CITAZIONE (schveik @ 29/2/2016, 08:00)
Questo il libro scritto dal Bernabei....
Leggendo tra le righe dell'introduzione azzardo che il Bernabei non fosse un caldissimo sostenitore della guerra contro la Turchia...
No, "Attraverso la Cirenaica" (Voghera, 1912) non ha Bernabei per autore, ma bensì un Socrate Checchi che passò a Bengasi quattro anni non ho capito a quale titolo e in quale attività (civile) impegnato.
Il libro è il resoconto di un viaggio all'interno compiuto per diporto (a cavallo, con seguito di cammelli per i bagagli e con scorta militare turca) da quattro italiani della nostra piccola colonia di Bengasi : i sunnominati Bernabei e Chiecchi più un militare, il Ten. Renzo Brusati (figlio del generale), e un terzo civile, l'Ing. Roberto Almagià. Quest'ultimo è la figura più interessante del gruppetto, in quanto geografo di professione e traduttore del fondamentale libro sul deserto libico del viaggiatore tedesco Gerhard Rohlfs. Nessun altro in Italia conosceva la regione meglio di lui; e il nostro Stato Maggiore si fosse preoccupato di consultarlo (o almeno leggerne gli scritti) prima di sbarcare le truppe a Tripoli nel 1911, si sarebbe risparmiato molti errori e molte amare sorprese frutto queste e quelli di pura e semplice ignoranza dei luoghi e degli abitanti.
In proposito, è interessante leggere la breve introduzione al libro del Chiecchi stilata dall'editore quando il libro uscì nel 1912, a guerra italo-turca ormai conclusa. Sono solo due paginette, ma piene dei soliti luoghi comuni che l'ignoranza di cui sopra faceva dire e pensare agli italiani (anche a quelli della cosiddetta classe colta e dirigente!).
Nonostante i pochi viaggiatori (quali appunto Rohlfs e Almagià) avessero ad una voce messo in guardia contro la povertà del paese, l'editore Voghera scrive di "fertilità prodigiosa della terra e sua potenzialità produttiva", la causa dell'attuale condizione essendo "il grande abbandono cui essa giace". Colpa, cioè, del malgoverno turco. Ma "queste notizie [del libro], dettate d chi ha vissuto quattro anni laggiù," (sarebbe il Chiecchi, assurto al ruolo di autorevole esperto di cose libiche) "possano diventare preziose, ora che le energie dei colonizzatori italiani si rivolgeranno verso quelle terre sì ben promettenti." "Ora è tempo di far prosperare la regione che fu lasciata in troppo grande abbandono" e via su questo tono.
Chiecchi racconta all'inizio del libro come l'idea di organizzare una carovana all'interno per vincere la noia del tran-tran bengasino, nacque durante una serata al Consolato d'Italia, padroni di casa i coniugi Bernabei, ospiti i membri della piccola colonia italiana (tra cui si ricava spiccassero per numero e importanza i funzionari e impiegati della locale Agenzia del Banco di Roma). Due notizie fornite dal Chiecchi e che ho trovato interessanti riguardano i due alberghi a conduzione italiana della Bengasi turca : un Hotel Maffei e un Hotel Berenice (quest'ultimo definito poco più che una trattoria con alloggio, ma dall' "insegna pomposa"). Di recente, mi è capitato osservare una cartolina fotografica del 1911, con nostre truppe in armi occupanti una piazza di Bengasi "dopo il bombardamento", di fronte all'edificio dell'Hotel Cirenaica (così l'insegna in italiano). Altro albergo (sarebbero già tre) a conduzione italiana ?
Foch
Edited by foch - 2/3/2016, 18:23