Posts written by A Lombardi

view post Posted: 26/9/2012, 19:47 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
I documenti non vanno ovviamente presi acriticamente; sono una fonte cmq largamente superiore alla faziosa testimonianza di una singola persona.

Infatti, il diario di guerra della San Marco è citato molte volte come fonte per es. in questo studio, di parte resistenziale, che parla anche del III; ne consiglio la lettura www.casamemoriavinchio.it/sito/docu.../AT06_ruzzi.pdf

Da una nota del saggio (ripeto, edito da un Istituto Storico della Resistenza): Certamente più interessante poichè più mirato è P. Baldrati,
San Marco... San Marco, Milano, Archeotipografia, 1989. Articolato in tre tomi, l’opera non ha pretese interpretative, ma - nonostante la dichiarata appartenenza ideologica dell’autore - raccoglie una vastissima mole di documentazione fra cui risaltano per utilità ed importanza il diario ufficiale della divisione e quello personale del generale Amilcare Farina. Quindi il volume sarà citato spessissimo in questo saggio poiché assume le vesti di
fonte documentaria primaria per capire lo svolgersi dei fatti.


Sulla diatriba dei prigionieri/uccisioni, stai ripetendo di continuo i due stessi episodi (peraltro, a Monesiglio le esecuzioni furono fatte dalla Banda Ferraris, non dal III; altro errore tuo).

Non limitarti agli episodi più eclatanti: posta pure l'"elenco completo" dei partigiani catturati e poi uccisi dal III, che come dici dovrebbe riguardare ogni partigiano catturato dal III.

Comunque, credo che i lettori si siano fatti già un'idea chiara della questione.

Ciao,

Andrea

CITAZIONE (Tirailleur du Po @ 26/9/2012, 17:54) 
Per quanto riguarda la sahariana mimetizzata:
se ho ben capito non si tratta di quella portata da Leonardi e poi esposta a Novergro, ma quella di un altro membro del gruppo esplorante.
E se fosse stata effettivamente una OD Field Jacket tinta artigianalmente con chiazze di colore per simulare un mimetismo come quello del vestiario ricavato dai teli tenda?
Luca

Ciao, no no, non era dell'Esplorante ma del II/6°, il Btg Uccelli, infatti si parla della Garfagnana. Il riferimento è a diverse "sahariane" USA, credo proprio che, dal momento si riferisce a diverse giacche, che il "mimetico" sia il semplice verde oliva: anche perché normale OD era la giacca del Leonardi stesso, da lui poi indossata anche nel dopoguerra!


Ecco qualche altra foto nostra...

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e dei nostri "compagni" :D di Stella Tricolore...

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view post Posted: 26/9/2012, 11:07 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
CITAZIONE (kanister @ 26/9/2012, 11:53) 
Ora però spezzerò, almeno parzialmente, una lancia a favore delle tesi di Ghirghi.
Abbiamo constatato, con i soliti amici, che il comportamente nei confronti dei prigionieri era ben diverso a seconda che si trattasse di ex S.Marco od altri prigionieri.
Mentre gli altri partigiani avevano quasi sempre buone possibilità di sopravvivere, i disertori, quando riconosciuti, avevano invece molte più probabilità di essere immediatamente fucilati.
Questo secondo la nostra analisi dipenderebbe dal risentimento non tanto verso il partigiano quanto verso il compagno che ha tradito, agevolato anche dal fatto che pare ci fossero disposizioni relative a chi veniva trovato con le armi in mano ed ai disertori: morte immediata senza processo.
Ciò non toglie che in molti casi i "figliol prodigo" venissero invece reintegrati, anche se non nei reparti combattenti.
Dato che queste constatazioni sono condivise da studiosi quali Scarone e Politi immagino siano fondate: dimmi tu.

PS: grazie per la precisazione relativa alla giacca, ma perchè definirla mimetizzata se era OD.

