Lo sbarco ad Anzio

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view post Posted on 29/1/2014, 00:16
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Ciao, Rip-Stop. Ho sempre riconosciuto come la maggior parte dei militari italiani che, dopo i fatti dell’otto settembre 1943, hanno volontariamente scelto di continuare a combattere al fianco dei tedeschi, lo hanno deciso in tutta buona fede. Erano convinti di essere nel giusto, partecipi della necessità di “dover”continuare a combattere contro un nemico invasore che violava il “Sacro Suolo della Patria”.

Sbagliavano, ma non potevano rendersene conto. Erano succubi delle convinzioni inculcate nelle loro menti, dalla propaganda del regime. Era l’unica voce che conoscevano, che ascoltavano. Rifiutavano ogni ipotesi contraria ed erano veramente convinti della necessità di continuare la guerra fino all'estremo, senza preoccuparsi degli inutili sacrifici che, per causa loro, il popolo italiano ancora doveva sopportare.

Forti nel loro fanatismo, insensibili ad ogni rimostranza, si sono resi responsabili di tante nefandezze.

Diverso, invece, quel che si è verificato fra i ragazzi delle nuove leve, chiamate alle armi dalla RSI.
Coloro che, pur avendo ormai chiarissima la situazione, avevano deciso di rispondere ai bandi d’arruolamento, lo avevano fatto per paura delle conseguenze che glie ne potevano derivare. Per i renitenti era minacciata la pena di morte. Stessa sorte per loro familiari.

Chiaramente li comprendo, anche se non li giustifico. Sicuramente costoro non si sono macchiati d’alcuna colpa. Hanno, però costituito quella massa inerme che inconsapevolmente copriva le spalle ai fanatici e consentiva loro di commettere quelle azioni, di cui si sono poi resi responsabili.

Molti non si sono spaventati, non hanno avuto paura, rifiutando l’arruolamento nella RSI e hanno intrapreso quella strada, che li ha condotti nella Resistenza, affrontando i rischi minacciati dai fascisti.

Questo è il tempo passato. Da non dimenticare, da inculcare nella memoria, affinché non abbia più a ripetersi. Null’altro. Nessuna rivincita è consentita. Dei contendenti, siamo rimasti in pochi, vecchi, stanchi e malandati. Fra qualche anno non ci saremo più.

Devo constatare, purtroppo, come oggi ci sono ancora molte persone che, invece, pur informati di quanto terrificante e deleteria per l’umanità è stata l’esperienza nazi-fascista, tentano di riportare tutto a galla, sperando di trovare una legittimazione qualsiasi.

Questi non hanno giustificazioni di sorta. Sanno che cosa è accaduto. Sanno di popoli ridotti in schiavitù, di deportazioni nei campi di sterminio. Conoscono le leggi razziali, sanno dello sterminio del popolo ebraico organizzato dallo stato, sanno tutto! Nulla è sconosciuto. Sono informati su tutto. Nonostante tutto, sentono la necessità di trovare un appiglio qualsiasi, per convincersi che quanto era accaduto era giustificato.

Cosa vogliono, Dove sperano di arrivare. Alla restaurazione?

Perdonami in lungo sfogo, Rip-Stop. Rileggerò ancora il tuo lucido commento. Servirà a risollevarmi un poco l’animo. Grazie.

Con tutta la mia stima. ghirghi
 
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view post Posted on 29/1/2014, 00:36
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Devo constatare, purtroppo, come oggi ci sono ancora molte persone che, invece, pur informati di quanto terrificante e deleteria per l’umanità è stata l’esperienza nazi-fascista, tentano di riportare tutto a galla, sperando di trovare una legittimazione qualsiasi.

Ghirghi, naturalmente c'e' chi tenta di riportare a galla quanto dici, a mio parere con risultati discutibili.
ma c'e' chi, non facendone una questione politica, vede in chi ha combattuto ad Anzio e Nettuno dei ragazzi che hanno portato all'estremo sacrificio una scelta piu o meno consapevole.
non diversi e non meno coraggiosi di chi ha affrontato allo stesso modo i carri inglesi ad Alamein. Tra il resto, incidentalmente questi ultimi hanno combattuto contro il medesimo nemico e con lo stesso alleato tedesco.
ti posso confermare che lo stato italiano ha confermato ai reduci (tra cui mio nonno) che anche quella guerra era sbagliata, contro il nemico sbagliato e con l'alleato sbagliato. cosa distingue gli uni dagli altri? non mi dire che la differenza la fa il volontario dai militari di leva. Ad Alamein, tra i tanti, sono morti anche volontari e fascisti impenitenti come chi ha lasciato la vita per la difesa di Roma. Che fare? distinguiamo anche li?

