CITAZIONE
Comunque, quali credi siano le verifiche opportune da praticare sull'arma, oltre alla foratura della canna, prima di prepararsi per una sessione di tiro?
domanda da un milione di dollari
non sono un armaiolo, ne' un tecnico di metallurgia. Provo a rispondere con il buon senso accumulato nel maneggiare armi che hanno "battagliato" anche se so già in partenza di esplicitare, forse, delle ovvietà.
Un doveroso preambolo, illuminante, è quello relativo alla storia di uno tra i miei "novantuni", come si ha il vezzo di definirli al plurale in Toscana.
Cercavo da anni un 91 camerato in 7.35, ma apparentemente l'impresa risultava impossibile, quando una delle mie armerie di riferimento mi telefona dicendomi che ha giusto trovato un 38 in 7.35 "un po' bruttino". Bene, vado a vedere l'aggeggio, che in effetti si presentava maluccio, e scartabellando, ricercando, informandomi, scopro che probabilmente faceva parte di un lotto ceduto alla Finlandia (un paio di marchi lo dimostrerebbero), e che alla cessazione delle ostilità è giunto in qualche maniera negli Stati Uniti, dove immagino che qualche yankee lo abbia spalmato alla maledetta (orrore!!!) di coppale trasparente, dipingendo alla come viene l'otturatore di nero, e usato probabilmente con un surplus di cartucce comprate all'asta per sparare a qualche cervo white tail. Finite le introvabilissime 7.35 lo ha ceduto ad un commerciante, che gettatolo assieme ad altri ferri in un gran mucchio di roba, lo ha rivenduto al chilo a qualche grossista europeo, che finalmente lo ha ceduto al mio armiere.
Dato il prezzo irrisorio decisi di comprarlo, lo portai a casa mia, e depostolo sul mio tavolo da lavoro, cominciai a parlarci mentre lo smontavo sfogliando nel frattempo libri su marchi e punzoni. Non mi ha risposto, ma (bontà sua) mi ha mostrato qualche segno sepolto sotto rugginetta e strati di verniciaccia, che mi hanno permesso di ricostruire la sua storia.
A questo punto dovevo pur restaurarlo, e con infinita pazienza ho cominciato dai legni; con sapiente uso di vapore e ferri caldi ho rigonfiato le ammaccature della cassa, quindi armato di cartavetro di grana fine e finissima ho lisciato il tutto, cercando di non cancellare il poco che rimaneva delle impressioni sul legno, quindi mi sono munito, udite udite, di un bicchiere di olio motore esausto e l'ho oliato con l'infernale mistura, che protegge, opacizza, e restituisce una sensazione di "vissuto". Assorbito l'olio una passatina finale con olio di lino, e quindi una energica frizione con tela di juta hanno completato l'opera.
Per le parti metalliche, essendo impossibile ed inutile un restauro conservativo, ho fatto sabbiare tutto, compresa la minuteria metallica, e quindi una bella brunitura blu-nera come l'originale.
L'otturatore l'ho voluto curare personalmente: smontato completamente, ammollato in diluente per 48 ore, quindi spazzolato energicamente tutte le parti interne ed infine rimossa l'oscena vernice nera, è uscito in condizioni pari al nuovo. L'ho rimontato dopo aver leggermente lubrificato il gruppo molla-percussore e mi sono dedicato con tela smeriglio alla lucidatura delle parti scorrevoli nel (vano?) tentativo di rendere l'azione un po' meno raschiante.
Reperita alla fine la buffetteria originale nuova di magazzino, ma dura come il cartone, l'ho tenuta una notte in ammollo in olio di oliva e quindi, divenuta morbida come mi aspettavo, l'ho completamente asciugata e posizionata sul fucile.
A questo punto, dopo essermi tanto parlato addosso, torno a bomba alla domanda iniziale: "quali verifiche effettuare sull'arma?"
Su un'arma del genere, con non so quanti colpi sparati, dalla manutenzione improbabile, cosa vuoi verificare?
banalmente e semplicemente:
1) la presenza di eventuali giochi nell'accoppiamento otturatore/camera di scoppio a camera vuota e con cartuccia inserita
2) l'integrità (utile una lente) della base del nasello; il
solo sospetto di una crepa è condizione (a mio avviso) per la sostituzione dell'otturatore
3) ispezione accuratissima dei bordi del dentino di ritegno sul gruppo percussore: un dentino dai bordi anteriori anche leggermente smussati potrebbe essere segno che quell'otturatore ha avuto a che fare, almeno una volta nella sua vita, con sovrappressioni eccessive.
4) indizi generali di logoramento delle sedi, nel castello, destinate ad accogliere i tenoni dell'otturatore ed il famoso nasello; bordi non netti e piuttosto smussati indicano un'arma che ha sparato molto; non è detto che sia pericolosa, ma sappiamo che ha lavorato molto.
L'unico punto debole (a mio avviso) dell'otturatore Carcano non è tanto, come alcuni sostengono, l'inadeguatezza del dentino di ritegno o del forellino spillagas in caso di rottura del bossolo, o di foratura dell'innesco. Il punto debole, come è capitato a me, è nell'eventuale indebolimento del nasello a seguito di ripetuti fenomeni di sovrapressione o di usura eccessiva. Se si esamina l'otturatore di un 91 si nota chiaramente che esso è più che sufficentemente dimensionato per le modeste pressioni di esercizio di quella
eccellentissima cartuccia che è il 6.5, per cui tenderei ad escludere rotture del corpo otturatore o deformazioni catastrofiche della testa dell'otturatore. L'unico problema per la sicurezza intrinseca del gruppo di chiusura è questo benedetto(?) tubetto con nasello; a me è capitato su un 91/41 che il nasello si sia letteralmente staccato dal tubetto, per cui tutta l'asta del percussore, con relativa molla sono schizzati all'indietro, non più trattenuti da nulla, facendo un qualche danno alla faccia del tiratore. Sempre questo benedetto nasello si va ad inserire in uno sguscio praticato nel castello, allo scopo di rendere più facile l'accoppiamento tra il nasello stesso e l'ala di ritegno. In caso di forti sovrappressioni temo che tale sgusciatura potrebbe facilitare una parziale rotazione del nasello stesso, con sfilamento del medesimo dalla sua sede e le conseguenze sopradescritte.
Tornando al mio 38, comunque, dopo il restauro volli sentire che voce aveva e in quale direzione prediligesse inviare le pallottole, per cui (altro passo fondamentale) iniziai con delle carichette leggere, e verificata l'assenza di sovrapressioni, mi sono portato alla carica giusta, cioè palla da 145 grani, solita Norma 202 o Winchester 748 (mi piacciono tanto...) nella dose di 39,5 grani, bossoli Norma 6.5 Carcano formati a fuoco e quindi passati al dies del 7.35, trimmati per accorciarli a 51 mm.
Quella di iniziare con una carica ridotta del 10/15% rispetto alla massima è l'ultima regola aurea da seguire: controllato che non ci siano indizi di pressioni anomale (indurimento dell'azione di estrazione del bossolo, o spiattellamento dell'innesco) si può procedere all'utilizzo di cariche più robuste, fino a raggiungere quella ottimale
saluti
Gianni