LA RESISTENZA IN PROVINCIA DI SAVONA E ZONE LIMITROFE

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ghirghi
view post Posted on 5/5/2009, 21:16




Prima di riprendere a raccontare gli eventi riguardandi la Resistenza nel Savonese, consentitemi un piccolo peccato veniale. Vorrei presentarvi l'unica fotografia in assoluto che io conosca, del Distaccamento Antonini, 2^ Brigata "M. Sambolino" Divione Garibaldina "Gin Bevilacqua" scattata in occasione della sfilata del I Maggio 1945 a Savona. Ci sono anch'io. Il primo a sinistra con la bandiera.
Il piccoletto "Topolino" non era una mascotte, era soltanto piccolo. Non c'è più. Nemmeno l'altro con la bandiera, e nemmeno............... Siamo veramente rimasti in pochi.!

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view post Posted on 5/5/2009, 21:34
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Ciao Ghirghi, bella foto, sfilata nel vecchio corso Principe Amedeo, all'angolo con l'attuale Via Pertinace. Immagino che all'epoca non ci fossero i problemi di parcheggio e circolazione di oggi....
 
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ghirghi
view post Posted on 5/5/2009, 21:54




Ciao, Kanister. Sai cosa mi è rimasto impresso di quel giorno? La figura di una piccola e dolcissima vecchina sul bordo del marciapiede, che al passaggio del nostro reparto alzo il braccio in un innocente, innucuo e spontaneo saluto romano! Ricordo il burbero rimprovero di un signore di mezza età: Noooo! Non si saluta più così!!! e lo sguardo mortificato di quella povera signora che a suo modo voleva forse soltanto rendere omaggio a coloro che, secondo lei, riteneva avessero fatto finire la guerra. Poverina, non l'ho mai più scordata.
 
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ghirghi
view post Posted on 7/5/2009, 18:51




16 NOVEMBRE 1944 - INIZIA IL GRANDE ATTACCO

L' attacco era previsto!

La prima zona ad essere interessata fu quella di Montenotte, dove era presente la VI Brigata Garibaldina "Nino Bixio".

Le prime avvisaglie si ebbero già sul fare del giorno. Le staffette segnalavano attività intensa di truppe, con colonne che si muovevano rispettivamente da: Altare - Carcare - Cairo M. - Dego - Piana Crixia - Pontinvrea - Varazze - Stella e Savona, con direttrice Altipiano di Montenotte.

Le informazioni ricevute avevano dato per sicuri, preparativi da parte del grosso della Divisione S. Marco, che aveva anche ricevuto rinforzi dalla Divisione Monte Rosa, dislocata nel vicino Piemonte. Erano stati accertati anche preparativi da parte di reparti delle Brigate Nere di Savona. L'attacco in grande stile era nelle aspettative.

Il Comando di Brigata (il comandante era ANTONIO: Vittorio Solari) aveva così disposto i distaccamenti:

SAMBOLINO = sulla dorsale Bricco del Tesoro - Cascinazza a copertura degli eventuali attacchi provenienti da Savona.

WILLERMIN = a copertura degli attacchi provenienti da Altare.

BOCCI, GIACOSA e ASTENGO = dislocati a copertura degli attacchi proveniento da Carcare - Cairo e Dego.

Attorno alle ore 7,30 - 8,00 circa, il Sambolino è il primo ad impegnare a fuoco quella che sembrava una colonna in avanscoperta proveniente dalla direttrice di Savona, ma a sua volta viene duramente attaccato da un grosso contingente sbucato dal folto di un bosco dove si era evidentemente celato, a nostra insaputa, durante la notte. Scontro durissimo che non potemmo sostenere a lungo.

All'incirca alla stessa ora, anche l'Astengo venne attaccato dalla colonna proveniente da Dego.

Gli attaccanti vengono momentaneamente fermati, ma dalle informazioni giunte anche dagli altri reparti, apparve subito evidente, come daltr'onde era già stato previsto, l'impossibilità di proseguire una resistenza di posizione.

Venne impartito l'ordine di sganciamento. Tutti i distaccamenti cessarono ogni azione di fuoco e lasciarono avanzare le colonne avversarie tenendosi nascosti nella fitta boscaglia e nei dirupi poco accessibili, in punti preventivamente stabiliti.

Nessun reparto venne scoperto e l'azione terminò con due perdite da parte nostra: DRIN, catturato senza armi e ucciso a colpi di pugnale e NINCEK, fatto prigioniero e poi fucilato a Varazze il 28 novembre.

