Posts written by borio ross

view post Posted: 20/5/2013, 16:12 Ricerca dei parenti... - Uomini e Donne con le stellette. Storie, immagini, cimeli
No, ho solo consultato l'Archivio Vaticano per i prigionieri di guerra.
view post Posted: 20/5/2013, 16:08 INTERNATI CAMPO BREMERWORDE - Uomini e Donne con le stellette. Storie, immagini, cimeli
No, l'Archivio Vaticano "Inter Arma Caritas" sui prigionieri di guerra (+ di 2 milioni di nomi!) non è consultabile in rete, è in vendita (8 dvd) alla modica cifra di euro 400, rivolgendosi all'Archivio Segreto Vaticano, ovviamente consiste nelle schede cartacee essenziali digitalizzate.
Roberto
view post Posted: 19/5/2013, 18:27 INTERNATI CAMPO BREMERWORDE - Uomini e Donne con le stellette. Storie, immagini, cimeli
Ma i due personaggi non sono morti, non nella seconda guerra perlomeno, risultano entrambi presenti nella lista di 5700 nominativi di prigionieri di guerra internati nel campo di Wietzendorf in Germania compilate al momento della liberazione e consegnate dal cappellano militare Luigi Pasa il 09/05/1945 come risulta dall'archivio Vaticano per i prigionieri di guerra. Le medaglie saranno commemorative.
Roberto

Aggiungo che la famiglia del S.Ten. Angelo Graziu risiedeva in via Mimera - Monte Agruxiau di Iglesias e fu avvisata con un telegramma il 27/05/1945.

Roberto
view post Posted: 19/5/2013, 17:15 Ricerca dei parenti... - Uomini e Donne con le stellette. Storie, immagini, cimeli
Allora, il 6 dicembre 1941, veniva comunicato tramite l'Ufficio Vaticano per i prigionieri di guerra, alla sig.ra Cipolla Esposito Fidarma, via Remiglie, San Marco Argentano (CS) che il soldato Cipolla Vincenzo, di fu Filippo, prigioniero matricola n. 139785, era internato in Sud Africa.
Ovviamente significa che il nostro Cipolla Vincenzo risiedeva a San Marco Argentano. Sarebbe bello ritrovare la famiglia, ma di famiglie Cipolla ce ne sono 34 a San Marco Argentano (vedere pagine bianche). Magari al comune possono aiutare nel rintracciare la famiglia che risiedeva nel 1941 in via Remiglie (la possibilità ce l'hanno, chissà la voglia)

Roberto
view post Posted: 19/5/2013, 16:22 33000... non tornarono. - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
CITAZIONE
Desidero condividere un aspetto della resistenza poco discusso...........quello dell' apporto e del sacrificio dei militari del R.E., Marina e Aviazione che, internati dopo l' 8 settembre e deportati in Germania decisero nonostante le pressioni e le lusinghe di non reimpatriare con le divisioni dell' esercito di Salò e altresì di coloro che resistettero al Sud...............

Parlare degli I.M.I. (italienische Militär-Internierte) è un'argomento un pò complesso. Solo abbastanza recentemente si cerca di far passare la teoria che i militari italiani in mano tedesca dopo l'8 settembre 1943, quelli che decisero di non optare per la R.S.I., lo fecero, in blocco, per una sorta di "scelta politica".

Secondo questa logica nel 2006 questa scelta fu anche "premiata":
L’articolo 1, commi 1271 – 1276, della legge finanziaria per l’anno 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296) ha previsto la concessione di una medaglia d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale, che abbiano titolo per presentare l’istanza di riconoscimento dello status di lavoratore coatto, nonché ai familiari dei deceduti.

