16 NOVEMBRE 1944 - INIZIA IL GRANDE ATTACCO
L' attacco era previsto!
La prima zona ad essere interessata fu quella di Montenotte, dove era presente la VI Brigata Garibaldina "Nino Bixio".
Le prime avvisaglie si ebbero già sul fare del giorno. Le staffette segnalavano attività intensa di truppe, con colonne che si muovevano rispettivamente da: Altare - Carcare - Cairo M. - Dego - Piana Crixia - Pontinvrea - Varazze - Stella e Savona, con direttrice Altipiano di Montenotte.
Le informazioni ricevute avevano dato per sicuri, preparativi da parte del grosso della Divisione S. Marco, che aveva anche ricevuto rinforzi dalla Divisione Monte Rosa, dislocata nel vicino Piemonte. Erano stati accertati anche preparativi da parte di reparti delle Brigate Nere di Savona. L'attacco in grande stile era nelle aspettative.
Il Comando di Brigata (il comandante era ANTONIO: Vittorio Solari) aveva così disposto i distaccamenti:
SAMBOLINO = sulla dorsale Bricco del Tesoro - Cascinazza a copertura degli eventuali attacchi provenienti da Savona.
WILLERMIN = a copertura degli attacchi provenienti da Altare.
BOCCI, GIACOSA e ASTENGO = dislocati a copertura degli attacchi proveniento da Carcare - Cairo e Dego.
Attorno alle ore 7,30 - 8,00 circa, il Sambolino è il primo ad impegnare a fuoco quella che sembrava una colonna in avanscoperta proveniente dalla direttrice di Savona, ma a sua volta viene duramente attaccato da un grosso contingente sbucato dal folto di un bosco dove si era evidentemente celato, a nostra insaputa, durante la notte. Scontro durissimo che non potemmo sostenere a lungo.
All'incirca alla stessa ora, anche l'Astengo venne attaccato dalla colonna proveniente da Dego.
Gli attaccanti vengono momentaneamente fermati, ma dalle informazioni giunte anche dagli altri reparti, apparve subito evidente, come daltr'onde era già stato previsto, l'impossibilità di proseguire una resistenza di posizione.
Venne impartito l'ordine di sganciamento. Tutti i distaccamenti cessarono ogni azione di fuoco e lasciarono avanzare le colonne avversarie tenendosi nascosti nella fitta boscaglia e nei dirupi poco accessibili, in punti preventivamente stabiliti.
Nessun reparto venne scoperto e l'azione terminò con due perdite da parte nostra: DRIN, catturato senza armi e ucciso a colpi di pugnale e NINCEK, fatto prigioniero e poi fucilato a Varazze il 28 novembre.
I nascondigli funzionarono perfettamente, ma, stante la scarsità di viveri, la mancanza di adeguati ricoveri in condizioni climatiche molto dure, oltre alla meticolosa ricerca che ancora veniva effettuata dal nemico, indispettito d'essersi fatto giocare, il Comando si vide giocoforza costretto a prendere la decisione più ovvia: la VI Brigata si sarebbe rifugiata nella zona di Osiglia.
A scopo diversivo iniziò prima uno spostamento verso Dego per poi rientrare verso Bragno, e proseguire poi per Carcare con direzione Osiglia. La perfetta conoscenza del territorio e dei sentieri più impervi, consentì alla VI^ di filtrare attraverso i posti di blocco avversari senza subire ulteriori perdite.
Il trasferimento venne effettuato in circa 18 ore di continua marcia.
Non è stato possibile accertare le eventuali perdite degli avversari, come non è stato altrettanto possibile accertare con sicurezza il numero delle forze impegnate.
Non sono in grado di effettuare nessuna stima, anche per non cadere nell'assurdo di quel sldato napoleonico che venne mandato a spiare il campo avversario e tornò dicendo che vi era 2008 soldati. Richiesto di spiegare tanta precisione dichiarò che aveva visto due sentinelle per ognuno del quattro lati del campo e dentro vi erano circa 2000 soldati!
................... continua............... (se interessa a qualcuno)!!!!!
Frecce blu : direttrici di attacco forze R.S.I.
Frecce rosse : itinerario di trasferimento VI Brigata
(N.B. = la mappa non è d'epoca!)