polvere per ricarica 6,5 carcano, .... accorgimenti e dritte

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 1/10/2009, 17:06


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
387
Location:
Sardegna

Status:


ciao a tutti, mi accingo per la prima volta a caricare il 6,5, premetto che non sono digiuno in quanto carico da un po il 9x21, volevo sapere quale polvere sia considerata "la piu adatta", leggevo di winchester ma pare sia di difficile reperimento, sono in sardegna, poi gentilmente qualche dritta o accorgimento particolare per questo calibro, ho dies lee, bossoli norma e palle 160 gr cal .268 , grazie
 
Top
view post Posted on 6/10/2009, 16:42
Avatar

ADMIN

Group:
ADMIN
Posts:
2,635
Location:
roma

Status:


Le polveri consigliate sono la Winchester 760 o la Hogdon 414. Comunque in questo post precedente trovi altre preziose informazioni.
https://miles.forumcommunity.net/?t=30789594
 
Top
view post Posted on 6/10/2009, 19:05


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
387
Location:
Sardegna

Status:


si ho visto grazie, il problema e che qui in sardegna la 760 è introvabile a meno che non ne ordini 5 kg, l'altra penso che manco la conoscano , leggevo da un altra parte che è assolutamente sconsigliata l'accopiata n140 - .268 proprio per incidenti
 
Top
view post Posted on 8/10/2009, 09:18


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
387
Location:
Sardegna

Status:


cortesemente chiedo quali altre polveri magari piu diffuse hanno dato buoni risultati col 6,5, leggevo della N135 grazie
 
Top
FraXmas
view post Posted on 8/10/2009, 22:40




Anch'io vorrei saperlo, visto che non ci sparo da un pò proprio perchè ho usato la 140 e poi ho letto che era sconsigliata. In effetti l'innesco mostrava segni di pressioni al limite...mi sa che ho rischiato :o:
 
Top
view post Posted on 9/10/2009, 09:55


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
387
Location:
Sardegna

Status:


gia, un amico infatti in perfetta buona fede mi ha preparato una ricarica proprio in questo modo, meno male che le letture servono!
 
Top
view post Posted on 9/11/2009, 20:05
Avatar

Messaggi su Miles 233

Group:
MODERATORE
Posts:
1,944
Location:
Firenze

Status:



Ciao , se propio non hai alternative usa la 135 ma solo su 91 corti (cavalleria) e TS.
 
Top
view post Posted on 9/11/2009, 20:26


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
387
Location:
Sardegna

Status:


grazie si ho un cavalleria, ha il 6,5 carcano nella tabella questa polvere?
 
Top
view post Posted on 18/11/2009, 17:10


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
387
Location:
Sardegna

Status:


Leggevo proprio oggi su un opuscoletto allegato a una rivista un dosaggio per palla hornady, da 160 grani, di N560 pari a circa 51 grani, è la prima volta che ne trovo traccia, è una polvere nuova? qual'è il dosaggio minimo di N140 per la palla da 264 su un "corto"? grazie ancora ciao
 
Top
Lumeone
view post Posted on 4/12/2009, 11:53




Ciao,

sono appena arrivato su Miles proprio perchè saltellando per la rete mi sono imbattuto in due parole (per me) magiche: "ricarica" e "'91".

Ho sparato molto con diversi modelli di '91 e quindi da molti anni mi dedico alla ricarica e relativa sperimentazione.

Le polveri che ormai utilizzo quasi esclusivamente per il 6.5 sono la Norma 202 e la Winchester 748, nella dose per entrambi identica di 35 grani tondi tondi. Le due polveri infatti hanno una vivacità di combustione esattamente sovrapponibile (la 748 è leggermente più "dura" da accendere essendo una ball powder) ma con l'uso di un innesco CCI Large Rifle Magnum non ho mai avuto il menchè minimo problema.

Anni fa acquistai dalla Stitra di Torino diversi chili di palle nell'esatto calibro del 6.5, del peso di 160 grani, round nose, con solco di crimpaggio, che funzionano benissimo.

Abbinando tali palle a bossoli Norma, con le dosi di ricarica sopradescritte sono riuscito (nei miei fucili) a raggiungere risultati molto soddisfacenti in termini di deviazione standard, anche se la cartuccia così realizzata non è il massimo che si possa spremere in termini di potenza.

Una mia personale raccomandazione è quella di NON usare mai nel 6.5 polveri estremamente progressive, perchè sembra che possano portare a reazioni isteriche.