Si tende oggi a considerare la scelta di non rimpatriare con le divisione dell'esercito di Salò una sorta, appunto, di "Resistenza", qualcuno li definisce oggi "patrioti con le stellette".
Negli anni 80' il clima era alquanto diverso. Mi ricordo, si era credo nel 1987, ai tempi del caso "Leopoli" (il presunto sterminio di 2000 internati militari italiani da parte dei tedeschi)
la testimonianza di un ex ufficiale italiano e ex internato, trasmessa dal telegiornale. Ad un certo punto la domanda del giornalista fu proprio quella di spiegargli perchè l'ex ufficiale avesse rifiutato di aderire alla R.S.I. e rientrare quindi in Italia. Al chè l'ex ufficiale rispose "Beh, dico la verità, la maggior parte di noi, dopo anni di "fronte" non aveva nessuna voglia di continuare la guerra, preferimmo rimanere internati" (ovviamente riporto il senso della risposta non ricordando le parole esatte).

Attenzione quindi a considerare quella scelta, una scelta "politica", non possiamo entrare nei pensieri di quei tempi e di quelle persone e nelle motivazioni della loro scelta, come oggi si fa, per motivi di opportunità politica.

Roberto
view post Posted: 6/4/2013, 16:09 Il generale Theo Lieb e il tenente Farina - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Noto con piacere che grazie a me Ghirghi ha rintracciato l’articolo dell’illustre sconosciuto, per lui, Dr. Ramella. Veramente io lo avevo citato come essere non solo “di parte” ma anche fazioso e fantasioso, assolutamente inutile sul piano storico o anche solo memorialistico. Il Dr. Ramella ci vuol far credere che 20.000 uomini della 34^ Divisione tedesca, con carri armati e artiglieria pesante eseguirono un rastrellamento nel monregalese nel novembre e dicembre del 1944! Ho paura che non si tratti di un refuso di stampa, voleva dire proprio 20.000!
Interessante anche la “colonna” di 2000 persone, uomini, donne e bambini costretti ad andare a piedi da Mondovì a Cuneo il 20 dicembre, di cui non avevo mai sentito parlare, fotografata e filmata per farla passare per colonna di partigiani prigionieri. Avrei qualche timido dubbio su questo evento ma sicuramente ci saranno foto in abbondanza per dimostrarlo, foto che sarebbe interessante poter vedere.
Per il resto abbiamo le solite accuse di maltrattamenti, crudeltà e torture varie che tutti conosciamo e attribuite all’ausiliaria Osella e ai due ex pugili (qua ci ricaschiamo con gli “ex pugili”) le note torture denominate “Bergerac” (da me già citata) “martirio dei santi”. Fatti che addirittura fanno inorridire i sergenti tedeschi noti per essere belve assetate di sangue, il che è tutto dire.
La faccenda della cattura del presidio di Magliano Alpi e relativo tentativo di scambio di prigionieri viene altrimenti descritta in “Sempre in gamba né” di Ferruccio Iebole, a pag. 176 che attribuisce il fallimento della trattativa, condotta dal prete don Giovanni Dadone di Murazzano, con il suo risultato mortifero, alla fuga del Sergente Osvaldo Ciammaruconi, che doveva essere scambiato per primo contro la liberazione di Silvio Melogno “Acerbo”.

