| rip-stop, tu interpreti la proposta, cercando di portarvi una qualche ragionevolezza, ma la proposta medesima in realtà non definisce l'ipotesi di reato come verificata solo nell'ipotesi del concorso tra condotta (pubblicazione etc.) e intento (propaganda etc.): "anche solo" vuol dire che il mero comportamento citato (pubblicazione etc.) costituisce ipso facto, de iure, reato.
La cosa è chiara proprio leggendo le motivazioni allegate alla proposta di legge, che esplicitano la necessità (sic) di modificare i codici per ampliare le condotte da sanzionare, giudicando troppo blanda l'azione repressiva oggi condotta.
Ergo, ammesso che la proposta divenga norma, se io vendo un oggetto con simboli fascisti, ad un mercatino di antiquariato o in negozio di chincaglierie, indipendentemente dal mio dichiarato o recondito "intento", sono soggetto a denuncia di reato per quel solo fatto.
Dopodiché il giudice, dopo parecchi anni e spese legali inusitate, magari mi assolve pienamente perché il fatto non costituisce reato, interpretando la legge con ragionevolezza restrittiva, esattamente come tu dici, ma intanto il danno è fatto. Così funzionano i tribunali, non solo in Italia, anche nei paesi dove il sistema giudiziario funziona al meglio possibile. Ecco perché la maldestra leggerezza con la quale si adottano le norme penali, o la loro inusitata omnicomprensività in senso proibitivo, è un sicuro indice di salute o malattia della democrazia.
saluti
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