A mio parere a ciascuno le proprie convinzioni, che non necessariamente vogliono portare alla restaurazione ad un passato ormai remoto.
 
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view post Posted on 29/1/2014, 01:26
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Radagast! Il coraggio, il valore, l’eroismo, non sono in discussione. Il soldato italiano ne ha fornito prova su tutti i fronti, dalle nevi russe al deserto africano.

Tutto l’inghippo è sorto dopo l’otto settembre.
Il fascismo si era autosuicidato in estate. Avevamo firmato una resa incondizionata. Eravamo stati occupati dai tedeschi, che immediatamente si erano annessi una parte delle nostre province orientali.
Il monarca, con il suo governo, si era trasferito al sud. Ci piaccia o no (e tu sai che a me non piace) di fronte al mondo era il legittimo rappresentante dell’Italia.

In virtù di quale legittimazione "i nostri" sono passati dalla parte del tedesco? Speravano nelle armi segrete. Mi spiace, hanno sbagliato tutto.
 
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view post Posted on 29/1/2014, 01:43
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"..........Avevamo firmato una resa incondizionata........"

Magari non erano d'accordo alla "resa incondizionata" e non riconoscevano "un re ed un governo in fuga".
Ciao.Federico.
 
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view post Posted on 29/1/2014, 09:39
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Mi ero riproposto di non dire più nulla ma ne ho sentite talmente tante che mi vorrei chiarire una volta per tutte.
Quando qualcuno dice "la giusta scelta", riferendosi all'8 Settembre, o è in malafede o ha bisogno di un buon medico!

Mio padre, volontario nel 1940 nella R.Marina, dove FECE SUL SERIO LA GUERRA, fu affondato ben due volte, mi ha lasciato il suo diario che ho letto, per sua volontà, solo dopo la sua morte.

L'ultimo affondamento, per opera di un sommergibile inglese, avvenne a metà dell'Agosto 1943 (Mar Ligure, RCT Gioberti), l'8 Settembre si trovava in licenza di convalescenza. Nell'affondamento aveva perso quasi la totalità dei suoi commilitoni, la nave affondò in meno di 20 secondi. Sul suo diario dice "come posso combattere insieme ai vecchi nemici (inglesi) che fino a pochi giorni fa mi hanno sparato contro?" Secondo voi era facile "FARE UNA GIUSTA SCELTA"? Aveva 19 anni!

Ho svolto il mio servizio di prima nomina nel terzo verbano (Guastatori del Genio) dove ho avuto il piacere e l'onore di conoscere Paolo CACCIA DOMINIONI, partigiano. Questi, aveva tra i più grandi amici, ne aveva un grandissimo rispetto, quel M.M. Morelli comandante del Btg. Valanga della Decima.

Subito dopo la guerra i Guastatori si riunirono, c'erano quelli che avevano combattuto nel Gruppo di Combattimento "Friuli" (870° Nucleo Speciale Guastatori), nei partigiani, Caccia Dominioni, P.Santini e chi aveva combattuto al Nord nella Decima e, alcuni, nelle Brigate Nere. Nessun astio fra loro, la guerra era finita da poco. Ogn'uno fece la sua scelta, per condizioni ideologiche, per situazioni territoriali, per sentimenti vari, non per interessi.

Un sten., che poi sarebbe divenuto famoso nella vita civile, di una famiglia importante, fu consigliato, tramite il padre, da un generale del R.E. che gli disse che, era conveniente, per lui, andare al Sud. La parola conveniente fece scattare in lui la molla ed andò al Nord.

Per ultimo il grande Alberto Sordi, nel film "Tutti a casa": Colonnello è successa una cosa incredibile i tedeschi si sono alleati con gli americani! Questa frase sintetizza, meglio di centinaia di amenità (usiamo un eufemismo) l'estrema confusione in cui furono lasciati i nostri soldati!

La scelta, non fu giusta, fu difficile!

Non continuiamo, in modo speculativo, a dire quello fece bene e quello fece male! Additiamo solo coloro che sfruttarono questa situazione ottenendo privilegi.
Scusate ma alcune cose le avevo già scritte su un'altra discussione.

Sono passati tanti anni, facciamo come gli altri Paesi Civili, diveniamo più obiettivi!

Non ricordiamo solo l'Olocausto, CHE VA SEMPRE RICORDATO, ma ricordiamo anche le FOIBE, dove circa 7.000 italiani persero la vita, solo per essere ITALIANI!

