Il calvario di un alpino

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view post Posted on 18/3/2011, 23:41


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CITAZIONE (strumpadori @ 13/3/2011, 12:00) 
Questo ragazzo, verrà abbandonato a sè stesso? Che non si commetta una cosa del genere!Tutti i nostri figli morti per la Patria si rivolterebbero nella loro tomba.
.

Strumpadori

i morti non votano

spetta ai vivi far si che ciò non accada

axel 1899
 
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view post Posted on 22/4/2011, 10:32

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Segnalo questa bella notizia che dimostra come la rete di solidarietà attorno a Luca Barisonzi stia portando buoni frutti: l'ANA, l'Associazione Nazionale Alpini, costruirà presto una nuova casa a misura delle gravi disabilità del nostro alpino che verrà dimesso dall'ospedale milanese di Niguarda il prossimo 7 agosto. Mi sembra veramente un'iniziativa lodevole che merita tutto il nostro plauso e il nostro sostegno e che dimostra ancora una volta quanto sia grande e generoso il cuore degli alpini!

http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronac...er-luca-4003584

RIP-STOP

Edited by rip-stop - 22/4/2011, 13:46
 
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view post Posted on 22/4/2011, 12:09
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una gran bella notizia, a dimostrazione di quanto gli alpini e la loro associazione siano uniti e che, sotto a quel cappello e quella piuma, battono dei cuori immensi.
 
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view post Posted on 1/7/2011, 00:19
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onore alla carne da macello fatta di uomini che sono numeri e si chiamano luca, franco, gino, arino, angelo, piero, poco importa e nulla cambia; più sono macellati e magari sopravvivono per miracolo meglio è per la propaganda. 60 anni fa era lo stesso: l'8 julia sul fronte greco albanese dai 1200 effettivi a metà gennaio rimasero in 72

www.italoeuropeo.com/focus/history/...ia-(1940%1141)/

Edited by massive - 1/7/2011, 01:40
 
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view post Posted on 1/7/2011, 07:20
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Il tuo commento è fuori luogo in questa stanza. Rileggi le motivazioni che ci hanno indotto ad aprirla e se non le condividi astieniti pure dal frequentarla e soprattutto dal pubblicare questo tipo di infelici considerazioni. Max

 
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view post Posted on 1/7/2011, 10:26
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Mi unisco anch' io a tutti voi nel rinnovare gli auguri a Luca e fare un applauso all'ANA che cercherà di rendere la vita del nostro concittadino meno difficile.

 
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view post Posted on 1/7/2011, 17:20
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dopo essermi chiarito con fante, come da lui suggerito lo faccio con voi: la secca brevità del mio post ha portato ad un errata interpretazione del perchè di quelle parole. e quindi giro anche a voi queste altre poche righe che possono diventare chiarificatrici ....
mio nonno ha combattuito nell'8. alpini, in grecia-albania, è da un anno che sto cercando oggetti e pezzi anche attraverso miles per ricostruire la sua storia di soldato lì ... quindi puoi immaginare quanto lontana da me sia l'intenzione di fare commenti infelici soprattutto su un ragazzo che potecva essere mio nonno da giovane, visto che pure lui poi a seguito delle ferite rimase in sedia a rotelle ... semmai possono essere non capito, non chiaro, di infelice c'è solo l'ennesima tragedia

sul discorso propaganda ha già spiegato bene rip stop che cito qui:
"spenti i riflettori dell'attenzione mediatica, sfiorito il clamore della notizia di cronaca, pronunciati i soliti auguri di rito per una pronta e serena guarigione, essi finiscono quasi per essere dimenticati. In realtà per alcuni di loro comincia la parte più dura e difficile del proprio cammino"
 
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view post Posted on 14/7/2011, 20:44


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quando ci si trova in situazioni al limite la vicinanza dei tuoi cari è determinante!
siamo tutti vicini a Luca!! aiutiamolo a nn farlo sentire solo!!
..... un grande abbraccio! tegn dur e mai molaa !! ;)

con amicizia Enzo
 
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view post Posted on 18/12/2011, 14:07
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ecco un'intervista a luca uscita oggi sulle pagine de il gazzettino


LA STORIA Il diario di un alpino paralizzato nell’aggressione in Afghanistan dove morì il suo compagno

«Luca, ora non ti arrendere»