I nascondigli funzionarono perfettamente, ma, stante la scarsità di viveri, la mancanza di adeguati ricoveri in condizioni climatiche molto dure, oltre alla meticolosa ricerca che ancora veniva effettuata dal nemico, indispettito d'essersi fatto giocare, il Comando si vide giocoforza costretto a prendere la decisione più ovvia: la VI Brigata si sarebbe rifugiata nella zona di Osiglia.

A scopo diversivo iniziò prima uno spostamento verso Dego per poi rientrare verso Bragno, e proseguire poi per Carcare con direzione Osiglia. La perfetta conoscenza del territorio e dei sentieri più impervi, consentì alla VI^ di filtrare attraverso i posti di blocco avversari senza subire ulteriori perdite.

Il trasferimento venne effettuato in circa 18 ore di continua marcia.

Non è stato possibile accertare le eventuali perdite degli avversari, come non è stato altrettanto possibile accertare con sicurezza il numero delle forze impegnate.

Non sono in grado di effettuare nessuna stima, anche per non cadere nell'assurdo di quel sldato napoleonico che venne mandato a spiare il campo avversario e tornò dicendo che vi era 2008 soldati. Richiesto di spiegare tanta precisione dichiarò che aveva visto due sentinelle per ognuno del quattro lati del campo e dentro vi erano circa 2000 soldati!


................... continua............... (se interessa a qualcuno)!!!!!


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Frecce blu : direttrici di attacco forze R.S.I.

Frecce rosse : itinerario di trasferimento VI Brigata

(N.B. = la mappa non è d'epoca!)



 
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view post Posted on 7/5/2009, 20:11
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Ciao Ghirghi, se non vuoi altro che cartine dell'epoca, basta dirlo.
 
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ghirghi
view post Posted on 7/5/2009, 20:30




CITAZIONE (kanister @ 7/5/2009, 21:11)
Ciao Ghirghi, se non vuoi altro che cartine dell'epoca, basta dirlo.

Magari! una tavola locale IGM mi farebbe piacere! Grazie. Ciao. jan
 
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ghirghi
view post Posted on 1/10/2009, 14:25




Fatti e personaggi.

Terminata la lunga parentesi estiva, vorrei riprendere il discorso interrotto nel mese di maggio, raccontandovi alcuni episodi e illustrandovi alcuni personaggi dell'epoca.

Inizierei con un personaggio tristemente famoso, conosciuto come "il boia di Albenga".
Lo racconto con le parole di Francesco Biga tratte dal suo volume "La resistenza nella Provincia di Imperia" ma riguardante anche le zone limitrofe delle Province confinanti.

......Luciano Luberti, nato a Bolzano il 25 Aprile 1921, ha trascorso la sua giovinezza, come taluni hanno scritto, tra i morti. Formatosi alla prima dottrina fascista, quella delle camicie nere, dei teschi sui gagliardetti, delle croci uncinate, scriverà di sè: "sono stato più feroce delle SS", La sua crudeltà esplode con parossismo spaventoso, assassina decine di partigiani i cui corpi vengono gettati nel greto del fiune Centa, sevizia e tortura centinaia di persone, tra cui donne e ragazzi; il suo ritrovo è alla Feldengendarmerie tedesca di Albenga, Arruolatosi nelle forze armate tedesche nel 1943, era stato aggregato come interprete al Comando militare d'occupazione insediatosi in via Trieste. Presto assunse incarichi pubblici diversi, diventando un persecutore di partigiani e loro famigliari. (......) Vi sono madri che videro figli uccisi dalle raffiche del suo mitra, c'è chi vide fratelli e congiunti torturati. Nell'immediato dopo guerra, dalle fosse comuni alla foce, vennero estratti 59 corpi di uomini e di donne; erano ostaggi giustiziati sommariamente durante l'occupazione e gran parte di questi furono finiti dal Luberti col colpo alla nuca. (.......) Catturato dopo un lunga fuga, venne processato e condannato a morte dal Tribunale di Savona mediante fucilazione alla schiena. La pena gli venne commutata in ergastolo, poi il Tribunale Speciale di Genova la ridusse a 30 anni, Rinchiuso nel carcere militare di Gaeta, dopo sette anni di carcerazione, nel 1953, usufruendo di varie amnistie, venne liberato.






 
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view post Posted on 1/10/2009, 15:10
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Ciao Ghirghi. Una curiosità circa il Luberti. Una delle poche foto sue del periodo lo raffigura dotato di un'arma non comune su questo fronte: uno Sten Mk III, arma che non veniva fornito alla resistenza e che quindi non si capisce come sia finito in mano sua. Purtroppo non ho la foto sottomano, però la si trova nella copertina di un libro a lui dedicato.
 
