Posts written by rip-stop

Buongiorno a tutti, avrei bisogno di informazioni riguardo alle procedure burocratiche che, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, venivano intraprese, immagino dal Ministero della Difesa, per il rilascio della attestazione ufficiale di disperso in guerra riguardo a tutti quei militari dei quali non era stato possibile accertare la morte in combattimento o in prigionia. In particolare, dal punto di vista appunto dell'anagrafe civile, avrei bisogno di sapere se l'attestazione ufficiale di disperso corrispondesse a quello di morte presunta, o quale periodo di tempo dovesse passare tra l'una e l'altra. Grazie a tutti per chi potesse darmi questo tipo di informazioni nel dettaglio.

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Il distintivo sul berretto potrebbe essere (il condizionale è d'obbligo) quello del Royal Irish Rifles Regiment e il fregio sulla spalla (molto poco distinguibile a dire la verità) quello dela 29th Infantry Brigade facente parte della 10th (Irish) Division dell'esercito britannico. Il 6th (Service Battalion) del Royal irish Rifles combattè nel 1915 a Gallipoli, successivamente venne trasferito a Salonicco. Nel 1917, dopo essere appodato in Egitto, partecipò alle operazioni in Palestina. Forse durante i vari tasferimenti ai quali fu soggetto il reparto, il bastimento che trasportava le truppe fece scalo a Reggio o a Messina e questo soldato ne approfittò per scendere a terra e farsi scattare una fotografia da un fotografo locale... ma si tratta ovviamente soltanto di una mia ipotesi.

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Mi sembra di ricordare tra l'altro che il nostro esercito ha avuto anche in dotazione un piccolo quantitativo di carri M3A3 in versione "recce" (talvolta denominati anche "command tank"), ovvero privi di torretta e dotati di una mitragliatrice pesante M2 Browning cal.0.50 protetta da scudatura. Anche questi mezzi, per quanto di produzione statunitense, erano di provenienza inglese e ottenuti modificando a livello campale i carri M3A3 ottenuti tramite il programma "lend and lease". L'US Army ne sviluppò in proprio una versione del tutto analoga partendo dallo scafo dei carri M5 (T8 Reconnaissance Vehicle) che però rimase allo stadio di prototipo e non venne adottata in quanto i responsabile dell'Ordnance Corps giudicarono l'autoblinda M8/M20 più che sufficiente ad assolvere i medesimi compiti.

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Grazie per la risposta jolly. Trattandosi di un elemento uniformologico abbastanza "estraneo" alle tradizioni del nostro esercito, mi chiedevo appunto da dove provenisse. Immagino che le blindo inglesi a cui hai accennato fossero le Chevrolet Staghound, di progettazione e fabbricazione americana: un'autoblinda eccezionalmente moderna e avanzata all'epoca della sua apparizione (ottobre 1942) ma che non venne mai impiegata dai reparti di ricognizione e di cavalleria blindata dell'US Army che invece preferì utilizzare la più agile e leggera M8 Greyhound. Il nostro esercito le avute in dotazione entrambe.

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Beh... Non so se tra i requisiti richiesti per entrare a far parte della Security Force dell'USAF sia richiesta la bella presenza, però, insomma...



(Chiedo perdono a tutti per l'OT. )

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Una domanda "fuori campo": il basco nero per il personale in servizio presso le unità blindate e corazzata dell'E.I: da dove deriva? Immagino che ci sia ispirati per questa scelta al basco portato dalle formazioni del Royal Armoured Corps britannico...

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Grazie PBR. Considerando il grado da "technical sergeant", il brevetto "senior" ci sta...
Tra l'altro la taglia di questa DCU è una x-small - regular, è probabile che il technical sergeant Eaton sia in realtà una soldatessa... La presenza di personale femminile nelle unità della Military Police dell'esercito e della Security Force dell'USAF è infatti piuttosto elevata.

