Onorificenza del vice-console

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view post Posted on 27/2/2016, 23:13


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Ciao ragazzi, avevo scaricato dal web questa immagine un po di tempo fa.
Raffigura Vincenzo BERNABEI, nel 1911 ufficialmente interprete del consolato italiano a Bengasi. Nativo di Beirut.
Non riesco ad individuare l´onorificenza che appare a fianco del Cavaliere della Corona.
Riuscireste a darmi una luce?



Grazie fin d´ora

Daniele
 
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schveik
view post Posted on 28/2/2016, 09:58




Parrebbe un ordine di Osmanie, cavaliere di III classe

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ordine_di_Osmanie
 
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view post Posted on 28/2/2016, 14:01


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Grazie Schveik, é vero, potrebbe essere come dici tu.
Devo solo verificare ora perché fu insignito di tale ordine

Grazie

Daniele
 
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schveik
view post Posted on 28/2/2016, 15:43




Più che interprete o vice-console è proprio il console italiano nel 1911.

Ciò si desume dal suo libro del 1911 "Attraverso la Cirenaica", reperibile in rete.

la presenza della decorazione ottomana si può spiegare con il fatto che è nato a Beirut, quindi lunga frequentazione dell'impero, ed appartiene alla classe dirigente (console d'Italia). Non è quindi particolarmente sorprendente che sia insignito di una tale decorazione.

Attualmente è in vendita sul noto sito esattamente questa foto.
 
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view post Posted on 28/2/2016, 17:18


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Ciao, in effetti al momento dell´allontanamento dal consolato rivestiva ufficialmente la carica di interprete di 3° grado ma fungeva da console.
Ancora prima aveva assunto le funzioni di vice-console. Queste le informazioni che avevo tratto da articoli dell´epoca pubblicati su La Stampa
 
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foch
view post Posted on 28/2/2016, 20:38




CITAZIONE (danielebac @ 28/2/2016, 17:18) 
...al momento dell´allontanamento dal consolato rivestiva ufficialmente la carica di interprete di 3° grado ma fungeva da console.
Ancora prima aveva assunto le funzioni di vice-console ...informazioni ...da articoli dell´epoca ...su La Stampa

Gli Annuari del Ministero degli Affari Esteri (alla voce "Personale che ha cessato di far parte del Ministero a partire dalla costituzione del Regno d'Italia") riportano : "Vincenzo Bernabei interprete di 2° classe, m. 11 maggio 1922".

Non so che cosa i resoconti di stampa intendessero per "allontanamento" dal Consolato (di Bengasi) e se effettivamente sia questo il termine impiegato.

Negli Annuari, la data che segue il nome e l'ultimo grado raggiunto in carriera, è normalmente quella di cessazione dal servizio (senza che ne sia specificata la causa : collocamento a riposo per raggiunti limiti d'età o dimissioni volontarie). L' "m." prima della data -come nel caso di Bernabei- significa che il funzionario è morto in servizio (non necessariamente "per cause di servizio" -il caso più frequente riguardando la morte per cause naturali, malattia o incidente).

E' (era) normale che nelle sedi sia diplomatiche che consolari, il funzionario di grado immediatamente inferiore sostituisca (in qualità di "facente funzioni" e per periodi di tempo della durata anche di settimane e mesi) il titolare, in assenza o durante la vacanza di questo. (L'assenza si produceva quando il titolare prendeva il suo periodo di congedo periodico -dalle sedi extrauropee si rientrava in genere in patria ogni due anni, per un periodo di vacanza anche di mesi- o quando veniva richiamato in patria dal Governo "per consultazioni ". La vacanza era il periodo intercorrente tra la partenza -talvolta la morte in servizio- di un titolare e la nomina del successore. O per meglio dire il completamente dell'iter : nomina-gradimento-arrivo in sede-presentazione delle lettere credenziali.)
Niente di strano, pertanto che una piccola sede consolare quale Bengasi sia rimasta affidata per periodi più o meno lunghi ad un funzionario della carriera consolare del grado di Interprete di 2° classe.

Foch
 
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view post Posted on 29/2/2016, 00:11


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Anche se in vicende trascorse nel 1909, era descritto come buon diplomatico, in vari articoli dei primi mesi del 1911, venne riportata l´insoddisfazione sul suo operato, da parte della piccola comunitá italiana di Bengasi e vennero inoltrati esposti al Governo Italiano. Il 5 agosto 1911 viene inoltrata la notizia via telegramma che il console veniva ¨traslocato¨ (stesso termine usato nell´articolo). Nell´ottobre dello stesso anno si imbarca per il rimpatrio. Interpreto quel ¨traslocato¨ come allontanato.

Daniele
 
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schveik
view post Posted on 29/2/2016, 08:00




Questo il libro scritto dal Bernabei

http://libsysdigi.library.illinois.edu/OCA...acire00chec.pdf

Leggendo tra le righe dell'introduzione azzardo che il Bernabei non fosse un caldissimo sostenitore della guerra contro la Turchia, cosa che potrebbe aver dato luogo al suo "trasloco" che è appena precedente all'inizio della guerra italo-turca (novembre 1911).

Ciò a maggior ragione in quanto nel 1909, ovvero in tempi non guerreschi, vi era di lui una buona opinione.
Fosse stato semplicemente incompetente, lo sarebbe stato anche nel 1909.
 
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view post Posted on 29/2/2016, 11:03


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Condivido le tue opinoini Schveik.

Grazie del link! Sicuramente leggeró il testo
 
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foch
view post Posted on 2/3/2016, 17:54




CITAZIONE (schveik @ 29/2/2016, 08:00) 
Questo il libro scritto dal Bernabei....
Leggendo tra le righe dell'introduzione azzardo che il Bernabei non fosse un caldissimo sostenitore della guerra contro la Turchia...