Torniamo al Farina. Notevole la descrizione di come il Tenente Farina, accompagnato dalla Osella, Bonaccorsi e Bianchini “processò e condannò a morte i partigiani non scambiati” sembra una loro decisione collegiale, si muovevano come gemellini siamesi. A seguire il Dr. Ramella ci infila dentro anche la “classica” scena alla Pasolini nel suo “Salò o le 120 giornate di Sodoma”: “Prima del processo si era tenuta una cena in cui erano stati serviti piatti ricercati e vini pregiati, mentre un giradischi allietava la riunione”. Poi però, dopo poche righe, il Dr. Ramella si corregge, non fu il Tenente Farina ma il Colonnello Languasco a ordinare la fucilazione dei partigiani. Il Tenente Farina, ci dice il Dr. Ramella, la eseguì solamente.
Ma finalmente, dopo questo notevole excursus apprendiamo dal Dr. Ramella che Farina e compagni furono condannati dal “Tribunale di Guerra” del I Gruppo Divisioni Alpine Mauri. “Codesto Tribunale condannava a morte “in contumacia” i fascisti colpevoli di particolari atrocità, tra questi Farina e compagni”.
Apprendiamo allora dal Dr. Ramella che: I Tribunali di Guerra agivano nel pieno della legalità, in quanto organismi istituiti con decreto n. 20 del 15.10.1944 del CLN, che legiferava in delega al governo italiano legittimo, “onde consentire la più immediata punizione di quei reati che per la loro atrocità hanno profondamente colpito la pubblica coscienza”. Decreto confermato dal bando CRMP del 1.11.1944 che regolava i tribunali di guerra territoriali e quelli di divisione, che “giudicano in nome del popolo italiano ed applicano i codici penali e le altre leggi in vigore alla data dell’8 settembre 1943, con le modifiche risultanti dal presente bando”, stabilendo gli organici dei tribunali. E anche a Mondovì, secondo il disposto il disposto della circolare CRMP n. 27 del l°gennaio 1945 era stato istituito un Tribunale di Guerra.

Soffermiamoci allora un po’ su questi “Tribunali di guerra” partigiani che agivano “nel pieno della legalità”.
In base alla circolare del 7 giugno del 1945 protocollo 420 della Procura Generale di Torino “Tutte le sentenze emanate dai Tribunali del Popolo devono essere ritenute nulle e di nessun effetto giuridico trattandosi di Tribunali “de Facto” e non “de Jure” e le sentenze emanate devono essere considerate come pure e semplici denunce da inoltrarsi al Procuratore del Regno competente ad instaurare contro gli imputati un nuovo e giuridicamente legale procedimento penale”. Questa circolare servì nel caso del Colonnello Giuseppe Stampini, condannato a morte il 7 maggio 1945 dal “Tribunale Militare Territoriale di Guerra di Alessandria” per dichiarare, il 28/01/1946 da parte del giudice istruttore del Tribunale di Alessandria, “la nullità della sentenza in quanto non emanata da un organo giurisdizionale” (ma intanto il Colonnello era già stato fucilato il giorno successivo alla sentenza).
Quindi a parte la nullità giuridica della sentenza (in contumacia poi) apprendiamo che la soppressione dei 4 fu eseguita in barba anche all’ordine del Comando Alleato della sospensione delle esecuzioni capitali: “la sentenza che secondo il disposto del citato decreto del CLNAI avrebbe dovuto essere eseguita immediatamente, forse fu rimandata d’alcuni giorni perché l’avvocato Verzone, prefetto di Cuneo, stava contattando i CLN locali per comunicare che, per ordine del Comando Alleato, le esecuzioni capitali erano sospese” ci dice il Dr. Ramella.
Allora si capisce perché le soppressioni avvennero di nascosto nella notte.

