Insieme agli stivali da marcia e all’elmo chiodato, lo stahlhelm o elmo d’acciaio è l’accessorio che più ha contraddistinto il soldato tedesco nella Grande Guerra.
Sviluppato in risposta alla guerra di trincea e all’altro numero di ferite alla testa riportate dai soldati al fronte lo stahlhelm è un concentrato di utilità, scienza bellica e design.
Le prime 30.000 unità entrano in servizio nel primo mese del 1916 in vista della Battaglia di Verdun e il Capo di Stato Maggiore Erich von Falkenhayn ne approva ufficialmente l’introduzione nel febbraio dello stesso anno.
Pur subendo evoluzioni e cambiamenti,l’elmetto tedesco non muterà più -per il corso della guerra- quella forma caratteristica dalle falde pronunciate e dall’alta calotta.
L’unico colore con cui gli elmi escono dalla fabbrica è il feldgrau la cui finitura e il cui tono variano però da produttore a produttore passando da un verdone più luminoso e satinato ad uno più lucido e scuro.
Il primo modello ad entrare in servizio è il cosiddetto M16; il guscio è prodotto in cinque differenti misure 60,62,64,66,68 corrispondenti ad altrettante circonferenze craniche e al liner in spessa pelle sono cucite tre patte in pelle con taschette interne che permettono l’inserimento di un’imbottitura di crine per far si che l’elmo si adatti nel miglior modo possibile alla testa del soldato.
Sulle falde sono montati i bulloni reggi soggolo che, a dispetto dell’innovazione, è ancora del tipo montato sull’ultima versione del pickelhaube.
Diversi sono i produttori che hanno il capitolato per la produzione dell’elmo e il loro marchio (composto da una o due lettere e dalla taglia del guscio) è sempre impresso nella falda dell’elmo.
L'inconfondibile profilo dell'M16, con i suoi cornetti di areazione e i bulloni reggi soggolo.
Liner di I tipo in pelle
Dettaglio del liner in pelle
Dettaglio interno ed esterno del bullone reggi-soggolo.
Nel maggio dell’anno successivo, sullo stesso scafo dell’M16 viene introdotto il liner in metallo, in risposta alle necessità dell’economia di guerra e del risparmio del cuoio.
Le caratteristiche dell’elmo non cambiano tant’è che diversi collezionisti esteri, con i quali mi trovo d’accordo, sono soliti utilizzare la dicitura “M16 con liner di II tipo” in sostituzione di quella “M17” che altro non indica se non il tipo di cerchio interno.
Liner di II Tipo metallico.
Dettaglio del liner di II Tipo
La prima, sostanziale, modifica all’elmo si ha nell’estate del 1918 quando, a luglio, entra in servizio l’M18, un elmo le cui falde non ospitano più i bulloni per il soggolo mod.1891 poiché un differente tipo di sottogola in due parti è da ora montato direttamente tramite un paio di anelli rettangolari al liner, come sarà poi ripreso dagli elmi della Seconda guerra mondiale.
Sugli elmi di tipo 18 sono montate solo patte in pelle bianca.
Profilo dell'M18, si noti l'assenza dei rivetti reggi-soggolo.
Liner M18: si notino gli anelli reggi soggolo e le patte bianche con la contro patta di fabbricazione ersatz in tela grezza
L'ultimo elmo ad entrare in servizio è il cosiddetto M18 cut out, il cui caratteristico profilo è modificato dal taglio della falda. Sui motivi di questo, ancora non ben chiariti, non mi dilungo ulteriormente limitandomi ad indicare che quest’elmo, decisamente raro, monta lo stesso cerchio dell’M18 ed è prodotto esclusivamente dalla Eisenhüttenwerk Thale (codice ET) nell’unica misura 64.
La particolare falda dell' M18 cut-out.
Dettaglio del marchio del produttore (ET64) sulla falda.
In arrivo la scheda "lo stahlhelm tedesco" parte 2
Saluti
Diavolo verde
Edited by Il Diavolo Verde - 4/1/2014, 23:27