Kanister, non è la stanza giusta. Concordo con quanto scritto da te sopra (mio post delle 11.27), ma l'affermazione che trovo inesatta (eufemismo) era che TUTTI i partigiani catturati venivano SEMPRE uccisi dal III.

Torniamo alle uniformi: "mimetizzata" perché probabilmente il verde anche "tinta unita" era visto come tale, o, ancor più probabilmente, un modo colloquiale di definire tale capo da parte di Leonardi, che usa nella sua memoria un lessico abbastanza diretto.

Credo che le unità, specie di un reparto sufficientemente equipaggiato (per l'Asse, 1944/45...) come la San Marco, operanti in Liguria avessero maggiori opportunità di riparazione/sostituzione dei loro effetti di vestiario.

Una nota curiosa: nei documenti della San Marco c'è un comunicato relativo ai pantaloni a sbuffo, che vanno modificati al più presto con il taglio stretto alla caviglia dei pantaloni tedeschi, perché i primi si logoravano troppo nella zona dello sbuffo.
view post Posted: 26/9/2012, 10:27 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
CITAZIONE (kanister @ 26/9/2012, 11:17) 
Ottimo, Andrea.

Dato che so che ti interessi ai fatti del 12 febbraio ci puoi riportare, se c'è qualcosa, gli appunti relativi a quella data?

Mi piacerebbe capire cosa poteva essere la sahariana mimetizata USA, dato che a quell'epoca non è che in Europa ne circolassero molte.

Ciao, sul 12 febbraio passo ;) per le motivazioni esposte dai moderatori, come scritto sopra tornerò magari sull'argomento nella stanza apposita; ci tenevo però a fare l'ultimo post sopra perché troppo inaccurata era l'affermazione sull'"Esplorante che non fa mai prigionieri"; come ho scritto ci sono state sicuramente esecuzioni di quelli che dovevano essere considerati come POW, ma da qui a "non fa mai prigioneri"...

La "sahariana mimetizata USA" era in realtà la giacca americana OD Field Jacket o Winter Combat Jacket, anche Leonardi ne portò una in azione, mostreggiata con le mostrine rosse regolamentari del San Marco (!!!), l'abbiamo esposta a Novegro l'anno scorso...
view post Posted: 26/9/2012, 09:44 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
Come da incoraggiamento dei moderatori evito di rispondere ad infinitum al messaggio sopra, però permettetemi questo appunto: i documenti sono quelli che contano, nella ricerca storica, più delle opinioni di parte: a fronte della pretesa di Ghirghi che "Il Gruppo Esplorante uccidesse SEMPRE tutti i prigionieri", lo incoraggio allora a dimostrarmi, nomi e cognomi, luogo e data di morte delle vittime e prove della effettiva responsabilità dell'Esplorante alla mano, l'uccisione post cattura di tutti partigiani citati come "catturati" leggibili nell'estratto del diario di guerra dell'Esplorante postato di seguito:

7 gennaio 1945

Pattuglie del Gruppo durante il rastrellamento nella zo-na di Canelli-Monferrato, hanno catturato 8 partigiani, 2 diser-tori della Divisione “San Marco”, 5 renitenti leva e 3 disertori della Brigata Nera di Cuneo. Sono stati inoltre catturati: 1 mi-tragliatrice calibro 12.7, 1 fucile mitragliatore Bren, 10 fucili, 14 pistole e 300 colpi.
Rientrati due Arditi del Gruppo.

8 gennaio

Durante la notte un reparto del Gruppo Esplorante ha effettuato una puntata nella zona S. Stefano Belbo, catturando 14 partigia-ni dei quali due uccisi mentre tentavano la fuga. Nessuna nostra perdita.