Due parole solo sulla fucilazione di partigiani. (partigiani e non civili). In generale, secondo le leggi di guerra dell’epoca, i partigiani o “franchi tiratori” non avevano nessuna copertura giuridica non possedendo lo status di prigionieri di guerra. Ovvio, se da un lato il partigiano poteva permettersi forme di lotta non regolari quali l’operare in abiti civili o anche camuffarsi con divise fasciste e tedesche per meglio agire, d’altra parte sapeva che, se catturato, il suo destino era segnato. Mi pare che tutti i fucilati del marzo del 1945 citati dal Dr. Ramella fossero partigiani riconosciuti.
Ciò nonostante, nei processi tenuti nel dopoguerra, contro partigiani accusati di esecuzioni extragiudiziarie fu tenuto in debita considerazione, anche per loro, “l’ordine ricevuto”. Cfr. il caso del processo sulla esecuzione di 7 prigionieri di guerra (della X Mas) a Santo Stefano Roero il 14 maggio del 1945:
“Il Medogni (Medogni Creso, di Bra) eseguì la fucilazione dei sette repubblichini della X Mas PER PRECISO ORDINE (in maiuscolo nell’originale) ricevuto dal suo comandante di reparto… è indubbio che il Medogni era vincolato dalla disciplina militare, al dovere di eseguire gli ordini ricevuti SENZA DISCUTERLI (maiuscolo nell’originale) e senza aver facoltà di sindacarne la legittimità, sotto pena di denuncia per il reato di rifiuto di obbedienza. Basta questa semplice osservazione per comprendere che, se anche l’eliminazione dei detti prigionieri costituisse fatto illegittimo, di essa non è tenuto a rispondere il Medogni, per aver commesso il fatto nell’adempimento di un dovere (art. 51 C.P.)” Cfr. esposto dell’Avv. Riccardo Audisio Cocco del 20/09/1949.
Proviamo a sostituire il nome di Medogni e poniamo quello di Farina.
Era una linea di difesa comunemente usata dagli avvocati difensori sia dei partigiani che dai fascisti e applicata largamente dai giudici (esempio cfr. Sentenza della Corte di Assise di Cuneo del 15/05/1951 nei confronti di C. Mario, partigiano, assolto (omicidio) per l’esimente dell’Art. 51 C.P. secondo cui, per i reati militari, se un fatto costituente reato è commesso per ordine del superiore, di esso risponde colui che lo ha dato (terzo comma) e non chi lo ha eseguito).
E’ pacifico che se Farina e i suoi fossero stati processati assieme agli altri cacciatori, Bidoli Vittorio e altri, avrebbero evitato la condanna a morte.

Tralascio di commentare il P.S. “Voglio infine sperare che “La Bisalta” tra “le donne dimenticate” ricorderà le partigiane Emma Biscia e Jolanda Bonfini, che dopo essere state selvaggiamente torturate per quindici giorni a Roccaforte di Mondovì dalle Brigate Nere, vennero uccise a Rocca de Baldi il 4 marzo 1945.”
Ovviamente le fonti fasciste negano le torture ma comunque in rete c’è, a tutti accessibile, l’elenco delle 164 donne soppresse dai partigiani nel cuneese durante la guerra civile, inutile quindi una discussione “su chi era il più cattivo” o chi uccideva più donne se i fascisti o i partigiani, non credo sia un argomento da trattare in questa sede. Questa doveva essere una discussione sul caso specifico di una soppressione extragiudiziale di prigionieri di guerra eseguita da parte delle forze partigiane a Mondovì il 05/05/1945, nient’altro. Se poi ci si vuole dilungare su altri episodi si apra un’altra discussione. Penso che sul Tenente Farina e l'Osella e i due "ex pugili" abbiamo detto tutto quello che c'era da dire. Saranno i lettori a giudicare i fatti esposti.

Saluti
Roberto
view post Posted: 4/4/2013, 14:31 Il generale Theo Lieb e il tenente Farina - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Sicuramente sono daccordo che non bisogna sprecare sapone per lavare la testa agli asini. Non è mia intenzione convincere Ghirghi a rinunciare alle sue convinzioni. Ma il mio tentativo è di fare riflettere, a chi asino non si reputa, che è troppo comodo giustificare uccisioni extragiudiziali eseguite da partigiani con la solita storia "guardate cosa avevano fatto i fascisti prima". Le responsabilità sono soggettive e vanno dimostrate. Non bastano fumose accuse di malefatte per condannare una persona. Se il Tenente Farina non rispetta l'accordo con i partigiani, la presunta "infrazione" riguarda lui solo non gli altri (ma che dire allora della parola data dai partigiani al Tenente Farina e ai suoi all'atto della resa, che nessuno avrebbe fatto loro del male?) . Il milite Bonaccorsi partecipa alla CATTURA del partigiano Antonio Avagnina non è provato che lo uccida lui stesso. Ma anche ammettendolo, quali sono le specifiche accuse per gli altri due, tali da portarli alla morte?
Rilevo sul sito del partigianato piemontese (http://intranet.istoreto.it/partigianato/d...io.asp?id=25502) che il partigiano Colombo Giovanni muore il 07/04/1945 a Castellino Tanaro "in combattimento". Basso Gino e non Giorgio cade a Frabosa Sottana-Pianvignale il 25/04/1945 senza specificare la causa (http://intranet.istoreto.it/partigianato/d...lio.asp?id=6966) L'unico che corrisponde è Ciocca Attilio Giovanni "fucilato dai nazifascisti il 14/04/1945" (http://intranet.istoreto.it/partigianato/d...io.asp?id=24554).

