osservabile). Numeri e fatti che non si sposano troppo bene con una narrazione pubblica che in genere preferisce evitare di confrontarsi con quegli avvenimenti, preferendo semplificazioni storicamente poco attendibili di un periodo molto travagliato del nostro passato.
Saluti
l'attacco della "Livorno" a Gela, 11 luglio 1943
l'elmetto
il fregio del 33° Fanteria
dettaglio dell'areatore
l'interno
dettaglio del marchio del produttore
dettaglio del cerchione e della cuffia, con le tracce del suo timbro a stampa