Casco coloniale reali carabinieri

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view post Posted on 11/6/2016, 17:43
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Salve cari amici..cerco il vostro aiuto riguardo questo casco reali carabinieri..che ve ne pare? ..Si tratta di un originale per voi?
Grazie a tutti coloro che interverranno al mio post!IMG_20160611_WA0007

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view post Posted on 11/6/2016, 20:02
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L'ho visto anche io in vendita secondo me non è originale di un rrcc

Il casco è quello tipico usato dagli inglesi, fregio e coccarda sono invece italiani e d'epoca, ma a me sembra un casco riassemblato recentemente, naturalmente è un mio parere.

Anzi ti dirò di più forse in principio fu utilizzato da qualche canadese
 
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view post Posted on 11/6/2016, 20:12
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Mah, io sarei più possibilista. Devo controllare una cosa.
La sigla W8 con la freccia, a che contesto (britannico) può essere ricondotta?
 
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view post Posted on 11/6/2016, 20:19
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Beh erano pezzi che compravano in India quindi di manifattura britannica può essere..ma d'epoca
 
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view post Posted on 11/6/2016, 21:10
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Ritengo si tratti di un pezzo originale e, tutto sommato, singolare. Assolutamente da non toccare!!
La provenienza del casco non solo è britannica, ma addirittura militare, come ci dice la freccia impressa all'interno.
Nel 1995 acquistai un casco di un Ufficiale medico assolutamente identico a questo, a parte l'etichetta, che è di un altro produttore (ma sempre India 1940).
Il casco usciva direttamente dalla famiglia insieme ad altri cimeli, e riporta sull'alluda il nome del Sottotenente proprietario: un Ufficiale di un Battaglione Coloniale dell'AOI.
Alcuni particolari mi hanno sempre fatto pensare che si trattasse di un casco acquistato in prigionia, ma non avevo mai notato che anche il mio ha la freccia con la sigla (H-19).
Qualcuno conosce la "chiave" per interpretare questi codici?
Evidentemente sia il mio Sottotenente sia il tuo Carabiniere hanno avuto modo di acquistare il casco in uno spaccio di una campo POW in India, guarnendolo poi con i fregi e gli attributi appropriati (il mio usò un fregio da controspallina, e applicò una stelletta metallica di grado sul lato sinistro del "tamburo").
 
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comandantedistazione
view post Posted on 12/6/2016, 08:25




Io invece concordo con MILITARIALUPO nel senso che tutti i componenti di questo copricapo sono originali d'epoca:
il fregio è il modello nato per il berretto in panno turchino nel 1933 e utilizzato fino al 1948 anche su altri copricapi, casco coloniale e berretto grigioverde compresi.
La coccarda, utilizzata non solo dall'Arma ma anche da altri reparti, lascia sempre qualche dubbio circa la sua destinazione. Questa è sicuramente vecchia e conservata in condizioni critiche ma senza una disamina appropriata sul pezzo vedo abbastanza difficile riscontrare se sia stata utilizzata proprio per questo casco anche perchè, di solito, le coccarde presenti sui caschi coloniali evidenziano le tonalità molto virate dalla luce mentre questa appare integra e viva nei pigmenti con una sporcatura atipica quasi fosse più uno sporcamento che un deterioramento naturale.
Il casco è senz'altro un pezzo genuino diffuso comunque da lì a molti anni più tardi e, come i caschi prodotti dal sugherificio di Varese negli anni '30 e rinvenuti una decina di anni fa che si sono prestati benissimo ad essere arricchito con qualsiasi fregio, anche questo potrebbe avere patito una manomissione recente di qualche artista o di qualche interessato senza scrupoli.
Stanbte la permanenza prolungata nelle colonie, i Carabinieri sono tra coloro che più d'ogni altro hanno fatto uso di copricapi coloniali passando da tutti i tipi dell'epoca conosciuti, nazionali e stranieri, per cui anche questo modello è stato sicuramente utilizzato dall'Arma.
Non va dimenticato poi che, in Africa, tutti i belligeranti hanno fatto razzia e preda di quanto lasciato dal nemico e noi molto più degli altri tanto che, dopo la prima vittoriosa offensiva e l'arretramento dei reparti britannici e del Commonwealth, tutto quanto era immagazzinato fu prelevato e distribuito alle truppe per rinnovare le proprie dotazioni ormai logore pertanto, stante la tonalità di cachi quasi uguale, innumerevoli camiciotti, pantaloni corti e sahariane furono utilizzate cucendovi mostrine e distintivi italiani.
Tale sorte, di sicuro, hanno avuto anche i caschi coloniali ma se, nella campagna del 1935-36, questo copricapo era definito "elmetto coloniale" ed era utilizzato in forma generalizzata contro i reparti etiopi che a fatica avevano una uniforme, dal 1940 in poi contro le truppe britanniche e dei Dominions fu necessario e sicuramente più esteso l'uso dell'elmetto metallico.
E' anche vero che i Carabinieri erano chiamati a compiti di polizia nelle retrovie e nei centri distanti dai combattimenti per cui, per loro, l'uso del casco coloniale fu più peculiare quando ancora erano in servizio piuttosto che al momento della resa e dell'internamento in un campo di prigionia.
Dopo questa lunga disserzione, reputo difficile dare una precisa connotazione senza vedere materialmente l'oggetto anche se, per quanto sopra, resta sempre molto dubbia l'attribuzione.
A pelle comunque, è un oggetto che mi piace.
 
