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| Quanto proposto da Radagast, in merito al considerare anche l'interno, il feltro e la fodera, mi sembra un'ottima prosecuzione nell'analisi del cappello. Riguardando le foto e cercando di farlo con attenzione ho notato, correggetemi se sbaglio, che ai segni delle cuciture evidentemente fatte a macchina del fissaggio della tasca porta nappina e di un possibile fregio precedentemente fissato, non c'è la stessa corrispondenza sulla fodera. Di solito i fori provocati dall'ago lasciano evidenti i fori anche sulla fodera benchè sia in tessuto e non in pelle. Questo mi fa pensare che marocchino e fodera non siano coevi. Altre considerazioni mi vengono in merito appunto al marocchino: se il nastro in seta è stato necessario sostituirlo, significa che dev'essere stato 'parecchio conciato' e l'usura è prevalentemente provocata dal sudore che passando marocchino e feltro fa sì che la seta si secchi e di conseguenza si smagli e si strappi. Nel caso in questione il marocchino sembra in ottimo stato di conservazione. Inoltre, in base ad una seppur misera esperienza in fatto di cappelli alpini, fra quelli visti di produzione sartoriale non mi è mai capitato di trovarne uno con marocchino nero, di solito li ho visti marroni, più o meno chiaro, o al massimo grigi e sempre sul chiaro. Il nero invece è sempre stato prerogativa dei cappelli da truppa. Mi lascia perplesso anche la fattura del grado, a parte il sottopanno, la cucitura al vertice della 'V' è quanto meno 'imprecisa' se fatta da una sortoria. Mi rendo conto che forse possano essere argomentazioni di poco conto ma , ripeto, gurdando le foto mi sono balzati agli occhi anche questi particolari che forse possono essere spunto di ulteriori considerazione da parte di chi ritengo sicuramente più esperto di me. E' un contributo! Roberto
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