«Tutti i miei commilitoni sono venuti ad incitarmi. Ero pronto a tutto, ma non a perdere fratelli»

TORNEREI Luca Barisonzi sul suo Lince. Foto scattata nei territori dove il suo Battaglione è stato impegnato in Afghanistan e dove lui è rimasto paralizzato. "Ma non mollo, rifarei tutto"

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Domenica 18 Dicembre 2011,
(segue dalla prima pagina)


"Non si può spiegare cosa significa diventare fratello di altri sette ragazzi dopo quasi cinque mesi di missione, dopo aver condiviso tutto, il mangiare, il bere, la sabbia, il freddo, il caldo, la paura di saltare su qualche mina e poi svegliarsi di colpo in un letto di ospedale sentendoti dire che uno di quei fratelli non c’è più. A questo non ero pronto. A questo proprio no. Non ho mai messo in dubbio il mio lavoro e il lavoro di tanti italiani in Afghanistan. Ancora oggi credo che sia doverosa la nostra presenza in quei territori. Noi cerchiamo di portare la pace là dove regna incontrastata la guerra ma non è facile. Non è facile quando accadono episodi come questo. Non è facile dall’esterno comprendere il perché siamo lì. Sorgono tante domande. Tanti perché. Lo so. Ma ripensare al bambino che mi ha portato l’acqua sull’OP ed ha sorriso per i biscotti o rivivere quando consegnavo gli aiuti umanitari ai civili afghani mi fa capire che il nostro è un duro mestiere ma che va fatto. Nel migliore dei modi.
I miei compagni di Squadra, i miei fratelli, fanno a gara per venire a trovarmi. Non tutti hanno avuto la forza di vedermi così, immobile. Totalmente diverso da come ero pochi mesi fa. Forse non se la sentono, forse è ancora troppo presto o, semplicemente, non sono così poi attaccati a me. Di quelli che erano là quel giorno con me su quella collina sono venuti tutti. Tutti. Le uniche parole che mi hanno detto e che per me valgono tantissimo sono: “Luca non ti arrendere”.
Ho dato tanto in Afghanistan e ho lasciato tanto. Un domani, se riuscissi a recuperare abbastanza da poterci tornare e fosse ancora lontana la possibilità di avere una famiglia e di avere figli, si, tornerei. Tornerei per i miei sogni, per i miei ideali. Se invece non sarò più “io” ma sarò “noi”, se avessi Sarah sempre al mio fianco forse penserei più a lei che a me. Non vorrei più far passare a lei, come alla mia famiglia, ciò che stanno passando e vivendo da gennaio. Se qualcuno mi dicesse: “Togliendo Luca Sanna, rivivresti tutto? Consapevole che dopo cinque mesi di missione finiresti su una carrozzella ...” probabilmente risponderei sì. La missione mi ha insegnato tanto e mi ha fatto crescere tanto. Se si potesse escludere la morte di Luca e mi venisse chiesto di rifare questa esperienza la rifarei. La rifarei. L’Afghanistan non mi ha indurito. Mi ha migliorato. Ho avuto momenti molto duri, di sconforto. Momenti in cui sono stato davvero molto male ma ora questa per me è la normalità. Dire che ci tornerei a chi non mi conosce, non capirebbe. Ne sono sicuro. Le persone che mi vedono si commuovono. Piangono. Ma per me dire che ci tornerei è normale, nonostante le conseguenze subite. Se un ragazzo mi dicesse: “Luca mi voglio arruolare” io risponderei solo di seguire il suo cuore. Proprio come l’ho seguito io. Ognuno ha la sua strada. È giusto combattere per realizzare i propri sogni.
Dopo quello che mi è successo ho avuto paura di ritrovarmi solo con i miei problemi e le mie battaglie da combattere ma fin da subito la mia famiglia e gli alpini hanno fatto il possibile per farmi sentire al sicuro. Non mi hanno lasciato neanche un momento solo nella mia stanza di ospedale. Sono venuti ogni giorno a farmi coraggio e a motivarmi sempre di più. Non hanno mai smesso di credere in me, mi hanno sempre dimostrato che se sei un alpino e stai scalando una montagna e un imprevisto ti rallenta, i tuoi compagni rinunceranno anche alla vetta pur di non lasciare indietro un amico. Per me essere alpino significa essere un soldato addestrato e preparato a vivere e combattere nell’ambiente montano ma soprattutto essere parte di una grande famiglia che condivide tutto ciò che la vita riserva e dove tutti remano nella stessa direzione per raggiungere lo stesso obiettivo.
I mesi passano ma la vicinanza delle persone, anche sconosciute, rimane fortissima. Le persone comuni continuano ad essermi vicino, a scrivermi perfino su facebook. Ci sono gruppi con più di duemila persone che mi incoraggiano di non mollare. Mi scrivono tutti i giorni. Gli alpini sono la mia famiglia. Non mi lasceranno mai da solo. Mai. Mi sono stati vicini dall’inizio e lo saranno fino alla fine. Ne sono sicuro. Fino alla fine ed oltre. Prima vedevo il Ministro della Difesa o tanti Generali a una, due o tre stelle solo in televisione. Mi sembravano tanto lontani da me. Da me che sono un Caporal Maggiore. Vederli in piedi, accanto al mio letto, mi ha fatto capire che anche loro sono “umani”. Che anche loro hanno un cuore e che non sono poi così distanti da me. Non li vedo più con distacco e con timore riverenziale. Nei loro occhi vedo una luce strana. Come tutte le persone vorrebbero chiedere, informarsi, sapere ma alla fine si trattengono. Hanno quasi timore nel farmi domande. (...)
Credo che il tempo della sofferenza per ciò che è stato ormai è passato. Ora, per me, è iniziato il lavoro per ciò che sarà. Per il mio futuro".
Luca Barisonzi