Il fatto di chiedere se esiste un verbale di quelle soppressioni è che la sua esistenza dimostrerebbe una parvenza, anche minima da parte dei partigiani, di una certa volontà di dimostrare una certa legalità nel loro operato. Altrimenti si tratterebbe solo di pura vendetta nei confronti di prigionieri, proprio quella malvagità attribuita ai tedeschi e ai fascisti.

Ma, se ho capito bene non esiste nessun verbale di un eventuale giudizio riguardante i quattro soppressi a Mondovì. Nel rapporto di Giacomo Tarditi ("La Guerra in casa") si evince che la cattura avvenne il 27 aprile e quindi i 4 furono tenuti per ben 9 giorni. Furono poi uccisi quasi di nascosto nella notte tra il 5 e il 6 maggio, perchè?

Non voglio entrare poi in una spirale di accuse e controaccuse su chi avrebbe fatto la azioni peggiori nella guerra civile altrimenti non si finisce più. I fascisti ammazzano un quattordicenne ma i partigiani ammazzano Rovera Ermenegilda della stessa età a Martiniana Po e via di seguito. Sto solo analizzando un fatto specifico che dovrebbe essere analizzato senza preconcetti da parte di tutti.

Saluti
Roberto
view post Posted: 3/4/2013, 22:15 Il generale Theo Lieb e il tenente Farina - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Giustamente come dice Ghirghi non si tratta di modificare il pensiero di nessuno e anch’io penso che nulla servirebbe a cambiare le convinzioni di chi sta cercando disperatamente di negare l’evidenza aggrappandosi agli specchi.
Non farò quindi nulla per far cambiare idea a chi pensa che i due diciasettenni (perché se si osservano le date di nascita nessuno dei due aveva compiuto 18 anni ed erano quindi minorenni) e la ragazza erano biechi torturatori, massacratori di partigiani e ben si meritarono la fine che ebbero. Avrei piacere però di sapere dove prendere visione dei delitti e delle malefatte (facilmente rintracciabili) delle tre vittime in quanto, ripeto, sono sempre pronto a cambiare idea su questi fatti, di fronte a prove attendibili.

In quanto alle battute ironiche potrei rispondere che in quel territori si aggiravano semplicemente dei partigiani, innocui gentiluomini che abborrivano la violenza, normalmente nel tempo libero scrivevano poesie o decantavano liriche. Assurdo pensare che potessero compiere atti malfamati . Se per pura disgrazia qualche orco restava ucciso, non cera purtroppo la possibilità, come i loro colleghi istriani avevano, di infilarli in qualche simpatica foibetta.

