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| Allora, vediamo di fornire qualche particolare sugoso: la cartuccia Bts è così denoninata dal nome dei suoi realizzatori, i capitani Aurelio Bontempelli, Filippo Tealdi e Aldo Suppo. La palla aveva effetto incendiario fino a 400 metri e attraverso i forellini apicali creava una scia che fungeva da tracciatore fino a tale distanza (di notte anche oltre). Fino a 300 metri, la traiettoria era uguale alla 6,5 mm a pallottola. Qualche numero, a conferma di quanto detto prima: il primo lotto di Bts fu inviato ai reparti aerei nel maggio del 1917 e consisteva in 550 cartucce, la produzione di serie faticò parecchio a partire, tanto che nel dicembre del 1917 la produzione era di sole 5 mila cartucce al giorno. Al 31 dicembre del 1917, la disponibilità a magazzino era di sole 24 mila cartucce. Nel corso del 1918 la produzione aumentò nettamente, tanto che a ottobre la disponibilità a magazzino era di ben 2.500.000 cartucce. Quindi, teoricamente, le Bts dovrebbero avere bossoli del 1917 o 1918. ATTENZIONE: questa palla Bts fu sviluppata, e questa è cosa poco nota, anche per il .303 British, di cui avevamo in dotazione le mitragliatrici: la produzione procedette di pari passo con quella del 6,5 mm Carcano ma, alla data di ottobre 1918, le cartucce a magazzino risultavano essere solo 380 mila. NON è chiaro se le fabbriche italiane si limitassero ad allestire il proiettile e a caricarlo su bossoli alleati, o se venisse realizzato anche il bossolo in Italia. Di certo, io bossoli .303 British con marchi italiani della prima guerra mondiale non ne ho mai visti. Per quanto riguarda la perforante, fu realizzata dal tenente colonnello Perego del pirotecnico di Bologna e fu distribuita a partire dal 1916, ma nel 1918 già non figura più tra gli elenchi del munizionamento avviato ai reparti. Quindi, teoricamente dovrebbe avere un bossolo del 1916 o 1917. Generalmente, la sequenza di caricamento nelle armi era: "Bts-luminosa-ordinaria-ordinaria" oppure "Bts-Bts-luminosa-ordinaria". Sembra che le palle perforanti-incendiarie e quelle esplosive siano state solo valutate a livello sperimentale, a causa dei non buoni risultati pratici. In particolare, le perforanti-incendiarie sembra avessero buone capacità perforanti, ma non incendiavano una fava, probabilmente a causa della troppo elevata velocità. Ovviamente non è farina del mio sacco: "F.Cappellano, B. Di Martino, B. Marcuzzo, Gli artigli delle aquile, Usam". Cùntent?
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