Leggetevi la poesia del grande Totò, "La livella", molti ne hanno bisogno!
 
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view post Posted on 29/1/2014, 10:14
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Nel 2014 non ha senso litigare sui nostri padri e zii che perirono da una parte o dall'altra. Da ambo le parti c'era la convinzione di essere nel giusto e quindi per un ideale hanno dato la propria vita. A parte qualcuno - da ambo le parti - che si è macchiato di veri e propri crimini contro la persona umana, li considero tutti figli di questa Italia travagliata da dissidi politici e di pensiero dalla nascita del fascismo in poi.
Si badi bene che durante il fascismo la maggioranza degli italiani si riconosceva nei valori di esso e solo quando si avviava allo sfacelo a seguito di una guerra orribile, molti abbracciarono l'antifascismo e si sacrificarono per i sempre nuovi ideali del rispetto dell'avversario. C' è anche da dire che tanti cambiarono casacca per puro opportunismo e questi, non dimenticatelo, non andarono a combattere e morire per un ideale ma pensarono solamente al loro puzzolente tornaconto economico o politico. Chi si immola per un ideale, si merita sempre il rispetto dei posteri pur non giustificando la loro condotta. La Storia si deve solo osservare per non ripetere gli stessi errori o non cadere nell'errore opposto.
Qui, solo Ghirghi può esprimere in modo veritiero il clima di quei momenti avendoli vissuti in prima persona e non dice di odiare chi è stato nella parte opposta ma lo ha combattuto lealmente e rispettato come nemico. Non penso minimamente che Ghirgi, pur nella durezza intrinseca del combattente, abbia mai commesso crimini contro la persona umana. E lasciatemelo dire, tra i tanti morti, di Ghirghi ce n'erano tanti da tutte due le parti.

Strumpadori
 
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view post Posted on 29/1/2014, 12:52
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Quelle esposte da Verbano, sono tutte ragioni comprensibili, intercalate soltanto da qualche espressione superflua, in un discorso come il nostro, che deve svolgersi sempre e soltanto con estrema cortesia. Non si manda nessuno “dal medico”.
Cerchiamo di mantenerci sereni, intanto la “Storia” è già stata scritta e le nostre elucubrazioni non potranno cambiarla nemmeno di una virgola.

Lo ripeto. Il tema in discussione non verte sull’eroismo dei nostri soldati. Su questo nessuno può recriminare. Non si discute.
Nemmeno ci possiamo nascondere dietro il rispetto dovuto a tutti i caduti. Credo, ormai, che tutti sappiano come la penso.

Il tema in discussione è un altro: Avevano o no, i superstiti dell’ex Esercito Regio, inteso nelle sue diverse parti, il diritto di continuare per conto proprio, una guerra nel nome dell’Italia?

Personalmente sostengo di no!

L’Esercito non esisteva più. La resa incondizionata era stata ufficialmente dichiarata. L’Italia si era ritirata da quella guerra che l’aveva vista irrimediabilmente sconfitta. Avevamo il “nemico” in casa, senza alcuna possibilità di ribaltare la situazione. Continuare, significava sacrificare altre vittime sull’altare dell’irresponsabilità.

La guerra la stava conducendo soltanto la Germania, che l’aveva iniziata. Chi avesse voluto continuare a combattere il “nemico invasore”, avrebbe dovuto scegliere di entrare a far parte dell’esercito Germanico. Alcuni lo hanno fatto.

Altri, invece, hanno scelto di non combattere più al fianco di una Nazione che si era resa responsabile d’orribili delitti.

Sono state scelte difficili. Molti, queste scelte le hanno compiute in buona fede, sviati da un’informazione propagandistica menzognera. La Storia concede loro queste attenuanti.

Oggi, non è più possibile ignorare il significato di “nazismo”. Non abbiamo più scuse. Non ci sono “attenuanti” per nessuno. Quelle scelte, anche se compiute in buona fede, erano sbagliate.
 
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view post Posted on 30/1/2014, 09:47
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Buongiorno,
come al solito i miei intendimenti, in particolare quello di non rispondere più su questo argomento, vengono disattesi (da me).

Circa quarant'anni fa, ho iniziato ad intervistare reduci che fecero scelte diverse. Il problema dell'8 Settembre, per me, è sempre stato di forte attualità. Una volta scrissi un articolo, molto polemico, dove consigliavo di togliere quella data da nostro calendario!

Naturalmente, non fu pubblicato!

Ora, a palle ferme, immaginiamo un povero "disgraziato", ventenne, o giù di li, che si trovava in quella situazione, nessun ordine, nessuna disposizione. Cosa doveva fare?