Giustamente voloavela Invita a mantenere la discussione nell'ambito storico senza citazioni di fonti non controllabili o attendibili e nel massimo rispetto dell'interlocutore (che io ho)
Fino ad ora allora i fatti sono questi:

Bianchini Giulio, di Riccardo, nato a Grosseto il 02/06/1927
Bonaccorsi Romano, di Aroldo, nato a Batignano (GR) il 08/12/1927
Farina Alberto, di Domenico, nato a Broccostella (FR) il 01/12/1919
Osella Emma, di Bernardo, nata a Torino il 29/11/1922

Soppressi da elementi partigiani non identificati a Mondovì. Piazza Ellero il 05/05/1945.
Non esiste verbale di processo, non si sa la composizione della corte giudicante, non si conoscono i capi di accusa. Si presume quindi una esecuzione extragiudiziale. I 4 non furono uccisi subito dopo la cattura ma dopo qualche giorno,
possibile allora che non salti fuori uno straccetto di verbale per queste soppressioni? I nomi dei partigiani che le eseguirono? Questi ultimi non dovrebbero aver paura di “ricadute” giudiziarie visto che sarebbero ampiamente protetti da numerose amnistie "ad hoc".

Saluti
Roberto
view post Posted: 28/3/2013, 14:31 Il generale Theo Lieb e il tenente Farina - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
E' comprensibile che Ghirghi sia convintissimo che le testimonianze della Resistenza siano "veritiere e degne della massima attendibilità", io lo sono molto meno.
L'attribuzione di "ex pugili" ai due ragazzi è un esempio di come potevano essere distorte, a proprio piacimento, le informazioni sui fatti. La Osella poi, ricorda un pò il caso della eliminazione della nota attrice cinematografica Luisa Ferida che, dissero, ballava nuda davanti ai partigiani torturati (fatto assolutamente inventato) anche qui, per "giustificare" in qualche modo la sua immotivata soppressione extragiudiziaria.
Il fatto della "ausiliaria" rilasciata (figura misteriosa, mai identificata) viene presentato come per dire "visto, i partigiani erano buoni eliminavano solo i cattivi, gli altri li lasciavano andare".