LA SOLIDARIETÀ DELL’ANA

Grazie agli amici adesso vivrà
in una casa "speciale"

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Domenica 18 Dicembre 2011,
La storia di Luca Barisonzi, il giovane alpino ferito in un attentato in Afghanistan il 18 gennaio 2011 e oggi costretto su una sedia a rotelle, è raccontata in "La Patria chiamò", libro autobiografico (Mursia, 144 pagine, 12 euro) - a cura di Paola Chiesa - che verrà presentato il 22 di dicembre a Milano. Luca ha 21 anni quando si arruola. Nel settembre 2010, parte per l'Afghanistan, destinazione Bala Murghab, sulla Ring Road. Perché un ragazzo sceglie la divisa, perché decide di diventare alpino? Luca lo spiega con parole semplici: quella strofa dell'inno di Mameli, l'Italia chiamò, lo emoziona da sempre. La realtà però è diversa. Dura. Niente che all’8° Reggimento Alpini, Battaglione Tolmezzo, Sesta compagnia - dove Luca si prepara - si possa immaginare. Luca racconta con semplicità anche "quel" giorno quando accanto a lui Luca Sanna cade colpito a morte. Poi il buio e il risveglio dopo settimane in ospedale. La sfida di Luca ora continua, assieme alla solidarietà degli alpini dell'Ana che hanno lanciato una raccolta fondi per costruirgli una casa domotica in cui possa vivere.
 
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view post Posted on 3/2/2012, 10:26

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Un breve aggiornamento relativo al progetto "Una casa per Luca" alla quale anche Miles, nei mesi scorsi, ha dato il suo piccolo ma significativo contributo:

http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronac...-luca-1.3125301

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view post Posted on 26/8/2012, 13:38
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C'è qualche aggiornamento a riguardo di Luca?
 
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view post Posted on 26/8/2012, 18:19


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Io ho l'onore di annoverare Luca tra i miei amici di facebook...
se volete, posso portargli i vostri saluti :)
 
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view post Posted on 26/8/2012, 21:22
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volentieri.
:)
 
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view post Posted on 26/8/2012, 22:00
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CITAZIONE (alpino2 @ 26/8/2012, 19:19) 
Io ho l'onore di annoverare Luca tra i miei amici di facebook...
se volete, posso portargli i vostri saluti :)

Se puoi anche i miei !!
Ciao. Federico.
 
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view post Posted on 28/8/2012, 18:31


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Saluti presentati ;)

"Carissimo Luca,
leggo sempre con interesse le tue riflessioni, che rivelano grande sensibilità e maturità.
Spero che tu stia bene.
Ti scrivo, perchè gli amici del forum di militaria cui sono iscritto (MILES) mi hanno chiesto di portarti i loro più calorosi saluti.
Con tanto affetto,
Andrea"
 
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34 replies since 11/3/2011, 22:15   2589 views
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