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view post Posted on 12/6/2016, 09:00
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Sarà, ma rimango della mia idea. Originale e POW.
Nei campi di prigionia dell'Africa e dell'India, l'esigenza di mantenere una parvenza di uniforme era molto sentita, soprattutto da parte degli ufficiali e a seguito della cobelligeranza. Proprio ai CCRR, peraltro, nel 1944/46, in India era stata affidata la sorveglianza dei campi dei cobelligeranti, al posto delle sentinelle indiane.
 
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view post Posted on 12/6/2016, 09:27
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Grazie siete stati molto esaurienti...Avevo dato un'occhiata anche a quest'altro. .Cosa ne dite?
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comandantedistazione
view post Posted on 12/6/2016, 11:34




CITAZIONE (Ghebret_ @ 12/6/2016, 10:00) 
... ai CCRR, peraltro, nel 1944/46, in India era stata affidata la sorveglianza dei campi dei cobelligeranti, al posto delle sentinelle indiane.

Vero: l'Arma, in qualità di funzione priorità di polizia militare era stata incaricata dell'ordine e della sicurezza interna di alcuni campi di prigionia inerente la polizia militare in senso stretto (segretezza e riservatezza delle disposizioni, informazioni delle dislocazioni, modalità di mobilitazione, etc.), rispetto dell'ordine e della consistenza dei reparti, ostacolo al vilipendio della Nazione, della Famiglia Reale e delle istituzioni nazionali, controspionaggio e lotta contro elementi simpatizzanti della RSI nell'ipotesi di apologia e ricostituzione, etc.
La vigilanza esterna del campo contro evasioni e sommosse invece rimaneva sempre ai precipui reparti alleati o del Commonwealth.
E' veritiero che in alcuni campi di prigionia le Autorità alleate pretesero dagli ufficiali il mantenimento rigoroso dell'ordine e della disciplina militare e, per tale motivo, agli internati furono periodicamente distribuite tenute tipo lavoro come da sempre in uso in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Tali tenute portavano imprezzo una grande stampa "POW" o anche vari timbri in varie parti dell'indumento.
Per rispetto alle disposizioni, esistevano le rituali modalità di caserma (adunata dell'appello e alzabandiera, adunata del prelievo rancio, adunata dell'ammainabandiera e contrappello) e numerose esercitazione ad "ordine chiuso" e su prigionieri vigeva il Regolamento di disciplina militare prima della segnalazione alle Autorità del campo per fatti gravi.
Circa l'eventuale tenuta di Carabinieri quali organi di vigilanza interna però non mi risulta ci siano testimonianze particolarmente chiare e l'utilizzo di fregi e alamari precipui sembra sia più frutto di abilità personali e di un modo per passare il tempo oltre che all'orgoglio di ostentare qualcosa della propria appartenenza.
Al di là di generiche fasce da braccio (magari anche con specifiche indicazioni del ruolo), non ho scienza di tenute particolari ad indicare militari con incarichi specifici nei campi di prigionia.
Comunque, oltre a tutte queste supposizioni, il casco è interessante da vedersi e personalmente mi piace.

Mi piace anche il secondo casco illustrato ma su questo farei le considerazioni completamente al contrario del primo a cominciare dalla coccarda che sembra uscita un attimo prima dal cassetto del magazzino al fregio anch'esso intonso e, nella realtà, visto in rarissime circostanze in abbinamento ad un copricapo ma il più delle volte nuovo e ancora da cucire al berretto.
Entrambi non mostrano la patina coeva al casco che invece appare integro ma già vissuto.
La tipologia del casco poi è riscontrabile nel secondo dopoguerra piuttosto che negli anni '30 quando le fattezze erano confacenti a falde più ampie e più spioventi, materiali di minor spessore e maggior consistenza e aerazione collocata nella zona cupolare piuttosto che a fori laterali.
 