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Molto bella l'insegna del cavallino dipinta sulla fiancata dell'M5. Peccato che queste insegne siano poi sparite o talmente ridotte di dimensioni da risultare quasi invisibili. Motivi di praticità e di mimetismo, sicuramente, però non sarebbe affatto male tornarle a riproporle anche sui mezzi attualmente in servizio, utilizzando eventualmente delle versioni "subdued" a bassa visibilità. Lo spirito di corpo e le tradizioni militari dei nostri storici reparti di cavalleria ne gioverebbero senz'altro.

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Ora le foto sono molto più interessanti.

L'M24 Chaffee è stato uno dei carri armati leggeri di maggior successo, prodotto in oltre 4700 esemplari e utilizzato nel dopoguerra da una trentina di nazioni sparse un po' in tutto il mondo. Nell'esercito uruguayano l'M24, rimotorizzato con un motore Scania al posto del Cadillac originale, ha prestato addirittura servizio fino in tempi recentissimi: gli ultimi esemplari sono stati infatti radiati definitivamente solo nel 2018 dopo oltre 61 anni di onorato servizio.

https://tanks-encyclopedia.com/m24ur/

L'Esercito Italiano ne ricevette 518 esemplari che furono assegnati alle unità di cavalleria blindata (squadroni) in organico alle divisioni corazzate e ai bersaglieri, andando successivamente ad equipaggiare i B.E.D. (Battaglioni Esploranti Divisionali) e i G.E.D. (Gruppi Esploranti Divisionali) delle unità corazzate e di fanteria nei ruoli di esplorazione, ricognizione e supporto.

Complessivamente parlando, l'M24 è stato un ottimo mezzo blindato sotto tutti gli aspetti, di concezione moderna, meccanicamente affidabile e dotato di un ottimo armamento per un mezzo corazzato della sua categoria. Come tutti i carri leggeri, il suo difetto principale era costituito dall'esiguità della protezione, con uno spessore massimo di soli 38mm, e dalla ridotta abitabilità, visto che lo spazio interno era destinato ad accogliere in origine cinque uomini d'equipaggio, lo stesso numero ospitato solitamente nei carri medi e pesanti di dimensioni ben maggiori.

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Sì, esatto, confermo: è proprio un autocarro Lancia 3RO.

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Al di là della scarsa o cattiva qualità dei tessuti e dei materiali, quello che più mi disturba di questa uniforme è proprio la mancanza di... uniformità. Le mostrine, se fossero di adeguata qualità, si potrebbero anche accettare: costituiscono un elemento tradizionale assolutamente peculiare del nostro esercito e pertanto sono un elemento uniformologicamente irrinunciabile. Però l'insegna di grado sulle spalline è veramente brutta, sarebbe stato infinitamente meglio utilizzare un passante in tessuto con un ricamo adeguato all'importanza del grado o dell'incarico. Del tutto inspiegabile poi è la scelta di utilizzare il velcro per fissare il distintivo di ufficiale di corpo: l'impiego del velcro ha la sua ragione di essere s'una tenuta da combattimento, per ragioni di praticità ma anche per motivazioni d'"Intelligence" (il fregio di grado o di reparto possono essere rapidamente rimossi per non fornire indicazioni al nemico), ma s'una divisa di servizio che senso ha? Tirando le somme: la divisa sembra composta da elementi spaiati ed eterogenei tra loro, come se qualcuno avesse attinto da un cestone di rigattiere tirando sù quello che capita, senza alcuna attenzione per creare un'insieme stilisticamente armonico o per lo meno coerente.
E poi, scusatemi, ma la cravatta con lavorazione jacquard a me proprio non va giù... probabilmente siamo l'unico esercito del pianeta Terra ad averla scelta. Per me, pollice verso.

