Un po' di storia recuperata in rete:
Le mazze ferrate
della I Guerra Mondiale
Durante la prima Guerra Mondiale tutti i principali eserciti, con l’esclusione
di quello italiano, fecero uso di mazze ferrate quali armi d’assalto
per i corpo a corpo in trincea.
Furono costruite innumerevoli varianti di tali armi sia dagli Austroungarici
e Tedeschi che dagli Anglo-francesi.
L’esercito italiano non ebbe mai in dotazione la mazza ferrata (abbiamo
visto qualche rozzo esemplare costruito in trincea); tale arma restò estranea alla
cultura militare italiana dell’epoca, mentre fu usata dai reparti austroungarici
a decorrere dall’estate del 1916 sull’Isonzo.
Il primo utilizzo delle mazze sul fronte italiano sembra che sia avvenuto
nel modo più raccapricciante durante la battaglia del Monte S. Michele del 29
giugno 1916, quando i reggimenti ungheresi della 7ª e 20ª Honved fecero uso
delle mazze per finire i soldati italiani in agonia per i gas asfissianti.
Molte mazze usate nel 1916 si ispiravano ai bastoni ferrati tedeschi dei
Medioevo, i “morgenstern” (letteralmente “stella del mattino”), costituiti da un
manico di legno con applicate all’estremità grosse punte di ferro.
Alcune erano di costruzione industriale, altre di produzione artigianale,
costruite nelle officine del fronte.
Le teste erano spesso formate con materiali di recupero, come
involucri di bombe a mano o pezzi di tubi di esplosivo a frattura prestabilita,
dotati di grossi chiodi ed infilati in manici di legno tornito od anche grezzo.
Una catalogazione completa è impossibile, considerato il grande numero
di mazze costruite artigianalmente, con innumerevoli differenze fra l’una e l’altra.
Una fondamentale differenza è comunque quella fra tipi rigidi del 1916,
costituiti da un manico di legno con testa in ferro, e tipi elastici, comparsi sul
nostro fronte sembra successivamente (1917), di originaria ideazione tedesca.