Tornare a casa? Continuare a combattere insieme ai vecchi alleati? Combattere insieme ai vecchi nemici di cui era stato bersaglio fino al giorno prima? Pensate sia stato facile prendere questa decisione?

GHIRGHI dice che i tedeschi erano stati "cattivi" per cui bisognava combattere contro.
Ma, queste cattiverie, avvennero dopo che l'Italia (ottobre 1943) dichiarò guerra alla Germania. Molti combattenti in Africa Settentrionale, odiavano gli Inglesi che erano stati, di gran lunga, più cattivi dei tedeschi, additrittura avevano mitragliato i nostri ospedali. Parlate con qualche prigioniero di S.M. Britannica, sono rimasti pochi, vi sapranno dire. Le fucilazioni di nostri prigionieri di guerra, in Sicilia nel 1943, nascoste fino a qualche anno fa. Gli inutili bombardamenti sulle nostre città (causarono 80.000 morti) da parte di Inglesi ed Stati Uniti.

Ripeto, le scelte fatte l'8 Settembre, non furono contro il Fascismo od il nazismo, furono effettuate in un clima di estrema incertezza!

Forse, dopo, qualcuno fece scelte motivate da ideologie politiche, che avevano poco a che fare con i sentimenti di Patria e di Libertà, ricordiamo l'eccidio di Porzius, dove partigiani comunisti, che volevano far annettere il Friuli alla Jugoslavia, trucidarono partigiani bianchi (i fazzoletti verdi, dove militava e fu ucciso il fratello di P.P.Pasolini). Dall'altra parte molte formazioni pseudo-militari (Brigate Nere) si macchiarono di orrendi crimini.

Ripeto le scelte effettuate l'8 Settembre furono solo difficili non giuste
 
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view post Posted on 30/1/2014, 12:07
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Sul come si era comportata la monarchia italiana, nel condurre le trattative di resa con gli alleati, mi sono già espresso numerose volte.
Peggio di così, nessuno poteva fare.

All’otto settembre 1943, al nostro soldato, non si presentavano scelte all’infuori di: o tentare di raggiungere la propria casa, oppure farsi catturare dei tedeschi.
Furono più di 600.000 i soldati italiani internati nei campi di concentramento in Germania. Chi ha avuto la fortuna di uscirne vivo da quei campi, ha molto da raccontare sul trattamento subito.

Domandiamoci perché in quella situazione, un soldato, senza ordini, senza comandi, con un esercito allo sbando totale, alla presenza di una resa senza condizioni, doveva scegliere di continuare a combattere. Con chi e contro di chi?

Molto amichevolmente, Verbano, e con tutta cortesia, ho l’impressione che tu stai cercando di raccontarmi un film, di cui hai soltanto sentito parlare, che non solo ho visto, ma ne sono stato, anche se molto modestamente, partecipe.

La ragione principale perchè non si doveva continuare a combattere, dipendeva dal fatto che chi, avendone il potere, aveva deciso di consentire l’entrare in guerra con i tedeschi e poi, avvalendosi dello stesso potere, aveva deciso di far cessare quella guerra sbagliata.

Chi voleva continuarla, aveva la possibilità di farsi accogliere nelle formazioni tedesche.

Paragonati al numero di chi scelse l’internamento, soltanto un’esigua minoranza scelse di continuare a servire il tedesco.

Il trattamento che subirono i nostri, fatti prigionieri dagli alleati, non ha paragoni con quanto dovettero subire i nostri soldati prigionieri dei tedeschi.

E’ vero. Molti reparti alleati, non furono teneri. Qualche motivo di risentimento, nel confronto dei nostri, è pur vero che lo avevano. Eravamo stati noi a dichiarare la guerra, non loro. Nel complesso, il trattamento subito rientrava però nelle norme delle convenzioni vigenti. Al contrario questo non accadde per i nostri internati in Germania.

Cordialmente. ghirghi
 
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view post Posted on 30/1/2014, 14:16
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Ciao Ghirghi, ti aspettavamo martedì pomeriggio ma non ti sei fatto vedere.
Vorrei un tuo giudizio su due casi che ho avuto occasione di incontrare, (uno) o studiare, (decine).
Il primo era un ragazzino di Genova di circa sedici anni che il 24 aprile 1945 decide di arruolarsi tra le "Fiamme bianche": Lo conobbi anni fa al cimitero di Altare e mi raccontava che fece appena in tempo a mettere la divisa che gliela strapparo di dosso e lo rispedirono a casa, per sua fortuna, con solo qualche sganassone.
Gli altri (e su questi forse ti sei già espresso) che intorno al 24 aprile, dopo aver indossato la divisa fascista per almeno un anno decisero di cambiare bandiera e passare armi e bagagli con la resistenza.