9 gennaio

Nella notte una pattuglia del Gruppo Esploratori, in seguito ad informazioni assunte, catturava nella zona di Canelli 4 partigia-ni, 2 disertori, 3 renitenti di leva con 3 moschetti mod. 91, un apparato radiotrasmittente, due apparati telegrafici e un telefo-no.
Pure nella notte, un’altra pattuglia del Gruppo Esploratori, nella zona di Castelnuovo Calcea, dopo un violento scontro con un gruppo di partigiani, uccideva un partigiano catturando un mi-tragliatore Breda e due moschetti mod. 91. Nessuna perdita da parte nostra.
Il Generale Comandante ispeziona in località di Nizza Monfer-rato il III Gruppo Esplorante.

10 gennaio

Una pattuglia del Gruppo Esplorante ha effettuato una puntata nella zona di Castelnuovo Calcea; dopo un breve combattimen-to sono stati catturati: 1 partigiano, una mitragliatrice Breda con 200 colpi, 2 moschetti mod. 91, una pistola mod. 89 e 5 bombe a mano. Nessuna nostra perdita.

11 gennaio

Una pattuglia del III Gruppo Esplorante ha effettuato una punta-ta nella zona di Castel Boglione catturando: un partigiano, un moschetto mod. 91 e quattro bombe a mano. Nessuna nostra perdita.


Se entro qualche tempo non riuscirai a dimostrare che ognuno di questi partigiani catturati sia stato poi ucciso dall'Esplorante, allora la tua affermazione sarà smentita. Non è questione di "Revisionismo... attacco agli alti valori..." e compagnia cantando, ma di un tentativo di seria ricerca storica da una parte, e memorialistica-reducistica più o meno di parte dall'altra.



E ora torno molto più volentieri sulla questione delle uniformi... non uniformi :D

Caro Kanister,

ecco un passo dal libro di G. Leonardi "Senza patria" da noi edito che conforta la tua tesi:

"Si scende a Stazzana, tra l’altro laggiù abbiamo gli zaini, con tutte le nostre cose, un paio di camice molto usate, qualche calzettone, comunque data l’usura oramai, più nessuno di noi ha la divisa completa della San Marco, ad esempio io ho un paio di scarpe alte da paracadutista inglesi, un paio di gambali di canapa che hanno i negri, e una casacca da bersagliere. Altri al posto del basco hanno papaline prese sotto le macerie − tengono più caldo alla testa − e giacche tipo sahariana mimetizzate dell’esercito americano, tra l’altro molto comode, in più borracce, scodelle e gamelle sono americane, tutta roba presa dal rastrellamento dal Natale [1944, l'offensiva contro il RCT della 92a Div. americana Buffalo in Garfagnana]."

C'è però da dire che alla prima occasione utile i Marò si rifecero le uniformi corrette, proprio per evitare di essere presi per partigiani o disertori, con le conseguenze del caso.
view post Posted: 24/9/2012, 12:53 Il poema africano della Divisione "28 Ottobre" di Filippo Tommaso Marinetti - Bibliografie, Editoria e Web militare
CITAZIONE (foch @ 24/9/2012, 13:51) 
Non so tanto di Marinetti autore e nulla di Marinetti soldato (nella Grande Guerra e in Etiopia). Ma in generale, sono sempre diffidente e dubbioso sui letterati che si atteggiano a combattenti. E Marinetti letterato lo era (oltre che abile e geniale organizzatore culturale, come lo si definirebbe oggi). Il discorso vale anche per il letterato più letterato di tutti (e il più medagliato e osannato) : D'Annunzio.
Premessa provocatoria e polemica per cercare di animare questo 'angolo letterario' del forum e per chiedere agli esperti di materia coloniale : 'Quanto a lungo è stato Marinetti sulla linea del fuoco in Etiopia (mesi, settimane, giorni) ?'.
Foch

Al volo, dal saggio in appendice:

Per il suo comportamento durante la battaglia [di Passo Uarieu], F. T. Marinetti ricevette la sua terza Medaglia di Bronzo al Valor Militare (ne aveva ricevute due già durante la Guerra: la prima sul monte Kuk, quando, il 14 marzo 1917, venne ferito all’inguine e alle gambe, ricevendo la promozione a tenente per merito di guerra e la Medaglia di Bronzo al VM; quindi, all’offensiva finale di Vittorio Veneto, nel corso della quale ottenne la seconda Medaglia di Bronzo al VM, entrando, il 4 novembre 1918, a Tolmezzo con la sua autoblinda ) e la promozione a Seniore.

view post Posted: 24/9/2012, 12:12 Il poema africano della Divisione "28 Ottobre" di Filippo Tommaso Marinetti - Bibliografie, Editoria e Web militare
Novità:

Il poema africano della Divisione "28 Ottobre"
di Filippo Tommaso Marinetti
con un saggio storico di Pierluigi Romeo di Colloredo

Il Poema africano della Divisione “28 Ottobre” non è solo un’opera letteraria, ma è allo stesso tempo documento autobiografico, testimonianza diretta e - soprattutto - memoria storica della partecipazione delle Camicie Nere alla guerra d’Etiopia. Marinetti narra con precisione aneddoti, fatti di cui è testimone e protagonista diretto, riportando documenti, bollettini e comunicati.

Il padre del Futurismo non fu solo un “soldato da propaganda” come dipinto in fin troppi testi, ma combatté in prima linea a Passo Uarieu, nel più duro scontro di tutta la guerra d’Etiopia, e tale esperienza è riportata nella sua opera poetica in maniera trasfigurata letterariamente, ma sostanzialmente fedele allo svolgimento storico dei fatti.

Edizione limitata a 120 copie, stampata su carta di pregio Dalì Neve da 120 gr. e con copertina Tintoretto Crema 300 gr.

La prima edizione del 1937 è rarissima, e molto ricercata.

Formato 14x21, 256 pagg., Euro 29,00

poemaafricano28ottobrem

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Il poema africano della Divisione “28 Ottobre” è chiaro facile da capirsi e da declamare o cantare

Tutti insieme cantatelo sotto le tende sulle navi e nelle carlinghe della pace guerrata d’oggi e della pacificante guerra di domani agli ordini del Duce Simultaneo.

Questo poema segna la vittoria definitiva delle parole in libertà sul verso tradizionale o libero sintattico logico e a chiusure stagne di punteggiatura

Ma benché da molti proclamato massimo poeta della civiltà meccanica e caffeina d’Europa se sbaglio perdonatemi vengo dal Tembien


F. T. MARINETTI


Edito da Associazione Culturale “ITALIA Storica” Genova
view post Posted: 24/9/2012, 12:11 SOLDAT - IL DIARIO DI UN SOLDATO TEDESCO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE - Bibliografie, Editoria e Web militare
Da tempo introvabile, ora disponibile!

WILHELM PRÜLLER

SOLDAT

IL DIARIO DI UN SOLDATO TEDESCO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Il diario di Wilhelm Prüller, membro di un reparto di fanteria motorizzata della 9. Panzer-Division, permette al lettore di dare uno sguardo unico nell’esperienza di guerra di un soldato della Wehrmacht altamente addestrato e motivato, attraverso il vivido resoconto delle innumerevoli e aspre battaglie condotte da Prüller in prima linea dagli anni della trionfante Blitzkrieg in Polonia, Francia e Balcani ai combattimenti nelle steppe della Russia, sino alla disperata difesa del Reich.


Wilhelm Prüller nacque a Vienna il 14 gennaio 1916 in una famiglia operaia, cattolica e conservatrice. Avviato agli studi, entrò nella Hitlerjugend nel 1928, arruolandosi poi nelle SS nel 1933 e partecipando attivamente alla lotta politica in Austria. Espatriato in Germania nel 1937, rientrò a Vienna dopo l’Anschluss del marzo 1938. Il 1° dicembre di questo anno fu mobilitato nella Wehrmacht e assegnato alla 6. Kompanie dello Schützen-Regiment 10 della 4. leichte Division, avendo il battesimo del fuoco nella Campagna di Polonia. Rinominata 9. Panzer-Division nel 1940, la Divisione combatté in Francia, nei Balcani e Russia, e Prüller, promosso Sottufficiale e in seguito Leutnant, seguì le sorti della sua unità sino alla capitolazione in Germania, distinguendosi più volte sul campo.