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ghirghi
view post Posted on 1/10/2009, 15:31




Più che arma "non comune" direi proprio "assente" dalle nostre parti. Non ne ho mai vista una. Stranamente, trattandosi del modello più economico, non mi risulta sia mai stata inclusa in qualche aviolancio.

Ritengo petanto si possano fare soltanto delle supposizioni, mancando notizie attendibili.
L'unica che posso fare è che il qualche modo provenga tramite qualche missione alleata e poi, successivamente, catturata dal Luberti.
Un poco come la storia della mia M1, ricordi?
 
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view post Posted on 1/10/2009, 15:38
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Ciao Ghirghi, forse allora non ne hai visti, però uno almeno lo hai toccato....un po' più di recente

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ghirghi
view post Posted on 1/10/2009, 15:59




Certamente; mi riferivo alla clandestinità e all'epoca dei lanci.

Sai cosa trovo strano nell' Mk III della foto? Il pomolo di armamento è sprovvisto del classico bossolo 9 mm, che immancabilmente veniva da tutti inserito per facilitare la presa, altrimenti molto poco pratica. Presente invece nell'altro.

ciao. jan
 
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view post Posted on 1/10/2009, 16:11
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Ciao, gli Mk III avevano tutti questo tipo di pomolo in quanto questa manetta serviva anche da sicura ed era perciò necessaria una simile conformazione per poterla inserire ed estrarre.
Il bossolo sul pomolo del Mk II è una mia aggiunta, dopo aver sentito raccontare di tale uso da molti che l'hanno utilizzato, non ultimo anche da te.
 
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view post Posted on 1/10/2009, 19:04
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CITAZIONE (ghirghi @ 1/10/2009, 16:31)
Stranamente, trattandosi del modello più economico, non mi risulta sia mai stata inclusa in qualche aviolancio.

Ciao, riprendo la discussione per riproporre una mia ipotesi su questo fatto.

Dopo i primi tempi di uso in cui si erano verificati molti incidenti fu introdotta la nuova sicura passante, comandata dalla manetta di armamento, che bloccava l'otturatore.

Tutti i Mk III ne erano già provvisti dalla fabbrica e gli Mk II solo da una certa data in avanti.

Ho notato che tutti i MkII che si trovano nei vari musei della resistenza ed anche quelli che in qualche modo vengono rintracciati e sono sicuramente collegabili ai lanci non appartengono a queste serie ma a quelle iniziali.

La mia ipotesi è quindi che ai partigiani, considerati un po' carne da cannone, siano stati forniti i primi esemplari senza sicura, mentre quelli aggiornati e più sicuri venivano conservati per i militari alleati.

Aggiungiamo poi che pochissimi sten vennero utilizzati dai militari inglesi sul suolo italiano, mentre su altri fronti erano comunissimi.

Pensateci un attimo e ditemi cosa ne pensate.
 
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ghirghi
view post Posted on 1/10/2009, 19:45





Qualche tempo fa, proprio con il tuo Mk III in mano, avevamo discusso il problema della sicura.

Mi pare anche di ricordare che l'argomento sia poi stato discusso nella sezione "armi dei partigiani". Riflettevamo sul pericolo rappresentato dalla "massa battente" (otturatore) in posizione di chiusura e non trattenuto invece a monte nell'apposito alloggiamento di sicurezza. Nell'ipotesi di un urto dalla parte del calcio, fatalmente si verifica un arretramento della massa battente che può provocare l'inizio involontario di una raffica (oppure di un solo colpo se è selezionato sul colpo singolo, cosa alquanto improbabile). L'ntroduzione della sicura passante risolve invece felicemente il problema.

Più che accettabile la tua tesi sulla "carne da cannone"

Ciao, jan
 
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view post Posted on 1/10/2009, 21:18
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Non è stato possibile accertare le eventuali perdite degli avversari, come non è stato altrettanto possibile accertare con sicurezza il numero delle forze impegnate.

ciao
ma negli archivi storici della Resistenza, non sono conservati documenti e relazioni dei reparti della RSI che possono documentare questi dati che risultano mancanti?
se non sono conservati negli archivi della Resistenza non è possibile trovarli in quelli ben forniti delle associazioni reducistiche RSI ? ad esempio so che la divisione Monterosa ha molto materiale ottimamente archiviato.
essendo reparti militari strutturati è giocoforza ci fossero relazioni dettagliate ed elenchi delle perdite. vero che molto è andato perduto ma altrettanto è stato conservato.
che voi sappiate è mai stato affrontato un episodio come questo ben raccontato da Ghirghi con questo tipo di "visione di insieme"?
 
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197 replies since 4/3/2009, 15:49   13118 views
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