Ciao, Trinceadellefrasche.
Su molti punti siamo sulla stessa lunghezza d’onda; basterebbe soltanto riconoscere che, caso mai, la caccia contribuisce alla creazione di certe problematiche, non che n’è responsabile in esclusiva.
Le rondini, giustamente specie non cacciabile che ho citato di proposito, sono soltanto un esempio di quella che è la situazione vista più in generale, che possiamo tranquillamente estendere anche a tutte le specie montane che tu hai citato.
Di quelle, intanto, sono cacciabili soltanto i maschi con esclusione assoluta delle femmine. La loro rarefazione non può essere attribuita soltanto alla caccia, ma anche alla distruzione dei loro abitat, alla deforestazione e all’antropizzazione.
I pesticidi, come giustamente fai osservare, sono responsabili della moria duna infinità di volatili. Non ci sono più allodole, ma io ricordo quante ne ho viste morire sui campi a causa delle sementi trattate con anticrittogamici.
La caccia al cinghiale è sempre stata la mia “caccia d’elezione”. L’ho praticata per quasi cinquant’anni, da quando erano ancora difficilmente reperibili e quando riuscivamo a rintracciarne uno, lo inseguivamo anche per tre giorni guidati dalle orme nella neve. A quei tempi si cacciava anche con la neve.
Nel tempo, poi, vi è stato un grandissimo incremento di questo tipo di selvaggina, tanto che oggi vi sono “gruppi di caccia” che in una stagione catturano ben più di cento esemplari.
Non conosco a fondo le tecniche di caccia usate in Sardegna.
Da noi la caccia al cinghiale è fatta con i cacciatori appostati in punti strategici nella boscaglia e la battuta condotta da uno-due cacciatori che guidano la muta dei cani. Nessun danno al bosco; forse qualche disturbo alle altre specie d’ungulati, daini e caprioli, che però non sono soggetti cacciabili.
In ogni modo, per quanto concerne la caccia al cinghiale, la situazione ha ormai raggiunto un punto critico. Stante il grado di prolificità del selvatico, se non si procedesse ad un forte prelievo annuale, sarebbe radicalmente compromessa la situazione della nostra agricoltura.
Nulla da eccepire, invece, su quanto affermi in merito ai bossoli sparati. Soltanto che, forse, tu la valuti un poco per eccesso.
La causa principale dell’abbandono dei bossoli è da attribuirsi all’uso delle armi semi automatiche, che espellono il bossolo sparato.
Qualche volta non è facile ricuperarli, spesso non si ha “voglia” di cercare dove sono caduti.
Finendo, resto fermo nella mia convinzione che, perdurando la contrapposizione dura fra le due parti, difficilmente si potrà trovare un punto d’incontro.
CITAZIONE (flak20 @ 10/11/2012, 12:44)
per come la vedo io, il discorso è molto semplice: la caccia, nata per sfamare l'uomo, oggi non è piu' necessaria, è solo dannosa, tranne per coloro che ci guadagnano sopra. Non è uno sport, è un modo non condivisibile di passare il tempo libero. Cacciatori venite a sfogarvi in palestra, o andate a farvi una passeggiata o una corsa nella natura,ma senza fucile!
Flack, invito non pertinente!
In estate passo più tempo all'aria aperta in montagna che a casa mia!
La caccia sarà anche nata per assolvere ad una esigenza primaria dell'uomo. Oggi, se l'uomo dovesse sfamarsi soltanto con la caccia, si trovebbe sicuramente in via di estinzione.
Soltanto mi dovete spiegare perchè certi tipo di animali se allevati in batteria e eliminati per il "tiro del collo", li possiamo consumare. Se invece sono catturati con un "tiro di fucile" no!
Dove sta la differenza?