F.to 17x24, 152 pagg., alcune ill. b/n, brossura, Euro 18,00

Edito da ITALIA Storica, Genova 2012.

wilhelmprullercoppagina

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view post Posted: 24/9/2012, 12:08 Consiglio libro sulla campagna d'Etiopia - Bibliografie, Editoria e Web militare
Sulle CCNN interessanti i due libri di PR di Colloredo "Passo Uarieu" e "I Pilastri del Romano Impero", info qui http://associazioneitalia.blogspot.it/sear...Romano%20Impero...

Recensione de “I pilastri del Romano Impero” di Pierluigi Romeo di Colloredo apparsa sulla rivista “Storia Militare”, n. 197, a. XVIII, febbraio 2010.

[…] il volume esamina nel dettaglio la partecipazione delle Camicie nere a tutte le altre operazioni del conflitto, con specifici riferimenti alla conquista dell’Uork Amba, alla battaglia dello Scirè, all’impiego dei reparti sul fronte somalo e all’attività della MVSN nell’Impero dopo la conclusione delle ostilità.
I pilastri del Romano Impero è completato da una sessantina di pagine di interessanti appendici che comprendono – tra l’altro − gli organigrammi dei reparti di Camicie Nere impiegati in Africa Orientale, estratti dei diari di alcuni protagonisti, relazioni redatte − all’epoca − dai generali Somma e Baistrocchi, e utili tavole comparative tra i titoli miliari etiopici e gli equivalenti italiani e tra i gradi della MVSN e quelli corrispondenti nel Regio Esercito.
Il corredo iconografico è riferito, soprattutto, ad immagini dei protagonisti dei fatti descritti nel volume e ad alcune immagini odierne dei teatri di alcuni degli scontri più sanguinosi, ma non mancano diverse cartine originali relative all’impiego dei reparti della MVSN in varie zone del fronte etiopico. Un ampio corredo di note a pié di pagina (integrato da una bibliografía vasta e differenziata che comprende non soltanto documenti ufficiali e scritti dei protagonisti della guerra d'Etiopia (Badoglio, Graziani, De Bono ecc.), ma anche opere riferibili ad una saggistica ben differenziata ideologicamente con testi di Franco Bandini, Indro Montanelli, Paolo Caccia Dominioni, Renzo De Felice e Giorgio Rochat, come pure volumi di Angelo Del Boca e Nicola Labanca, a testimonianza di un'analisi dei fatti svolta dall'autore “a tutto campo” e senza preconcetti. Si tratta, in definitiva. di un buon volume che - a differenza di quanto potrebbero far pensare il titolo e l'impostazione grafica - non è né nostalgico né reducistico e si pone come un interessante e documentato studio. (M.B.)
view post Posted: 22/9/2012, 15:29 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
CITAZIONE (Tirailleur du Po @ 19/9/2012, 17:59) 
Un ottimo e pacato scambio di osservazioni, esperienze, notizie documentate etc, ma vi devo chiedere, se lo desiderate, di continuare la discussione nell'apposita stanza dedicata alla resistenza.
In questa sezione tentiamo di discorrere principalmente di gruppi storici, eventi, filologicità di uniformi e materiale utilizzato e tutte quelle sfumature proprie delle rievocazione/ricostruzione storica.