Vorrei aggiungere una considerazione derivante dalla praticaccia di tutti i giorni:
anni fa, munito di un cronografo Oehler, portai una sacchettata di cartucce costruite una per una con precisione maniacale da bench rest (bossoli pesati uno per uno, con scelta del gruppo più omogeneo per peso, colletti trimmati a mano, focone di vampa uniformato con fresetta manuale, cariche pesate una per una con staderina e quindi senza utilizzo di dosatore automatico, palle inserite con crimpaggio impercettibile e misurazione della coassialità bossolo/palla al comparatore micrometrico, e balle varie) e ottenni dei risultati strabilianti in termini di velocità alla bocca. Strabilianti perchè un 38 risultò molto più veloce alla bocca di un 41 e di un lungo, mentre un cavalleria ottenne una velocità non troppo dissimile dal 41.
Cosa pensare? Innanzitutto ad una considerazione che fece il Bonzani, una delle più autorevoli persone nel mondo della ricarica, e cioè che la lunghezza della canna, nelle armi leggere, influisce fino a un certo punto. E poi, se ci fermiamo un attimo a riflettere, dobbiamo necessariamente pensare che il '91 era un'arma di produzione di massa, la creazione delle canne non era certo per rotomartellazione e lappatura a mano... gli stabilimenti si trovavano nella necessità di sfornare un gran numero di schioppi e quindi la precisione micrometrica dei fori poteva essere abbastanza difforme; inoltre le singole armi utilizzate nel test provenivano sia da stock di inutilizzati, sia dai campi di battaglia, per cui gli improbabili risultati delle prove cronometriche rispecchiavano una banalissima realtà: non pretendere un comportamento uniforme e prevedibile testando armi prodotte in gran numero, e in periodi differenti, da diversi arsenali, e con storie diverse alle loro spalle.

Mi scuso della verbosità, alla prossima puntata il racconto di quando un mio 91/41 perse il tubetto con nasello per cedimento dell'otturatore, che fece un buco sul viso di un mio amico che lo stava usando e si stampò nel muretto del TSN di Pisa (l'otturatore, non l'amico.. :sick: )

ciao

Gianni
 
Top
view post Posted on 4/12/2009, 12:43


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
387
Location:
Sardegna

Status:


grazie è tutto interessantissimo!
 
Top
-Milite Ignoto-
view post Posted on 4/12/2009, 13:19




CITAZIONE
Mi scuso della verbosità, alla prossima puntata il racconto di quando un mio 91/41 perse il tubetto con nasello per cedimento dell'otturatore, che fece un buco sul viso di un mio amico che lo stava usando e si stampò nel muretto del TSN di Pisa

Ciao Gianni, ho sentito di una storia del genere molti anni fa, non so se si tratti della stessa.

Comunque, quali credi siano le verifiche opportune da praticare sull'arma, oltre alla foratura della canna, prima di prepararsi per una sessione di tiro?

 
Top
Lumeone
view post Posted on 4/12/2009, 17:00




CITAZIONE
Comunque, quali credi siano le verifiche opportune da praticare sull'arma, oltre alla foratura della canna, prima di prepararsi per una sessione di tiro?

domanda da un milione di dollari

non sono un armaiolo, ne' un tecnico di metallurgia. Provo a rispondere con il buon senso accumulato nel maneggiare armi che hanno "battagliato" anche se so già in partenza di esplicitare, forse, delle ovvietà.

Un doveroso preambolo, illuminante, è quello relativo alla storia di uno tra i miei "novantuni", come si ha il vezzo di definirli al plurale in Toscana.

Cercavo da anni un 91 camerato in 7.35, ma apparentemente l'impresa risultava impossibile, quando una delle mie armerie di riferimento mi telefona dicendomi che ha giusto trovato un 38 in 7.35 "un po' bruttino". Bene, vado a vedere l'aggeggio, che in effetti si presentava maluccio, e scartabellando, ricercando, informandomi, scopro che probabilmente faceva parte di un lotto ceduto alla Finlandia (un paio di marchi lo dimostrerebbero), e che alla cessazione delle ostilità è giunto in qualche maniera negli Stati Uniti, dove immagino che qualche yankee lo abbia spalmato alla maledetta (orrore!!!) di coppale trasparente, dipingendo alla come viene l'otturatore di nero, e usato probabilmente con un surplus di cartucce comprate all'asta per sparare a qualche cervo white tail. Finite le introvabilissime 7.35 lo ha ceduto ad un commerciante, che gettatolo assieme ad altri ferri in un gran mucchio di roba, lo ha rivenduto al chilo a qualche grossista europeo, che finalmente lo ha ceduto al mio armiere.
Dato il prezzo irrisorio decisi di comprarlo, lo portai a casa mia, e depostolo sul mio tavolo da lavoro, cominciai a parlarci mentre lo smontavo sfogliando nel frattempo libri su marchi e punzoni. Non mi ha risposto, ma (bontà sua) mi ha mostrato qualche segno sepolto sotto rugginetta e strati di verniciaccia, che mi hanno permesso di ricostruire la sua storia.
A questo punto dovevo pur restaurarlo, e con infinita pazienza ho cominciato dai legni; con sapiente uso di vapore e ferri caldi ho rigonfiato le ammaccature della cassa, quindi armato di cartavetro di grana fine e finissima ho lisciato il tutto, cercando di non cancellare il poco che rimaneva delle impressioni sul legno, quindi mi sono munito, udite udite, di un bicchiere di olio motore esausto e l'ho oliato con l'infernale mistura, che protegge, opacizza, e restituisce una sensazione di "vissuto". Assorbito l'olio una passatina finale con olio di lino, e quindi una energica frizione con tela di juta hanno completato l'opera.
Per le parti metalliche, essendo impossibile ed inutile un restauro conservativo, ho fatto sabbiare tutto, compresa la minuteria metallica, e quindi una bella brunitura blu-nera come l'originale.
L'otturatore l'ho voluto curare personalmente: smontato completamente, ammollato in diluente per 48 ore, quindi spazzolato energicamente tutte le parti interne ed infine rimossa l'oscena vernice nera, è uscito in condizioni pari al nuovo. L'ho rimontato dopo aver leggermente lubrificato il gruppo molla-percussore e mi sono dedicato con tela smeriglio alla lucidatura delle parti scorrevoli nel (vano?) tentativo di rendere l'azione un po' meno raschiante.