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Questo è vero... Nel mio intervento sono stato un po' troppo generico. Oggi come oggi l'equipaggiamento del nostro esercito può ritenersi senz'altro adeguato e al passo dei tempi, anche se permangono alcune carenze che andrebbero attentamente considerate (ad esempio i mezzi corazzati pesanti o i sistemi portatili e campali di difesa contraerea). Esiste sicuramente un problema di numeri, ovvero carenze anche importanti dal punto di vista quantitativo, ma con gli stanziamenti a nostra disposizione è impossibile fare molto di più.
Quando parlo invece di disinteresse dell'opinione pubblica mi riferisco al fatto che, a differenza di ciò che accade in molti altri paesi, all'operato delle nostre forze armate viene purtroppo riservata poca attenzione: come italiani ci compiaciamo molto di più per le imprese di un tennista che non dei rischi e dei sacrifici affrontati dai nostri soldati in molti contesti di guerra, e sottolineo di guerra... Ma non è mia intenzione deviare dal tracciato di questo topic.
Diciamo che dal punto di vista del "decoro" dell'uniforme si potrebbe fare sicuramente meglio, anche perchè quando si indossa una divisa la forma dovrebbe corrispondere alla sostanza: berretti "messicani" e mostrine di plastica non sono sicuramente il massimo.

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Come ha già detto Adriano, stiamo parlando unicamente di dettagli e di questioni uniformologiche, evitiamo per favore nel modo più assoluto di pubblicare illazioni offensive riguardo a gradi, qualifiche ed incarichi, soprattutto per rispetto nei confronti di tutti i nostri soldati, sottufficiali e ufficiali che sono stati chiamati ad assolvere negli ultimi decenni incarichi sempre più complessi, difficili e rischiosi, molte volte non avendo alle spalle una struttura organizzativa o mezzi e materiali adeguati alla difficoltà della loro missione, e nella maggior parte dei casi nella più totale indifferenza dell'opinione pubblica del Paese.

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E vogliamo parlare della cravatta? Ma che razza di lavorazione del tessuto hanno usato?

Quanto alle mostrine, ne vedo in giro di bruttissime: i particolari, come le stellette o il gladio in questo caso, sono stampati malamente e privi di dettaglio, le vecchie e reistenti vernici a smalto di un tempo sono state sostituite da una specie di pellicola plastificata che a lungo andare (ma anche e breve andare) si stacca dal supporto rendendo la mostrina inutilizzabile, i marchi sul retro, quando presenti (ad esempio quelli del produttore Euro) sono di una rozzezza incredibile che rasenta un graffito del paleolitico... Possibile che non si riesca a conferire un po' più di dignità a questo che è uno degli elementi uniformologici più distintivi del nostro esercito, carico di significato e di tradizione?

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Mi sembra che quella di "sottufficiale di corpo" sia una qualifica specifica d'incarico; cito testualmente dal sito dell'Esercito Italiano:

"Sottuficiale di corpo - Il progetto nasce nel 2008 per volontà del Capo di SME pro tempore, al fine di valorizzare progressivamente e costantemente la funzione e il ruolo dei Sottufficiali. Detta figura viene scelta tra coloro che, nella categoria, dimostrano di possedere le capacità di rappresentare i Sottufficiali, i graduati e i volontari. La figura del Sottufficiale di Corpo, alla luce della valorizzazione ottenuta con l’implementazione del nuovo iter, è divenuta elemento essenziale per l’organizzazione della vita dei reparti e per il supporto ai vari Comandanti nella loro azione di Comando."

In sostanza si tratta di un sottufficiale di grado elevato (di solito un maresciallo) che viene prescelto quale rappresentante della truppa e dei sottufficiali appartenenti a uno specifico battaglione/reggimento per coadiuvare l'operato dello Stato Maggiore specialmente per quanto riguarda la cura degli aspetti organizzativi, amministrativi, di sostegno e di supporto morale, psicologico e disciplinare del personale militare.

Per il resto, sono perfettamente d'accordo che il fregio del berretto è semplicemente inguardabile, una pietosa via di mezzo tra quello di un costume di cosplay e la vecchia divisa un dipendente di un'azienda elettrica muncipale. Ma oramai sappiamo tutti, come ci siamo detti molte volte su questo forum, che oggigiorno è perfettamente inutile parlare di gusto e di stile nelle divise militari...

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