Okkkk, riprendo allora a postare prossimamente qualche altro scatto/video, sempre solo per analisi uniformologica/faleristica/oplologica :D

E grazie dei complimenti!

view post Posted: 19/9/2012, 13:30 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
Le foto sono, tra le altre fonti, in "Guerra incivile", di Fulvio Sasso, ediz. GRIFL. Il mio punto è che quel lessico "ferocia bestiale" lo vedo applicato un po' troppo a fasi alternate. E inoltre è un di più che serve solo a tracciare distinzioni tra "buoni" e "cattivi", e non aiuta certo a analizzare storico-militarmente le operazioni di un dato reparto; reparto formato da uomini calati in un contesto che non era certo la guerra di fair play dei cavalieri dell'aria della 1a gm, ma una guerra fratricida al culmine di una guerra ideologica, dentro il contesto più ampio di una guerra totale.

Mi spiace che non hai commentato questo:

Ultimo appunto: qui https://miles.forumcommunity.net/?t=42051420 scrivi "Gli Arditi del 3° Gruppo Esploratori della Divisione S. Marco non facevano prigionieri. Tutti i partigiani che venivano catturati con le armi in mano o senza armi, venivano immediatamente passati per le armi."

Che l'Esplorante non facesse di norma prigionieri ("Tutti i partigiani...") è semplicemente e solamente falso (ciò non toglie che in diverse occasioni possa aver passato per le armi dei partigiani) . Basta scorrere il citato diario di guerra della Divisione, o i riferimenti del Gen. Farina a partigiani prigionieri dell'Esplorante per smentire questa affermazione un po' troppo oculatamente tranchant e faziosa, più che storicamente inaccurata.

Cordialmente,

Andrea


Sulla pacificazione, come ho già constatato intervistando decine di veterani sia della RSI che partigiani, non credo interessi a nessuno, principalmente non tanto per la "violenta lotta", ma per la faziosità tipica degli italiani, portati, ancor oggi, a riconoscersi prima di tutto in una fazione (politica, locale, etc) che non in una nazione. Altre nazioni hanno affrontato lotte ben più violente della lotta tra italiani del 1943-45, e sono risorte dopo pochi anni coesi stati nazionali (vedi la guerra civile americana, per es.). Noi no, forse perché Nazione non lo siamo mai stati. Ma questo è un altro discorso.

Non direi infine che la logica dell'amnistia Togliatti fosse quella della "pacificazione", non lo era di certo quella del decreto luogotenenziale del 6 settembre 1946 n. 96.

Comunque, ormai di questi aspetti siamo veramente in quattro a occuparcene, da una parte e dall'altra.
view post Posted: 19/9/2012, 07:53 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
CITAZIONE (stefano.spazzini @ 18/9/2012, 08:25) 
Ciao,

Belle foto , bravi ragazzi.

Vi chiedo gentilmente di postare le foto nelle dimensioni richieste dal forum ( 800x600 ),
questa volta le ho modificate io .......... ;)
Grazie
Stefano

Grazie dei complimenti e scusami per le foto! ;)
view post Posted: 19/9/2012, 07:36 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
CITAZIONE (ghirghi @ 18/9/2012, 15:41) 
All’epoca avevo conosciuto il “Gruppo esplorante”, stando però dall’altra parte.

Verissimo! Gli arditi del Ten. Col. Marcianò agivano con le stesse modalità dei partigiani. Pure loro usavano la tattica del “mordi e fuggi”. In più occasioni seppero dimostrare anche a quale livello era giunta la loro bestiale ferocia, tanto da provocare un inutile richiamo alle regole da parte del Gen. Farina.
Di solito operavano a colpo sicuro, grazie soprattutto alle notizie loro fornite da informatori prezzolati.

Fra le tante loro azioni, più direttamente fui interessato dall’eccidio di Castelletto Uzzone dove, sorprendendoli nel sonno, massacrarono con il calcio dei fucili 10 partigiani feriti, mentre altri 11, condotti a Monesiglio loro sede, li uccisero il giorno dopo, dieci con un colpo alla nuca, uno impiccato sul ponte.
Due di loro erano miei amici.

