L’altro giorno in un programma televisivo hanno raccontato una storia, una storia vera che fa veramente pensare, fa riflettere sulla povertà, sulla fame, sulla guerra, sulla scomparsa di bambini dai paesi poveri (scomparse che ancora oggi si susseguono pur cambiando i paesi e le povertà)….,
una storia che cercherò di riassumere.
Primi anni ’50 del secolo scorso, piccolo paesino della Basilicata, una famiglia poverissima, si arrangiano lavorando la terra, ma i soldi non bastano mai per dare da mangiare ai 6 figli, vivono in una specie di catapecchia senza alcun conforto; insomma una situazione molto degradata anche per quell’Italia povera dell’immediato dopoguerra.
Un giorno si presenta una signora ben vestita, con accento napoletano, accompagnata da due sacerdoti; dice che li può aiutare, può far studiare uno dei suoi figli, farlo uscire da quella miseria.
Lorenzo aveva 9 anni, dopo qualche tentennamento la madre acconsente, ed affida il bambino alla signora “per farlo studiare”;
in questo modo, aggiunge la signora, il bambino sarà pure preservato dai disastri e guai di un eventuale arrivo del comunismo in Italia
(primi anni ’50, lo spettro del comunismo veniva agitato ad arte in Italia).
Da quel giorno di Lorenzo non si sa più nulla.
Molti anni dopo la madre muore senza aver più rivisto il figlio, ma manifesta agli altri figli il suo dolore per non aver più saputo nulla di Lorenzo. I fratelli si danno da fare e dopo lunghe ricerche vengono a sapere che Lorenzo era partito pochi giorni dopo per gli Stati Uniti d’America.
Attraverso un’organizzazione cattolica americana Lorenzo è stato adottato da una famiglia che viveva nello Stato di New York.
E’ diventato cittadino degli Stati Uniti. Cresciuto, è diventato un Marine ed è stato mandato in Vietnam. Il 27 gennaio 1968 la Compagnia India, 3° battaglione, 4° gruppo Marines, ha perso nove uomini.
Tra loro c'era Lorenzo Joseph Ioanni.
Lorenzo è morto in Vietnam, in una terra lontana dalla sua Basilicata e lontano dagli Usa, sua terra d’adozione, a combattere, come tanti altri, una guerra non loro.
http://tatzebaubab.splinder.com/archive/2006-05