A mio parere si tratta nel primo caso di un illuso e nel secondo di semplici profittatori, però mi piacerebbe un tuo giuidizio.
 
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view post Posted on 30/1/2014, 14:43
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Paragonati al numero di chi scelse l’internamento, soltanto un’esigua minoranza scelse di continuare a servire il tedesco.

prendiamo atto, vero, che una buona parte di chi scelse l'internamento l'ha fatto scegliendo quella che reputava la scelta meno pericolosa?
 
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view post Posted on 30/1/2014, 15:16
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Ciao, Kanister.
Sul primo caso, mi sento di affermare che, se un ragazzo di sedici anni, il 24 aprile 1945, sente la necessità di arruolarsi, proprio, quando tutti si apprestavano a filarsela, è probabile che qualche cosa in lui non funzionasse. Poverino, non meritava di certo nemmeno quei quattro “sganassoni” che affermava d’aver ricevuto.

Per il secondo caso che tu prospetti, non possiamo dimenticare che, nell’imminenza della Liberazione, il CLNAI ha inondato l’alta Italia di manifestini, invitanti tutti gli aderenti alla RSI a presentarsi, muniti di quel volantino, alle formazioni partigiane. Dopo sarebbe stato troppo tardi!

Molti n’approfittarono, e le formazioni partigiane furono costrette ad accettarli.

Fu così, che diventammo un esercito tanto numeroso che, com’ebbi modo più volte di affermare, se a Novembre del 1944 fossimo stati così in tanti, i rastrellamenti li facevamo noi, non loro.

Molti, invece, preferirono tornarsene in fretta e furia alle loro case. Fra questi anche chi aveva, come si suol dire, “la volpe sotto l’ascella.
Altri seguirono le colonne verso quella fantomatica “ridotta della Valtellina”, che doveva costituire “l’ultimo baluardo di difesa”. Questi ultimi, è probabile che non avessero ben chiaro quello che stava succedendo.

Mess. Priv. = martedì non sono venuto perché un mio nipotino, durante la lezione di ginnastica a scuola, ha avuto un piccolo incidente, Fortunatamente nulla di serio.
 
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view post Posted on 30/1/2014, 15:28
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CITAZIONE (ghirghi @ 30/1/2014, 15:16) 
....... è probabile che qualche cosa in lui non funzionasse. Poverino, non meritava di certo nemmeno quei quattro “sganassoni” che affermava d’aver ricevuto.

E pensa che divenne poi un "principe del foro" di Genova.
 
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view post Posted on 30/1/2014, 15:33
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CITAZIONE (Radagast_ @ 30/1/2014, 14:43) 
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Paragonati al numero di chi scelse l’internamento, soltanto un’esigua minoranza scelse di continuare a servire il tedesco.

prendiamo atto, vero, che una buona parte di chi scelse l'internamento l'ha fatto scegliendo quella che reputava la scelta meno pericolosa?

Radagast, quando furono catturati subito dopo l’otto settembre, ai nostri soldati non fu chiesto di esprimere una scelta. Furono semplicemente caricati sulle tradotte e inviati in Germania.

Soltanto dopo fu chiesto loro se volevano scegliere di collaborare o mantenere la posizione d’internati.

Molti scelsero di lavorare. Altri scelsero di mantenere la posizione d’internati. Per questi la situazione divenne molto difficile. Una piccola percentuale decise di aderire alle divisioni italiane che colà si stavano costituendo. Di questi, molti accettarono, non per convinzione, ma soltanto in previsione di rientrare in Patria.

In ogni modo, la stragrande maggioranza di loro non prese mai in considerazione la possibilità di tornare in armi e combattere al fianco dei tedeschi.

Edited by ghirghi - 30/1/2014, 16:05
 
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view post Posted on 30/1/2014, 16:31
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In ogni modo, la stragrande maggioranza di loro non prese mai in considerazione la possibilità di tornare in armi e combattere al fianco dei tedeschi.

si bestemmia se si afferma che la stragrande maggioranza di loro non prese mai in considerazione la possibilità di tornare in armi e combattere al fianco dei tedeschi perchè tale scelta significava tornare al fronte col rischio di farsi ammazzare?
meglio affamati ma vivi.
quindi non scelta politica ma di interesse (lecito).
 
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34 replies since 27/1/2014, 14:52   1896 views
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