Il fazzoletto rosso, invece, mi ricorda l’episodio del ponte di Perletto, dove uccisero 18 partigiani che erano stati tratti in inganno avendoli scambiati per un loro reparto.
In quell’occasione, per avvicinarsi senza farsi riconoscere, sventolarono dei fazzoletti rossi, che avevano in precedenza ricuperato durante un rastrellamento nella zona di Roccaverano.

Molti appartenenti al Gruppo esplorante furono poi processati a Cuneo. Fioccarono le condanne a morte, subito tramutate in ergastolo, ridotte poi a 20 anni e infine liberati dopo pochi anni di carcere.

Grazie della conferma dell'efficienza militare nella controguerriglia dell'Esplorante. In effetti, consultando il diario di guerra della Divisione e altre fonti, risulta che in quasi ogni scontro, fossero in inferiorità o superiorità numerica, in attacco o in reazione a un'imboscata, ebbero la meglio sui membri delle varie bande partigiane affrontate.

Per quanto riguarda le "regole", nelle guerre civili, dalla Vandea a Sherman nella Shenandoah alle nostre Norma Cossetto o fratelli Cervi, di regole ne vedo poche.

Permettimi poi un appunto: è abbastanza ingenuo scrivere da parte tua "In più occasioni seppero dimostrare anche a quale livello era giunta la loro bestiale ferocia, tanto da provocare un inutile richiamo alle regole da parte del Gen. Farina."; a parte il "bestiale ferocia" che fa tanto cronaca del quotidiano Unità, annata 1950, il Generale Farina, come è riscontrabile sia nei suoi commenti riportati in calce al diario di guerra della Divisione FM San Marco stigmatizzava nei suoi richiami non delle presunte "bestiali ferocie", ma la troppa indipendenza del reparto e del suo comandante Marcianò dal resto della GGUU. Inoltre, ma capisco che serve una conoscenza delle procedure militari delle unità convenzionali che probabilmente non hai, visti i tuoi trascorsi, è evidente che se i metodi del reparto fossero stati così terribilmente invisi al Gen. Farina, bastava per lui esonerare Marcianò. Procedura disciplinare standard, nei pieni poteri di un Generale Comandante di una Divisione.

Su Castelletto Uzzone, dalla tua ricostruzione sembra che i partigiani siano stati ammazzati nel sonno; lo svolgimento dell'azione è leggermente più complesso. Peraltro, strano come un'azione dove un nemico viene colto di sorpresa a seconda della fazione sia un "brillante colpo di mano col favore della sorpesa" o "una strage di inermi colti nel sonno". So it goes. Come anche gli "informatori prezzolati". Tutti "prezzolati"? Se fossero stati fiancheggiatori dei partigiani sarebbero stati invece tutti "patrioti e patriote che appoggiavano la lotta per la libertà dei partigiani"?

Trovo anche un po' naif lo "sdegno civile" tra le righe per le condanne a morte tramutate in ergastolo, poi venti anni etc; in generale, vale la pena di ricordare agli smemorati che l'amnistia Togliatti etc funzionò both ways. In più, per i partigiani, ci fu anche il decreto luogotenenziale del 6 settembre 1946 n. 96 a coprire i possibili crimini di guerra commessi.

In particolare, la maggior parte dei capi d'imputazione contro l'Esplorante erano... l'aver partecipato a rastrellamenti (quindi a "normali" operazioni COIN) e aver ucciso (quasi sempre in azione) partigiani, avvenimento temo inevitabile, vista la poca aspirazione al martirio degli Arditi, che comprensibilmente tendevano a uccidere il nemico, e non a farsi uccidere.

Ultimo appunto: qui https://miles.forumcommunity.net/?t=42051420 scrivi "Gli Arditi del 3° Gruppo Esploratori della Divisione S. Marco non facevano prigionieri. Tutti i partigiani che venivano catturati con le armi in mano o senza armi, venivano immediatamente passati per le armi."

