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| I pesanti bombardamenti subiti dalla città di Milano nell'estate del 1943 furono tutti compiuti dai reparti di bombardamento della RAF inglese di base in Gran Bretagna. Sino alla primavera del 1944 la città non subì altre grandi incursioni, a marzo però Milano venne nuovamente colpita da pesanti bombardamenti ad opera dei bombardieri Wellington del 205th Squadron della RAF che partivano dalle basi pugliesi: questa volta gli obiettivi principali erano costituiti dagli stabilimenti industriali e dalle infrastrutture, in particolare nei mesi successivi furono colpiti gli scali ferroviari di Rogoredo e di Lambrate, gli stabilimenti della Breda a Sesto San Giovanni, ancora gli scali ferroviari e i depositi di smistamento in zona Milano-Greco e Stazione Centrale oltre a una lunghissima serie di obiettivi minori nella perfieria e nell'hinterland. Rispetto alle incursioni subite dalla città nell'agosto del 1943, nei mesi successivi le azioni di bombardamento si svolsero sia di giorno che di notte, per la maggior parte impiegando bombardieri medi tipo appunto i britannici Wellington, mentre la maggior parte delle formazioni di bombardieri pesanti Boeing B-17 e Liberator si dirigevano sui Balcani, sull'Austria, il sud della Germania, la Romania e la Cecoslovacchia. Negli ultimi mesi di guerra, con il progredire dell'avanzata alleata, tutta la zona del milanese entrò nel raggio d'azione dei caccia-bombardieri americani P-47 Thunderbolt che partivano dalle basi in Toscana: i P-47 si dedicavano essenzialmente ad azioni di "strafing" attaccando qualsiasi tipo di obiettivo civile o militare si muovesse lungo le strade e le ferrovie e colpendo ponti, incroci stradali, stazioni e nodi di smistamento ferroviario, etc.
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