Comunque, a parte l'affermazione di Ghirghi, di ritenere "veritiere e degne della massima attendibilità" le testimonianze partigiane non vedo nessun nuovo elemento presentato per modificare il mio pensiero che è quello di ritenere non veritiere le affermazioni di "atrocità" commesse da parte dei due ragazzi e della donna. Chi sono poi i partigiani che eseguirono le esecuzioni? (eseguite, se si ritengono veritieri gli atti di morte del comune di Mondovì, alle ore 24 del 5 maggio, cioè a mezzanotte) Chi le ordinò? Chi firmò i verbali del processo per dare perlomeno una parvenza di "ufficialità" alle soppressioni? Il 5 maggio 1945 non si poteva più dire che erano andati distrutti a causa di un rastrellamento. Chi era l'auiliaria rilasciata? avrà pur subito un interrogatorio.
Di fronte a prove inconfutabili sono pronto a cambiare il mio pensiero.
Saluti
Roberto
view post Posted: 27/3/2013, 12:23 Caduti e dispersi San Marco - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
QUINTINO Candido, figlio adottivo di Clotilde Charles in Jolly, si era recato in licenza a Challant (Aosta), era in borghese ma aveva la divisa nello zaino. Il 7 novembre fu fermato nei pressi della propria abitazione dai partigiani Aymond Giovanni e Brunod Vittorio e condotto dal loro comandante Manganoni Claudio (183a Brigata Garibaldi). Nel dopoguerra, dopo la denuncia della madre adottiva del Quintino, il Manganoni si giustificherà dicendo che aveva interrogato il Quintino e che lo aveva lasciato andare diffidandolo di lasciare la valle e che non poteva escludere che lo stesso fosse stato passato per le armi da altri partigiani a lui ignoti. In mancanza del corpo (mai ritrovato) il giudice Cottafavi Alfredo chiude l'istruttoria contro i tre partigiani nel 1947 con il "non doversi procedere per il fatto a loro addebitato" vedi ACS di Torino: Tribunale di Torino, Corte d'Appello, Sez. Istruttoria, sentenze contro ignoti fasc. /1947
Saluti
Roberto
view post Posted: 27/3/2013, 11:49 Il generale Theo Lieb e il tenente Farina - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Purtroppo non ho tutto il tempo che vorrei per poter seguire le discussioni di questo forum e solo in questi giorni ho preso visione di questa "il generale Theo Lieb e il Tenente Farina". Vorrei entrare in merito al caso del Ten. Farina e i suoi sfortunati compagni: Giulio Bianchini, Romano Bonaccorsi e Emma Osella.
Premetto che come dice Ghirghi nella sua del 09/01/2013 rispondendo a Ettore: "Quella che Tu descrivi non è “STORIA” ma interpretazione soggettiva dei fatti. Ognuna delle parti in causa la racconta secondo il proprio e legittimo punto di vista" e questo va bene in quanto i fatti si interpretano e ciò vale per tutti (anche per Ghirghi).
Detto questo Ghirghi nella sua del 07/08/2012 e del 12/08/2012 descrive un pò la storia e i personaggi coinvolti "Con lui era la fidanzata, Emma Osella, molto attiva durante gli interrogatori. Stretti collaboratori furono due ex pugili, certi Giulio Bianchini e Romano Bonaccorsi, che si distinsero per la brutalità usata sulle persone sottoposte ad interrogatorio"
Spero che Ghirghi abbia delle buone fonti per descrivere quello che descrive (spero non si sia accontentato di quello che si legge nella pagina di tale "Lupo Rosso" http://wikipedia.sapere.virgilio.it/wikipe..._e_antifasciste
copiato dall'opera di tale Dr. Pietro Ramella nel suo capitolo "Il sangue versato dai vinti" che certo pecca non poco di "interpretazione soggettiva dei fatti" ecco come Ramella descrive il diciassettenne Bianchini: Diversi partigiani, Boscaglia, Burdisso, Oreglia, i fratelli Vaschetto ed altri conobbero diverse forme di tortura come quella detta alla Bergerac, in cui il prigioniero era messo contro un muro ed obbligato a recitare una poesia, alla fine di ogni frase il Bianchini lo colpiva con un pugno allo stomaco ed uno al viso e questo per tutta la durata della recita. Altra tortura era quella detta “il martirio dei Santi” che avveniva di notte in cui il prigioniero era obbligato a pregare inginocchiato sui ganci ad x in ferro che reggono le brande, trattamento che di norma durava due ore.
Ovviamente le fonti del Ramella o non sono specificate o si rifanno a qualcuna un pò "di parte".
Certo che, se non fosse vero che gli "ex pugili" (evidentemente avevano praticato il pugilato a 15/16 anni visto che ne avevano 17 alla loro morte) fossero stati biechi torturatori compresa la Osella (una ragazza di 23 anni) potrebbe essere "imbarazzante" giustificare l'esecuzione da parte dei corretti partigiani di una donna e due ragazzi a fine ostilità e senza processo, così invece siamo tutti più tranquilli "i misfatti si pagano" anche senza processo.
Detto questo, la mia interpretazione soggettiva dei fatti è che nè la Osella nè Bonaccorsi e Bianchini fossero dei torturatori (lasciamo perdere ex pugili) e le accuse postume nei loro confronti furono fatte per giustificare una esecuzione "extragiudiziaria" a guerra finita.
Tralascio il Tenente Farina che, quale comandante, dovette subire il castigo dei vincitori ma che credo non sarebbe stato sicuramente condannato a morte da una CAS, e forse neanche condannato.
Il Tenente Farina secondo il diario del parroco di Cigliè, don Mondino fu impiccato sulla pubblica piazza (piazza Ellero) a Mondovì Breo tra gli evviva della popolazione.
saluti
Roberto
view post Posted: 5/3/2011, 19:01 carabinieri partigiani nel friuli - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Per dire la verità su Sparacino Erasmo ISMLI (Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione) così si esprime nella voce su Guidalberto Pasolini:
.... Guidalberto Pasolini e tutti gli altri componenti del comando di brigata vengono invece fatti prigionieri e condotti al Bosco Romagno (nel comune di Cividale de Friuli, UD) per essere interrogati. Nei giorni seguenti, tra l’8 e il 20 febbraio 1945, quattordici di loro vengono uccisi in diverse località della zona. Pasolini viene fucilato proprio a Bosco Romagno, con Franco Calledoni, Primo Targato, Antonio Cammarata, Pasquale Mazzeo e Antonio Previti. Giuseppe Sfregola, il primo a perdere la vita, viene giustiziato a Ronchi di Spessa quando gli interrogatori non sono ancora iniziati. L’esecuzione di Enzo D’Orlandi, Gualtiero Michelon, Salvatore Saba, Erasmo Sparacino e Giuseppe Urso ha invece luogo nel Bosco Musich, a Restocina (frazione di Dolegna del Collio, Gorizia); quella di Angelo Augelli a Prepotto (UD). Egidio Vazzas infine, è ucciso in località tuttora ignota. Secondo alcune testimonianze tuttavia, la morte di Erasmo Sparacino avviene in circostanze differenti sia per luogo e che per agente della condanna e dell’esecuzione. Questa difficoltà nell’accertamento dei fatti appare per il momento non superabile.