No, "Attraverso la Cirenaica" (Voghera, 1912) non ha Bernabei per autore, ma bensì un Socrate Checchi che passò a Bengasi quattro anni non ho capito a quale titolo e in quale attività (civile) impegnato.
Il libro è il resoconto di un viaggio all'interno compiuto per diporto (a cavallo, con seguito di cammelli per i bagagli e con scorta militare turca) da quattro italiani della nostra piccola colonia di Bengasi : i sunnominati Bernabei e Chiecchi più un militare, il Ten. Renzo Brusati (figlio del generale), e un terzo civile, l'Ing. Roberto Almagià. Quest'ultimo è la figura più interessante del gruppetto, in quanto geografo di professione e traduttore del fondamentale libro sul deserto libico del viaggiatore tedesco Gerhard Rohlfs. Nessun altro in Italia conosceva la regione meglio di lui; e il nostro Stato Maggiore si fosse preoccupato di consultarlo (o almeno leggerne gli scritti) prima di sbarcare le truppe a Tripoli nel 1911, si sarebbe risparmiato molti errori e molte amare sorprese frutto queste e quelli di pura e semplice ignoranza dei luoghi e degli abitanti.

In proposito, è interessante leggere la breve introduzione al libro del Chiecchi stilata dall'editore quando il libro uscì nel 1912, a guerra italo-turca ormai conclusa. Sono solo due paginette, ma piene dei soliti luoghi comuni che l'ignoranza di cui sopra faceva dire e pensare agli italiani (anche a quelli della cosiddetta classe colta e dirigente!).
Nonostante i pochi viaggiatori (quali appunto Rohlfs e Almagià) avessero ad una voce messo in guardia contro la povertà del paese, l'editore Voghera scrive di "fertilità prodigiosa della terra e sua potenzialità produttiva", la causa dell'attuale condizione essendo "il grande abbandono cui essa giace". Colpa, cioè, del malgoverno turco. Ma "queste notizie [del libro], dettate d chi ha vissuto quattro anni laggiù," (sarebbe il Chiecchi, assurto al ruolo di autorevole esperto di cose libiche) "possano diventare preziose, ora che le energie dei colonizzatori italiani si rivolgeranno verso quelle terre sì ben promettenti." "Ora è tempo di far prosperare la regione che fu lasciata in troppo grande abbandono" e via su questo tono.

Chiecchi racconta all'inizio del libro come l'idea di organizzare una carovana all'interno per vincere la noia del tran-tran bengasino, nacque durante una serata al Consolato d'Italia, padroni di casa i coniugi Bernabei, ospiti i membri della piccola colonia italiana (tra cui si ricava spiccassero per numero e importanza i funzionari e impiegati della locale Agenzia del Banco di Roma). Due notizie fornite dal Chiecchi e che ho trovato interessanti riguardano i due alberghi a conduzione italiana della Bengasi turca : un Hotel Maffei e un Hotel Berenice (quest'ultimo definito poco più che una trattoria con alloggio, ma dall' "insegna pomposa"). Di recente, mi è capitato osservare una cartolina fotografica del 1911, con nostre truppe in armi occupanti una piazza di Bengasi "dopo il bombardamento", di fronte all'edificio dell'Hotel Cirenaica (così l'insegna in italiano). Altro albergo (sarebbero già tre) a conduzione italiana ?


Foch

Edited by foch - 2/3/2016, 18:23
 
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schveik
view post Posted on 2/3/2016, 18:46




Giusta correzione Foch.
 
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view post Posted on 4/3/2016, 02:44


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Se la cartolina che foch cita nel suo post é la stessa che sto osservando, mi lascia pensare che l´Hotel Maffei sia lo stesso Hotel Cirenaica. Guarda infatti la scritta che in parte non venne distrutta durante il bombardeamento: ...ENAICA E MAFFEI
 
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foch
view post Posted on 5/3/2016, 21:16




Credo anch'io che abbiamo osservato la medesima cartolina ("Forni militari a Bengasi bombardata"). Ho reperito anche altra istantanea molto simile del medesimo edificio bombardato e con l'insegna parzialmente leggibile.
Propendo a leggerla come : "[Hotel o Albergo] Cirenaica F. Maffei" (riferito al nome del proprietario e/o gestore). Ma non escludo del tutto altra lettura come : "...Cirenaica E Maffei". (Molti alberghi hanno siffatti doppi nomi.)
Probabile che una più attenta osservazione permetta di chiarire se quella dipinta sul muro sia una F o una E.

Foch
 
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view post Posted on 6/3/2016, 11:06


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La cartolina é proprio quella. La lettera potrebbe essere sia una F che una E danneggiata ma comunque la prova fotografica mi sembra chiara: non esistevano due differenti hotel (uno CIRENAICA e l´altro MAFFEI)

Daniele
 
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foch
view post Posted on 6/3/2016, 18:37




E' più che probabile, ma non certo al 100%, che la cosa sia da interpretarsi così. Sussiste, tuttavia, la residua possibilità che il Maffei oltre al Cirenaica gestisse anche un secondo albergo a Bengasi, all'insegna "Maffei". Era ed è normale nell'industria alberghiera, che lo stesso individuo o la stessa famiglia gestiscano più esercizi (nella stessa località o in località diverse).
E se tre alberghi con titolare italiano possono sembrare tanti in un centro come la Bengasi turca, beh, sarebbero solo uno più dei due già accertati. Impossibile, probabilmente, controllare sulle guide turistiche, perchè non credo ne esistessero (stampate in francese, inglese o italiano) sulla Libia prima di quella del Touring Club Italiano del 1921.

Foch
 
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