Reperita alla fine la buffetteria originale nuova di magazzino, ma dura come il cartone, l'ho tenuta una notte in ammollo in olio di oliva e quindi, divenuta morbida come mi aspettavo, l'ho completamente asciugata e posizionata sul fucile.

A questo punto, dopo essermi tanto parlato addosso, torno a bomba alla domanda iniziale: "quali verifiche effettuare sull'arma?"
Su un'arma del genere, con non so quanti colpi sparati, dalla manutenzione improbabile, cosa vuoi verificare?

banalmente e semplicemente:
1) la presenza di eventuali giochi nell'accoppiamento otturatore/camera di scoppio a camera vuota e con cartuccia inserita
2) l'integrità (utile una lente) della base del nasello; il solo sospetto di una crepa è condizione (a mio avviso) per la sostituzione dell'otturatore
3) ispezione accuratissima dei bordi del dentino di ritegno sul gruppo percussore: un dentino dai bordi anteriori anche leggermente smussati potrebbe essere segno che quell'otturatore ha avuto a che fare, almeno una volta nella sua vita, con sovrappressioni eccessive.
4) indizi generali di logoramento delle sedi, nel castello, destinate ad accogliere i tenoni dell'otturatore ed il famoso nasello; bordi non netti e piuttosto smussati indicano un'arma che ha sparato molto; non è detto che sia pericolosa, ma sappiamo che ha lavorato molto.

L'unico punto debole (a mio avviso) dell'otturatore Carcano non è tanto, come alcuni sostengono, l'inadeguatezza del dentino di ritegno o del forellino spillagas in caso di rottura del bossolo, o di foratura dell'innesco. Il punto debole, come è capitato a me, è nell'eventuale indebolimento del nasello a seguito di ripetuti fenomeni di sovrapressione o di usura eccessiva. Se si esamina l'otturatore di un 91 si nota chiaramente che esso è più che sufficentemente dimensionato per le modeste pressioni di esercizio di quella eccellentissima cartuccia che è il 6.5, per cui tenderei ad escludere rotture del corpo otturatore o deformazioni catastrofiche della testa dell'otturatore. L'unico problema per la sicurezza intrinseca del gruppo di chiusura è questo benedetto(?) tubetto con nasello; a me è capitato su un 91/41 che il nasello si sia letteralmente staccato dal tubetto, per cui tutta l'asta del percussore, con relativa molla sono schizzati all'indietro, non più trattenuti da nulla, facendo un qualche danno alla faccia del tiratore. Sempre questo benedetto nasello si va ad inserire in uno sguscio praticato nel castello, allo scopo di rendere più facile l'accoppiamento tra il nasello stesso e l'ala di ritegno. In caso di forti sovrappressioni temo che tale sgusciatura potrebbe facilitare una parziale rotazione del nasello stesso, con sfilamento del medesimo dalla sua sede e le conseguenze sopradescritte.

Tornando al mio 38, comunque, dopo il restauro volli sentire che voce aveva e in quale direzione prediligesse inviare le pallottole, per cui (altro passo fondamentale) iniziai con delle carichette leggere, e verificata l'assenza di sovrapressioni, mi sono portato alla carica giusta, cioè palla da 145 grani, solita Norma 202 o Winchester 748 (mi piacciono tanto...) nella dose di 39,5 grani, bossoli Norma 6.5 Carcano formati a fuoco e quindi passati al dies del 7.35, trimmati per accorciarli a 51 mm.
Quella di iniziare con una carica ridotta del 10/15% rispetto alla massima è l'ultima regola aurea da seguire: controllato che non ci siano indizi di pressioni anomale (indurimento dell'azione di estrazione del bossolo, o spiattellamento dell'innesco) si può procedere all'utilizzo di cariche più robuste, fino a raggiungere quella ottimale

saluti

Gianni
 
Top
view post Posted on 4/12/2009, 17:26


Group:
UTENTE CADETTO
Posts:
387
Location:
Sardegna

Status:


ottimo post, è veramente un piacere leggerti!
 
Top
-Milite Ignoto-
view post Posted on 4/12/2009, 18:14




Grazie Gianni, ho anche io qualche nozione tecnica, ma sentire più voci fa sempre e solo bene, vuoi farci vedere il 91 che hai restaurato?
 
Top
143 replies since 1/10/2009, 17:06   20264 views
  Share