E' quindi solo una voce non confermata quella che dà ucciso Erasmo Sparacino in località diversa da quella storicamente collocata nel bosco Musich, o sono saltate fuori prove diverse e inattaccabili?

Borio Ross
view post Posted: 18/2/2011, 15:56 Il tribunale del popolo - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
"La Settimana di Casale" del 16/01/1946 anno II n. 3, riporta un lungo articolo sul nuovo processo tenuto alla Corte di Assise di Torino nei confronti di: Jannuzzi, Fornero, Barbano, Martinotti, Zola, Ubertazzi e Saracco visto che la Corte di Cassazione aveva dichiarato nulla la sentenza della Corte di Assise Straordinaria di Casale del luglio del 1945 (così riporta il giornale non dicendo nulla di "Tribunale del Popolo" solo "Corte di Assise Straordinaria"). I primi sei verranno ri-condannati a morte ed il Saracco a 30 anni di prigione.
Ma anche queste sentenze non saranno eseguite ed alla fine tutti gli imputati se la caveranno con le varie amnistie del dopoguerra.
Saluti
Borio Ross
view post Posted: 12/2/2011, 20:09 carabinieri partigiani nel friuli - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Questo inserimento mi sa un pò di agiografico, non vedo motivi di discussione o forse è un invito a trattare i fatti di Porzus visto che la maggioranza dei carabinieri caduti muore prorio lì?

Saluti
Borio Ross
view post Posted: 6/1/2011, 17:49 31 Luglio 1944- Il bombardamento di Dogliani - LE FORMAZIONI PARTIGIANE
Mi fa piacere che possiamo continuare questa discussione.
Penso allora possa interessare conoscere i volti delle due persone di cui si è diffusamente parlato, il Tenente Danilo Guidi e la sig.ra Carolina Quartara (così mi impratichisco con l'inserimento immagini, chissà se verranno)


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Quella del Tenente Guidi è ripresa dall'articolo de "Il Provinciale" dell'agosto 2004
Quella della sig.ra Quartara dal sito de lalltraverita.it (sezione fotografica)

C'è ancora da dire sul Tenente Guidi che da una veloce ricerca su internet risultava nel 1969 (a meno di una improbabile omonimia) col grado di Maggiore, capo manutenzione velivoli del 3^R.T.A (Reparto Tecnico Aereomobile) dislocato all'areoporto di Galatina (Lecce) e in seguito comandante del reparto stesso col grado di Colonnello. Ovviamente in pensione col grado di Generale. Le ultime notizie risalgono al 2007 (89 anni) ad una manifestazione aereonautica all'areoporto di Galatina.

Borio Ross

47 replies since 27/12/2010