Sicuramente uno degli aspetti maggiormente affascinanti del corpo della Polizia dell’Africa Italiana è quello uniformologico data la varietà e soprattutto l’alta qualità del materiale usato da questo reparto d’elite durante la sua breve , ma intensa, esistenza.
Nato per svolgere funzioni di ordine pubblico e militare nelle lontane colonie si trovò, suo malgrado, a vivere, sulla propria pelle, le vicissitudini del nostro paese fino alla fine del conflitto.
Particolarmente interessante è il periodo storico nel quale la PAI, dopo aver partecipato con il Corpo d’Armata Motocorazzato di Roma nei giorni 9-10 settembre al tentativo di difesa della città contro i tedeschi, affiancò le autorità repubblicane e tedesche della neo costituita (almeno sulla carta) “Città aperta” nella tutela dell’ordine pubblico.
In particolare in questo frangente gli appartenenti al Corpo portavano al bavero le stellette che avevano sostituito, dopo il 25 luglio 1943, i fascetti previsti dal regolamento.
Successivamente incorporata nella GNR, mantenne una certa autonomia d’impiego: le stellette furono sostituite con le Doppie M e dall’agosto con i gladi. La denominazione cambiò in Guardia Nazionale Coloniale e, passata nel novembre 1944 al Ministero dell’interno, in Polizia Repubblicana Coloniale.
Le vicende storiche non influirono (uniformologicamente parlando) solo sui segni distintivi al bavero di ufficiali ed agenti ma anche il fregio del Corpo subì radicali modifiche finalizzate, nei limiti del possibile, a “demonarchizzarlo” in tutto o in parte con interventi spesso fatti in casa.
Tutta questa introduzione solo per condividere con gli amici del forum un fregio in stoffa che , anche se un po’ malridotto, ci ricorda quei tempi lontani.