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view post Posted on 12/6/2016, 13:05
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Grazie dele informazioni e dei vostri pareri!!..GentilissimI! !
 
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view post Posted on 12/6/2016, 17:40
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CITAZIONE (comandantedistazione @ 12/6/2016, 12:34) 
Vero: l'Arma, in qualità di funzione priorità di polizia militare era stata incaricata dell'ordine e della sicurezza interna di alcuni campi di prigionia inerente la polizia militare in senso stretto (segretezza e riservatezza delle disposizioni, informazioni delle dislocazioni, modalità di mobilitazione, etc.), rispetto dell'ordine e della consistenza dei reparti, ostacolo al vilipendio della Nazione, della Famiglia Reale e delle istituzioni nazionali, controspionaggio e lotta contro elementi simpatizzanti della RSI nell'ipotesi di apologia e ricostituzione, etc.
La vigilanza esterna del campo contro evasioni e sommosse invece rimaneva sempre ai precipui reparti alleati o del Commonwealth.
E' veritiero che in alcuni campi di prigionia le Autorità alleate pretesero dagli ufficiali il mantenimento rigoroso dell'ordine e della disciplina militare e, per tale motivo, agli internati furono periodicamente distribuite tenute tipo lavoro come da sempre in uso in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Tali tenute portavano imprezzo una grande stampa "POW" o anche vari timbri in varie parti dell'indumento.
[...]
Circa l'eventuale tenuta di Carabinieri quali organi di vigilanza interna però non mi risulta ci siano testimonianze particolarmente chiare e l'utilizzo di fregi e alamari precipui sembra sia più frutto di abilità personali e di un modo per passare il tempo oltre che all'orgoglio di ostentare qualcosa della propria appartenenza.

Stiamo parlando di contesti diversi: io intendo il periodo della cobelligeranza, durante il quale gli Ufficiali cooperatori vestivano all'inglese (non certo in tenuta da lavoro, forse riservata alla truppa).
Per quanto riguarda il ruolo dei CC.RR., da testimonianze che ho letto riguardo al campo di YOL, pare che nel 1944/46 avessero assunto anche il controllo dei cancelli dei campi (ovviamente per i soli cooperatori), non solo l’ordine interno.
Forse, più che essere frutto di un acquisto allo spaccio, questi caschi venivano direttamente distribuiti dagli Inglesi; non conosco le vicende del mio Sottotenente medico, ma se non è stato rimpatriato con qualche scambio di personale medico, è facile che abbia finito per prestare servizio in qualche unità sanitaria dell’India.
In ogni caso, di certo i militari prigionieri cercavano, nelle loro lunghe giornate, di esercitare anche qualche lavoro manuale che comprendeva anche, e nemmeno qui mancano le testimonianze, la ricostruzione di effetti dell’uniforme, dalle controspalline ai fregi alle mostrine etc…

PS
Il mio casco è questo:
 
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view post Posted on 13/6/2016, 07:16
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CITAZIONE (panzerfaust84 @ 11/6/2016, 18:43) 
Salve cari amici..cerco il vostro aiuto riguardo questo casco reali carabinieri..che ve ne pare? ..Si tratta di un originale per voi?

Non mi ero accorto che fosse tuttora in vendita.
In caso di "prelevamento" di foto da altri siti, d'asta o di altro genere, sarebbe meglio specificarlo.
 
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view post Posted on 13/6/2016, 07:49


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Buongiorno
A parte il tuo Ghebret , entrambi sono ancora in vendita.
Ormai, sempre più spesso, si tende a postare oggetti che si vorrebbe comprare ed è comprensibile, ma una volta che sono stati acquistati perché non c'è li fanno più vedere?
Saluti by m.f
 
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comandantedistazione
view post Posted on 13/6/2016, 07:59




Mi piace molto anche il tuo GHEBRET.
Credo meriterebbe una approfondita disamina in una discussione creata solo per lui.
 
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view post Posted on 13/6/2016, 08:17
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Va bene. Appena posso la apro.
In merito a quanto ipotizzato in precedenza, ho trovato una testimonianza di un ufficiale (Sergio Antonelli) che sbarcò in India nell'autunno 1942: a Bombay venne distribuito ai POW "cibo, the, un casco, una trapunta".
 
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31 replies since 11/6/2016, 17:38   2504 views
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