Che l'Esplorante non facesse di norma prigionieri ("Tutti i partigiani...") è semplicemente e solamente falso (ciò non toglie che in diverse occasioni possa aver passato per le armi dei partigiani) . Basta scorrere il citato diario di guerra della Divisione, o i riferimenti del Gen. Farina a partigiani prigionieri dell'Esplorante per smentire questa affermazione un po' troppo oculatamente tranchant e faziosa, più che storicamente inaccurata.

Cordialmente,

Andrea
view post Posted: 17/9/2012, 10:48 Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” - Rievocazione Storica
Il III Gruppo Esplorante della Divisione F.M. “San Marco” dell’Esercito Nazionale Repubblicano, derivante dal X Reggimento Arditi e comandato dal Maggiore Vito Marcianò, contese con successo l’entroterra ligure e le Langhe ai partigiani dal 1944 al 1945, non subendo le tattiche partigiane, con il loro stillicidio di imboscate e colpi di mano, ma rivoltando verso le bande queste stesse tattiche, affinate e messe in pratica con la spietata efficienza militare tipica dei reparti Arditi. Il Gruppo operò prima alle dipendenze della 34. Infanterie-Division del Generale Theobald Lieb “Il Leone di Cherkassy”, che seppe per primo sfruttarne appieno le capacità offensive, e poi rientrò alla Divisione “San Marco”, mantenendo però sempre, dato l’altissimo spirito di corpo e rendimento degli Arditi e il carisma del loro comandante, una netta indipendenza d’azione dalla Grande Unità. Gli Arditi del Comandante Marcianò divennero presto un vero incubo per le formazioni partigiane, costantemente individuate, braccate e annientate implacabilmente dalle pattuglie a lungo raggio del Gruppo Esplorante, capaci di penetrare sin nei rifugi ritenuti più sicuri dalle bande.

Grazie a Giancarlo Garbocci per alcune delle fotografie sopra, e a Flavio Grossi e agli organizzatori e partecipanti del raduno a Cerasomma e Bagni di Lucca del 15-16 settembre.









Edited by stefano.spazzini - 18/9/2012, 08:22
view post Posted: 29/7/2012, 11:06 L'italia In guerra 2a Edizione - Rievocazione Storica
Reportage fotografico della partecipazione di ITALIA Storica, con un display di rievocatori presentanti le varie divise e armi della Fanteria di marina della RSI, Decima MAS e San Marco. Grazie ai partecipanti, al pubblico e agli organizzatori di "Soldati al fronte"!

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Di seguito, foto del bravissimo fotografo Camillo Balossini: Fotografia di rievocazione storica www.milloreenact.com

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view post Posted: 8/7/2012, 08:02 Novità: Le Artiglierie del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale, di Enrico Finazzer - Bibliografie, Editoria e Web militare
Novità: Le Artiglierie del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale, di Enrico Finazzer

"I nostri soldati furono mandati a combattere con artiglierie insufficienti ed antiquate, residuati della Grande Guerra, inferiori a quelle del nemico". Questo è ciò che si legge comunemente nei libri di storia della seconda guerra mondiale.
Fu proprio così? E se sì, lo fu sempre ed ovunque?
In questo volume vengono trattati tutti i pezzi d’artiglieria di produzione nazionale, straniera e di preda bellica utilizzati dal Regio Esercito, in organico ai Reggimenti di Artiglieria Divisionale ed ai Raggruppamenti di Corpo d’Armata e di Armata, illustrandone in schede sintetiche ma esaustive le principali caratteristiche tecniche, permettendone un confronto immediato con le artiglierie degli altri eserciti, e l’impiego che ne è stato fatto sui diversi teatri.
Il volume è corredato da centoventi immagini, molte delle quali inedite, provenienti dai fronti di guerra, dagli archivi fotografici dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e della Fondazione Ansaldo, da musei italiani e stranieri, e da alcune collezioni private.

F.to 17x24, brossura, 144 pagg., 120 foto b/n.

Il prezzo del libro è di Euro 18,00.

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