| Salve a tutti, sono un nuovo iscritto che ha sempre letto il forum senza però parteciparvi attivamente.
Ho rinvenuto questo topic diversi mesi fa, durante le mie ricerche in rete riguardo la giacca a vento dei carabinieri; già, perchè è questo un argomento che da tempo mi incuriosisce ed interessa, sin da quando per la prima volta, molti anni fa, ebbi l'occasione di notare in strada due agenti che indossavano due modelli di giacca a prima vista uguali ma che in realtà erano sostanzialmente differenti. Da quel momento la curiosità si è accesa ed ho iniziato a reperire informazioni riguardo la storia del capo.
Mi trovo modestamente d'accordo con le osservazioni riportate qui - anche da chi la giacca la porta regolarmente - che hanno quindi confermato i dati e le caratteristiche che ho già avuto modo di raccogliere.
In buona sostanza, ad oggi siamo all'utilizzo e distribuzione di un quarto modello di giacca a vento, il quale è caratterizzato da un colletto alto senza cappuccio integrato a scomparsa (ma che è inseribile separatamente), con chiusura lampo frontale per la prima volta richiudibile fino all'estremità superiore.
Da quel che mi consta, tuttavia, nel corso dei lustri sono stati distribuiti esemplari appartenenti ai quattro modelli citati, ma distinti da piccole differenze. Gli appalti per la fornitura delle giacche a vento sono infatti stati vinti da diverse aziende, sia italiane che estere, le quali hanno evidentemente operato entro dei margini che gli hanno consentito di "personalizzare" il modello di volta in volta in produzione. E così si può osservare, ad esempio, un primo modello (prodotto in italia) di colore blu scuro tendente all'elettrico accanto ad uno di colore più tendente al ceruleo (prodotto in Spagna) o al turchino, con lievi differenze nel taglio, ad esempio, delle tasche superiori o nell'applicazione delle stelle sul collo (fissate direttamente sul bavero oppure cucite su un piccolo quadrato di stoffa e poi fissate sul colletto).
A proposito di case produttrici, finora ho potuto reperirne solo due, l'italiana F.lli Sarchi e Broni e la Spagnola Induyco Sa.
Proseguendo sulle differenze che contraddistinguono concretamente uno stesso modello, ho poi avuto modo di appurare direttamente ulteriori discriminanti: una volta mi trovavo in via dell'esercito a Roma ed ho notato un negozio di forniture militari, sono entrato e ho chiesto se potevano darmi informazioni sull'argomento. Ovviamente queste erano abbastanza specifiche, così l'addetto mi ha mostrato due giacche appartenenti al primo modello (con cappuccio ripiegabile a scomparsa con zip nel collo), dichiarate fuori uso da anni, nonostante in giro fosse ancora molto utilizzato. Ebbene i due capi erano fatti di un tessuto completamente diverso, uno piuttosto pesante con trama spessa e grossa che quasi non sembrava impermeabile, l'altro più leggero e fatto di un tessuto simile al nylon. Il primo dava una sensazione di grande resistenza e robustezza, il secondo sembrava più comodo. Anche le rispettive imbottiture interne contribuivano alle differenze, specie nel volume e nel peso complessivo del capo.
Sarebbe interessante effettuare un "censimento" dei sotto-modelli di ognuno dei quattro insiemi, anche se pare un'operazione quasi impossibile.
Peraltro, ai quattro modelli principali andrebbero aggiunti gli altri in dotazione ai reparti più specifici, come ad esempio il servizio navale o quello d'alta montagna.
Mi chiedo infine se sia possibile iniziare una collezione di questi capi. Ho letto informazioni su una licenza di collezionismo, ma non so se questa possa comprendere capi che possono considerarsi ancora in uso: il secondo ed il terzo modello sono infatti regolarmente indossati accanto al quarto (di cui esistono già diversi sotto-modelli!). Dove sarebbe, poi, possibile reperirli?
Ci sarebbe ancora molto da evidenziare, ma chiudo il post (oramai divenuto lungo e noioso) con qualche immagine, che ritrae il modello speciale navale e un quarto con cappuccio applicato.
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