Lo sbarco ad Anzio

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view post Posted on 30/1/2014, 18:12
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Nooooo! Non si bestemmia, anzi!
Quella che tu prospetti, è stata sicuramente la più verosimile delle tante possibilità che hanno valutato prima di scegliere.

In quella situazione, la maggiore preoccupazione era quella di portare a casa la pellaccia. Non erano “eroi”, ma uomini con l’unico desiderio di tornare a casa.

In ogni modo, con qualunque motivazione, la scelta è stata quella di non continuare la guerra. Avevano “già dato” a sufficienza.
 
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view post Posted on 30/1/2014, 21:28
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CITAZIONE
Per il secondo caso che tu prospetti, non possiamo dimenticare che, nell’imminenza della Liberazione, il CLNAI ha inondato l’alta Italia di manifestini, invitanti tutti gli aderenti alla RSI a presentarsi, muniti di quel volantino, alle formazioni partigiane. Dopo sarebbe stato troppo tardi!

Molti n’approfittarono, e le formazioni partigiane furono costrette ad accettarli.

Come gli oltre 40 militi della GNR "Tagliamento" fucilati a Rovetta il 28 Aprile. Il più giovane aveva 15 (QUINDICI) anni, il più "vecchio" 22!

Ma facciamola finita!

Senza dimenticare il comandante Visconti ed i suoi ufficali
 
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view post Posted on 31/1/2014, 11:09

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Sono felice che questo topic, a parte qualche sbavatura fuori dalle righe, sia proseguito all'insegna di un confronto corretto, interessante e ben documentato. Credo, ancora una volta, che gli ultimi interventi di Ghirghi abbiano fotografato con grande nitidezza la tragica situazione nella quale si trovarono i nostri militari all'indomani dell'8 settembre 1943. Vorrei aggiungere solo un altro paio di note.

Come ha già fatto giustamente notare qualcuno, non possiamo dimenticare di quanto saldi e importanti, in guerra, siano i legami che vengono a stabilirsi tra compagni e commilitoni. Vi sono alcuni reparti, come i Marines americani o la Legione Straniera francese, nei quali questa fratellanza d'armi viene considerata un valore fondamentale del credo militare, ancora più forte del dovere verso la propria stessa Patria. Non dobbiamo perciò tralasciare, nell'elenco delle motivazioni per cui molti nostri soldati combatterono dalla parte dei tedeschi, il fatto, appunto, che molti di loro avevano perso amici, fratelli, compagni d'arme e commilitoni nella lotta contro gli Alleati: per tutti costoro, cambiar bandiera equivaleva a tradire la memoria e sputare sul sacrificio degli amici scomparsi. E' una scelta d'onore, questa, che comprendo perfettamente perchè proviene dal profondo del proprio cuore, tanto da poter essere paragonata a un vero e proprio "atto d'amore", e non ha nulla a che fare con le convinzioni, la politica, o l'ideologia. Spesso ci si trova a compiere questa scelta combattendo dalla parte giusta: molte altre, si è costretti a prenderla combattendo dalla parte sbagliata.

Quanto alle atrocità commesse da partigiani e Alleati, purtroppo sono l'inevitabile, amaro e inestinguibile frutto dell'odio, della guerra e della violenza. I bombardamenti aerei sugli obiettivi civili non furono un'invenzione anglo-americana. Ricordiamo che i tedeschi li sperimentarono già nella Grande Guerra, utilizzando prima i dirigibili Zepellin, poi i bombardieri Gotha. Li utilizzarono nuovamente, a scopo espresssamente "terroristico", in Spagna. Poi di nuovo durante la campagna di Polonia, in Belgio e in Olanda, in Jugoslavia. Al "Bomber Command" inglese va attribuito il discutibilissimo merito di averne fatto un'arma di guerra di tipo "strategico": merito, appunto, discutibilissimo perchè ancora adesso gli studiosi s'interrogano e dibattono se i bombardamenti aerei indiscriminati sui centri urbani abbiano o non abbiano avuto una reale valenza bellica. Certo, il pensiero di migliaia di civili sepolti vivi sotto le macerie o arsi nelle "tempeste di fuoco" scatenate dai bombardamenti a tappeto Alleati sulla Germania o sul Giappone ci fanno inorridire. Ma mai quanto l'impiego scientifico, sistematico e consapevole dello sterminio di massa come strumento di dominio sulle genti e sui popoli in nome di aberranti principi come la supremazia della razza e l'abominevole distinzione tra esseri umani, super-umani e sub-umani. Non dimentichiamolo mai questo aspetto perchè rischieremmo di confondere i principi fondamentali per i quali fu combattuto quell'immane conflitto, e tutte le terribile conseguenze che ne derivarono.

RIP-STOP
 
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view post Posted on 31/1/2014, 14:48
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Consideravo chiuso l’argomento con quanto fin qui avevo affermato.
Non posso esimermi, ora, carissimo RIP-STOP, dal manifestare la mia più completa condivisione sul merito di quanto affermi nel tuo post odierno.

Soltanto una piccola, ma per me non insignificante, precisazione.

Ho personalmente provato il significato di “legame profondo” che viene ad instaurarsi fra compagni di lotta. Tra due o più persone vengono a crearsi rapporti di fraterna, indissolubile e assoluta solidarietà, in ogni luogo e circostanza.

Questo sentimento non è un’esclusiva personale di pochi, perché è di tutti, nessuno escluso.

Questo nobile sentimento, purtroppo, molte volte è stato frainteso e le circostanze lo hanno trasformato in desiderio di vendetta. Molti episodi, verificatisi da entrambe le parti contendenti, sono incominciati proprio dalla volontà di vendetta, scaturita da un fatto considerato ingiusto.

Ad ogni azione, corrisponde sempre una reazione, uguale e contraria. Inutile recriminare oggi. Sbagliato tentare di evidenziare soltanto le “brutture” della parte avversa. C’è né per l’asino e per chi lo mena.

Sono sempre stato uomo di parte. Anche non condividendone le scelte, ho sempre guardato con grand’ammirazione verso il personale di volo della ns. Aeronautica, che dopo l’otto settembre 1943, si è ricostituito nella RSI.
La maggior parte di quei piloti avevano apertamente riconosciuto - ci sono scritti che lo confermano - di aver accettato la loro nuova posizione, per fraterna solidarietà con i loro ex comandanti.
Erano uomini straordinari, che, pur coscienti della loro inferiorità numerica, affrontavano il combattimento, sapendo che ogni volta che salivano in volo, mettevano a repentaglio la loro vita.
Mai, in nessun’occasione, questi uomini si sono macchiati con un solo colpo sparato contro un italiano.

Al contrario, invece, i reparti di terra hanno prevalentemente combattuto contro italiani, commettendo anche atrocità del tutto gratuite.
I reparti destinati al fronte di guerra contro gli alleati, erano un’esigua minoranza, rispetto a quelli che erano impegnati per contrastare le forze della resistenza.

Nessuno disconosce il valore di chi ha combattuto sul fronte di guerra. Soltanto che, il loro contributo è servito a far inutilmente prolungare la guerra e ad aumentare il già grande numero di morti.

Ti rinnovo la mia stima. ghirghi.
 
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view post Posted on 21/1/2024, 09:23


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E siamo all’ottantesimo anniversario…

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34 replies since 27/1/2014, 14:52   1896 views
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